Messaggi del 01/12/2011

Ailinn e Baile (leggenda irlandese)

Post n°1312 pubblicato il 01 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

LA Storia di Ailinn e Baile

 

Baile dell’ Ulaid era l’ innamorato prescelto da Ailinn, figlia di Lugaid.

Un giorno Baile ed Ailinn decisero di incontrarsi sulla riva del fiume Boann, per coronare il loro sogno d’amore.

Così Baile partì da Emain Macha, nel Nord, e giunse sul greto del fiume, ove si fermò per riposare,in attesa di Ailinn.

Mentre si abbandonava al sogno, vide giungere da Sud un orribile spettro, che procedeva come un falco precipitoso o come vento sulle onde del mare, fino a posarsi in picchiata proprio accanto a lui.

""Da dove provieni, spettro, e quali notizie rechi ? " chiese Baile.

"Provengo da Sud, e porto un’ unica notizia : la figlia di Lugaid, che aveva concesso il proprio cuore a Baile e stava giungendo per incontrarlo è stata uccisa da alcuni guerrieri..Era infatti stato annunciato da Druidi e veggenti che i due innamorati non si sarebbero incontrati in vita e che, uniti nella morte, non si sarebbero mai più separati…Questo tutto quello che ho da dire " ..pronunziate queste parole, lo spettro scomparve.

Intanto Baile, all’ udire della morte della dell’amata, era caduto al suolo privo di vita.

Così i suoi compagni gli scavarono la tomba, eressero un tumulo e celebrarono il culto dei morti.

Sul tumulo crebbe un albero di tasso, la cui chioma aveva l’ aspetto del viso di Baile.

Poi lo stesso spettro si diresse a Sud, dove si trovava Ailinn e piombò accanto a lei.

"" Da dove provieni..e che notizie rechi ?"" domandò la fanciulla.

""Giungo da Nord, e l’unica novità che posso narrare è di aver visto uomini intenti a cerimonie funebri, a scavare una tomba, ad innalzare una pietra e scrivervi il nome di Baile, il quale era in viaggio per raggiungere la donna amata :

Non era destino che si incontrassero e neppure che si amassero in vita.""

Terminato il terribile racconto, partì a precipizio mentre Ailinn cadeva al suolo col cuore spezzato dal dolore.

Così anche per lei venne scavata la tomba, innalzato il tumulo, apposta la pietra.

Sul tumulo nacque un melo, che crebbe rapidamente e le cui fronde avevano l’aspetto del viso di Ailinn.

Passati i sette anni di rito, i druidi tagliarono il tasso cresciuto sulla tomba di Baile, per ricavarne una tavoletta ove i poeti dell’ Ulaid scrissero versi mirabili d’amore.

Così come i poeti del Lagin fecero sulla tavoletta ricavata dal legno di melo cresciuto sulla tomba di Ailinn.

Giunse il giorno di Samhain, e tutti i poeti di Eriu si riunirono per i festeggiamenti indetti dal Re Cormac, recando seco le tavolette.

Il Re chiese di vederle e, non appena esse furono tra le sue mani,una di fronte all’altra, le due tavolette volarono ad incontrarsi, congiungendosi come l’edera che si avvolge attorno ad un ramo…e non fu più possibile disgiungerle.

                                   l'abbraccio eterno. .

                                                          

Da quel giorno entrarono a far parte del tesoro di Tara, simbolo di un desiderio senza limiti

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Che significa?Spiegazione di detti scomparsi

Post n°1311 pubblicato il 01 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

Che c'entra il culo con le quarant'ore?


