Il labirinto
blog diarioMessaggi del 01/11/2011
Questa e’ una storia che parla di amicizia. Non tra due esseri umani o tra due animali e neanche tra due piante.
I protagonisti di questa vicenda sono la scuola e il cinema di un paesino, Capracotta.
A Capracotta la vita scorreva tranquilla. La gente si alzava, andava al lavoro o a scuola, insomma la solita routine. Tra tutto questo affaccendarsi, si affaccendavano anche gli edifici di questo paese.
La scuola era proprio fiera di se stessa. Era un’antica, bellissima e signorile costruzione e sapeva di esserlo. Tra le sue mura, tutti i giorni, da almeno cento anni, pulsava la cultura.
Quello però che stava più a cuore alla scuola, che si chiamava Agnese, erano i rapporti umani che nascevano e si sviluppavano al suo interno. Aveva visto amori nascere, finire, aveva visto persone piangere e ridere e durante gli esami, sentiva anche lei le emozioni e la tensione degli studenti. Aveva visto professori andare in pensione e giovani professori venire assunti. Aveva assorbito praticamente parte dello spirito vitale di tutte le persone che avevano trascorso una parte della loro vita al suo interno.
Era il ritratto della saggezza.
Anche il suo amico, Amilcare, il cinema, era veramente fiero della sua vita. Certo, era più recente come costruzione ma aveva vissuto bellissime esperienze anche lui. Nella penombra della sua sala, le persone vivevano intense emozioni, tanto che il suo cuore era carico di tenerezza e di amore.
La notte, quando Agnese e Amilcare avevano finito di lavorare, si incontravano nel silenzio del paese. Amilcare raccontava bellissimi films ad Agnese che si divertiva tantissimo nel vederlo mimare le scene. Lei gli raccontava storie antiche o lo portava con l’immaginazione in luoghi geografici fantastici o ancora gli raccontava bellissime poesie.
Amilcare osservava con dolcezza Agnese e si rendeva sempre più conto che la sua amica stava invecchiando. Le crepe nelle sue mura erano sempre più profonde e grosse e anche se gli uomini la curavano, tra poco tempo l’avrebbe persa.
Qualche mese dopo, infatti, la scuola venne abbattuta in una fredda mattinata di novembre. Amilcare pianse, ma continuo’ a proiettare films, anche allegri, poiché il mondo non si era fermato.
Tempo dopo arrivo’ al suo interno una nuova pellicola, un bellissimo film girato proprio lì, a Capracotta.
Quella sera, tutto il paese era al cinema per vederlo. Amilcare assisteva alla proiezione con la solita tristezza quando apparve sullo schermo Agnese in tutto il suo splendore.
Fu allora che sentì due bambini dire:
”Hai visto, e’ la nostra scuola, com’è bella! Non la dimenticheremo mai! Mamma guarda la scuola dove sei andata anche tu! Com’è bella!”.
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Lillo, il caprone, stava recandosi presso il campo di trifoglio fresco, di cui andava assai goloso. Mentre camminava, sentì, da dietro il pagliaio, una voce lamentarsi.
Preoccupato fece per andare a vedere, quando da dietro un covone spuntò fuori Aristotele, l’asinello grigio della fattoria.
-Che cosa ti è successo Ary? Perché piangi?- disse impensierito il barbuto caprone.
Il ciuchino continuò a singhiozzare, e mentre seguitava a versar lacrime rispose:
-E’ per via di Vento, il cavallo. Lui dice di galoppare tanto più forte di me, e mi indica come un ozioso e un ritardato. Quando vuole offendere qualcuno gli dà del somaro, ed io ne soffro. Va sparlando di me come di un bighellone, prendendosi gioco dei miei lunghi orecchi, dei fianchi grossi in confronto ai suoi, e della altezza ridicola rispetto al suo metro e sassantacinque al garrese!
Lillo rimase per un po’ serio, poi cominciò a ragionare ad alta voce.
-Eppure tu lavori molto! Ti impegni con la soma, traini il carretto con il fieno, fai muovere la macina, tutti ti dovremmo essertene grati!.....Purtroppo spesso la menzogna val più della verità!
