Messaggi del 05/11/2011

La ragazza

Post n°1138 pubblicato il 05 Novembre 2011 da odette.teresa1958

C'era tempo fa una ragazza che stava cercando se stessa...bella impresa, vero?
La cosa più buffa è che non sapeva di doversi cercare, ma cercava.
Cercava qualcosa....
Ha cercato un pò dappertutto e a volte nei posti anche meno indicati.
Ha cercato nelle disco, nei pub, negli amici, nei fidanzati, nel cibo e nei bei vestiti.
Ma non la trovava.
A volte provava una sensazione di tranquillità.
E per non perdere quella sensazione diversa, quella finta serenità stringeva i denti, si impegnava per farla durare.
Si sentiva meglio in quell'attimo, ma nonostante ce la mettesse tutta per non perderla, la vita ritornava com'era.
E capiva che quella era una tranquillità fatta di sabbia... bastava un poco di vento per disperderla.
Non c'era nulla da fare, è la stessa natura che permette questo.
Confusione, malinconia, rammarico e ancora confusione.....la vita le continuava in questo modo.
In quei giorni non ascoltava mai il suo cuore nemmeno per una volta, veramente non sapeva nemmeno di doverlo ascoltare.
Credeva di farlo.....ma non lo faceva.
Niente e nessuno riuscivano a renderla felice anche se lei si aggrappava con gli artigli a quel che aveva.
E di persone che le volevano bene ne aveva tante!!!
Sperava sempre nel suo domani.
"Domani andrà meglio..." si diceva e il domani arrivava ed era come il suo ieri e non tanto diverso dal suo domani.
Si chiudeva in bagno disperata a piangere su sè stessa senza un perchè e senza una ragione.....quanti pianti faceva con il rimmel che le disegnava la faccia.
Piangeva per poi sertirsi meglio.
Sentirsi stordita per aver pianto troppo la faceva sentire meglio.
Poi almeno non ci pensava ai suoi casini....
Ma i casini ritornavano la mattina seguente.
Di buon'ora premevano il tasto "stop" dei suoi sogni!!
Zoppicando e arrancando un giorno per caso, spinta da una forza non sua chiese aiuto ad una persona che nemmeno conosceva.....
Lui senza voler niente in cambio le aprì il cuore e lei parlò per ore di sè.
Parlava a Lui ma anche a sè stessa. Ne uscirono fuori i sentimenti che la fecero piangere per un'intera settimana ma questa volta pianse per liberarsi dai suoi "spettri". E pianse non solo all'interno della sua doccia!!! Si fece vedere questa volta.
Aveva cercato ovunque "sè stessa" e non sapeva di dover cercare proprio dentro di sè.
Adesso sta ancora cercando e ce la mette tutta.
Nessuno sa dire quando si troverà e nemmeno se si troverà perchè l'impresa è ardua ... ma almeno si sente tranquilla perchè sa che il posto in cui ora cerca è finalmente il posto giusto.



