Messaggi del 21/11/2011

I due fratelli

Post n°1259 pubblicato il 21 Novembre 2011 da odette.teresa1958

C'erano una volta due fratelli che vivevano nello stesso paese, uno molto ricco, l'altro molto povero. Il fratello ricco inoltre sparlava sempre del fratello povero e la moglie di questi si lamentava della situazione e si chiedeva sempre se mai avessero avuto un pò di fortuna. Il marito decise di mettersi in viaggio per porre a Dio la domanda.

Dopo aver camminato per giorni e giorni arrivò al mare e vide un penitente inginocchiato su una roccia aguzza. Questi gli chiese dove andasse e perché, quindi lo pregò di chiedere a Dio quando sarebbe giunta la buona sorte anche per lui. L'uomo promise e continuò il suo viaggio.


Cammina, cammina arrivò tra le sabbie del deserto e vide spuntare la testa di un uomo con il corpo completamente immerso nella sabbia. Anche questi gli chiese cosa cercasse e come il primo lo pregò di chiedere a Dio per quanto tempo ancora avrebbe dovuto rimanere immerso nella sabbia. L'uomo promise e ripartì.

Dopo aver camminato a lungo arrivò sulle montagne dove viveva un vecchio eremita e gli chiese ospitalità per la notte. Il vecchio eremita si nutriva del pane di segale e un grappolo d'uva nera che gli veniva portato prodigiosamente da un corvo. Quel giorno il corvo portò insieme al solito pasto, pane di frumento e un grappolo d'uva bianca. "Probabilmente è per l'ospite" pensò l'eremita, ma poiché da molto tempo non mangiava pane di frumento e uva bianca diede al viandante il pane di segale e l'uva nera. Lo congedò pregandolo di chiedere a Dio se avesse già preparato un posto in Paradiso per lui. Il viandante promise e se ne andò.

Viaggiò ancora per molti giorni attraverso terre desolate e una sera giunse davanti a una casa e chiese ospitalità. La donna che gli aprì lo scongiurò di andarsene perché suo marito era un bandito che aveva già ucciso 99 uomini. Il viandante la supplicò, fuori sarebbe stato divorato dalle belve feroci, tanto valeva rischiare. Al ritorno, il bandito uccise un montone e trattenne l'ospite per tre giorni senza fargli del male e prima di congedarlo lo pregò di chiedere a Dio se fosse già pronto un posto all'Inferno per lui.

Cammina, cammina l'uomo giunse in una fitta foresta, tanto fitta da sembrare senza via d'uscita. All'improvviso udì una voce: "Che cerchi"? "Io cerco Dio per fargli una domanda sulla buona sorte per me e per altre quattro persone". Allora Dio parlò attraverso quella voce: "Torna a casa, la tua fortuna è là e tu ancora non lo sai. Dì all'uomo sulla roccia in mezzo al mare che quando le onde si alzeranno ancora più in alto, inizierà per lui la buona sorte. All'uomo nel deserto dì che farò soffiare un vento cosi forte che lo libererà dalla sabbia. Per l'eremita il posto all'Inferno è già pronto e per il bandito è già pronto il posto in Paradiso".

Il viandante riprese la strada del ritorno, riferì ai quattro uomini quello che aveva saputo e tornato a casa le cose cominciarono a migliorare, ebbe figli e ricchezza.

Un giorno sotto le spoglie di un mendicante, Dio arrivò in quella casa. L'uomo voleva sgozzare un capretto per lui, ma la moglie lo fermò: "Non vorrai offrire un capretto a quello straccione, andrà benissimo un gatto". Presero un gatto, l'uccisero, lo cucinarono e lo servirono all'ospite. Allora l'ospite disse: "Gatto salta fuori!" e il gatto saltò fuori più vivace che mai. Poi il mendicante scomparve e con lui anche la buona sorte. La famiglia si impoverì e rimase senza figli e senza ricchezze. Il fatto è che non erano diventati veramente ricchi, lo erano solo esteriormente.

Favole dal Mondo Arabo
  

 
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Un consiglio non seguito

Post n°1258 pubblicato il 21 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Un padre prima di morire volle dare a suo figlio tre consigli: primo, non avrebbe mai dovuto sposare una vedova, secondo, non avrebbe mai dovuto comprare un cavallo ostinato, terzo non avrebbe dovuto stringere amicizia con il cadì [dall'arabo qadi, colui che giudica]. Il figlio non seguì i consigli del padre perché era incuriosito e fece il contrario: sposò una vedova, comprò un cavallo ostinato e cercò di far amicizia con il cadì.

