Creato da odette.teresa1958 il 30/05/2011
Il labirinto
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Creato da odette.teresa1958 il 30/05/2011
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blog diario Messaggi del 27/06/2011
Post n°144 pubblicato il 27 Giugno 2011 da odette.teresa1958
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Post n°143 pubblicato il 27 Giugno 2011 da odette.teresa1958
Cari lettori,grazie alla nostra sindachessa il nostro paesino si avvia a conquistare fama mondiale!E' stata infatti della Marianna l'idea di organizzare una sfilata di moda a S.Tobia.Avrebbe dovuto sfilare la collezione estiva della nota stilista romana Olimpia Taripijo (una dei 56 nipoti del vescovo Orapronobis,nda)
Se pensate alla Campbell o alla Schiffer,siete fuori strada.Dopo attenta e ponderata (?) riflessione,la stilista ha affidato i suoi modelli alle sei donne più belle di S.Tobia:le tre sorelle Martellacci (Fidalma,moglie del becchino Geremia,Cleopatra,moglie del Cuccurullo e l'Armida),Ermengarda Trogoloni (figlia dell'Astorre e della Bradamante,nonchè sorella di Caino,Ladislao eBernabò),la Candida e la Berenice (convivente di "Be'erino" dopo la separazione dalla Targiona).Oltre a loro,a S.Tobia avrebbe debuttato una misteriosa topmodel africana,beccata dalla taripijo durante un safari.
Sette giorni fa si èsvolta la sfilata.
A 5 minuto dall'inizio è cascato il primo asino.
L'Armida,accecata dal riflettore, è caduta dalla passerella,dritta in braccio a un bodyguard della Taripijo,tal Giobbe Scorfanelli da Rho.Il tizio,in preda al colpo di fulmine,se l'è presa a fagotto,ben deciso a portarsela anche a piedi in quel di Rho.L'Armida,ovviamente,non era d'accordo.Solo l'intervento di Ireneo e del suo cane Belva hanno salvato la poveretta da un atroce destino.Lo choc però è stato tale che l'han dovuta portare via a braccia.
Dopo il parapiglia la sfilata è ripresa.
La Fidalma indossava una minigonna trasparente.La vista di tanto ben di Dio ha spinto il vigile del fuoco Apollonio Scortichetti a lanciare un fischio di apprezzamento.
Non vi dico il gelosissimo Geremia.per poco non ha segato il collo al malcapitato,poi ha trascinato via la moglie stile uomo delle caverne.
Alla Candida si è scucito l'abito da sera,lasciandola in mutande.La poverina è stata colta da malore.
La Berenice ,invece è scivolata su una buccia di banana posta sul palco dalla Targiona e si è incrinata il coccige.
Disperata,la Taripijo ha deciso di far sfilare la misteriosa topmodel.
Una sinuosa figura velata si è fatta vanti sulla passerella,sotto gli occhi curiosi e perplessi dei paesani:Una volta al centro del palco ha alzato il velo...ed è cascato l'asino più grosso,perchè di altri non si trattava che di Taitù,la moglie di Isaia e figlia di Zibidè!
Alla sua vista,Cesira e Teobaldo han dato di piglio agli schioppi e per forza di cose la serata è finita lì.
E' passata una settimana.
La Taripijo ha deciso di farsi monaca buddista in Tibet.
Lo Scorfanelli si è rivolto a "Stranamore".L'Armida vive nascosta in una località protetta.
La Fidalma esce col burqa,tenuta al guinzaglio dal marito
La Berenice ha citato la Targiona a "Forum"
Taitù ha deciso che la moda non fa per lei ed è tornata in Burundi.
E mentre si spengono i riflettori su S.Tobia,io mi vado a vedere Beautiful (sempre moda è,no?)
Se pensate alla Campbell o alla Schiffer,siete fuori strada.Dopo attenta e ponderata (?) riflessione,la stilista ha affidato i suoi modelli alle sei donne più belle di S.Tobia:le tre sorelle Martellacci (Fidalma,moglie del becchino Geremia,Cleopatra,moglie del Cuccurullo e l'Armida),Ermengarda Trogoloni (figlia dell'Astorre e della Bradamante,nonchè sorella di Caino,Ladislao eBernabò),la Candida e la Berenice (convivente di "Be'erino" dopo la separazione dalla Targiona).Oltre a loro,a S.Tobia avrebbe debuttato una misteriosa topmodel africana,beccata dalla taripijo durante un safari.
