Messaggi del 18/11/2011

I pupazzetti rubati

Post n°1240 pubblicato il 18 Novembre 2011 da odette.teresa1958

C'era una volta un bambino che aveva tanti pupazzetti. Lui li amava tutti e a tutti aveva messo un nome, amava in particolare un pupazzetto che si chiamava Grillo, che gli era stato regalato da sua zia quand'era nato.
Grillo aveva anche un' etichetta fatta a cuore con l'indirizzo del piccolo proprietario, e con gli auguri della zia.
Ne aveva così tanti che la sua mamma dovette comperare un baule dove sistemarli perché non prendessero troppa polvere.
Successe che un giorno Guidino e i suoi genitori dovettero andare a teatro e tutti i pupazzi furono messi nel baule, e siccome il gatto di casa aveva le pulci, per evitare che riuscisse ad entrare, dato che lui amava dormire tra i pupazzi, il baule fu chiuso a chiave.
E proprio quella sera...purtroppo un ladrone entrò in casa e prese tanti oggetti preziosi, e quando vide il baule chiuso si incuriosì:
"Chissà cosa ci sarà qua dentro se l'hanno chiuso ci sarà un tesoro!"
E così si portò via tutto il baule perché non aveva tempo di stare lì a guardarci dentro, tanto era sicuro di avere trovato chissà che, che lasciò lì tutto il resto si caricò sulle spalle il baule e scappò.
Quando Guidino tornò dal teatro e non trovò più i suoi amici pupazzi pianse e si disperò, a nulla valsero i tentativi dei suoi genitori per consolarlo: era talmente triste che non riusciva più a mangiare.
Nel frattempo il ladrone aveva portato il baule in un vecchio edificio abbandonato che era il nascondiglio della sua refurtiva.
Lì lo aprì e cosa trovò? non un tesoro, ma tanti pupazzi!
Cominciò a pendere a calci il baule tanto era arrabbiato, poi pensò: "Cosa me ne faccio adesso di questi così qui?! Vado a vedere cosa mi danno al mercato nero, se non riesco a darli via li dovrò bruciare, non voglio rischiare di andare in prigione per questa roba qua."
E se ne andò via.
Quel magazzino era pieno di gatti randagi, topi, scarafaggi ed ogni altro tipo di schifezza.
Un gatto entrò dentro il baule che il ladro aveva lasciato aperto e, magia delle magie, sentì una vocina che diceva:
"Come facciamo adesso?!"
"Chi parla? " disse il gatto.
"Sono io" disse Grillo .
"Oh bella un pupazzo che parla!" rispose il gatto
"Perché voi gatti parlate di solito?"
"Certo tra di noi che parliamo! "
"Anche noi pupazzi in caso d'emergenza. "
"Perché cosa è successo?" disse il gatto.
"Ci hanno portato via!! Prima abitavamo con Guidino il nostro padroncino" Disse un grosso orso di pezza.
"Come ti chiami?" disse un pupazzetto a forma di fungo rivoltosi al gatto.
"Non ho un nome sono libero io" disse il micione.
Tutti i pupazzi si presentarono con i nomi che Guidino aveva dato loro e raccontarono al gatto, di Guidino, della bontà del bambino, della nostalgia che avevano delle sue coccole, e tanto ne parlarono bene che il gatto si commosse e disse:
"Voi siete stati fortunati, avete conosciuto uno dei pochi esseri umani con un cuore pieno di sentimento. Non so ancora come, ma troverò una maniera per aiutarvi."
E si mise a andare su e giù per il magazzino finché disse:
"Forse ho trovato!" uscì e andò verso un cane grosso come una montagna che lo insegui ringhiando e dicendo: "Adesso ti acchiappo stupido gattaccio!!".
Quando entrò nel magazzino il gatto si nascose tra i pupazzi e questi dissero:
"Non fargli del male!!"
e dopo lo stupore del cane, gli spiegarono per filo e per segno tutta la storia che anche noi conosciamo.
Anche il cane si commosse e decise di fare una tregua con il gatto, cercando una soluzione.
"Bisogna fare presto" disse Grillo "Se il ladro ritorna o ci vende o ci brucia. Questo gli ho sentito dire prima che uscisse da qui."