Una notte prese una pecora nel cortile, la ricoprì col suo mantello e la mise accanto al cavallo, poi rientrò a casa e sveglio la moglie e le disse: “Un ladro vuole portarmi via il mio cavallo. La moglie gli suggerì di prendere il fucile, di sparare sul ladro e di nascondere il cadavere in una cassa. Cosi fece, ma subito iniziò a picchiare forte la moglie finché questa non si mise a gridare raccontando a tutti quello che era successo.

I soldati vennero ad arrestarlo, cercò di fuggire sul cavallo, ma l’animale non gli fu di nessun aiuto. I soldati lo portarono dal cadì che lo fece gettare in prigione. L’uomo iniziò a ridere in modo cosi forte e incessante che il cadì lo fece chiamare chiedendo la ragione di tanta ilarità. “se tu sapessi la mia storia ridiresti anche tu” e gli raccontò quello che suo padre gli aveva consigliato in punto di morte e perché avesse fatto tutta quella commedia. Anche il cadì rise quando i soldati invece del cadavere portarono una pecora morta.

Il padre aveva avuto ragione.

 
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L'uomo e il gigante

Post n°1257 pubblicato il 21 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Da che mondo è mondo nessuno è più astuto dell’uomo e nessuno può sfuggire al suo potere, persino gli animali più feroci possono essere dominati e resi schiavi dall’uomo. Un giorno un gigante incontrò un toro e un cammello che erano stati percossi dall’uomo, e quando seppe chi li aveva conciati così si arrabbiò moltissimo e volle conoscere l’uomo. Il toro e il cammello glielo indicarono: in quel momento stava abbattendo degli alberi con la scure con enorme fatica e il sudore gli colava lungo il corpo. Il gigante gli si avvicinò e con molta calma e in modo amichevole gli volle insegnare come si abbattono gli alberi. L’uomo accettò.

Il gigante con un sol colpo abbatté un albero e l’uomo si risentì. “Questo è il mio più grande divertimento, se avessi voluto avrei anch’io abbattuto l’albero con un sol colpo”.
Pio invitò il gigante a mettere i piedi nelle fessure di un albero, riuscì ad imprigionarlo e se ne andò. Il gigante riuscì a liberarsi incontrò nuovamente l’uomo e chiese spiegazioni “Avrei potuto ucciderti, ma non l’ho fatto perché tu mi ringraziassi. Il gigante lasciò perdere, offrì all’uomo la sua amicizia e gli propose di andare con lui nella sua capanna.

Un giorno lo pregò di andare nel bosco a raccogliere la legna, ma l’uomo invece di raccogliere i rami, abbatté molti alberi e li legò con una lunga corda. Il gigante che andò a cercarlo, preoccupato del ritardo, spiegò che non voleva andare tutti i giorni a fare legna per questo ne aveva abbattuti molti. Il gigante replicò che non c’era abbastanza posto per tutta quella legna e si mise sulle spalle un solo albero. L’uomo si arrampicò tra i rami e quando arrivarono scese velocemente fingendo di aver aiutato il gigante a portare il peso. Un giorno il gigante chiese all’uomo di andare al pozzo a prendere l’acqua. L’uomo non poteva rifiutare, andò al pozzo, ma si mise a scavare intorno. Il gigante preoccupato del ritardo lo cercò e l’uomo spiegò che voleva portare l’intero pozzo in modo da non dover andare tutti i giorni a prendere l’acqua. Il gigante non disse niente e riempi da sé il secchio. Ma a quel punto l’uomo lo provocò e lo sfidò alla lotta. Il gigante cercò di rispingere quella provocazione, ma tutto fu inutile. Lottarono spasmodicamente poi si calmarono, il gigante aveva paura di quest’uomo furbo e pensò di ucciderlo.

L’uomo si insospettì e non dormì nel suo letto, collocò un grande paiolo sotto le coperte e se ne andò a dormire da un’altra parte. Il gigante si alzò sferrò un grosso colpo di randello sul letto dell’uomo, e il paiolo ruppe fragorosamente. Il gigante credette di averlo ucciso, ma la mattina sentì l’uomo che gli diceva: “Perché questa notte hai fatto come se fossi tua moglie, sei venuto da me e mi hai baciato?”. Il gigante si stupì ma si rese conto che l’uomo era più forte di lui. I giorni passavano e i due continuavano a vivere insieme. Un giorno il gigante ebbe voglia di mangiare carne fresca e suggerì all’uomo di andare a rubare qualche pecora in una fattoria.

