Messaggi del 16/06/2011

Be'erino campanaro

Post n°87 pubblicato il 16 Giugno 2011 da odette.teresa1958

Domenica memorabile a S.Tobia,lettori miei!Tutta colpa di Be'erino che,in preda ad una sbronza da Guinness,ha compiuto forse la più trista delle sue imprese.
Ma facciamo un passo indietro o non capite nulla.
Ireneo in questi giorni era arcifelice,perchè il petroliere Giobatta Paperotti aveva deciso di far sposare la sua unica figlia a S.Tobia.
Il matrimonio,naturalmente,avrebbe attirato qua stampa e Tv.
Ma aveva fatto i conti senza l'oste:il giorno prima della cerimonia,il campanaro Adalberto è scivolato su una buccia di banana e si è rotto la gamba.Il povero Ireneo stava prendendo a capocciate il campanile,quando è arrivato Be'erino e,visto il pretone in quello stato,si è generosamente offerto di sostituire l'infortunato.
Se ireneo nn avesse avuto l'acqua alla gola e nn fosse stato temporaneamente incapace di intendere e di volere a causa delle capocciate,nn avrebbe accettato,ma il destino ha voluto diversamente,
Ed è arrivato il gran giorno.
Stamani Beerino ha avuto la stupenda pensata di portarsi nel campanile tre fiaschi di Chianti.
Risultato.nel bel mezzo dell'omelia si è scatenato l'inferno!
Be'erino ,in preda ai fumi dell'alcool,si è lanciato in un concerto personale,passando dai classici (Bandiera Rossa,Faccetta Nera) a variazioni sul tema ,per poi finire con una trascinante macarena
In chiesa è successo di tutto:qualcuno è svenuto,qualcuno ha fatto il coro,gli sposi sono saltati sull'altare esibendosi in un tuca-tuca ai limiti della decenza...
Solo un urlo belluino del Cornacchioni ha riportato l'ordine.
Tutto finito?Magari!
Mentre gli sposi si scambiavano gli anelli,Be'erino ha pestato uno scarafaggio,uccidendolo.In preda al rimorso,ha cominciato a suonare le campane a morto.
Il Paperotti per poco nn si prendeva un colpo.
A cerimonia finita Ireneo,ancora coi paramenti addosso,si è catapultato dentor il campanile..ricevedn dritto sul muso Be'erino,che non si sa come si era impigliato nelle corde delle campane.
Per liberarlo ci sono volute due ore.
Sono passati due giorni.
Il Paperotti ha citato Ireneo a "Forum" chiedendo un risosarcimento danni stratosferico.
Il marchese De Rovinis,padre dello sposo e nipote del vescovo Orapronobis,ha chiesto allo zio la scomunica a vita del Cornacchioni.
Ireneo sta revisionando meticolosamente le sue armi da fuoco.
E "Be'erino"?
Le zuccate gli hanno provocato un'amensia temporanea e si trova nella clinica Luminaris.
E mentre Ireneo aspetta paziente il suo ritorno,io passo e chiudo.


 
 

 

 

 
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My Lay

Post n°86 pubblicato il 16 Giugno 2011 da odette.teresa1958

l generale William Westmoreland, Commander of American Forces in Vietnam, aveva scritto: “So sympathetic were some of the people to the VC that the only way to establish control…among the people was to remove the people and destroy the village.”

Il 16 marzo 1968 nel villaggio di My Lay nel Vietnam del Sud, la compagnia Charlie del primo Battaglione, 11th Brigada,  ventitreesima divisione di fanteria (detta "Americal Division" dalla contrazione di America e Caledonia) dell' esercito americano, sotto il comando del tenente William Calley,  massacrò alcune centinaia di civili vietnamiti disarmati.  Ai soldati della compagnia Charlie era stato detto dai superiori che il villaggio ospitava combattenti Viet Cong, e che avrebbero dovuto distruggerlo. In realtà quando i soldati dell' 11ma brigata arrivarono sul posto non trovarono Viet Cong e nessuna resistenza.