Allora il gatto ed il cane cercarono tutti gli animali randagi ed anche i topolini, rassicurati dai gatti che non sarebbe loro successo niente, decisero di aiutare. Ogni animale prese un pupazzetto ognuno della sua misura: i topini presero quelli più piccoli, i gatti quelli medi, i cani quelli grossi.
Così portati fuori, erano almeno in salvo dal rischio di essere bruciati o venduti.
"Ma dove abita il bambino?" disse un topino.
"L'indirizzo è sull'etichetta a forma di cuore legata a me"disse Grillo.
Quello era un problema, perchè nessuno sapeva capire dove fosse la casa di Guidino, e tutti erano molto tristi.
"Ehi, perché siete così tristi?" Chiese un cavallo con un carro, legato ad un palo.
Gli spiegarono tutto.
"Ma io so leggere gli indirizzi. Fatemi un po' vedere! Si conosco questo posto!!"
Allora si misero d'accordo: un topino avrebbe rosicchiato la corda, poi uno alla volta tutti gli animali avrebbero portato un pupazzo sopra il carro.
"Fate presto" disse il cavallo "io devo essere qui prima che il mio padrone esca dalla trattoria, altrimenti per me sono bastonate."
Allora chi portava un pupazzo rimaneva sul carro per non intralciare gli altri animali e poi viaaaaaaaaa... Quando arrivarono sotto casa di Guidino si sentiva il suo singhiozzare interrotto di tanto in tanto da qualche parola dolce.
Tutti i cani sul carro si misero ad abbaiare, tutti i gatti a miagolare come quando erano in amore e tutti i topini a squittire.
"Cosa sta succedendo li fuori?" disse la mamma di Guidino e si affacciò alla finestra. E cosa vide!!
Tutti i pupazzi su di un carro pieno di cani, gatti e topi. Allora chiamò Guidino, anzi lo trascinò alla finestra perché questi non si sentiva voglia di niente e neppure di guardare fuori...Ma cosa vide!!
Tutti i suoi pupazzi !!! Pazzo di felicità scese di corsa le scale e trovò tutti i suoi amici li sull'uscio, perchè gli animali dovevano riportare il cavallo con il carro vicino al palo, prima che il suo padrone si accorgesse che mancava, e ad uno ad uno avevano scaricato il carro, così come lo avevano riempito.
Sarebbe piaciuto a tutti vedere la faccia felice di Guidino, tuttavia era più importante aiutare il cavallo.
Guidino e i suoi genitori presero i pupazzi e mentre il papà del bambino andava a comprare un nuovo baule, il piccino riempì il suo letto con i suoi amici prendendo ora l'uno ora l'altro, affondando le manine tra il pelo, accarezzando le stoffe vellutate. Poi quando tutti furono sistemati in un baule ancora più grande (perché nel frattempo i suoi genitori gli avevano comperato degli altri pupazzi, sperando lo aiutassero a superare quel brutto momento), Guidino chiese di potere dormire con Grillo.
E quella sera finalmente dormì felice e sereno.
E il Ladro ?...cosa successe dopo? Successe che poichè che gli animali sapevano che sarebbe tornato, gli prepararono una bella accoglienza: i gatti si nascosero nel baule, i cani e i topi dietro le casse. il ladro entrò dicendo:
"Meno male che sono riuscito a vendere questi pupazzi, non pensavo potessero valere così tanto."
Così dicendo si chinò nel baule per portarlo via, e vide tanti occhi luminosi, fece un salto all'indietro e sentì su di lui denti che mordevano, unghie che graffiavano e a fatica riuscì a scappare. Siccome era anche superstizioso, pensò che fosse una punizione del Signore per i suoi peccati, perché nel buio non riuscì a capire che si trattava di animali.
E quella lezione fu peggio della prigione, per molto molto tempo non poté più uscire di casa e potrete ben immaginare che gli passò la voglia di rubare e divenne onesto e non rubò mai più niente.

