Messaggi del 23/11/2011

L'astuzia e il potere delle donne

Post n°1274 pubblicato il 23 Novembre 2011 da odette.teresa1958

C'era una volta un orfanello che viveva con una sorella sposata. Un giorno, nonostante fosse ancora poco più che adolescente, le disse di volersi sposare. La sorella non era affatto d'accordo, perché, e suo dire, era troppo giovane e non abbastanza maturo per il matrimonio.

Il ragazzo insisteva e questa fu costretta a fornirgli un esempio molto istruttivo per mostrargli quanto le donne possono essere potenti e spietate. Gli ordinò di andare al mercato e di comperare un pesce. Quando il ragazzo ritornò con il pesce, lei lo nascose sotto le vesti e insieme si recarono nei campi dove il marito stava arando per portargli il pranzo di mezzogiorno. Mentre il marito mangiava la moglie disse: "Stanotte ho fatto un sogno, sognavo che avremmo fatto una bella festa", poi di nascosto mise il pesce in un solco. Finito il pranzo, l'uomo riprese il suo lavoro mentre lei e il fratello si incamminavano verso casa. "Venite qui" gridò, guardate che cosa ho trovato, Dio ci aiuti, ho trovato un pesce nel solco. Vai a casa prepara tutto, invita i vicini, faremo una bella festa". "D'accordo" disse la moglie. Andò a casa, cucinò il pesce, se lo mangiò con il fratello e nascose le lische. Quando il marito tornò a casa con gli invitati, chiamò la moglie e le chiese se aveva preparato tutto. La moglie si finse stupita e disse: " Hai forse comprato cibo e bevande? Con che cosa volevi festeggiare?". Ma non, ti avevo dato quel pesce che ho trovato nel solco mentre stavo arando?", gridò il marito. La donna si rivolse ai vicini: "Vi prego aiutatemi quest'uomo è impazzito, avete mai sentito che si trovino pesci nei campi?". I vicini le diedero ragione e legarono il marito. "Gettatelo in cantina" disse la donna "in modo che non mi possa far del male". I vicini eseguirono e se andarono.

Quella sera la donna prese la macina di pietra e si sedette sopra la botola della cantina a macinare fagioli. L rumore che faceva sembrava il rombo di un tuono. Con la fiaccola passava di tanto in tanto davanti alle fessure, di modo che il marito credesse che fossero i lampi. Infine versò molta acqua sopra l'apertura ed egli dovette rifugiarsi in un angolo per non bagnarsi. La mattina ritornano i vicini per chiedere all'uomo come stava "Grazie a Dio", disse, "Sto bene, anche se cercano di farmi passare per matto. Ma, dettemi come sono ridotti i campi con tutta quella pioggia? Deve aver rovinato tutto!" Allora quelli gli dissero: "Che Dio possa rinsavirti, pover'uomo!".


 
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La bellissima donna

Post n°1273 pubblicato il 23 Novembre 2011 da odette.teresa1958

C'era una volta una donna bellissima che si innamorò di un uomo molto povero. "Io ti sposerò", gli disse, "Ma tu mi lascerai libera di fare tutto quello che voglio". L'uomo acconsentì, si sposarono e andarono a vivere insieme.

Un giorno la donna ricevette in casa un ebreo che da tempo la corteggiava, ma da lì a poco sentirono bussare alla porta. La donna disse: "Di sicuro è mio marito, se ci trova insieme ci uccide, per favore, prendi questi vestiti vecchi, togliti i tuoi abiti eleganti e i tuoi gioielli, prendi quelle pietre e va a lavorare sul terrazzo come se fossi un muratore". L'uomo, spaventato obbedì. Il marito entrò, lo vide e gli chiese: "Quanto ti debbo per il tuo lavoro?" "Due reali", rispose l'uomo e se andò di corsa. La donna si recò subito a vendere al mercato i vestiti e i preziosi dell'ebreo.