I soldati convinti che i civili fossero una minaccia incominciarono ad ammassarli nei fossi ed a sparare con le armi automatiche. Uno dei soldati,  Varnado Simpson,  subito dopo i fatti disse: "I killed about 8 people that day. I shot a couple of old men who were running away. I also shot some women and children. I would shoot them as they ran out of huts or tried to hide". Ma qualche tempo dopo, raccontò:

Non dovevi cercare lsa gente per ucciderla: erano proprio lì. Tagliai le loro gole , le loro mani, le loro lingue, li scotennai. Io feci questo. Molti di noi facevano questo ed io feci come gli altri. Avevo del tutto perso il senso della direzione
 
"You didn’t have to look for people to kill, they were just there. I cut their throats, cut off their hands, cut out their tongues, scalped them. I did it. A lot of people were doing it and I just followed. I just lost all sense of direction." (3) - (4) - (5)

Paul David Meadlo, 22, a member of Calley's platoon says his group ran through My Lai, herding men, women, children and babies into the center of the village — "like a little island." "Lieut. Calley came over and said, 'You know what to do with them, don't you?' And I said 'Yes.' And he left and came back about ten minutes later, and said, 'How come you ain't killed them yet?' And I told him that I didn't think he wanted us to kill them, that he just wanted us to guard them. He said, 'No, li voglio morti.' Ed incominciò a sparare su di loro. E mi disse di cominciare a sparare. Svuotai circa 4 caricatori [68 shots] su di loro. Potrei aver ucciso 10 o 15 persone (1) - (2).

Il caporale Jay Roberts, ricorda che gli scatenati G.I.s non erano esclusivamente interessati ad ammazzare... sebbene senza dubbio ammazzare fosse di gran lunga la loro principale occupazione... Sempre LIFE infatti riporta le parole di Roberts:

"Le truppe accostarono un gruppo di donne, inclusa una adolescente. Un GI afferrò la ragazza e con l'aiuto degli altri cominciò a svestirla. "Vediamo come e' fatta", disse uno. "Viet-cong bum bum", disse un altro, dicendo alla ragazzina che era una prostituta dei viet-cong. "Ho voglia", disse un terzo. Mentre spogliavano la ragazzina, con cadaveri e capanne bruciate tutt'attorno, la mamma della ragazza cercò di salvarla. Un soldato le diede un calcio, un altro la schiaffeggiò. Ron Haeberle (il fotografo dell'esercito) si precipitò a fare una fotografia al gruppo di donne. La foto (a sx), mostra una tredicenne che si nasconde dietro sua madre, cercando di chiudere il bottone del suo pigiama. Quando si accorsero di Ron, lasciarono perdere e si voltarono come se tutto fosse normale. Poi un soldato chiese: "Beh, che ne facciamo, di loro?" "Uccidile", rispose un altro. Sentii partire un M60, e quando ci voltammo erano tutte morte, compresi i bambini che avevano con loro".(1)

Il massacro fu interrotto solo a seguito dell' intervento dell' equipaggio di un elicottero dell'esercito USA in ricognizione, che atterrò frapponendosi tra i soldati americani e i superstiti vietnamiti. Il pilota, Sottufficiale Hugh Thompson Jr., affrontò i soldati americani e disse che avrebbe aperto il fuoco su di loro se non si fossero fermati. In un fosso, Thompson trovò un bimbo di tre anni ricoperto di sangue ma illeso. Subito chiamò altri elicotteri in aiuto e fece rapporto ai suoi comandanti su ciò che aveva visto.

Immediatamente iniziò un' azione di depistaggio ed insabbiamento per evitare che l' intervento di Thompson potesse evolvere in ulteriori indagini.  I rapporti ufficiali da My Lai dicevano che era stato una splendida vittoria contro una postazione Viet Cong fortemente difesa.  Stars and Stripes, il giornale dell' esercito pubblicò un servizio che applaudiva al coraggio dei soldati che avevano rischiato le loro vite. Anche il generale  William Westmoreland mandò le sue congratulazioni personali alla compagnia  Charlie.(3)

L'"investigazione" iniziale su My Lai venne svolta dal comandante dell'11a Brigata, Col. Oran Henderson, su ordine dell'assistente comandante della Divisione Americal, BG Young. 

