Messaggi del 21/12/2011

Che schifo!!!

Post n°1440 pubblicato il 21 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

IRENZE - Bufera sulla cooperativa agricola Il Forteto, a due passi da Vicchio, dove dagli anni Settanta vengono ospitati minori in difficoltà. Finisce in manette uno dei fondatori, si tratta di Rodolfo Fiesoli, 70 anni, di Prato, accusato di maltrattamenti e violenza sessuale. L'uomo è da stamattina al carcere di Sollicciano dopo che la struttura è stata perquisita: l'accusa è violenza sessuale e maltrattamenti. Contro di lui, che negli anni '80 era stato condannato a 2 anni per atti di libidine e maltrattamenti, ci sarebbero sette denunce e una ventina di testimonianze.

IL «PROFETA» E GLI EPISODI CONTESTATI - Tre gli episodi contestati, di cui uno su un minore, mentre la maggioranza dei casi sarebbe ormai prescritta. Per chi lo accusa Fiesoli, che si fa chiamare «il profeta» e per i fedelissimi è una specie di taumaturgo capace di fare «miracoli», avrebbe creato una specie di «fortino», quasi una «setta», all'interno del quale usava metodi educativi coercitivi, con percosse e ore fatte passare all'interno delle celle frigorifere. Nelle denunce si parlerebbe anche di abusi sessuali, «atti praticati e professati per liberare dal male i ragazzi» da un uomo che avrebbe predicato l'omosessualità e che al momento dell'arresto, oltre ad accusare un leggero malore, avrebbe ribadito di «aver fatto sempre del bene all'umanità».

 

 

Fiesoli a Ted x Firenze
Fiesoli a Ted x Firenze

LA COMUNITA' DIFENDE FIESOLI - Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti all'interno della comunità, dove vivono un centinaio di persone e che ha la sua sede a Vicchio (Firenze) nel Mugello (oggi una delle principali cooperative agricole della Toscana che vende i suoi prodotti anche in vari paesi del mondo), il settantenne imponeva la separazione tra ragazzi e ragazze e ai coniugi veniva chiesto di non aver rapporti sessuali. Accuse che vengono respinte da il Forteto che in una nota ricorda la «correttezza» in 35 anni di attività e, con «piena fiducia nella magistratura», difendono il loro fondatore, esprimendogli «piena solidarietà». Per i fedelissimi di Fiesoli «i ragazzi rifiorivano» mentre per chi ora lo accusa, magari a distanza di anni dagli abusi, spiega che ogni sera c'erano riunioni obbligatorie durante le quali «veniva fatto un lavaggio del cervello».

 

LA PAURA DI PERDERE IL «POSTO» - Qualcuno di loro avrebbe spiegato di non aver mai denunciato prima quanto succedeva per «paura», ma anche per il timore di perdere «il posto»: nella cooperativa lavora un centinaio di persone metà delle quali risiedono in comunità. Fiesoli, «un affascinatore», avrebbe approfittato delle personalità più deboli, si dice nelle denunce, che venivano indotti al «distacco totale dalle famiglie». E proprio il padre di uno di questi ragazzi, nella primavera scorsa, avrebbe denunciato il cambiamento dell'atteggiamento del figlio dopo l'ingresso a Il Forteto. Da qui l'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giuliano Gianbartolomei. Domani Fiesoli incontrerà in carcere il suo difensore, l'avvocato Lorenzo Zilletti.