 
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Due blocchi di ghiaccio

Post n°1239 pubblicato il 18 Novembre 2011 da odette.teresa1958

C'erano una volta due blocchi di ghiaccio. Si erano formati durante il lungo inverno, all'interno di una grotta di tronchi, rocce e sterpaglie in mezzo ad un bosco sulle pendici di un monte.
Si fronteggiavano con ostentata reciproca indifferenza. I loro rapporti erano di una certa freddezza.
Qualche "buongiorno", qualche "buonasera". Niente di più. Non riuscivano cioè a "rompere il ghiaccio".
Ognuno pensava dell'altro:
"Potrebbe anche venirmi incontro".
Ma i blocchi di ghiaccio, da soli, non possono nè andare nè venire. Ma non succedeva niente e ogni blocco di ghiaccio si chiudeva ancora di più in se stesso.
Nella grotta viveva un tasso. Un giorno sbottò:
"Peccato che ve ne dobbiate stare qui. E' una magnifica giornata di sole!".
I due blocchi di ghiaccio scricchiolarono penosamente. Fin da piccoli avevano appreso che il sole era il grande pericolo. Sorprendentemente quella volta, uno dei due blocchi di ghiaccio chiese:
"Com'è il sole?".
"E' meraviglioso, è la vita!" rispose il tasso.
"Puoi aprirci un buco nel tetto della tana... Vorrei vedere il sole..." disse l'altro. Il tasso non se lo fece ripetere. Aprì uno squarcio nell'intrico delle radici e la luce calda e dolce del sole entrò come un fiotto dorato.
Dopo qualche mese, un mezzodì, mentre il sole intiepidiva l'aria, uno dei blocchi si accorse che poteva fondere un po' e liquefarsi diventando un limpido rivolo d'acqua. Si sentiva diverso, non era più lo stesso blocco di ghiaccio di prima.
Anche l'altro fece la stessa meravigliosa scoperta. Giorno dopo giorno, dai blocchi di ghiaccio sgorgavano due ruscelli d'acqua che scorrevano all'imboccatura della grotta e, dopo poco, si fondevano insieme formando un laghetto cristallino, che rifletteva il colore del cielo.
I due blocchi di ghiaccio sentivano ancora la loro freddezza, ma anche la loro fragilità e la loro solitudine, la preoccupazione e l'insicurezza comuni. Scoprirono di essere fatti allo stesso modo e di aver bisogno in realtà l'uno dell'altro.
Arrivarono due cardellini e un'allodola e si dissetarono. Gli insetti vennero a ronzare intorno al laghetto, uno scoiattolo dalla lunga coda morbida ci fece il bagno. E in tutta questa felicità si rispecchiavano i due blocchi di ghiaccio che ora avevano trovato un cuore.

A volte basta solo un raggio di sole. Una parola gentile. Un saluto. Una carezza. Un sorriso. Ci vuole così poco a fare felici quelli che ci stanno accanto. Allora, perchè non lo facciamo?

