Messaggi del 19/12/2011

Nozze d'oro a S.Tobia

Post n°1427 pubblicato il 19 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

Eh sì,cari lettori:dai picchia e mena Teobaldo e la Cesira sono arrivati al traguardo delle nozze d'oro e hanno deciso di festeggiare la lieta ricorrenza con una megacena,attorniati da figli,nipoti e amici (nella fattispecie Zibidè,Ireneo,Geppo e la Marianna.
Pensavate che le cose andassero bene?Illusi!
Il primo asino è caduto quando l'Ermione ha cominciato ad annoiarsi e ha deciso che anche le api del nonno avevano il sacrosantissimo diritto di festeggiare
Ha quindi demolito a sassate le 150 arnie del nonno,privando di colpo della casa 45.973 api,che,leggermente alterate,sono piombate sui commensali.
Alla loro vista Aiace Papagnoccheri,marito dell'Armida,è fuggito alla velocità della luce (ha una vera fobia per le api)
Punto nel posteriore da 5600 api,Orestino è il nuovo detentore del record di salto del campanile.
Belva ha cercato riparo sul fico,ma il ramo ha ceduto ed ha travolto Maciste Trappoloni che non si sa perchè passava di lì.
Alla fine come Dio ha voluto le api se ne sono andati e la festa è ripresa.
Per festeggiare i nonni i nipoti hanno allestito uno spettacolo.
Zibidù,Zibidì e Zibidò si sono esibiti in una danza tribale accompagnati al tamburo da Zibidè e col canto da Taitù.
Il suono del tamburo,non si sa come,ha attirato sul posto tutte le pantegane del circondario che hanno costretto i presenti a riparare sul tetto.La nenia di Taitù ha
Mandato in frantumi tutti i vetri
Mandato in tilt gli antifurto.
Assordato pratesi,fiorentini e pistoiesi
Disintegrato tutte le campane fra S.Tobia e Firenze
Fatto fuggire i cani di Geppo.
Prima che gli astanti potessero tirare il fiato,Asmodeo e la sua band si sono esibiti in quella che doveva essere una serenata.
L'ondata di decibel ha fatto crollare il monumento ai caduti di S.Giosuè,che ha travolto il Battichiodo.
La Cesira e Teobaldo,duramente provati,avrebbero mandato tutti a casa,ma non era ancora finita:quel caposcarico di Isaia,infatti,aveva avuto la bella idea di uno spettacolo pirotecnico.Queste le conseguenze
Casa Martellacci non esiste più
Manco municipio e canonica esistono più
Il Campanile di S.Pancrazio è lesionato
Sono passate due settimane
Il Papagnoccheri non si trova.
Orestino risiede in pianta stabile sul campanile
Il QI del Trappoloni è sceso a 30.
I cani sono stati ritrovati mentre vagavano in stato confusionale sul Gennargentu.
Il Battichiodo ha dichiarato ancora guerra a S.Tobia.
I Martellacci e Ireneo sono ricoverati nella clinica Luminaris in stato catatonico.
Isaia,l'Ermione e Asmodeo sono spariti;su di loro pende un mandato di cattura internazionale e tutti pregano perchè li prendano,li incarcerino e buttino via la chiave
Unendomi alle loro preghiere,passo e chiudo




 

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Ginevra degli Almieri

Post n°1426 pubblicato il 19 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

Si narra e lo narravano anche i cantastorie,che nella Firenze medioevale la bella Ginevra fosse stata costretta a sposare un ricco mercante molto più vecchio di lei,mentre invece amava un giovane di condizione sociale inferiore alla sua.
Pochi mesi dopo a Firenze scoppiò un'epidemia di peste e Ginevra fu colta da una violentissima febbre che la ridusse in una sorta di coma (non era peste).
Credendola morta,il marito la fece portare nella cripta di una chiesa,dove di notte lei si risvegliò,completamente sfebbrata.
Ella pensò bene di tornare dal marito ma lui,affacciatosi alla finestra e credutala un fantasma,non le aprì.Si recò allora a casa dei suoi e la scena si ripetè.
Sfinita,trovò la forza di recarsi a casa del giovane che amava,e lui,senza pensarci su due volte,l'accolse in casa e la curò.
La voce di quanto accaduto si sparse in città e il marito di Ginevra citò in giudizio i due giovani,ma il podestà,sentita la storia,dichiarò che il marito di Ginevra,avendola scacciata,non aveva più alcuno diritto su di lei,come non lo aveva la sua famiglia d'origine,
Il matrimonio fu annullato e finalmente Ginevra potè sposare l'uomo che amava.