LA STORIA E LA VECCHIA SENTENZA - Vita comune, cassa comune, mezzi e responsabilità in comune. E i campi del Mugello da coltivare. La comunità e cooperativa agricola Il Forteto viene fondata nell'agosto del 1977 da un gruppo di giovani operai di Prato e Calenzano, una quarantina di ragazzi che si riunivano in parrocchia. Più controversa la vicenda della comunità, che negli anni ha accolto un buon numero di minori in difficoltà. Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi, due fondatori, furono arrestati all'inizio degli anni '80 con l'accusa di aver compiuto violenze sessuali a Il Forteto: rilasciati e rinviati a giudizio, furono condannati nel 1985 dalla Corte d'Appello di Firenze per maltrattamenti e atti di libidine. La Cassazione respinse il ricorso presentato da Fiesoli e Goffredi nel maggio dello stesso anno. Nel 2000 una sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato l'Italia per l'affidamento a Il Forteto di due bambini, figli di italiani emigrati in Belgio, comminando una multa di 200 milioni di lire come risarcimento dei danni morali per trattamenti giudicati non conformi alla Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell'Uomo. Nel 2002 l'eurodeputata di An Cristina Muscardini presentò un'interrogazione alla Commissione chiedendo «l'allontanamento immediato di tutti i minori presenti nella struttura e la cancellazione de Il Forteto quale centro di riferimento per la commissione per l'infanzia». Nella circostanza, la Commissione si dichiarò non competente. Dal 2009 il Tribunale di Firenze non ha più affidato nessun minore alla comunità.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Un bidello si ribella

Post n°1439 pubblicato il 21 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

Eh sì cari lettori:anche i bidelli,se gramevemente e ripetutamente provocati,nel loro piccolo si alterano!Ne sa qualcosa la prof di francese Enrichetta Menabò che recentemente si è attirata addosso l'ira funesta del bidello Gennariello Sanfebiccio,da poco assunto nella nostra scuola media.
Come sono andate le cose?Un attimo di pazienza e ve lo racconto.
LUNEDI'-Gennariello in cima a una scala stava cambiando una lampadina in sala insegnanti.Alla vista della scala la Menabò,superstiziosissima,ha cacciato un urlo ed ha imposto al Sanfebiccio di levare immediatamente di lì quella roba.
Il poveraccio ha tentato di spiegarle che aveva bisogno della scala per cambiare la lampadina ma si è ritrovato con un cestino della carta straccia ficcato in testa
MARTEDI'- Gennariello aveva appena passato lo straccio in corridoio quando,inerpicata su tacchi stratosferici,è arrivata la Menabò.
Un secondo dopo la prof è caduta rovinosamente battendo una sederata terrificante.
Sanfebiccio ha tentato disperatamente di controllarsi,ma è scoppiato in una risata omerica che ha contagiato tutti quanti.
E' ancora vivo perchè da giovane èstato campione campano dei 400 metri.
MERCOLEDI'- La menabò è rimasta chiusa in ascensore e ne è uscita dopo tre ore (i pompieri erano impegnati nel torneo di calcetto che li vedeva impegnati contro i colleghi fiorentini).
Quando è stata liberata se l'è rifatta col Sanfebiccio,accusandolo di volere la sua morte e il pover'uomo ha pernottato sull'unico lampione di S.Tobia (per la cronaca,grandinava)
GIOVEDI'- In classe c'era un grosso ragno,animale di cui la Menabò ha una paura fottuta.
Il Sanfebiccio si è offerto di catturarlo,ma per una manovra errata la bestiaccia è finita in mezzo ai riccioli della prof,scomparendovi.
La Menabò è svenuta e Gennariello ne ha approfittato per eclissarsi alla velocità della luce.
VENERDI'- La macchinetta distributrice di caffè era guasta e Gennariello la stava aggiustando..o meglio ci provava,perchè la Menabò lo rincretiniva di consigli e critiche.
E' finita che Sanfebiccio ha fatto esplodere la macchinetta e la Menabò,in crisi di astinenza da caffeina,lo ha semiscotennato a morsi.
SABATO- Sanfebiccio è arrivato a una conclusione:o ucicdeva la Menabò o diventava matto.
L'ha quindi attesa fuori casa,presa a fagotto e ha tentato di affogarla nella concimaia di Teobaldo.
Cuccurullo è arrivato appena in tempo.
Dopo una furibonda lotta il criminale è stato arrestato.
Sono passate due settimane.
La Menabò non ha imparato la lezione e sta facendo impazzire il poveraccio che ha preso il posto di Sanfebiccio.A meno che non sia candidato alla santità o al martirio,prevedo che anche lui attenterà molto presto alla vita dell'Enrichetta.
Gennariello ,riconosciuto seminfermo di mente,sta nel manicomio criminale di Montelupo.
Passa il tempo a lavorare deliziose bamboline di creta molto somiglianti alla Menabò, che poi schiaccia sotto i peidi imprecando in napoletano stretto. Mentre lo fa ridacchia sadicamente.
E mentre lui si diverte io passo e chiudo