L’uomo era d’accordo, ma precisò che non avrebbe rubato solo qualche pecora, ma l’intero gregge. Allora il gigante decise di far da solo, l’uomo avrebbe solo fatto la guardia. I due andarono alla fattoria, il gigante rubò le pecore e l’uomo lo seguì, ma quando dovette saltare una siepe, rimase ferito con una spina e cominciò a lamentarsi. Il gigante rubò le pecore e l’uomo lo seguì, ma quando dovette saltare una siepe, rimase ferito con una spina e cominciò a lamentarsi. Il gigante chiese il motivo di tanto dolore e scoprì che era soltanto una spina. “Come!”, disse, “tu dimostravi tanta forza e adesso sei ridotto così solo per una spina, dov’è tutta la tua potenza? Il Gigante si volse quindi verso l’uomo e lo uccise con un sol colpo.



 
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Funerale a S.Tobia

Post n°1256 pubblicato il 21 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Tranquilli,cari lettori,non è morto nessuno!
Come ormai sanno anche i sassi,nel nostro ameno paesino vive l'uomo più vecchio d'Italia,Melchiorre Scozzagalli,che ridendo e scherzando ha già tagliato il traguardo delle 115 primavere.
L'arzillo vecchiardo poco tempo fa ha avuto un'idea luminosa:perchè non far celebrare il suo funerale da vivo,così se lo godeva pure lui?
Essendo a S.Tobia,la bella pensata è stata accolta con un entusiasmo a dir poco delirante.
Ed ecco nei minimi dettagli quel che è successo qua una settimana fa.
Il primo asino è cascato quando,emozionato come un ragazzino,Melchiorre si è accinto avestirsi per la cerimonia.
Tifoso sfegatato del S.Tobia,aveva deciso deciso di presentarsi al Creatore vestito solo del bandierone della sua squadra,ma la Clementina, di ben altro avviso,nottetempo gli ha buttato l'amato vessillo nella pattumiera e lo ha sostituito con un gessato blu modello Al Capone al suo meglio.
La scellerata è ancora vivo perchè Telesforo ha provveduto a prestare il suo bandierone a Melchiorre,salvando capra e cavoli.
Vestitosi Melchiorre si è accomodato nella bara,aspettando compunto che i paesani rendessero omaggio alla "salma"
Venti minuti dopo schizzava per aria sacramentando:la perfida Ermione gli aveva rovesciato addosso 3.423 vermetti da pesca,che si sono sparsi per ogni dove.
Per riprenderli tutti si sono perse tre ore.
E' poi arrivato il momento del trasporto in chiesa.
La bara,scoperta e portata a spalla dall'Anarchico,l'Astorre,il nipote Teseo e Be'erino,è passata fra due ali di folla mesta...che è rimasta mesta per poco,visto che uno stormo di 130 piccioni che sorvolavano S.Tobia ha pensato bene di usare in simultanea lo Scozzagalli come water!
I paesani sono stato vittime di un attacco di riso isterico collettivo e Melchiorre ha dovuto fare ben tre docce prima di essere presentabile.
Ristabilita la calma,la "salma" è arrivata in chiesa.
Melchiorre,amante dei dettagli,aveva consegnato al Cornacchioni un cd che conteneva la musica che doveva accompagnare le esequie.
Non vi dico com'è rimasto il pretone quando in chiesa è risuonata la voce di Riccardo Marasco che si esibiva in un medley delle più sconce canzonacce da osteria dal Medioevo ad oggi!
Ireneo si è rifiutato di continuare la cerimonia se la musica non veniva cambiata e Melchiorre ovviamente ha rifiutato di cambiarla.
Risultato:creazione di opposte fazioni e maxi rissa da Far West,che ha richiseto l'intervento di agenti da Prato e Pistoia e ha spedito tutta la popolazione maschile del paese in guardina.
E' passata una settimana.
Melchiorre ha ripudiato la Clementina e ha deciso di vivere altri 70 anni solo per far rabbia al Cornacchioni.
L'Ermione ha chiesto asilo politico in Burundi.
L'Orapronobis ha nuovamente esiliato ireneo a Scivolamonte.
Qui a S.Tobia è tornato tutto alla normalità (si fa per dire) ed io,eseguito il mio compito di fedele cronista,passo e chiudo

 
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Ho dormito con te tutta la notte (Neruda)

Post n°1255 pubblicato il 21 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Tutta la notte ho dormito conte
vicino al mare nell'isola
eri selvaggia e dolce
tra il piacere e il sonno
tra il fuoco e l'accqua
Forse assai tardi i nostri sogni
si unirono nell'alto o
nel profondo
In alto come i rami che muove
uno stesso vento
in basso come rosse radici
che si toccano
Forse il tuo sogno
si separò dal mio
e per il mare oscuro
mi cercava come prima
come quando non esistevi
quando senza scorgerti
navigai al tuo fianco
e i tuoi cercavano ciò che ora
pane, vino, amore e collera
ti do a mani piene.
Perché tu sei la coppa che
attendeva i doni della mia vita.
Ho dormito con te tutta la notte
mentre l'oscura terra gira
con vivi e con morti
e svegliandomi d'improvviso
in mezzo all'ombra
il mio braccio circondava
la tua cintura
ne la notte
ne il sonno
poterono separarci.
Ho dormito con te
e svegliandomi la tua bocca
uscita dal sonno
mi diede il sapore di terra
d'acqua marina
di alghe
del fondo della tua vita
e ricevetti il tuo bacio
bagnato dall'aurora
come se mi giungesse
dal mare che ci circonda.