Henderson interrogò diversi soldati coinvolti nell' incidente e quindi scrisse un rapporto (nell' aprile di quell' anno) in cui dichiarava che 22 civili erano stati inavvertitamente uccisi in scontri con il nemico: l' esercito a quel momento descriveva l' accaduto come una vittoria militare in cui erano stati uccisi 128 combattenti nemici.

Sei mesi dopo un giovane soldato dell'11a (La "Brigata dei macellai") di nome Tom Glen, scrisse una lettera accusando la Divisione Americal (e altre intere unità dell'esercito USA, non facendo accuse a singoli individui) di ordinaria brutalità nei confronti dei civili vietnamiti; la lettera era dettagliata, le sue accuse terrificanti, e il suo contenuto rieccheggiava lamentele ricevute da altri soldati. Colin Powell, all'epoca un giovane Maggiore dell'Esercito, venne incaricato delle investigazioni sul massacro. Powell scrisse: "A diretta refutazione di quanto ritratto, c'è il fatto che le relazioni tra soldati americani e popolazione vietnamita sono eccellenti". In seguito, la confutazione di Powell sarebbe stata chiamata un atto di "white-washing" (candeggiatura) delle notizie del massacro, e la questione avrebbe continuato a restare celata al pubblico.

Il caso sarebbe rimasto insabbiato se non fosse intervenuto un altro soldato, Ron Ridenhour, che, avendo appreso  degli eventi di My Lai  parlando con dei membri della Compagnia Charlie, indipendentemente da Glen, mandò una lettera(8) al presidente Nixon, al Pentagono, al Dipartimento di Stato ed a numerosi membri del Congresso. Le copie di queste lettere furono spedite nel marzo 1969 a più di un anno dagli avvenimenti. La maggior parte dei destinatari ignorò la lettera di Ridenhour con l' unica eccezione    del rappresentante alla Camera il democratico  Morris Udall. 

Alla fine il tenente Calley fu accusato  di assassinio premeditato nel settembre 1969, and 25 altri ufficiali e soldati furono accusati di crimini connessi. Ci vollero altri due mesi prima che il pubblico americano apprendesse del massacro. Nel novembre del 69 il massacro fu la "Cover Story" sia su TIME che su NEWSWEEK. La CBS mandò in onda  un' intervista con Paul Meadlo, Life Magazine pubblicò le fotografie di Haerberle. 

Le reazioni alle notizie del massacro furono varie: alcuni politici continuarono ad affermare che non vi era stato alcun massacro e che i resoconti di stampa erano macchinazioni per boicottare la guerra in Vietnam, altri invocarono l' apertura di un' inchiesta indipendente, l' amministrazione scelse una via di mezzo optando per una commissione del Pentagono a porte chiuse (6) a capo della commissione fu nominato il generale a 3 stellette William Peers.

Per 4 mesi la commissione  Peers interrogò 398 testimoni, dal generale Koster, comandante della divisione "Americal" fino ai soldati semplici della compagnia  Charlie.  Furono raccolte oltre 20,000 pagine di testimonianze.  Il rapporto Peers criticò il comportamento sia di ufficiali che di soldati.  Peer raccomandò di prendere provvedimenti contro dozzine di uomini per stupro, assassinio o partecipazione al depistaggio.