 

Tornare in alto

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Le streghe

Post n°1438 pubblicato il 21 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

LA STREGONERIA
Storia, personaggi, curiosità
dalle origini fino a oggi

 

I popoli dell'Italia antica avevano rituali magici abbastanza semplici, fatti per il benessere del popolo, per ottenere buoni raccolti, far vivere a lungo in pace e prosperità i regnanti ed i loro sudditi. Come per i Greci la Tessaglia era terra di streghe, così era noto che l'Etruria era la terra degli indovini e la Marsica degli stregoni. 
Anche i Romani ebbero per secoli soprattutto una magia per lo stato, prima che entrassero in contatto con la stregoneria orientale.
Il termine latino magus derivava dalla parola greca e si trova, per la prima volta, attorno al I secolo avanti Cristo. Nel periodo antecedente sembra che la magia e la stregoneria come la intendiamo noi fossero ignote, ma si sa con certezza dell'uso di rituali malefici, perché ne parlava la cosiddetta "Legge dei Decemviri delle Dodici Tavole" fatta per separare il diritto civile da quello religioso. Di questa legge non abbiamo il testo completo, ma conosciamo ampi stralci da citazioni fatte da vari autori. Seneca, Plinio il Vecchio e Servio parlano delle pene per coloro che dicevano il "malum carmen" contro i raccolti, cioè incantesimi atti a distruggere il raccolto del vicino a favore del proprio. La legge non puniva la magia di per se stessa, ma il suo uso per ledere i diritti altrui.
In particolare Plinio, che nel XXX libro della sua Storia Naturale mise una breve storia della magia, raccontò la disavventura di un certo G. Furio Crisimo, un liberto (cioè uno schiavo liberato) portato in giudizio dai vicini, perché di anno in anno i suoi raccolti si facevano sempre più abbondanti, mentre i loro diventavano sempre più miseri. I vicini, pensando che c'entrasse qualche formula magica, lo denunciarono. Al processo l'uomo si difese, spiegando che i suoi abbondanti raccolti erano dovuti a "tante notti di lavoro, veglie e sudori", non alla magia. Per sua fortuna gli credettero e fu assolto. Quindi, anche in questo caso, la legge si occupava di magie in qualche modo "pubbliche", che riguardavano i raccolti, non le persone.
Solo nell'81 a. C. fu promulgata una legge specifica contro la magia: la "Lex Cornelia de sicariis et veneficiis", che prese il nome da Lucio Cornelio Silla. Si cercava così di porre rimedio a una situazione molto problematica: le pratiche di bassa magia, portate a Roma dai popoli conquistati, avevano avuto un successo spropositato. Aveva destato un enorme scandalo un caso, appena avvenuto, di un gruppo di insospettabili matrone, alcune delle quali erano da poco rimaste vedove, scoperte a bollire alcuni misteriosi liquidi; essendosi rifiutate di rivelarne la natura e l'uso che stavano per farne, furono costrette a berli: morirono tutte avvelenate. La legge proibì le pratiche magiche in genere, l'avvelenamento, l'aborto e l'assassinio per stregoneria, condannando i colpevoli alla crocifissione o a finire nell'anfiteatro con i leoni a divertimento del popolino.

 

Nell'immagine a lato,
"Diana al bagno" di François Boucher (1703–1770). Da notare il diadema con la mezzaluna tra i capelli della dea, che in seguito divenne simbolo di stregoneria

 