 
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Gioia

Post n°1137 pubblicato il 05 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Dormiva su un giaciglio fatto di erba, mescolata a foglie verdi, che provvedeva a cambiare, ogni volta che iniziavano a farsi secche, in mezzo ad un immenso prato, contornata da alte querce ombrose.
Era una bimba minutina ma proporzionata, con delle belle guanciotte rosse e un po' ruvide, occhi grandi e dolci come quelli di un cerbiatto, capelli lunghi, ordinatamente legati da un fiocco rosso.
Si chiamava Gioia. Contrariamente al suo nome, che avrebbe dovuto identificarla come una persona gaia, serena e contenta, Gioia, era una bimba molto triste. Quando la sera si stendeva sul suo giaciglio e si trovava di fronte quell'immenso cielo stellato, rischiarato a volte dalla brillantezza della luna, era naturale per lei, sentirsi sola, piccola e indifesa, immersa in tutto quel blu che la circondava.
E pensava, che i bimbi sono coloro che devono imparare a vedere le cose e a capirle durante e solo con la crescita, che non devono essere costretti a crescere, dalle situazioni che si verificano loro intorno.
E quanti bimbi, come lei, erano infelici, in quello stesso momento!
Tutto ad un tratto, vide una stella cadente sfrecciare nel cielo e attraversarlo completamente, da sinistra verso destra. Immediato, arrivò il suo desiderio, che poi era sempre lo stesso, per tutte le volte che aveva assistito a tali avvenimenti: lei non voleva niente di materiale, nè vestiti, nè giocattoli, nè cose superflue. Desiderava solo che tutti i bimbi del mondo, potessero avere ciò che a lei più mancava: amore e tenerezza, serenità e pace, tranquillità e compagnia.
Il Vento, che aveva accompagnato la stella cadente nella sua discesa, ascoltò senza volere le sue parole, ed intenerito dalle sue nobili intenzioni, decise di aiutarla, nell'unico modo che gli era possibile. Si alzò forte nel cielo, fino a toccare le nuvole e a spostarle con un lieve movimento della sua bocca, arrivando fino alla Luna, che splendeva in tutta la sua maestosità: Ella, sempre così attenta al Vento, che con la sua forza tutto riusciva a muovere e cambiare, che le offriva, ogni qualvolta ne fosse in grado, la possibilità di illuminare le notti più oscure, vedendolo andare presso di lei, gli chiese:
"Caro amico, quale motivo hai tu stasera, per avvicinarti a me, in assenza di nubi?"
Egli, con voce decisa, rispose:
"Mi sei debitrice cara Luna, lo sai quante volte ho soffiato fino allo stremo solo per mostrarti al mondo e farti arrivare fino agli angoli più bui? Beh, adesso sono io ad aver bisogno di te: dammi un tuo frammento, affinchè possa donarlo ad una bimba infelice, che deve trovare la sua strada ben illuminata. Solo così potrà sentirsi meno sola e trovare quello che le manca".
La luna ascoltò con attenzione, tutte le sue parole e la sua risposta, non si fece attendere oltre:
"Soffia adesso contro di me, con tutta la tua forza e nello stesso istante corri al lato opposto e raccogli quel frammento che si staccherà! E quando le arriverà, dille che ogni volta che lo stringerà a sè, si illuminerà, indicandole la strada giusta….Corri, non farla aspettare ancora ! "
Il vento si affrettò a compiere la sua missione, ma si accorse che mancava ancora qualcosa. E allora raggiunse velocemente quel punto in cui era caduta quella stella, che anche Gioia aveva visto, e che le aveva chiesto di esprimere quel preciso desiderio. Lì la trovò, ancora brillante, ancora accesa, anche se un po' malconcia.
"Stellina, vuoi continuare a brillare per me? " le chiese il Vento "Ho già un piccolo frammento di Luna, così non sarai mai sola; vi porterò in un posto, in cui ti sentirai a tuo agio, perchè continuerai ad esplicare al massimo il tuo antico compito: indicherai la strada come quando lo facevi per i marinai, ad una piccola bimba, che si è perduta."
Così la raccolse ed insieme alla Luna, le racchiuse in un'ampolla di vetro, non senza però averla prima riempita dell'aria pura presente nel cielo quella sera.
Quando Gioia si svegliò, il mattino dopo, trovò accanto a sè la magica ampolla consegnatale dal Vento, con dentro quanto le serviva per continuare il suo percorso. Un minerale bianco ed uno rosso, contenuti, a loro volta, in una bolla d'aria sana, che riempiva l'ampolla.
Tutte le volte che la guardò, da quel giorno in poi, si sentì felice, serena, gioiosa e non più sola e quando ne aveva bisogno, la stringeva a sè e si sentiva la bimba più sicura del mondo. La tenne sempre con sè, e dovunque andò, da quel momento in poi, si sentì sempre come a casa sua.
Ancora oggi, se guardiamo il cielo in una notte di luna piena, possiamo vedere che nel suo contorno c'è una piccola imperfezione: come se qualcuno, ne avesse tolto un pezzetto. E ogni volta che vediamo cadere una stella ed esprimiamo un desiderio, cerchiamo di pensare alle persone che soffrono e che hanno bisogno di tutto quello, che a volte noi abbiamo e di cui non ci rendiamo conto.
E il vento, che ruolo ha? Il vento è colui che tutto muove e tutto cambia, in un attimo che dura da un'eternità…
E quella bimba, sapete dove sia? Beh, dopo quella notte, è cambiata molto, è cresciuta ed è riuscita a portare a tutti i bambini che ha incontrato sul suo cammino, una caratteristica molto, molto particolare…… Il suo nome….è GIOIA, e non scordarla mai !