Il rapporto Peer

il rapporto è reso disponibile in rete presso il sito della UNIVERSITY MISSOURI - KANSAS CITY SCHOOL OF LAW.
In ogni caso una copia del rapporto è salvata anche nel sito NONSOLOBUSH. Il rapporto fu completo ed approfondito non omettendo alcunchè. Lo stesso Hugh Thompson, il pilota di elicottero che era intervenuto per fermare il massacro ebbe a dire:
"Il Generale Peers condusse un' inchiesta veramente approfondita: non piacque per niente al congresso perchè fu onesta e completa e, nelle conclusioni Peers raccomandò la corte marziale per, credo, 34 persone, non solo per gli assassinii, ma anche per il tentativo di occultare la vicenda. In verità l' occultamento operato a vari livelli fu probabilmente vergognoso quanto il massacro stesso, in effetti il generale raccomandò la corte marziale per molti ufficiale di rango elevato" (9).


L' Army's Criminal Investigation Division continuò l' iter investigativo.  Molte delle persone indicate nel rapporto Peers come colpevoli di crimini di guerra non erano più nell' esercito e quindi non potevano essere giudicate da una corte marziale. Una sentenza del 1955 della Corte Suprema,  Toth vs Quarles, stabiliva infatti che i tribunali militari non potessero sottoporre a processo personale non più in servizio, indipendentemente da quanto gravi fossero le accuse. Si stabilì, quindi, di procedere contro un totale di 25 fra ufficiali e soldati, tra cui il generale Koster, il colonnello Oran Henderson, il capitano Medina.  Alla fine, comunque, soli pochi furono effettivamente processati e di questi solo uno, William Calley, fu dichiarato colpevole. Nei confronti del generale Samuel Koster, l' ufficiale più alto in grado, tra quelli contro cui si procedette, che aveva mancato di riportare nei suoi rapporti il fatto che vi erano state numerose vittime civili ed aveva condotto un' inchiesta chiaramente inadeguata, furono ritirate le accuse e se la cavò solo con una lettera di censura e con una riduzione di grado. Il colonnello Henderson fu dichiarato non colpevole dalla corte marziale. Peers a questo riguardo espresse il suo disappunto scrivendo: 

"I cannot agree with the verdict.  If his actions are judged as acceptable standards for an officer in his position, the Army is indeed in deep trouble."(6)

Il Tenente William Calley ovviamente venne dichiarato colpevole nel 1971 di omicidio premeditato per aver ordinato di sparare e venne condannato all'ergastolo, altrettanto ovviamente 2 giorni dopo, il Presidente Richard Nixon ordinò il suo rilascio dalla prigione. Calley scontò 3 anni e mezzo di arresti domiciliari in caserma a Fort Benning (Georgia) e venne mandato libero da un giudice federale. (confrontare con quanto accaduto a seguito del massacro dei Cheyenne a Sand Creek)

Il soldato Varnado Simpson non riuscì mai a liberarsi dei fantasmi scatenati da quel giorno a My Lai: quando nel 1977 il figlio di 10 anni fu accidentalmente ucciso da un colpo sparato da un ragazzo, Simpson disse: "Questa è la mia punizione per aver ucciso tutte quelle persone". Infine a 48 anni Simpson si sparò un colpo in testa. (5)

La testimonianza resa al  Time da Do Thi Chuc, anziana vietnamita, scampata al massacro che ebbe uccisa una figlia di 24 anni ed un nipotino di 4 anni:

“Non ricordo altro che gente ammazzata. C’era sangue dappertutto. Sia gli americani bianchi che gli americani neri ammazzavano. Spaccavano le teste in due e molti americani avevano addosso pezzi di carne. "

"All I remember was people being killed. There was blood all over. White Americans and black Americans both did the killing. Heads were broken open, and there were pieces of flesh over everyone." (1)

Il soldato semplice Richard Pendleton arrivò sul luogo  dopo che la gran parte della strage era ormai stata compiuta. Riporta il Time le parole di Pendleton:

"Ma i ragazzi stavano ancora sparando alla gente,  ai superstiti che correvano attorno al villaggio. Cadaveri si ammucchiavano lungo i sentieri, nei fossati, ovunque." - E Pendleton continua raccontando di aver visto un bambino che se ne stava in piedi sui corpi di quindici adulti. - "C' era solo questo piccolo bambino, e il capitano Medina [comandante della compagnia] gli sparò. Non so perché gli sparò, eccetto che c'era quel gruppo di cadaveri e tra essi suppongo  ci fosse anche la mamma del bambino.