Da allora abbiamo numerose testimonianze letterarie su riti magici; infatti quasi tutti gli scrittori parlano di magia o di stregoneria, alcuni dimostrando di conoscere fin troppo bene l'argomento. Cicerone definisce i maghi come "preti persiani", senza connetterli a pratiche occulte; ma cita anche non ben identificati "notturni riti di donne", lasciando intendere che non si tratta affatto di cose lecite, come quelle che i sacerdoti compiono davanti a tutti, alla luce del sole, secondo il decreto del popolo. Catullo spiega che le doti magiche innate derivano dal tipo di nascita: un incesto tra madre e figlio, teoria sostenuta anche da Euripide, Strabone e Diogene Laerzio. E' Virgilio, nella VIII delle Bucoliche, il primo a collegare la parola "mago" ad un vero e proprio rito di magia simpatica, in cui la donna innamorata ed abbandonata cerca di riportare a sé l'amante con tre bende strette da tre nodi. Tibullo e Properzio parlano di magia nera; Seneca, nella sua Medea, ci presenta la maga mentre "sminuzza le erbe micidiali, spreme la bava velenosa dei serpenti, vi mescola uccelli sinistri, il cuore di un tetro gufo, le viscere di stridula strige sventrata viva". Manipolando questi ingredienti, borbotta incantesimi che fanno tremare il mondo.
Anche Ovidio, nei Fasti, parla delle striges, donne-uccello originarie della Marsica, che dissanguano i bambini, dopo averli aggrediti nelle culle. La sua Dipsade, una vecchiaccia maligna, orrida e imbrogliona, che evoca spiriti ed ama tramutarsi in corvo, è la figura più "stregonesca" tra quelle viste fino ad ora.

Il più informato sulla magia nera è però Orazio, cui spetta il dubbio merito di aver creato, con Canidia, lo stereotipo letterario della strega che in seguito sarebbe diventata la preda preferita dell'Inquisizione: una vecchia brutta, malvagia, sessualmente assatanata, manipolatrice di veleni e di sostanze disgustose, assassina e perversa. Nella VIII delle sue Satire narra di un rituale fatto da due streghe, Canidia e Sagana, con due pupazzi, uno di lana e uno di cera.
Per richiamare gli spiriti infernali, le due donne sbranano a morsi un'agnella bruna, versandone il sangue in una fossa. Il rituale si svolge sull'Esquilino, appena fatto ripulire e sistemare a giardino da Mecenate; il luogo è stato scelto in quanto ex-cimitero plebeo. Canidia e Sagana evocano Ecate e Tesifone, facendo comparire serpenti e cagne infernali, uno spettacolo tanto spaventoso che perfino la luna cerca di nascondersi dietro i grandi sepolcri per evitare di assistere a tali orrori.
Canidia, in una precedente opera di Orazio, gli Epodi, veniva accusata di aver mescolato erbe magiche a sangue di vipera per offrire il cibo nefasto al poeta; raffigurata con un aspetto disgustoso, con le chiome attorte da viperette, con la sua amica Sagana e altre streghe si appresta a uccidere per fame un bambino, allo scopo di procurarsi parti del suo cadavere per farne potenti filtri d'amore. Apuleio, nelle Metamorfosi, descrive il laboratorio della strega Panfila, lugubre soffitta aperta ai quattro venti, dove fanno bella mostra di sé pezzi di corpi sottratti alla sepoltura, fiale contenenti il sangue di giustiziati, placche metalliche sulle quali sono incisi alfabeti sconosciuti, incensi, erbe, profumi ed unguenti che la trasformano in animale. Lucio, il protagonista, prova un unguento; ma invece di trasformarsi in un uccello e provare l'ebbrezza del volo, diventa un asino ed è costretto a subire mille traversie prima di essere liberato e diventare un iniziato al culto di Iside.

 

Gli imperatori che si successero sul trono dell'Impero Romano passarono dall'amore sviscerato per la magia a un cauto interesse, dall'aperta derisione allo scetticismo, fino a un atteggiamento estremamente intollerante. Ma i veri problemi, per i maghi e gli stregoni, cominciarono quando il Cristianesimo fu imposto come unica religione ufficiale da Teodosio; insieme ai culti pagani, ai sacrifici agli dei, all'ingresso nei templi, furono proibite anche la divinazione, la necromanzia e la magia.
Diffuso in tutto l'Impero a norma di legge, il Cristianesimo dovette fare i conti con le divinità, i riti e le usanze locali, in particolare nelle aree rurali, dove credenze popolari e tradizioni magiche esistevano da secoli. Nessuna legge, per quanto severa e restrittiva, può abolire di colpo tradizioni consolidate, per cui i contadini non trovavano affatto strano recarsi alla messa domenicale e, sul sagrato, girarsi e fare un inchino al dio Mithra; e contemporaneamente pregare Cristo ed erigere piccoli altari di legno con idoli di pietra nelle campagne, per favorire buoni raccolti, e ai crocicchi, per proteggere dai pericoli i viandanti. La Chiesa, costretta a venire a patti con questa sgradita, ma innegabile realtà, corse ai ripari canonizzando molte divinità pagane, allungando a dismisura la lista dei santi. La gente del popolo considerava il Cristianesimo un miscuglio di religione e magia, cosa che si rivelava nelle festività, dove Dio, Gesù, la Madonna, antichi dei e santi ricevevano democraticamente ciascuno il proprio culto.