 
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Willie impara a volare

Post n°1238 pubblicato il 18 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Quel giorno il sole sembrava più luminoso e la vita, vissuta fino a quel momento, già così lontana.
Il vento sembrava nato apposta per portarli verso paesi più caldi.
Fu con queste sensazioni nel cuore che Willie e le altre rondinine, lasciarono il nido e partirono verso una nuova avventura.
Quella mattina, salutarono gli amici che avevano colorato la loro vita fino a quel momento e poi lo stormo partì in volo.
La brezza della mattina musicava i loro movimenti e una luce nuova aveva già riempito il loro cuore e dato vita ai loro sogni. Il cielo, come nuova, infinita casa, non faceva paura, tanto sarebbe stato solo per poco tempo. Poi un nuovo fantastico luogo dove crescere, li avrebbe accolti.
La brezza però aumentò, fino a diventare vento, un vento sempre più forte. Il cielo non sembrava più così sicuro adesso.
Willie si accorse che non riusciva più a volare. Il vento schiacciava il suo corpicino sempre più verso terra. Ed a terra effettivamente arrivò, con un tonfo, ma non si fece male. Sarebbe stato però impossibile riprendere il volo.
Ad un tratto si ricordò delle scarpine che aveva lasciato nel nido, quelle con le quali aveva imparato a volare. Con quelle forse avrebbe potuto camminare per un tratto e poi, quando il vento si fosse calmato, avrebbe ripreso a volare.
Il viaggio era iniziato da poco e, incamminandosi, tornò velocemente al nido.
Quelle scarpine, adesso che vola maestoso intorno alle vette delle montagne più alte, sono sempre attaccate alle sue ali.
Da quel momento Willie scoprì che furono tante le cose che dovette tornare a prendere al nido e che diventarono, durante la sua vita, le mani che lo avrebbero accarezzato o che, in altri momenti, spinto con dolcezza.

 
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Benvenuto Pippo Peppo

Post n°1237 pubblicato il 18 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Cari lettori,grandi notizie:abbiamo un abitante in più!
Un mese fa Pippipù ha ha regalato al marito un bel maschietto,conosciuto a popolo e comune come Pippo Peppo (il nome originale è in swahili ed è del tutto impronunciabile).La nascita del terzogenito ha fatto impazzire di gioia Be'erino e di conseguenza i nostri paesani hanno fatto le spese delle sue mattan,che passo a raccontarvi per filo e per segno.
LUNEDI'- Volendo fare qualcosa di sensazionale per celebrare la nascita del figlio Be'erino nottetempo ha fatto il giro del circondario,modificando con la vernice stradale il nome del nostro paese,che da S.Tobia è diventato S.Pippo Peppo.Ovviamente i cartelli si sono dovuti sostituire e quando la Marianna ha scoperto quanto era venuta a costare questa bravata è stata colta da malore.
MARTEDI'- Be'erino ha proposto alla sindachessa di ribattezzare la piazza principale del paese Piazza Pippo Peppo.
La Marianna ha rifiutato ed ènata una discussione prima,una baruffa poi,interrotta da Geppo,dai cani e dal suo schioppo.
MERCOLEDI'- Be'erino ha telefonato ad Harvard per iscriverci Pippo Peppo per il 2022.
La segretaria è stata colta da riso isterico ed ha contagiato tutti quanti.
GIOVEDI'- Be'erino desidera che i paesani condividano con lui ogni istante della vita di Pippo Peppo ed ha piazzato sul terrazzo due potentissimi amplificatori.
Quando il piccolo ha fatto il ruttino,i cani hanno ululato,i gatti sono fuggiti e Cesarone è zompato di nuovo sul campanile.
Quando ha pianto,pratesi,pistoiesi e fiorentini hanno denunciato in massa Be'erino per inquinamento acustico.
La campana principale,che aveva resistito a guerre,pestilenze,terremoti, etc etc si è sbriciolata sotto gli occhi del povero Ireneo
VENERDI'- Nottetempo Be'erino ha tappezzato il paese con gigantografie del pupo,attaccandole anche alle tombe del cimitero e alle porte delle case.
La Sargenta è rimasta intrappolata in casa e Cuccurullo si è ritrovato la porta del garage bloccata.
SABATO-Sulla facciata di casa Be'erino ha murato una lapide immensa che dice "Qui nacque per la gioia del genitore e la gloria del paese,l'inimitabile Pippo Peppo".
Dieci minuti dopo Ireneo e Belva,che passavano di lì,sono stati travolti dalla lapide che si è staccata.
DOMENICA- Vista l'aria che tirava Pippipù,per non restare vedova,ha convinto il nostro a partire per il Burundi,per far conoscere il piccolo al suo sterminato parentado.
I paesani hanno festeggiato fino a tarda notte
Sono passate due settimane.
La Marianna è diventata allergica ai neonati.
L'epidemia di riso isterico ad Harvard non accenna a finire e la città è in quarantena.
Ireneo non ha ancora ripreso conoscenza.
Be'erino,Pippipù e Pippo Peppo sono in Burundi.Calcolando che i parenti della ciccionazza sono 4834,e che tutti li vogliono ospitare per circa una settimana,prevedo che li rivedremo fra una decina d'anni.
Stretta la foglia,larga la via,dite la vostra che ho detto la mia