L’asinello rispose:
-Di solito noi finiamo coll’essere quello che gli altri pensano di noi: e così assumiamo un ruolo. In questo modo forse hanno ragione Vento e gli altri membri della fattoria, sono un fannullone!
-Niente a fatto! Tu sei un gran lavoratore, ti impegni e sei mansueto. Noi non dobbiamo subire la realtà, né fuggirla, dobbiamo lavorare per quello che siamo e trarne soddisfazione. E’ nostro dovere costruire il proprio presente e anche il futuro!
Aristotele stette un po’ a riflettere, poi espresse, tutto consolato, un pensierino finale:
-Hai proprio ragione! Il mio padrone è contento di me! Io sono pago per quanto faccio, e l’appagamento di sé si ha quando i punti di riferimento per costruirsi la propria immagine non si cercano solo all’esterno, ma soprattutto dentro di sé!
E così il somarello grigio smise di piangere, e trotterellando corse verso la macina, per riprendere a lavorare lieto e sereno.
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La strada era in salita e pietrosa e l’asino faticava a camminare; il cielo era stellato, ma faceva molto freddo.
L’uomo stentava a tirarsi dietro l’animale sul quale era seduta la sua sposa in attesa di un bimbo, che sarebbe nato presto.
Nell’oscurità, mentre camminavano, l’uomo vide qualcosa di scuro che si dibatteva in un rovo; si avvicinò e vide che era un uccello che era rimasto impigliato tra le spine; era una rondine, nera come non se non s’erano mai viste, che forse, proprio a causa di questo incidente, non aveva fatto in tempo a migrare con le altre verso le zone calde.
L’uomo disse a sua moglie: “Guarda, poverina! Bisogna liberarla o morirà”.
La donna cominciava già a sentire i primi dolori del parto, ma solerte aggiunse: “Sì Giuseppe, ma stai attento a non romperle le zampine”.
Con la massima delicatezza, l’uomo liberò l’uccello senza fargli male ed esso subito cominciò a svolazzare intorno alla coppia, quasi volesse ringraziarli.
Ma la donna disse: “Proseguiamo Giuseppe; io comincio ad avere le doglie”.
L’uomo premuroso le rispose: “Bisogna allora trovare subito un alloggio e una donna esperta che ti aiuti a partorire. Non aver paura Maria; ci sono io con te”.
Ma la città era gremita di gente, venuta da ogni parte per un censimento, e gli sposi si dovettero accontentare di ricoverarsi in una stalla e qui, venne alla luce il bimbo.
E mentre Maria era distesa col bambino tra le braccia, Giuseppe vide arrivare alcuni pastori che chiesero di entrare nel misero rifugio e poi si inchinarono ad adorare la creatura appena nata.
Mentre i pastori erano ancora lì, si udì un battito d’ali vicino alla porta semiaperta della stalla, e poco dopo entrò la rondine che cominciò a volare qua e là, attirando lo sguardo dei presenti; anche la puerpera alzò la testa a guardarla, e i suoi occhi nero azzurri fissarono il volatile che si avvicinò a lei, quasi attratto da essi.
E qui avvenne il primo “miracolo”: le penne della rondine da nerissime che erano, divennero blu, quasi come gli occhi dolci di Maria.
Poi il volatile vide quel bimbo seminudo e volle poggiare il suo cuoricino sul suo per scaldarlo; ed ecco che il petto le divenne bianco, come l’anima candida che era appena venuta al mondo.
Infine l’uccello si avvicinò all’uomo che l’aveva strappato con le sue mani alla morte e gli toccò col petto la barba color ruggine; e sul piumaggio bianco si formò una macchia anch’essa rossastra.
Era nata la rondine maschio che ha il dorso di un blu lucente e il ventre chiaro sfumato di bruno ruggine.
Dopo tutte queste cose, essa uscì da quell’umile rifugio così come era venuta e volò in alto…molto in alto in quella notte magica, tanto che si pensa che arrivò a sfiorare con le sue ali quelle degli Angeli.
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L'ineffabile Isaia Martellacci ha avuto la brillante idea di aprire nel nostro ameno paesino un negozio di animali esotici,di quelli che nessun individuo sano di mente si metterebbe in casa.