Sette giorni fa si èsvolta la sfilata.
A 5 minuto dall'inizio è cascato il primo asino.
L'Armida,accecata dal riflettore, è caduta dalla passerella,dritta in braccio a un bodyguard della Taripijo,tal Giobbe Scorfanelli da Rho.Il tizio,in preda al colpo di fulmine,se l'è presa a fagotto,ben deciso a portarsela anche a piedi in quel di Rho.L'Armida,ovviamente,non era d'accordo.Solo l'intervento di Ireneo e del suo cane Belva hanno salvato la poveretta da un atroce destino.Lo choc però è stato tale che l'han dovuta portare via a braccia.
Dopo il parapiglia la sfilata è ripresa.
La Fidalma indossava una minigonna trasparente.La vista di tanto ben di Dio ha spinto il vigile del fuoco Apollonio Scortichetti a lanciare un fischio di apprezzamento.
Non vi dico il gelosissimo Geremia.per poco non ha segato il collo al malcapitato,poi ha trascinato via la moglie stile uomo delle caverne.
Alla Candida si è scucito l'abito da sera,lasciandola in mutande.La poverina è stata colta da malore.
La Berenice ,invece è scivolata su una buccia di banana posta sul palco dalla Targiona e si è incrinata il coccige.
Disperata,la Taripijo ha deciso di far sfilare la misteriosa topmodel.
Una sinuosa figura velata si è fatta vanti sulla passerella,sotto gli occhi curiosi e perplessi dei paesani:Una volta al centro del palco ha alzato il velo...ed è cascato l'asino più grosso,perchè di altri non si trattava che di Taitù,la moglie di Isaia e figlia di Zibidè!
Alla sua vista,Cesira e Teobaldo han dato di piglio agli schioppi e per forza di cose la serata è finita lì.
E' passata una settimana.
La Taripijo ha deciso di farsi monaca buddista in Tibet.
Lo Scorfanelli si è rivolto a "Stranamore".L'Armida vive nascosta in una località protetta.
La Fidalma esce col burqa,tenuta al guinzaglio dal marito
La Berenice ha citato la Targiona a "Forum"
Taitù ha deciso che la moda non fa per lei ed è tornata in Burundi.
E mentre si spengono i riflettori su S.Tobia,io mi vado a vedere Beautiful (sempre moda è,no?)
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Post n°142 pubblicato il 27 Giugno 2011 da odette.teresa1958
Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande
che per mare e per terra batti l'ali,
e per lo 'nferno tuo nome si spande! 3
Tra li ladron trovai cinque cotali
tuoi cittadini onde mi ven vergogna,
e tu in grande orranza non ne sali. 6
Ma se presso al mattin del ver si sogna,
tu sentirai, di qua da picciol tempo,
di quel che Prato, non ch’altri, t’agogna. 9
E se già fosse, non saria per tempo.
Così foss’ei, da che pur esser dee!
ché più mi graverà, com’ più m’attempo. 12
Noi ci partimmo, e su per le scalee
che n’avea fatto iborni a scender pria,
rimontò ’l duca mio e trasse mee; 15
e proseguendo la solinga via,
tra le schegge e tra ’ rocchi de lo scoglio
lo piè sanza la man non si spedia. 18
Allor mi dolsi, e ora mi ridoglio
quando drizzo la mente a ciò ch’io vidi,
e più lo ’ngegno affreno ch’i’ non soglio, 21
perché non corra che virtù nol guidi;
sì che, se stella bona o miglior cosa
m’ ha dato ’l ben, ch’io stessi nol m’invidi. 24
Quante ’l villan ch’al poggio si riposa,
nel tempo che colui che ’l mondo schiara
la faccia sua a noi tien meno ascosa, 27
come la mosca cede a la zanzara,
vede lucciole giù per la vallea,
forse colà dov’e’ vendemmia e ara: 30
di tante fiamme tutta risplendea
l’ottava bolgia, sì com’io m’accorsi
tosto che fui là ’ve ’l fondo parea. 33
E qual colui che si vengiò con li orsi
vide ’l carro d’Elia al dipartire,
quando i cavalli al cielo erti levorsi, 36
che nol potea sì con li occhi seguire,
ch’el vedesse altro che la fiamma sola,
sì come nuvoletta, in sù salire: 39
tal si move ciascuna per la gola
del fosso, ché nessuna mostra ’l furto,
e ogne fiamma un peccatore invola. 42
Io stava sovra ’l ponte a veder surto,
sì che s’io non avessi un ronchion preso,
caduto sarei giù sanz’esser urto. 45
E ’l duca, che mi vide tanto atteso,
disse: "Dentro dai fuochi son li spirti;