 
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L'ACNA di Cengio

Post n°1236 pubblicato il 18 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Hai mai visto Bormida? Ha l'acqua color del sangue raggrumato, perché porta via i rifiuti delle fabbriche di Cengio e sulle rive non cresce più un filo d'erba. Un'acqua più porca e avvelenata, che ti mette freddo nel midollo, specie a vederla di notte sotto la luna. »

(Beppe Fenoglio, Un giorno di fuoco, Einaudi)

L'ACNA, acronimo di Azienda Coloranti Nazionali e Affini, è stata un'importante azienda chimica italiana attiva dal 1929 al 1999 a Cengio (stabilimento principale), oltre che a Cesano Maderno e Rho, e nota soprattutto per l'inquinamento di terreni e acque legato alle sue attività.


Storia
Le origini dello stabilimento di Cengio

Il 26 marzo 1882 il comune di Cengio autorizzò la costruzione di una fabbrica di dinamite (dinamitificio Barberi), a poche centinaia di metri dal confine con il comune di Saliceto, confine tra l'altro tra Piemonte e Liguria. I motivi che portano alla scelta di Cengio per la costruzione della fabbrica, situata su un'ansa del fiume Bormida, furono principalmente la grande disponibilità d'acqua e di manodopera a basso costo e il collegamento ferroviario con il vicino porto di Savona. Nel 1890 gli operai erano già 700, quando Cengio contava circa 1300 abitanti.

Nel 1906 il dinamitificio Barberi viene rilevato dalla Società Italiana Prodotti Esplodenti. Erano gli anni delle guerre coloniali in Libia, gli esplosivi venivano usati massicciamente nelle guerre per la creazione dell'Impero coloniale italiano.
Lo sviluppo

Nel 1908 gli impianti industriali occupavano 50 ettari. Venivano prodotti acido solforico, oleum e tritolo. Cominciarono però a farsi sentire gli effetti dell'inquinamento: da anni non si poteva più derivare l'acqua del Bormida per irrigare, la nebbia e le piogge portarono il fenolo nei terreni, e nel 1909 il pretore di Mondovì vietò l'utilizzo a scopo potabile dei pozzi nei comuni di Saliceto, Camerana e Monesiglio. I confini amministrativi segneranno, negli anni seguenti, una netta spaccatura tra i liguri, che dalla fabbrica ricevevano i benefici occupazionali e difendevano la fabbrica, e i piemontesi, che subivano gli effetti dell'inquinamento di 100 km di fiume (fino alla confluenza con il Tanaro ad Alessandria).

La fabbrica raggiunse il massimo numero di occupati, circa 6000, nel 1918, in piena guerra mondiale. Nel 1922 il pretore ordinò la chiusura dell'acquedotto di Cortemilia. Nel 1925 l'Italgas rilevò l'impianto, per riconvertirlo alla produzione di coloranti. Insieme allo stabilimento di Cengio, vennero rilevati gli impianti di Rho e Cesano Maderno, e nel 1929 viene costituita l'ACNA, acronimo di Aziende Chimiche Nazionali Associate. La situazione finanziaria del gruppo peggiorò rapidamente, e nel 1931 l'Italgas fu costretta a cedere l'ACNA alla Montecatini e alla IG Farben. L'acronimo ACNA non cambiò, ma di qui in avanti la denominazione sarà Azienda Coloranti Nazionali e Affini; i dipendenti erano circa 700. Riprese anche la produzione di esplosivi, necessari per la guerra in Abissinia.