 
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Nascondino

Post n°1136 pubblicato il 05 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Raccontano che un giorno si riunirono in un luogo della terra tutti i sentimenti e le qualità degli uomini.
Quando la Noia si fu presentata per la terza volta, la Pazzia, come sempre un po' folle propose:
"Giochiamo a nascondino!"
L'Interesse alzò un sopracciglio e la Curiosità senza potersi contenere chiese:
"A nascondino? Di che si tratta?"
"E' un gioco, - spiegò la Pazzia - in cui io mi copro gli occhi e mi metto a contare fino a 1.000.000 mentre voi vi nascondete e, quando avrò terminato di contare, il primo di voi che scopro prenderà il mio posto per continuare il gioco."
L'Entusiasmo si mise a ballare, accompagnato dall'Euforia. L'Allegria fece tanti salti che finì per convincere il Dubbio e persino l'Apatia alla quale non interessava mai niente... Però non tutti vollero partecipare.
La Verità preferì non nascondersi. Perché, se poi alla fine tutti la scoprono?
La Superbia pensò che fosse un gioco molto sciocco (in fondo ciò che le dava fastidio era che non fosse stata una sua idea) e la codardia preferì non arrischiarsi.
"Uno, due, tre..." - comincio a contare la Pazzia.
La prima a nascondersi fu la Pigrizia che si lasciò cadere dietro la prima pietra che trovò sul percorso. La Fede volò in cielo e l'Invidia si nascose all'ombra del Trionfo che con le proprie forze era riuscito a salire sulla cima dell'albero più alto.
La Generosità quasi non riusciva a nascondersi. Ogni posto che trovava le sembrava meraviglioso per qualcuno dei suoi amici. Che dire di un lago cristallino? Ideale per la Bellezza. Le fronde di un albero? Perfetto per la Timidezza. Le ali di una farfalla? Il migliore per la Voluttà. Una folata di vento? Magnifico per la Libertà. Cosi la Generosità finì per nascondersi in un raggio di sole.
L'Egoismo, al contrario trovò subito un buon nascondiglio, ventilato, confortevole e tutto per se'.
La Menzogna si nascose sul fondale degli oceani (non è vero, si nascose dietro l'arcobaleno).
La Passione e il Desiderio al centro dei vulcani. L'Oblio...non mi ricordo...dove?
Quando la Pazzia arrivo a contare 999999 l'Amore non aveva ancora trovato un posto ove nascondersi poiché li trovava tutti occupati, finché scorse un cespuglio di rose e alla fine decise di nascondersi tra i suoi fiori.
"Un milione!" - contò la Pazzia. E comincio a cercare.
La prima a comparire fu la Pigrizia, solo a tre passi da una pietra. Poi udì la Fede, che stava discutendo con Dio su questioni di teologia, e sentì vibrare la Passione e il Desiderio dal fondo dei vulcani. Per caso trovò l'Invidia e poté dedurre dove fosse il Trionfo. L'Egoismo non riuscì a trovarlo. Era fuggito dal suo nascondiglio essendosi accorto che c'era un nido di vespe.
Dopo tanto camminare, la Pazzia ebbe sete e nel raggiungere il lago scoprì la Bellezza.
Con il Dubbio le risultò ancora più facile, giacché lo trovò seduto su uno steccato senza avere ancora deciso da che lato nascondersi.
Alla fine trovò un po' tutti: il Talento nell'erba fresca, l'Angoscia in una grotta buia, la Menzogna dietro l'arcobaleno e infine l'Oblio che si era già dimenticato che stava giocando a nascondino.
Solo l'Amore non le appariva da nessuna parte.
La Pazzia cercò dietro ogni albero, dietro ogni pietra, sulla cima delle montagne e quando stava per darsi per vinta scorse il cespuglio di rose e cominciò a muoverne i rami. Quando, all'improvviso, si udi un grido di dolore: le spine avevano ferito gli occhi dell'Amore...! La Pazzia non sapeva più che cosa fare per discolparsi; pianse, pregò, implorò, domandò perdono e alla fine gli promise che sarebbe diventata la sua guida.
Da allora, da quando per la prima volta si giocò a nascondino sulla terra, l'Amore è cieco e la Pazzia sempre lo accompagna