Nell'Europa del primo Medioevo, contrariamente all'opinione comune, il problema della stregoneria non era particolarmente sentito. C'erano da risolvere problemi più urgenti, tra i quali le eresie interne al Cristianesimo, i legami tra Chiesa, papato e governo secolare, l'eliminazione del paganesimo da tutte le aree dell'Europa.
Sulle streghe si era espresso chiaramente sant'Agostino, che nel De vera religione aveva affermato che credere nella stregoneria era una forma di superstizione puerile; la superbia e la vana curiosità spingevano streghe e stregoni verso l'errore e impedivano loro di vedere la verità. Erano quindi dei poveri sciocchi, e come tali dovevano essere compatiti, in attesa del loro ravvedimento.
In seguito, la sua opinione fu ratificata dal Canon Episcopi, che analizzava un'antica credenza, quella della "Compagnia di Diana", una congrega composta da donne che la notte volavano su demoni trasformati in bestie alate, per recarsi a riunioni con altre donne  seguaci di Diana, Herodiana o Erodiade (la madre di Salomè, che aveva chiesto la testa di san Giovanni Battista, tramutata da un'oscura leggenda in regina delle streghe).

Nell'immagine a lato,
"Salomè" di Gustave Moreau (1826–1898)

 

Il Canone le definì delle poverette, vittime di illusioni diaboliche; dar loro credito voleva dire cadere nello stesso errore, favorendo la sopravvivenza dei loro culti, per cui il compito dei sacerdoti doveva essere quello di aiutarle a pentirsi e ravvedersi.
Il famoso vescovo Burcardo di Worms scrisse che nessuno poteva essere tanto sciocco da credere che le cose che le streghe immaginavano di fare e vedere durante le loro riunioni fossero autentiche; anzi, chi ci credeva doveva espiare le proprie colpe, perché commetteva un peccato anche solo nel pensare che ci fosse un potere diverso da quello di Dio. L'arcivescovo di Chartres, Giovanni di Salisbury, disse che "il miglior rimedio contro la stregoneria è il rifugiarsi nella fede, senza dare ascolto a queste menzogne e senza far caso a così lamentevoli follie".

Ma i tempi, purtroppo, stavano cambiando. Il Canone e altre leggi similari furono inseriti nel "Decreto di Graziano", un'importante raccolta di leggi ecclesiastiche compilata dal monaco Graziano di Camaldoli tra il 1140 ed il 1150; nella seconda parte dell'opera egli mise tutti i testi di condanna alla stregoneria e tutte le decisioni prese nei vari Concili contro maghi e streghe, come il vietare la comunione sul letto di morte a coloro che avevano ucciso mediante magia nera, oltre alle varie penitenze riservate a streghe, stregoni e procuratrici di aborto; tutti questi se l'erano spesso cavata con piccole multe o lunghi periodi di digiuno a pane e acqua. Graziano sostenne che le credenze e le pratiche magiche non erano innocue superstizioni, ma deviazioni dalla fede, che la Chiesa doveva impegnarsi ad estirpare assolutamente, in ogni modo. Pochi decenni dopo, l'estendersi dell'eresia albigese avrebbe portato alla cancellazione dell'atteggiamento moderato auspicato dal Canone e messo le basi per le stragi dell'Inquisizione.