Nel 1938, 600 contadini citarono l'azienda per danni causati dall'inquinamento. Nel 1962, dopo 24 anni, la sentenza dà loro torto condannandoli al pagamento delle spese processuali. Nell'ottobre 1939 una tremenda esplosione aveva causato la morte di cinque operai.
Gli anni delle proteste

Il 12 maggio 1956 si svolse una grande manifestazione di tutti i valligiani, che risalirono tutta la valle per protestare contro l'inquinamento. Luigi Bertola e Luigi Troia, figure storiche delle lotte dei contadini della valle, insieme ad altri 52, vennero arrestati. Nel 1960 il Ministero dell'Agricoltura rinnovò all'ACNA la concessione a derivare le acque del Bormida per 70 anni.

Nel 1969 venne chiuso l'acquedotto di Strevi, a oltre 100 km di distanza da Cengio: le acque del fiume si tingevano di un colore diverso ogni giorno. Nel 1970 il sindaco di Acqui Terme sporse denuncia contro ignoti per avvelenamento di acque destinate al consumo umano. Nel 1974 vennero denunciati i dirigenti dell'ACNA, che quattro anni dopo saranno assolti.

Nel 1976, dopo il disastro di Seveso, venne promulgata la Legge Merli, che per prima stabiliva limiti e divieti precisi alle emissioni inquinanti. La fabbrica di Cengio cominciò quindi a scaricare i propri rifiuti di notte, a nasconderli nei terreni circostanti la fabbrica, a diluirli per abbassare le concentrazioni. Venivano provate nuove soluzioni di depurazione, per un rispetto della legge assolutamente "di facciata".

L'11 maggio 1979 esplose il reparto del cloruro di alluminio e morirono due operai. Nella fabbrica avveniva il 65% della produzione mondiale di questo composto e si temeva per le sorti dello stabilimento, ma soprattutto si tornò a chiedere a gran voce all'ACNA il rispetto delle leggi, per la sicurezza dei lavoratori e degli abitanti della zona.

Nel 1982 l'amministrazione provinciale di Asti, con altri comuni, denunciò nuovamente i dirigenti ACNA: alle condanne lievi in primo grado seguì l'assoluzione in appello. Nel frattempo un altro processo, a carico di nove dirigenti e del medico di fabbrica, cercò di far luce sulle morti per cancro alla vescica. Per la prima volta anche i sindacati si costituirono parte civile, ma verranno "convinti" dai vertici dell'azienda a ritirarsi dal processo. Le sorti dell'azienda non andarono benissimo: nel giro di pochi anni si decise di cessare la produzione dei coloranti e di mantenere invece quella dei pigmenti; tale decisione comportò il calo del personale dagli oltre 4000 dipendenti del 1979 agli 800 nel 1983.

Nel 1986 venne scaricato del solfidrato di sodio in un serbatoio sporco di acido solforico: una vampata di acido solfidrico si sparse per il paese e un operaio rimase paralizzato a vita.

Il 1º settembre 1987 venne fondata a Saliceto l'Associazione per la Rinascita della Valle Bormida, con l'intento di combattere con decisione il secolare inquinamento della Valle Bormida. L'Associazione, apartitica, nacque dall'unione di due gruppi spontanei, costituiti prevalentemente da giovani della Valle Bormida, decisi a mobilitare l'intera valle contro l'ACNA. La prima "passeggiata ecologica" a Cengio avvenne nel mese di novembre 1987. L'8 novembre 1987, per protesta, in occasione del referendum sul nucleare, gli abitanti della val Bormida disertarono le urne.