"But some guys were still shooting people who were running around the village. There were big groups of bodies lying on the ground, in gullies and in the paddies." He said he saw a boy standing among the bodies of 15 adults. "There was just this little kid there, this little boy, and I looked over and saw Medina [the company commander] shoot him. I don't know why he did it, except that there was a bunch of bodies there — and I guess the boy's mother was one of them."(1)

Oggi il monumento alla memoria dei caduti nel villaggio di My Lai riporta 504 nomi di cui  182 donne (17 delle quali incinte), 176 bambini (56 dei quali infanti), 60 vecchi di oltre 60 anni. Non un colpo era stato sparato contro i fanti americani.

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Leonard Peltier

Post n°85 pubblicato il 16 Giugno 2011 da odette.teresa1958

Leonard Peltier (Grand Forks, North Dakota, 12 settembre 1944) è un attivista nativo-americano statunitense, che fu arrestato nel 1977 e condannato a due ergastoli per l'omicidio di due agenti dell'FBI. La sua colpevolezza è dubbia.


La giovinezza

Peltier nacque nella "Anishinabe (Chippewa) Turtle Mountain Indian Reservation" nel Nord Dakota, da una famiglia di 13 fratelli e sorelle. Peltier fece parte del Movimento Indiano Americano (AIM), diventando l'unica persona condannata per gli incidenti alla riserva indiana di Pine Ridge all'inizio degli anni settanta.
Condanna per omicidio

Leonard Peltier venne condannato ed è attualmente incarcerato, per l'omicidio degli agenti speciali dell'FBI, Ronald A. Williams e Jack R. Coler, di 27 e 28 anni, che moririono nel 1975 durante una sparatoria nella Riserva indiana di Pine Ridge. Peltier è in prigione dal 1976. I sostenitori di Peltier credono che venne condannato ingiustamente e illegalmente.
Sparatoria al Jumping Bull Ranch

Gli agenti speciali Williams e Coler cercavano un giovane di Pine Ridge di nome Jimmy Eagle, ricercato per essere interrogato in merito all'assalto e rapina in due ranch locali. William e Coler videro e si avvicinarono ad un veicolo corrispondente alla descrizione del furgone in cui Eagle era stato solo pochi giorni prima. All'insaputa degli agenti Peltier e altri erano nel veicolo. All'epoca Eagle era un fuggiasco con un mandato, emesso a Milwaukee, che lo accusava di volo illegale al fine di fuggire alla cattura in seguito al tentato omicidio di un poliziotto fuori servizio di Milwaukee.

Williams trasmise via radio che lui e Coler si trovavano sotto il fuoco di fucili da parte degli occupanti il veicolo ed erano impossibilitati a rispondere al fuoco efficacemente con le loro .38 e i fucili a pompa. L'agente speciale dell'FBI Gary Adams fu il primo a rispondere alla chiamata di Williams e si trovò anch'egli sotto intenso fuoco di fucileria dal ranch Jumping Bull.

L'FBI, il BIA e la polizia locale passarono buona parte del pomeriggio piegati sulla Highway 18, aspettando rinforzi per lanciare un attacco ai fianchi. Alle 2:30 di pomeriggio, un fuciliere della BIA con un gruppetto di uomini colpì uno dei tiratori, Joe Stuntz, uccidendolo.

Alle 4:30 del pomeriggio le autorità trovarono i corpi di Williams e Coler presso il loro veicolo e alle 6, tirarono lacrimogeni e penetrarono nel ranch, trovando il cadavere di Stuntz con addosso la giacca da federale di Coler.