 

Prima di parlare della lotta dell'Inquisizione contro la stregoneria, facciamo un po' di chiarezza nei termini abitualmente impiegati per definire coloro che se ne occupano. La nostra parola "Strega" deriva dal latino strix, strige; indicava un uccello dall'aspetto orrendo, con artigli taglienti, becco affilato a forma di uncino e seni simili a quelli femminili, contenenti una sostanza velenosa che i mostri davano ai neonati per ucciderli. Una variante del loro comportamento, che abbiamo citato parlando di Ovidio, era di succhiare il sangue dei bambini.
"Lamia" deriva invece dalla mitologia greca; si rifà al mito di Lamia, una bellissima fanciulla, la cui avvenenza destò l'interesse di Zeus, che le diede molti figli. Questo provocò in Hera, legittima consorte di Zeus, una gelosia furiosa: ella uccise tutti i figli di Lamia e la tramutò in un mostro con testa di donna e coda di serpente. La poveretta, folle di dolore, si mise a girare per il paese, uccidendo e divorando tutti i bambini che trovava da soli. Presero quindi il nome di Lamie le temutissime streghe che rapivano i bambini per cuocerli e mangiarseli.
"Masca" viene dal longobardo "maska", che indicava uno spirito del regno dei morti, impegnato in una strenua lotta per tornare nel mondo dei vivi. Divenne poi sinonimo di strega. Per altri deriverebbe dalla maschera che copriva il volto degli officianti durante le cerimonie sacre. Per altri ancora dall'antico provenzale mascar, che significava biascicare, borbottare, nel senso di borbottare incantesimi.
Il termine francese "Sorcier" derivava invece da sortilegus, leggere le sorti; si riferiva quindi a coloro che facevano divinazioni. Gli attuali termini inglesi "Wizard" e "Witch", mago e strega, derivano dal sassone "wicca", che indicava una persona saggia, sapiente; sono forse i termini più completi e più vicini a quello che dovrebbe essere un mago. Il tedesco "Hexer" ha, come in inglese, il significato di sapienza. Maga e mago dovrebbero essere usati solo per il livello più elevato, cioè per chi usa l'Alta Magia Cerimoniale.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Il mio passato (Merini)

Post n°1437 pubblicato il 21 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

pesso ripeto sottovoce
che si deve vivere di ricordi solo
quando mi sono rimasti pochi giorni.
Quello che e' passato
e' come se non ci fosse mai stato.
Il passato e' un laccio che
stringe la gola alla mia mente
e toglie energie per affrontare il mio presente.
Il passato e' solo fumo
di chi non ha vissuto.
Quello che ho gia' visto
non conta pi niente.
Il passato ed il futuro
non sono realta' ma solo effimere illusioni.
Devo liberarmi del tempo
e vivere il presente giacche' non esiste altro tempo
che questo meraviglioso istante.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Urbain Grandier

Post n°1436 pubblicato il 21 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

Urbain Grandier (1590 in Bouère, Mayenne – 18 August 1634 in Loudun) was a French Catholic priest who was burned at the stake after being convicted of witchcraft, following the events of the so-called "Loudun Possessions." The circumstances of Father Grandier's trial and execution have attracted the attention of writers Alexandre Dumas, père and Aldous Huxley, as well as historian Jules Michelet and various scholars of European witchcraft. Most modern commentators have concluded that Grandier was the victim of a politically-motivated persecution led by the powerful Cardinal Richelieu.


Life

Grandier served as priest in the church of Sainte Croix in Loudun, in the Diocese of Poitiers. Ignoring his vow of celibacy, he is known to have had sexual relationships with a number of women and to have acquired a reputation as a philanderer. In 1632, a group of nuns from the local Ursuline convent accused him of having bewitched them, sending the demon Asmodai, among others, to commit evil and impudent acts with them. Modern commentators on the case, such as the author Aldous Huxley, have argued that the accusations began after Grandier refused to become the spiritual director of the convent, unaware that the Mother Superior, Sister Jeanne of the Angels, had become obsessed with him, having seen him from afar and heard of his sexual exploits. According to Huxley, Sister Jeanne, enraged by his rejection, instead invited Canon Mignon, an enemy of Grandier, to become the director. Jeanne then accused Grandier of using black magic to seduce her. The other nuns gradually began to make similar accusations. Grandier was arrested, interrogated and tried by an ecclesiastical tribunal, which acquitted him.