 
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Un bigamo a S.Tobia

Post n°1135 pubblicato il 05 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Ormai in questi anni ne ho viste tante,ma un bigamo era l'ultima cosa che mi aspettavo!
Sì,lettori,abbiamo un bigamo,e per la precisione sto parlando di Berengario Capricorni alias Dio ci scampi!
Ma andiamo per ordine,sennò mi ci mandate.
Tutto è cominciato quando in municipio si è presentata una creatura di colore mastodontica,urlante e armata di zagaglia.
La nostra sindachessa,per non saper nè leggere nè scrivere,si è barricata in ufficio e di lì ha chiamato casa Martellacci,dove in questo periodo soggiorna Taitù.
Quando le due donne si sono viste,si sono saltate al collo e hanno iniziato una danza tribale di saluto che sarebbe durata fino all'anno chissà mai se la Marianna non avesse preteso spiegazioni immediate (anche perchè per la paura se l'era fatta addosso).
La storia in sostanza è la seguente.
La cicciona si chiama Pippipù ed è cugina in quinto grado di Zibidè.
Un giorno di 20 anni fa al suo villaggio è arrivato un bianco che sosteneva di venire appunto da S.Tobia,che dopo due ore l'ha sposata col rito delle formiche nane,per dileguarsi all'alba.
Dopo 20 anni di paziente attesa (meglio tardi che mai) Pippipù ha deciso di cercare il suo sposo e dopo traversie varie è arrivata qua.
A questo punto tutti i paesani,venuti a sapere della presenza di Pippipù,si era fiondato in municipio,e le donne,immedesimatesi nel suo dolore,piangevano come vitelli,soprattutto Carolina Capricorni,che adora le storie strappalacrime.
Ovviamente tutti si chiedevano chi fosse lo sciagurato che aveva sedotto e abbandonato la poverina,quando all'improvviso il mistero si è svelato.
Dalla corriera è infatti sceso Berengario,di ritorno da Pistoia.
Alla sua vista Pippipù ha lanciato un grido di gioia che ha fugato ogni dubbio.
A questo punto,visto che la Carolina aveva dato di piglio allo schioppo,il Cuccurullo ha preso in mano la situazione ed ha intimato all'esterrefatto Berengario di fornire spiegazioni al popolo e al comune.
E' venuto fuori che vent'anni prima il nostro,di passaggio in Burundi (non mi chiedete che ci facesse,non lo so)
aveva visitato il villaggio e in preda a una ciucca terribile si era sposato Pippipù.
Una volta tornato sobrio se l'era data a gambe ed era tornato a S.Tobia e aveva sposato la Carolina,convintissimo che lei non sarebbe mai venuta a conoscenza della sua bigamia.
A questo punto la Carolina e Pippipù,armate l'una di schioppo e l'altra di zagaglia,si sono buttate su di lui col dichiarato scopo di diventare vedove,ma quello correva talmente forte che in tre secondi è saprito all'orizzonte.
Sono passate due settimane
Pippipù vive con la Carolina:si vogliono bene come sorelle ed Ercolino,Anselmo e Lucio Cornelio la chiamano zia.
Hanno ingaggiato un killer professionista perchè levi dal mondo Berengario,che è sparito nel nulla
C'è chi dice che si sia fatto la plastica facciale e si sia arruolato nella Legione Straniera,mentre altri sostengono che sia riparato in Abruzzo da Clodoveo.
Dubito comunque che lo rivedremo presto quaggiù.
Il qui scrivente passa e chiude.

 
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Non mi accorsi del momento (Tagore)

Post n°1134 pubblicato il 05 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Non mi accorsi del momento in cui varcai
per la prima volta la soglia
di questa vita

Quale fu la potenza che mi schiuse
in questo vasto mistero
come sboccia un fiore
in una foresta a mezzanotte?

Quando al mattino guardai la luce,
subito sentii che non ero
uno straniero in questo mondo,
che l'inscrutabile, senza nome e forma
mi aveva preso tra le sue braccia
sotto l'aspetto di mia madre.

Così, nella morte, lo stesso sconosciuto
m'apparirà come sempre a me noto.
e poichè amo questa vita
so che amerò anche in morte.

 
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Libri dimenticati:Non solo due

Post n°1133 pubblicato il 05 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Il seguito delle esilaranti avventure di Elasti-mamma,giornalista finanziaria alle prese con la madre svagata e il suo nuovo matrimonio,col marito sempre assente,con un soggiorno americano e soprattutto con l'hobbit grande (figlio maggiore),il nano piccolo (Bambino logorroico colmo di amici immaginari) e l'ultimo nato

 
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Frase del giorno

Post n°1132 pubblicato il 05 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Chi è causa del suo mal pianga se stesso

 
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