catun si fascia di quel ch’elli è inceso". 48
"Maestro mio", rispuos’io, "per udirti
son io più certo; ma già m’era avviso
che così fosse, e già voleva dirti: 51
chi è ’n quel foco che vien sì diviso
di sopra, che par surger de la pira
dov’Eteòcle col fratel fu miso?". 54
Rispuose a me: "Là dentro si martira
Ulisse e Dïomede, e così insieme
a la vendetta vanno come a l’ira; 57
e dentro da la lor fiamma si geme
l’agguato del caval che fé la porta
onde uscì de’ Romani il gentil seme. 60
Piangevisi entro l’arte per che, morta,
Deïdamìa ancor si duol d’Achille,
e del Palladio pena vi si porta". 63
"S’ei posson dentro da quelle faville
parlar", diss’io, "maestro, assai ten priego
e ripriego, che ’l priego vaglia mille, 66
che non mi facci de l’attender niego
fin che la fiamma cornuta qua vegna;
vedi che del disio ver’ lei mi piego!". 69
Ed elli a me: "La tua preghiera è degna
di molta loda, e io però l’accetto;
ma fa che la tua lingua si sostegna. 72
Lascia parlare a me, ch’i’ ho concetto
ciò che tu vuoi; ch’ei sarebbero schivi,
perch’e’ fuor greci, forse del tuo detto". 75
Poi che la fiamma fu venuta quivi
dove parve al mio duca tempo e loco,
in questa forma lui parlare audivi: 78
"O voi che siete due dentro ad un foco,
s’io meritai di voi mentre ch’io vissi,
s’io meritai di voi assai o poco 81
quando nel mondo li alti versi scrissi,
non vi movete; ma l’un di voi dica
dove, per lui, perduto a morir gissi". 84
Lo maggior corno de la fiamma antica
cominciò a crollarsi mormorando,
pur come quella cui vento affatica; 87
indi la cima qua e là menando,
come fosse la lingua che parlasse,
gittò voce di fuori e disse: "Quando 90
mi diparti’ da Circe, che sottrasse
me più d’un anno là presso a Gaeta,
prima che sì Enëa la nomasse, 93
né dolcezza di figlio, né la pieta
del vecchio padre, né ’l debito amore
lo qual dovea Penelopè far lieta, 96
vincer potero dentro a me l’ardore
ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto
e de li vizi umani e del valore; 99
ma misi me per l’alto mare aperto
sol con un legno e con quella compagna
picciola da la qual non fui diserto. 102
L’un lito e l’altro vidi infin la Spagna,
fin nel Morrocco, e l’isola d’i Sardi,
e l’altre che quel mare intorno bagna. 105
Io e’ compagni eravam vecchi e tardi
quando venimmo a quella foce stretta
dov’Ercule segnò li suoi riguardi 108
acciò che l’uom più oltre non si metta;
da la man destra mi lasciai Sibilia,
da l’altra già m’avea lasciata Setta. 111
"O frati," dissi, "che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia 114
d’i nostri sensi ch’è del rimanente
non vogliate negar l’esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente. 117
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza". 120
Li miei compagni fec’io sì aguti,
con questa orazion picciola, al cammino,
che a pena poscia li avrei ritenuti; 123
e volta nostra poppa nel mattino,
de’ remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino. 126
Tutte le stelle già de l’altro polo
vedea la notte, e ’l nostro tanto basso,
che non surgëa fuor del marin suolo. 129
Cinque volte racceso e tante casso
lo lume era di sotto da la luna,
poi che 'ntrati eravam ne l'alto passo, 132
quando n’apparve una montagna, bruna
per la distanza, e parvemi alta tanto
quanto veduta non avëa alcuna. 135
Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto;
ché de la nova terra un turbo nacque
e percosse del legno il primo canto. 138
Tre volte il fé girar con tutte l’acque;
a la quarta levar la poppa in suso
e la prora ire in giù, com’altrui piacque, 141
infin che ’l mar fu sovra noi richiuso".
che per mare e per terra batti l'ali,
e per lo 'nferno tuo nome si spande! 3
Tra li ladron trovai cinque cotali
tuoi cittadini onde mi ven vergogna,
e tu in grande orranza non ne sali. 6
Ma se presso al mattin del ver si sogna,
tu sentirai, di qua da picciol tempo,
di quel che Prato, non ch’altri, t’agogna. 9
E se già fosse, non saria per tempo.