Grandier, however, had gained the enmity of the powerful Cardinal Richelieu, the chief minister of France, after a public verbal attack against him. Grandier had also written and published scathing criticisms of Richelieu. Richelieu ordered a new trial, conducted by his special envoy Jean de Laubardemont, a relative of the Mother Superior of the convent of Loudun. Grandier was rearrested at Angers and the possibility of appealing to the Parlement of Paris was denied to him. Interrogated for a second time, the nuns (including the Mother Superior) did not renew their accusations, but this did not affect the predetermined outcome of the trial. After torturing Father Grandier, the judges (clerics Lactance, Laubardemont, Surin and Tranquille) introduced documents purportedly signed by Grandier and several demons as evidence that he had made a diabolical pact. It is unknown if Grandier wrote or signed the pacts under duress, or if they were entirely forged.

Grandier was found guilty and sentenced to death. The judges who condemned Grandier ordered that he be put to the "extraordinary question", a form of torture which was usually, but not immediately, fatal, and was therefore only administered to victims who were to be executed immediately afterwards. Despite torture, Grandier never confessed to witchcraft. He was burned alive at the stake.

Many theories exist as to the cause of the Loudun "possessions". One of the most likely explanations is that the whole affair was a hoax orchestrated by Richelieu. Huxley in his book The Devils of Loudun (1952) and in the Ken Russell film version of the Huxley book (1971) alleged that the initial accusations against Grandier by the nuns of the convent of Loudun were part of a case of collective hysteria.

[edit] Diabolical pact
Pact in Backwards Latin

One of the documents introduced as evidence during Grandier's second trial is a diabolical pact written in Latin and apparently signed by Grandier. Another, which looks illegible, is written backwards, in Latin with scribal abbreviation, and has since been published and translated in a number of books on witchcraft. This document also carries many strange symbols, and was "signed" by several demons with their seals, as well as by Satan himself. Deciphered and translated to English, it reads:

We, the influential Lucifer, the young Satan, Beelzebub, Leviathan, Elimi,
and Astaroth, together with others, have today accepted the covenant pact
of Urbain Grandier, who is ours. And him do we promise
the love of women, the flower of virgins, the respect of monarchs, honors, lusts and powers.
He will go whoring three days long; the carousal will be dear to him. He offers us once
in the year a seal of blood, under the feet he will trample the holy things of the church and
he will ask us many questions; with this pact he will live twenty years happy
on the earth of men, and will later join us to sin against God.
Bound in hell, in the council of demons.
Lucifer Beelzebub Satan
Astaroth Leviathan Elimi
The seals placed the Devil, the master, and the demons, princes of the lord.
Baalberith, writer.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Libri dimenticati:I diavoli di Loudun

Post n°1435 pubblicato il 21 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

Fatto vero ricostruito da Huxley.Da leggere

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Frase del giorno

Post n°1434 pubblicato il 21 Dicembre 2011 da odette.teresa1958

Le azioni decisive della nostra vita sono il più delle volte azioni avventate (Gide)

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

Archivio messaggi

 
 << Dicembre 2011 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 4
 

Ultime visite al Blog

giovirocSOCRATE85comagiusdott.marino.parodisgnudidavidamoreeva0012lutorrelliDUCEtipregotornacrescenzopinadiamond770cdilas0RosaDiMaggioSpinosamaurinofitnessAppaliumador
 

Ultimi commenti

Ciao, serena serata
Inviato da: RicamiAmo
il 01/08/2014 alle 18:11
 
Ciao per passare le tue vacanze vi consigliamo Lampedusa...
Inviato da: Dolce.pa44
il 26/07/2014 alle 18:22
 
Buon pomeriggio.Tiziana
Inviato da: do_re_mi0
il 23/04/2014 alle 18:01
 
i gatti sono proprio così.:)
Inviato da: odio_via_col_vento
il 14/04/2014 alle 20:57
 
questi versi sono tanto struggenti quanto veritieri. Ciao e...
Inviato da: Krielle
il 23/03/2014 alle 04:38
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963