 
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Agnes Sorel (1421/1450)

Post n°1254 pubblicato il 21 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Morì avvelenata Agnès Sorel, la prima amante ufficiale di un re di Francia?



Reconstitution of Agnès Sorel's face superimposed on the remains of her skull and her recumbent statue. Credits: artwork and photo by Philippe Charlier / CHRU de Lille - 2005.

Full size image available through contact

Grenoble (Francia), 2 aprile 2005 - L'ESRF è andato in dietro nel tempo per studiare il motivo della morte della bellissima amante del re francese Charles VII, nel XV secolo. Grazie alla luce di sincrotrone, i capelli e parti della pelle di Agnès Sorel sono stati studiati fornendo delle risposte riguardo la sua morte.

Non è chiaro come morì, ciò nonostante, sono state trovate importanti quantità di mercurio nei suoi resti. Questa scoperta apre la strada a diverse ipotesi. I risultati di questo studio sono stati presentati a Loches (Francia), dove il corpo è stato seppellito dopo essere stato riesumato lo scorso settembre per la ricerca.

La storia de Agnès Sorel potrebbe essere un interessante argomento per una telenovela. Fu la prima amante di un re francese ad essere ufficialme riconosciuta come tale. Dicono che fosse una donna di estrema bellezza e molto intelligente. Esercitò una grande influenza sul re e sulla sua politica, cosa che le procurò nemici a corte. Diede alla luce tre figlie e durante la sua quarta gravidanza raggiunse Charles VII per la campagna del 1450 a Jumièges, in Normandia. Subito dopo si ammalò e morì, secondo la versione ufficiale, di un "flusso di ventre". Nonostante ciò, molti credettero che fosse stata avvelenata a causa della sua morte repentina e dei numerosi nemici che aveva.

Per chiarire le ragioni della morte di Agnès Sorel, all'età di 28 anni, il gruppo del Dr. Charlier dell'Ospedale universitario di Lille (CHU) ha studiato i suoi resti utilizzando differenti tecniche. I capelli e parti della pelle sono stai esaminati attraverso i raggi X presso il sincrotrone europeo ESRF ed hanno aperto alcune piste che possono condurre i ricercatori alla vera causa della morte di Agnès Sorel. Nella linea ID18F sono stati condotti degli esperimenti di raggi X usando la tecnica di microfluorescenza. Gli scienziati hanno scoperto che i resti di Sorel contengono quantità anomale di mercurio.

Questo elemento chimico è presente nel corpo di persone che sono state avvelenate; comunque non bisogna trarre conclusioni affrettate. Il mercurio è contenuto anche in trattamenti farmaceutici usati come purganti. Gli scienziati del gruppo del Dr. Charlier hanno trovato uova di lombrico in altre parti del corpo così come resti di una pianta usata all'epoca contro i lombrichi. Ciò potrebbe indicare che Agnès Sorel si stesse curando con queste medicine e ne ingerì una dosi eccessiva, tale da indurla alla morte. Esiste comunque la possibilità che la presenza di questo metallo sia una conseguenza del processo di mummificazione o di contaminazione dell'ambiente. Un'altra ipotesi considera il fatto che la contaminazione con il mercurio sia avvenuta durante la sua vita, per esempio usando prodotti cosmetici, che normalmente contenevano tale metallo. Secondo il Dr. Charlier, ?i risultati degli esperimenti svolti all'ESRF, in contrasto con altri condotti in diversi istituti, hanno provato che il mercurio venne a contatto con i capelli non dopo, ma prima della morte e che ciò fu la causa del suo decesso?.

Oltre all'interesse storico di questa ricerca essa riveste un'importante utilità anche per scopi attuali: ?I nostri studi confermano la validità delle tecniche cliniche e legali che si usano oggi nelle ricerche criminali, spiega il Dr. Charlier.

 
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Libri dimenticati:La favorita del re

Post n°1253 pubblicato il 21 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Romanzo che ricostruisce l'amore fra Carlo VII,re di Francia e la bellissima Agnes Sorel

 
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Frase del giorno

Post n°1252 pubblicato il 21 Novembre 2011 da odette.teresa1958

L'amore è un castigo:siamo puniti per non aver saputo rimanere soli (Yourcenar

 
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