Il 20 marzo 1988, nel corso della manifestazione organizzata dall'Associazione per la Rinascita della Valle Bormida, oltre ottomila persone sfilarono per le vie di Cengio, chiedendo la chiusura della fabbrica e il ricollocamento dei 700 operai ancora al lavoro. I sindacati si schierarono con l'azienda a difendere i posti di lavoro, nonostante i forti ridimensionamenti operati dalla proprietà pochi anni prima. Nello stesso anno, il 6 maggio, il ministro della sanità Carlo Donat-Cattin incontrò i vertici dell'ACNA a Bossolasco, a una trentina di km da Cengio, nell'Alta Langa. L'incontro si risolve in una rissa verbale con il senatore acquese Visca, e in uno scontro con i valligiani.

Il 2 giugno si correva la tappa del Giro d'Italia da Parma a Colle Don Bosco, 229 km. Nella località d'arrivo, duemila persone bloccarono la corsa a 5 km dall'arrivo per protestare e chiedere la chiusura dell'ACNA. La tappa venne annullata e la val Bormida fu su tutti i telegiornali.

Il 23 luglio avvenne una fuga di anidride solforosa dal reparto oleum.

Alla fine degli anni ottanta si cominciò a parlare anche in sede di Governo di imporre una chiusura preventiva della fabbrica. Una prima chiusura si ebbe nel 1988, di appena 45 giorni ad agosto.

Si cominciò quindi a parlare di costruire sul sito ACNA un inceneritore per il recupero dei solfati (RE-SOL) prodotti nelle lavorazioni, che avrebbero potuto essere riutilizzati da altre industrie. Nel 1989 la Regione Liguria lo approvò. Al Festival di Sanremo molti abitanti della val Bormida andarono a protestare, cercando di sfruttare la visibilità data dall'evento: Gino Paoli e il duo Al Bano-Romina cantarono esibendo la spilletta "Valle Bormida Pulita". Il 19 aprile i sindaci di due paesini della zona, Terzo e Perletto, insieme ad altri dell'Associazione per la Rinascita della Valle Bormida, presidiarono la fabbrica e scoprirono uno scarico di percolato, acque altamente inquinate che defluivano verso il fiume Bormida.

Per un mese il presidio continuò, 24 ore su 24, fra le proteste dei lavoratori dell'ACNA e la solidarietà degli abitanti della valle. L'iniziativa ottenne visibilità sui media nazionali: Fazzuoli, Santoro e Lubrano, per citare i più famosi, se ne occuparono nelle loro trasmissioni. Il 25 maggio venne decretata una chiusura temporanea della fabbrica, per permettere la costruzione di opere di contenimento del percolato, che non verranno mai realizzate. Il 29 maggio a Cosseria in un attentato venne fatto saltare un traliccio dell'ENEL che portava la corrente all'ACNA. Il 18 giugno, alle elezioni europee, il 92% dei cittadini della val Bormida si astenne.

Il 6 luglio, violando un provvedimento di chiusura cautelare, venne riaperto lo stabilimento: il ministro dell'ambiente Ruffolo ordina la chiusura per sei mesi. Il 10 luglio, però, ci fu una manifestazione degli operai di Cengio a Roma, mentre altri fermarono il traffico sull'autostrada A6 Torino-Savona per sensibilizzare la gente sulle sorti della loro azienda. In quel mese altre manifestazioni si susseguirono.