I risultati,essendo a S.Tobia e trattandosi di Isaia,sono stati catastrofici e passo senza indugio ad elencarveli.
LUNEDI- Isaia ha convinto Berengario a prendersi un gallinaccio rampino del Burundi meridionale,uccellaccio incrocio fra un condor e una gallina che gli adoratori delle formiche nane usano come cane da guardia.Il postino è stato quasi ucciso a beccate
MARTEDI'- Perseo ha chiesto a isaia un animale da compagnia per il nonno Melchiorre.E' tornato a casa con un ragno carnivoro dell'Indonesia che ha quasi scarnificato il naso al vecchiardo ed è stato per questo giustiziato a bastonate.
MERCOLEDI'-Odoacre ha regalato alla madre,in lutto per la morte del suo barboncino,un'iguana a pois del Burundi.Lui e la besta detengono il record di salto sul campanile.
GIOVEDI'- Asmodeo ha comprato un boa constrictor che ha concepito una folle passione passione per il Telesforo e ha tentato di uccidere la Cleopatra per prendere il suo posto.
VENERDI'- Tarquinio e l'Ermione sono tornati a casa con una pantegana-elefante del Burundi al guinzaglio.
Genitori e sorella hanno passato la notte al cimitero.
SABATO- Be'erino si è messo in testa di allevare formiche nane.
La Strombazzoni-Bon lo ha quais ucciso a colpi di bistecchiera e poi lo ha mollato.
DOMENICA- Isaia ha chiuso bottega perchè vendeva troppo poco.
Ireneo ha fatto suonare le campane a stormo per 48 ore e la Marianna ha dichiarato questo giorno festa nazionale.
Sono passate due settimane.
I gallinacci rampini in Lapponia non ci sono,quindi il postino ora vive lì.
Geppo e i cani hanno adottato l'uccellaccio.
Lo Scozzagalli èstato denunciato per aver ucciso un animale appartenente a una specie protetta.
Odoacre ha cacciato di casa madre e moglie e vive felice con l'iguana,che si chiama Pallino.
Dato che il boa in casa non può stare,Erode ha pensato bene di farne dono a Totonno O' Scornacchiato perchè si ricordi di lui (come fa a dimenticarsene,dico io?)
La pantegana è stata rispedita in Burundi.Tarquinio e l'Ermione,una tantum d'accordo,meditano sanguinose rappresaglie.
Be'erino si è liberato delle formiche,ma ha perso la moglie.
Isaia è in Burundi ed alleva gallinancci rampini,facendo soldi a palate.
Augurnadogli tutto il bene del mondo e sperando che non si faccia vedere mai più,passo e chiudo
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Il giorno più bello? Oggi.
L’ostacolo più grande? La paura.
La cosa più facile? Sbagliarsi.
L’errore più grande? Rinunciare.
La radice di tutti i mali? L’egoismo.
La distrazione migliore? Il lavoro.
La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento.
I migliori professionisti? I bambini.
Il primo bisogno? Comunicare.
La felicità più grande? Essere utili agli altri.
Il mistero più grande? La morte.
Il difetto peggiore? Il malumore.
La persona più pericolosa? Quella che mente.
Il sentimento più brutto? Il rancore.
Il regalo più bello? Il perdono.
Quello indispensabile? La famiglia.
La rotta migliore? La via giusta.
La sensazione più piacevole? La pace interiore.
L’accoglienza migliore? Il sorriso.
La miglior medicina? L’ottimismo.
La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto.
La forza più grande? La fede.
Le persone più necessarie? I sacerdoti.
La cosa più bella del mondo? L’amore.
Vota:
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Tutto è relativo.Prendi un ultracentenario che rompe uno specchio:sarà ben lieto di sapere che ha ancora sette anni di disgrazie (Einstein)
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Inviato da: RicamiAmo
il 01/08/2014 alle 18:11
Inviato da: Dolce.pa44
il 26/07/2014 alle 18:22
Inviato da: do_re_mi0
il 23/04/2014 alle 18:01
Inviato da: odio_via_col_vento
il 14/04/2014 alle 20:57
Inviato da: Krielle
il 23/03/2014 alle 04:38