Secondo la tradizione popolare questa è la frase rivolta da una procace popolana fiorentina ad un sacerdote che,mentre lei era inginocchiata a pregare,aveva azzardato una carezza sconveniente.
Si dice quando qualcuno inserisce nel bel mezzo di un discorso qualcosa che con detto discorso non ha proprio nulla a che vedere

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Ultimo frammento (Carver)

Post n°1310 pubblicato il 01 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

E hai ottenuto quello che
volevi da questa vita, nonostante tutto?
Sì.
E cos'è che volevi?
Potermi dire amato, sentirmi
amato sulla terra.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

La Contessa Lara

Post n°1309 pubblicato il 01 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

I dati biografici di Evelina Cattermole Mancini, in arte Contessa Lara, poetessa del tardo Ottocento, rappresentativa dell’età decadente- umbertina, sono abbastanza oscuri per quanto riguarda la nascita e la prima infanzia.
Secondo alcuni sarebbe nata a Cannes da padre inglese e madre russa, ed avrebbe compiuto gli studi presso il Sacre Coeur di Parigi, secondo documenti più attendibili la nascita sarebbe avvenuta invece a Firenze nel 1849; suo padre sarebbe stato Guglielmo Cattermole, di origine scozzese, console inglese a Cannes poi trasferito a Firenze per insegnare, e sua madre Elisa Sandusch, virtuosa di pianoforte, figlia di un’italiana. Evelina avrebbe dunque appreso dal padre le lingue straniere e dalla madre le arti musicali.
A Firenze Evelina frequentò i salotti più rinomati, riuscendo però a conciliare poesia e mondanità, coltivando fin da giovanissima l’attività letteraria (infatti, per interessamento del poeta Dall’Ongaro, nel 1867 pubblicò, non ancora diciottenne, una prima raccolta di versi d’ispirazione romantico-patriottica, Canti e Ghirlande) ma anche suscitando continuo scalpore nelle cronache del tempo per gli scandali e l’avventurosa vita, poi conclusasi tragicamente col suo assassinio ad opera del pittore col quale conviveva.
Proprio a Firenze conobbe il tenente Mancini, di famiglia aristocratica, figlio del famoso giurista Stanislao Mancini, che, nonostante i suoi genitori fossero contrari, nel 1871 la sposò.
Insieme condussero una vita mondana e avventurosa, con lunghi soggiorni a Napoli, a Roma e a Milano, dove l’uomo era stato nominato capitano dei bersaglieri.
E fu proprio a Milano che Evelina entrò in contatto con l’ambiente letterario della Scapigliatura, che le consentì di esprimere liberamente il suo anticonformismo e la sua spregiudicatezza, parallelamente il marito cominciò a trascurarla e a tradirla e fu probabilmente per questo comportamento che la donna cedette al corteggiamento del veneziano Giuseppe Bennati di Baylon, amico del marito, che, scoperto il tradimento lo sfidò a duello e lo uccise.
In seguito la sua inquieta vicenda sentimentale si arricchì anche di un altro nome, quello del poeta siciliano Mario Rapisardi, che l’amò di folle sentimento e la indusse a pubblicare nel 1883 un nuovo volume intitolato Versi, che pure ebbe un notevole successo.
Separatasi dal marito ritornò a Firenze dove visse modestamente con la nonna, avviando proprio in questi anni, spinta dalle necessità economiche, la collaborazione a vari quotidiani e riviste, come il "Fieramosca", "Fanfulla della domenica" e "La tribuna illustrata", firmandosi Contessa Lara, pseudonimo che molto piacque all’editore Sommaruga, che le pubblicò una raccolta di versi subito amati dal pubblico.
Qualche tempo dopo si trasferì poi a Roma, dove ebbe molto successo come autrice di romanzi, ma dove pure condusse una turbolenta vita sentimentale: conclusa una relazione tranquilla, l’unico amore sereno della sua esistenza, con il giovane letterato Giovanni Alfredo Cesareo, si legò di grande passione a Giuseppe Pierantoni, pittore di modesto talento, che aveva illustrato il suo libro Romanzo della bambola.
Quando Evelina, stanca dei soprusi e dei ricatti continui che subiva da colui che da amante era diventato suo sfruttatore, tentò di ribellarsi, il 30 novembre del 1896 l’uomo la uccise con un colpo di pistola.
In agghiacciante coincidenza tra letteratura e vita Evelina morì proprio della stessa morte violenta che tante volte aveva descritto nelle sue opere.
Nel 1987, postumo, fu pubblicato un suo nuovo volume: E ancora versi.
Poetessa dotata di una personalità stilistica decisamente autonoma nel panorama letterario di quegli anni, ma assai vicina al decadentismo, Contessa Lara ha sempre suscitato un alone di diffidenza nei suoi riguardi, la sua arte è stata sovente danneggiata dall'aura dannunziana e kitsch- decadente, diffusa intorno alla sua figura ; lo stesso pseudonimo dannunziano, la morte violenta, l'atmosfera voluttuosa di certe sue composizioni, l'hanno relegata tra quelle cose di "pessimo gusto" di gozzaniana memoria, eppure i suoi versi, lirica confessione legata soprattutto alla propria esperienza sentimentale, nei quali confluisce, in maniera quasi ossessiva, l’autobiografismo, elemento dal quale tuttavia, con la maturità, seppe distaccarsi, sono eleganti e raffinati.
Un canto travagliato, quello di Contessa Lara, ridicolizzato da Giosuè Carducci che ironizzava addirittura sul suo pseudonimo, anche avversato, da quel Conte di Lara, in realtà Domenico Milelli, uomo dallo spirito mordace e poeta garibaldino enfatico e monotono che più nessuno oggi ricorda, che prima le fu amico e poi l’attaccò definendola "nemica", eppure molto amato fin dalla sua prima pubblicazione del 1883, Versi.
Il desiderio d’amore, la necessità di un io mascolino stabile e forte al quale appoggiarsi, il binomio amore- morte, la tormentata religiosità, la paura del destino, l’acuto presagio della sua stessa fine violenta, il senso della fragilità emergente anche dal bisogno continuo di descrivere gli oggetti di cui si circondava e nei quali si riconosceva, la passività, la solitudine, l’attenzione alle piccole cose, alla quotidianità raccontata con disincanto, quasi fotografata, sono i temi fondamentali di questa incantevole poetessa che seppe essere lieve ed ironica, delicata ed appassionata, colta eppure disarmante nella sua semplicità, documentando un bel ritratto di donna fin de siècle, in assoluta adesione al suo tempo anche nelle manifestazioni più esterne, femminile ed inquieta: "dama e poeta"