 
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Margherita Pusterla

Post n°1425 pubblicato il 19 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

Attorno all’anno del Signore 1340, allorquando l’età dei cavalieri andava volgendo al tramonto, Luchino Visconti, Signore di Milano per diritto di sangue e forza del braccio, s’innamorò della donna più bella e più nobile della città: Margherita, la cui bellezza era cantata dai menestrelli e la cui nobiltà era certificata dal cognome, essendo anch’essa una Visconti, cugina di Luchino.

Luchino era stato preso dall’amore della bella persona di Margherita nello stesso modo in cui Paolo Malatesta si era innamorato di Francesca, ovvero leggendo “un giorno per diletto di Lancillotto come amor lo strinse”? O a muoverlo era piuttosto quella lussuria che aveva spinto Uther Pendragon a ricorrere alla magia di Merlino pur di giacere con Igraine?

Queste le domande che, forse, si pose Margherita. Il Visconti era però preceduto da una pessima fama: aveva avuto una vita prodiga, intrattenendosi più coi cattivi che coi buoni, dormendo di giorno e agendo di notte. Luchino, che in vita sua ebbe innumerevoli amanti e molti figlioli, legittimi e illegittimi, aveva sposato una Spinola, vedova, essendone stato precedentemente l’amante. Rimasto vedovo aveva sposato Isabella “Fosca” Fieschi, donna bellissima e impudichissima.

Non era quindi lo spasimante migliore per Margherita, tanto più che essa era sposata a Francesco dei Pusterla, nobile milanese amico e sostenitore dei Visconti, ricco e felice più di ogni lombardo, come dicono le cronache dell’epoca. Margherita, offesa e intimorita dalle insistenti lusinghe del Signore di Milano, rivelò la cosa al marito, il quale andò su tutte le furie.

Poiché non era possibile vendicarsi apertamente del Visconti, che si circondava di sgherri armati fino ai denti e teneva nella sua corte personaggi come Mastro Impicca, un boia personale esperto di nodi e strangolamenti, dovette agire di nascosto, ricercando alleati.

La congiura contro il tiranno venne però scoperta e il Pusterla dovette abbandonare in tutta fretta Milano coi quattro figli maschi, di cui due maggiorenni, riparando ad Avignone presso la corte papale. Il Visconti tuttavia era un uomo dalla memoria lunga e se era diventato signore di Milano era anche per via di quelle che il Machiavelli avrebbe definito le “virtù” del Principe: la forza e l’astuzia.

Per le vie diplomatiche cominciò ad intrigare coi suoi emissari presso la corte pontificia, finché il Pusterla, si rese conto di quanto l’aria di Avignone si stava facendo insalubre. Veniva inoltre convinto, dalle lettere inviategli da Mastino della Scala, a riparare a Verona. Si imbarcò così su una nave pisana, diretto a Pisa dove, gli assicuravano i Rettori della città, avrebbe trovato rifugio sicuro nel viaggio verso la città scaligera.

Appena messo piede a terra la trappola preparata dal Visconti scattò inesorabile: i Pusterla vennero arrestati, con la connivenza dei governanti e l’indignazione del popolo di Pisa, che vedeva tradita la fede data. Nulla potevano però le lamentele contro la paura che del Visconti avevano i rettori della città; nulla poteva ormai impedire il viaggio di Francesco Pusterla verso il suo destino. Assieme ai figli venne decapitato nella piazza del Broletto a Milano davanti agli occhi feroci del Signore di Milano.

Secondo la leggenda Margherita sarebbe stata rinchiusa nel castello di Invorio dal Visconti, in un estremo tentativo di seduzione. Vistosi nuovamente respinto, l’avrebbe fatta murare viva nelle segrete del castello. Proprio a memoria del fatto, la via del borgo invoriese che conduce a casa Rusca, la più antica del paese, porterebbe ancora il nome di via Pusterla.
Non solo. Il fantasma della sventurata Margherita sarebbe stato visto aggirarsi, piangendo tuttora i suoi lutti attorno alla torre.

 
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No,non chiudermi ancora nel tuo abbraccio (Merini)

Post n°1424 pubblicato il 19 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

No, non chiudermi ancora nel tuo abbraccio,
atterreresti in me questa alta vena
che mi inebria dall'oggi e mi matura.
Lasciamo alzare le mie forze al sole,
lascia che mi appassioni dei miei frutti,
lasciami lentamente delirare
e poi coglimi solo e primo e sempre
nelle notti invocato e nei tuoi lacci
amorosi tu atterrami sovente
come si prende una sventata agnella.

 
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Libri dimenticati:Come in una gabbia

Post n°1423 pubblicato il 19 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

Kevin vive in un mondo tutto suo e solo Torey,la sua maestra di sostegno,riuscirà a penetrarvi e guarirlo

 
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Frase del giorno

Post n°1422 pubblicato il 19 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

Fino al giorno della morte nessuno può essere sicuro del proprio coraggio (Anouilh)

 
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