Proseguirono intanto le indagini e i prelievi per la costruzione del RE-SOL, dai quali risultò che c'era un rischio di emissioni di diossina. L'azienda, incurante dei divieti, commissionò alla Lurgi l'impianto da 70 miliardi. Nel novembre 1990, 10mila persone e 130 sindaci manifestarono a Cengio contro l'ACNA e l'inceneritore per il recupero dei solfati.
La lenta agonia della fabbric

Nel 1966 l'ACNA seguì il destino della Montecatini, che la controllava, quando si unì con la Edison per formare il gruppo Montedison. Nel 1988 la Montedison conferirà le attività della controllata ACNA alla neonata società Enimont (joint-venture tra ENI e Montedison). In seguito allo scandalo e al fallimento di quest'ultima (1991), le attività passeranno interamente sotto il controllo dell'EniChem; l'ACNA aveva però un deficit altissimo (80 miliardi l'anno), con produzioni ormai sorpassate.

Intanto si continuò a costruire l'inceneritore per i solfati. Nel 1993, però, il Consiglio di Stato confermò che i lavori dovevano essere interrotti,in quanto non era stata effettuata la Valutazione di impatto ambientale. Nel 1994, il ministro dell'ambiente Altero Matteoli diede successivamente la sua approvazione alla costruzione. Il 1º agosto 1996, sotto la gestione del suo successore Edo Ronchi fu riscontrata la mancata disponibilità da parte dell'ACNA all'accettazione delle prescrizioni assunte in sede di parere della Commissione VIA. Di conseguenza fu emesso un parere negativo, di concerto con il Ministro dei Beni culturali e ambientali.
La chiusura e la situazione attuale

Nel 1998 la legge 426 inserì l'ACNA di Cengio fra i siti di interesse nazionale ad elevato rischio ambientale. Oltre a Cengio e Saliceto, la legge ha individuato i siti industriali di Porto Marghera, Napoli orientale, Gela e Priolo, Manfredonia, Brindisi, Taranto, Piombino, Massa e Carrara, Casale Monferrato, litorale domizio-flegreo e Agro Aversano, Pitelli, Balangero e Pieve Vergonte.

Nel 1999, dopo 117 anni, lo stabilimento chiuse e i restanti 230 lavoratori vennero messi in cassa integrazione.

Nel 2002 si costituì l'ALA (Associazione Lavoratori Acna), fondata dagli ex lavoratori a Millesimo.

L'11 settembre 2002 Renzo Fontana, figura storica dell'Associazione per la Rinascita della Valle Bormida, morì in un incidente in valle Maira.

Attualmente è in corso la bonifica del sito, il cui completamento è previsto per il 2011/12. Con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 18 marzo 1999 è stato istituito un "Commissario Delegato per lo stato di emergenza nel territorio di Cengio in ordine alla situazione di crisi socio-ambientale. La gestione commissariale è stata condotta fino al 2005 dal dott. Stefano Leoni, nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 5 giugno 1999, n. 2986. Il regime commissariale è nel frattempo cessato.

Un'inchiesta del 2000 della commissione parlamentare d'inchiesta sui rifiuti ha messo in luce che probabilmente fanghi dell'ACNA di Cengio sono stati smaltiti nella discarica di Pianura, a Napoli, per un ammontare di almeno ottocentomila tonnellate.

 
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Ode al giorno felice (Neruda)

Post n°1235 pubblicato il 18 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.

Camminando, dormendo o scrivendo,
che posso farci, sono felice.
Sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l’acqua sotto, gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.

Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia,
tu canti e sei canto.
Il mondo è oggi la mia anima
canto e sabbia, il mondo oggi è la tua bocca,
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia
essere felice,
essere felice perché sì,
perché respiro e perché respiri,
essere felice perché tocco il tuo ginocchio
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo
e la sua freschezza.
Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
con o senza tutti, essere felice con l’erba
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te, con la tua bocca,
essere felice.

 
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Libri dimenticati:Ninna nanna per un'ombra

Post n°1234 pubblicato il 18 Novembre 2011 da odette.teresa1958

La storia inquietante di un castigo e di una reincarnazione.Bellissimo

 
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Frase del giorno

Post n°1233 pubblicato il 18 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Impara a ridere di te stesso:una vita intera di divertimento gratis!

 
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