Così foss’ei, da che pur esser dee!
ché più mi graverà, com’ più m’attempo. 12
Noi ci partimmo, e su per le scalee
che n’avea fatto iborni a scender pria,
rimontò ’l duca mio e trasse mee; 15
e proseguendo la solinga via,
tra le schegge e tra ’ rocchi de lo scoglio
lo piè sanza la man non si spedia. 18
Allor mi dolsi, e ora mi ridoglio
quando drizzo la mente a ciò ch’io vidi,
e più lo ’ngegno affreno ch’i’ non soglio, 21
perché non corra che virtù nol guidi;
sì che, se stella bona o miglior cosa
m’ ha dato ’l ben, ch’io stessi nol m’invidi. 24
Quante ’l villan ch’al poggio si riposa,
nel tempo che colui che ’l mondo schiara
la faccia sua a noi tien meno ascosa, 27
come la mosca cede a la zanzara,
vede lucciole giù per la vallea,
forse colà dov’e’ vendemmia e ara: 30
di tante fiamme tutta risplendea
l’ottava bolgia, sì com’io m’accorsi
tosto che fui là ’ve ’l fondo parea. 33
E qual colui che si vengiò con li orsi
vide ’l carro d’Elia al dipartire,
quando i cavalli al cielo erti levorsi, 36
che nol potea sì con li occhi seguire,
ch’el vedesse altro che la fiamma sola,
sì come nuvoletta, in sù salire: 39
tal si move ciascuna per la gola
del fosso, ché nessuna mostra ’l furto,
e ogne fiamma un peccatore invola. 42
Io stava sovra ’l ponte a veder surto,
sì che s’io non avessi un ronchion preso,
caduto sarei giù sanz’esser urto. 45
E ’l duca, che mi vide tanto atteso,
disse: "Dentro dai fuochi son li spirti;
catun si fascia di quel ch’elli è inceso". 48
"Maestro mio", rispuos’io, "per udirti
son io più certo; ma già m’era avviso
che così fosse, e già voleva dirti: 51
chi è ’n quel foco che vien sì diviso
di sopra, che par surger de la pira
dov’Eteòcle col fratel fu miso?". 54
Rispuose a me: "Là dentro si martira
Ulisse e Dïomede, e così insieme
a la vendetta vanno come a l’ira; 57
e dentro da la lor fiamma si geme
l’agguato del caval che fé la porta
onde uscì de’ Romani il gentil seme. 60
Piangevisi entro l’arte per che, morta,
Deïdamìa ancor si duol d’Achille,
e del Palladio pena vi si porta". 63
"S’ei posson dentro da quelle faville
parlar", diss’io, "maestro, assai ten priego
e ripriego, che ’l priego vaglia mille, 66
che non mi facci de l’attender niego
fin che la fiamma cornuta qua vegna;
vedi che del disio ver’ lei mi piego!". 69
Ed elli a me: "La tua preghiera è degna
di molta loda, e io però l’accetto;
ma fa che la tua lingua si sostegna. 72
Lascia parlare a me, ch’i’ ho concetto
ciò che tu vuoi; ch’ei sarebbero schivi,
perch’e’ fuor greci, forse del tuo detto". 75
Poi che la fiamma fu venuta quivi
dove parve al mio duca tempo e loco,
in questa forma lui parlare audivi: 78
"O voi che siete due dentro ad un foco,
s’io meritai di voi mentre ch’io vissi,
s’io meritai di voi assai o poco 81
quando nel mondo li alti versi scrissi,
non vi movete; ma l’un di voi dica
dove, per lui, perduto a morir gissi". 84
Lo maggior corno de la fiamma antica
cominciò a crollarsi mormorando,
pur come quella cui vento affatica; 87
indi la cima qua e là menando,
come fosse la lingua che parlasse,
gittò voce di fuori e disse: "Quando 90
mi diparti’ da Circe, che sottrasse
me più d’un anno là presso a Gaeta,
prima che sì Enëa la nomasse, 93
né dolcezza di figlio, né la pieta
del vecchio padre, né ’l debito amore
lo qual dovea Penelopè far lieta, 96
vincer potero dentro a me l’ardore
ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto
e de li vizi umani e del valore; 99
ma misi me per l’alto mare aperto
sol con un legno e con quella compagna
picciola da la qual non fui diserto. 102
L’un lito e l’altro vidi infin la Spagna,