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Libri dimenticati:Dopo ogni abbandono

Post n°1308 pubblicato il 01 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

Roma,30 novembre 1896.Giuseppe Pierantoni,un artista spiantato,uccide la Contessa Lara,celebre scrittrice e giornalista del tempo,che non vuol più esser sfruttata da lui.
Attraverso il racconto del medico che l'assiste nelle sue ultime ore,viene ricostruita l'intera vicenda,fino al processo.Non mancherà il colpo di scena finale,degno di Agatha Christie.Bellissimo libro di Brunella Schisa, da leggere!

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Frase del giorno

Post n°1307 pubblicato il 01 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

Dicono che l'amore è vita,io per amore sto morendo (Morrison)

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

Archivio messaggi

 
 << Novembre 2011 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 4
 

Ultime visite al Blog

giovirocSOCRATE85comagiusdott.marino.parodisgnudidavidamoreeva0012lutorrelliDUCEtipregotornacrescenzopinadiamond770cdilas0RosaDiMaggioSpinosamaurinofitnessAppaliumador
 

Ultimi commenti

Ciao, serena serata
Inviato da: RicamiAmo
il 01/08/2014 alle 18:11
 
Ciao per passare le tue vacanze vi consigliamo Lampedusa...
Inviato da: Dolce.pa44
il 26/07/2014 alle 18:22
 
Buon pomeriggio.Tiziana
Inviato da: do_re_mi0
il 23/04/2014 alle 18:01
 
i gatti sono proprio così.:)
Inviato da: odio_via_col_vento
il 14/04/2014 alle 20:57
 
questi versi sono tanto struggenti quanto veritieri. Ciao e...
Inviato da: Krielle
il 23/03/2014 alle 04:38
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963