Gli altri, dissero poi le autorità, se l'erano svignata dopo la morte di Stuntz, attraversando il White Clay Creek per poi nascondersi in un condotto fognario vicino ad una strada sterrata. Mentre la polizia era occupata a prendere di mira il Jumping Bull, il gruppo si mosse verso le colline a sud. Nei giorni seguenti si divisero in piccoli gruppi e si sparsero per il paese, dando il via ad una caccia all'uomo di dimensioni nazionali che durò 8 mesi.

Dopo il conflitto a fuoco, l'FBI disse che Williams era morto a causa di una pallottola che gli aveva perforato la mano per finire in testa, uccidendolo all'istante. Coler, impossibilitato a muoversi da ferite precedenti, è stato colpito due volte alla testa in stile esecuzione. Nel veicolo degli agenti furono trovati 125 fori di proiettile, molti calibro .223 (5.56 mm). Gli agenti dell'FBI conclusero che entrambi erano stati uccisi a breve distanza dalla stessa arma, un fucile calibro .223.
Il seguito

Il 5 settembre del 1975, l'arma dell'agente Williams e proiettili delle armi di entrambi gli agenti, furono trovati in un veicolo vicino all'abitazione dove Darrelle Butler fu arrestato.

Il 10 settembre dello stesso anno una station wagon esplose sulla Kansas Turnpike vicino a Wichita e un AR-15 fu poi rinvenuto, insieme al fucile calibro .308 di Coler. L'auto era carica di armi ed esplosivo, che esplosero, sembra accidentalmente, quando si trovarono troppo vicino ad un buco sulla marmitta. Sull'auto erano presenti, tra gli altri, Robert Robideau, Norman Charles, e Michael Anderson, che si diceva fossero complici di Peltier.

Il giorno prima Peltier aveva comprato una station wagon Plymouth a Denver, Colorado. L'FBI diramò la descrizione del veicolo e dell'RV sul quale si pensava stessero viaggiando Peltier e complici. Un poliziotto dell'Oregon fermò i veicoli sulla base della descrizione e ordinò al pilota dell' RV di uscire, che dopo un breve conflitto a fuoco, fuggì a piedi. Le autorità identificarono l'autista come Peltier. L'arma dell'agente Coler fu trovata in una borsa sotto il sedile anteriore del RV, dove le autorità dissero di aver trovato anche l'impronta del pollice di Peltier.

Peltier fuggì poi verso Hinton, Alberta, Canada, dove si nascose nella casa di un amico finché non fu catturato dal Royal Canadian Mounted Police (RCMP). Peltier non era armato al momento dell'arresto.

Al suo processo presso la corte distrettuale degli Stati Uniti a Fargo, Nord Dakota, una giuria trovò colpevole Peltier degli omicidi di Coler e Williams e il giudice confermò la sentenza nell'Aprile del 1977.
Irregolarità processuali e risposta

Ci sono stati interrogativi in merito alla colpevolezza di Peltier ed alla giustizia del processo. Diverse osservazioni sono state fatte da chi credeva all'innocenza di Peltier e tutte sono state contrastate dall'FBI:

* Un agente dell'FBI che testimoniò che gli agenti seguivano un pickup sulla scena del crimine (veicolo che non può essere collegato a Peltier) è accusato di aver poi cambiato la sua versione per descrivere un furgone bianco e rosso, un veicolo simile a quello che Peltier guidava.

Inoltre, visto che nel 1975 l'FBI non registrava le conversazioni radio, c'è una discrepanza irrisolta tra gli Agenti circa il dubbio che Williamson avesse detto di inseguire "un camioncino bianco e rosso" o un "pickup bianco e rosso."
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L'amore (Gibran)

Post n°84 pubblicato il 16 Giugno 2011 da odette.teresa1958

Allora Almitra disse: parlaci dell'Amore.
   E lui sollevò la stessa e scrutò il popolo e su di esso calò una grande quiete. E con voce ferma disse:
   Quando l' amore vi chiama, seguitelo.
   Anche se le sue vie sono dure e scoscese.
e quando le sue ali vi avvolgeranno, affidatevi a lui.
   Anche se la sua lama, nascosta tra le piume vi può ferire.
   E quando vi parla, abbiate fede in lui,
   Anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino.