fin nel Morrocco, e l’isola d’i Sardi,
e l’altre che quel mare intorno bagna. 105
Io e’ compagni eravam vecchi e tardi
quando venimmo a quella foce stretta
dov’Ercule segnò li suoi riguardi 108
acciò che l’uom più oltre non si metta;
da la man destra mi lasciai Sibilia,
da l’altra già m’avea lasciata Setta. 111
"O frati," dissi, "che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia 114
d’i nostri sensi ch’è del rimanente
non vogliate negar l’esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente. 117
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza". 120
Li miei compagni fec’io sì aguti,
con questa orazion picciola, al cammino,
che a pena poscia li avrei ritenuti; 123
e volta nostra poppa nel mattino,
de’ remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino. 126
Tutte le stelle già de l’altro polo
vedea la notte, e ’l nostro tanto basso,
che non surgëa fuor del marin suolo. 129
Cinque volte racceso e tante casso
lo lume era di sotto da la luna,
poi che 'ntrati eravam ne l'alto passo, 132
quando n’apparve una montagna, bruna
per la distanza, e parvemi alta tanto
quanto veduta non avëa alcuna. 135
Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto;
ché de la nova terra un turbo nacque
e percosse del legno il primo canto. 138
Tre volte il fé girar con tutte l’acque;
a la quarta levar la poppa in suso
e la prora ire in giù, com’altrui piacque, 141
infin che ’l mar fu sovra noi richiuso".
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Post n°141 pubblicato il 27 Giugno 2011 da odette.teresa1958
In questo romanzo che parte dall'invasione della Polonia da parte dei tedeschi nel 1939 ed arriva fino alla rivolta del Ghetto di Varsavia,Uris ricostruisce la storia degli ebrei di Varsavia.
Il titolo prende spunto dal palazzo di via Mila,appunto al 18,dove aveva sede il quartier generale degli insorti nel 1943.
Uris ci lascia personaggi indimenticabili.Andrei,il coraggioso ufficiale che diventerà il capo degli insorti;Sua sorella Debora, sposata ad un ebreo che sceglie per codardia di collaborare coi tedeschi e innamorata di Christopher,coraggioso giornalista americano e sceglierà la morte per salvare la figlia Rachel:Rachel,la ragazza che per amore del suo popolo e del giovane Wolf si trasformerà in un'eroina della resistenza,AlexanderBrandel,lo storico ebreo che diventerà l'ideologo dell'insurrezione...
E' un libro avvincente,toccante,precisissimo nella ricostruzione storica,da leggere in un fiato
Il titolo prende spunto dal palazzo di via Mila,appunto al 18,dove aveva sede il quartier generale degli insorti nel 1943.
Uris ci lascia personaggi indimenticabili.Andrei,il coraggioso ufficiale che diventerà il capo degli insorti;Sua sorella Debora, sposata ad un ebreo che sceglie per codardia di collaborare coi tedeschi e innamorata di Christopher,coraggioso giornalista americano e sceglierà la morte per salvare la figlia Rachel:Rachel,la ragazza che per amore del suo popolo e del giovane Wolf si trasformerà in un'eroina della resistenza,AlexanderBrandel,lo storico ebreo che diventerà l'ideologo dell'insurrezione...
E' un libro avvincente,toccante,precisissimo nella ricostruzione storica,da leggere in un fiato
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Post n°140 pubblicato il 27 Giugno 2011 da odette.teresa1958
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Inviato da: RicamiAmo
il 01/08/2014 alle 18:11
Inviato da: Dolce.pa44
il 26/07/2014 alle 18:22
Inviato da: do_re_mi0
il 23/04/2014 alle 18:01
Inviato da: odio_via_col_vento
il 14/04/2014 alle 20:57
Inviato da: Krielle
il 23/03/2014 alle 04:38