 

Un'altra volta fece entrare in casa il cadì che da tempo era innamorato di lei. Mentre i due erano seduti uno accanto all'altro, sentirono bussare alla porta. "Sarà sicuramente mio marito", disse la donna, "Se ti trova qui ci ucciderà tutti i due. Entra presto in questa cassapanca". Il cadì, pallido di paura, obbedì. Il marito entrò, prese dei chiodi, inchiodò la cassapanca e insieme alla moglie la portò al mercato per venderla al miglior offerente. Fecero intanto avvisare il figlio del cadì che nella cassapanca si trovava nascosto il padre. Questi accorse e acquistò la cassapanca ad alto prezzo per poter portare a casa il padre, passando inosservato.

 

 
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Così va il mondo

Post n°1272 pubblicato il 23 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Un bel giorno un signore molto ricco incontrò uno sciacallo e lo salutò esclamando: "Buongiorno, dove stai andando?" "Me ne vado a cercare fortuna" rispose lo sciacallo. "Vengo con te", replicò il ricco signore e si incamminarono insieme.

Il sole batteva, i due avevano percorso molta strada e avevano tanta sete. Videro un pozzo con una carrucola dalla quale pendeva una corda alla cui estremità c'erano due secchi. Il ricco fu più rapido del suo compagno sciacallo e saltò con un balzo dentro al secchio lasciandosi cadere dentro al pozzo. Bevve a volontà e quando ebbe soddisfatto tutta la sua sete gridò: "Qui sotto ci sono sei pecore con i loro agnellini!". Allora il suo compagno sciacallo disse: "Aspettami, voglio venire giù anch'io!", balzò nell'altro secchio precipitando in fondo al pozzo.

In questo modo il ricco poté risalire, usci dal secchio e guardò giù. "Cosa sta succedendo?", chiese lo sciacallo che era ancora sorpreso. Il ricco rispose: "Cosi va il mondo, c'e' chi scende e c'e' chi sale!".

 
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Posso scrivere i versi (Neruda)

Post n°1271 pubblicato il 23 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.

Scrivere, per esempio. "La notte è stellata,
e tremano, azzurri, gli astri in lontananza".

E il vento della notte gira nel cielo e canta.

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Io l'ho amata e a volte anche lei mi amava.

In notti come questa l'ho tenuta tra le braccia.
L'ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.

Lei mi ha amato e a volte anch'io l'amavo.
Come non amare i suoi grandi occhi fissi.

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Pensare che non l'ho più. Sentire che l'ho persa.

Sentire la notte immensa, ancor più immensa senza di lei.
E il verso scende sull'anima come la rugiada sul prato.

Poco importa che il mio amore non abbia saputo fermarla.
La notte è stellata e lei non è con me.

Questo è tutto. Lontano, qualcuno canta.
Lontano.
La mia anima non si rassegna d'averla persa.

Come per avvicinarla, il mio sguardo la cerca.
Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.

La stessa notte che sbianca gli stessi alberi.
Noi, quelli d'allora, già non siamo gli stessi.

Io non l'amo più, è vero, ma quanto l'ho amata.
La mia voce cercava il vento per arrivare alle sue orecchie.

D'un altro. Sarà d'un altro. Come prima dei miei baci.
La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti.

Ormai non l'amo più, è vero, ma forse l'amo ancora.
È così breve l'amore e così lungo l'oblio.

E siccome in notti come questa l'ho tenuta tra le braccia,
la mia anima non si rassegna d'averla persa.

Benchè questo sia l'ultimo dolore che lei mi causa,
e questi gli ultimi versi che io le scrivo.

 
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Libri dimenticati:Margherita Sarfatti

Post n°1270 pubblicato il 23 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Bellissima e complessa biografia dell'ebrea che fu l'amante e la musa ispiratrice di Mussolini prima dell'avvento di Claretta Petacci.Da leggere

 
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Frase del giorno

Post n°1269 pubblicato il 23 Novembre 2011 da odette.teresa1958

Iniziare un nuovo cammino spaventa,ma dopo ogni passo che percorriamo ci rendiamo conto di quanto era pericoloso stare fermi

 
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