    Poiché l'amore come vi incorona così vi crocefigge. E come vi fa fiorire così vi reciderà.
   Come sale alla vostra sommità e accarezza i più teneri rami che fremono al sole,
   Così scenderà alle vostre radici e le scuoterà fin dove si avvinghiano alla terra.
   Come covoni di grano vi accoglie in sé.
   Vi batte finché non sarete spogli.
   Vi staccia per liberarvi dai gusci.
   Vi macina per farvi neve.
   Vi lavora come pasta fin quando non siate cedevoli.
   E vi affida alla sua sacra fiamma perché siate il pane sacro della mensa di Dio.

   Tutto questo compie in voi l'amore, affinché possiate conoscere i segreti del vostro cuore e in questa conoscenza farvi frammento del cuore della vita.
   Ma se per paura cercherete nell'amore unicamente la pace e il piacere,
   Allora meglio sarà per voi coprire la vostra nudità e uscire dall'aia dell'amore,
   Nel mondo senza stagioni, dove riderete ma non tutto il vostro riso e piangerete, ma non tutte le vostre lacrime.
   
   L'amore non da nulla fuorché sé stesso e non attinge che da se stesso.
   L'amore non possiede né vorrebbe essere posseduto;
   Poiché l'amore basta all'amore.
   
   Quando amate non dovreste dire:" Ho Dio nel cuore ", ma piuttosto, " Io sono nel cuore di Dio ".
   E non crediate di guidare l'amore, perché se vi ritiene degni è lui che vi guida.
   
   L'amore non vuole che compiersi.
   Ma se amate e se è inevitabile che abbiate desideri, i vostri desideri hanno da essere questi:
   Dissolversi e imitare lo scorrere del ruscello che canta la sua melodia nella notte.
   Conoscere la pena di troppa tenerezza.
   Essere trafitti dalla vostra stessa comprensione d'amore,
   E sanguinare condiscendenti e gioiosi.
   Destarsi all'alba con cuore alato e rendere grazie per un altro giorno d'amore;
   Riposare nell'ora del meriggio e meditare sull'estasi d'amore;
   Grati, rincasare la sera;
   E addormentarsi con una preghiera in cuore per l'amato e un canto di lode sulle labbra.

 
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Libri dimenticati:Isolina (Dacia Maraini)

Post n°83 pubblicato il 16 Giugno 2011 da odette.teresa1958

Verona,1900.
Dall'Adige riaffiorano i pezzi di un corpo di donna,meno la testa che non si torverà mai.
Dopo minuziose indagini si riesce a dare un nome al corpo:si tratta di Isolina Canuti,19 anni,di famiglia poverissima.
Il colpevole,invece è il capitano degli alpini Carlo Trivulzio,che di Isolina è stato l'amante (a quanto pare uno di molti).
Il caso Canuti e il conseguente processo fanno scalpore in tutta Italia,vista l'enorme differenza sociale e l'efferatezza del crimine (Isolina è morta durante  un tentativo di farla abortire e il corpo è stato fatto a pezzi per occultare il fatto).
Chi era Isolina,in realtà?
Era una ragazza di famiglia povera che sognava l'amore con un uomo molto più in alto di lei?
Era una ragazza di facili costumi,come dice la gente e come dice la stessa sorella?
Era una vittima di un gioco più grande di lei?
Dacia Maraini prova a rispondere a questi interrogativi con un lavoro paziete e meticoloso,reso arduo dal passare del tempo,ma alla fine lascia al lettore la facoltà di interpretare questa donna come meglio crede.
Il libro è avvincente ed èconsigliato a chi cerca storie insolite

 
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Frase del giorno

Post n°82 pubblicato il 16 Giugno 2011 da odette.teresa1958

Signori si nasce ed io (modestamente)lo nacqui (Totò)

 
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