Messaggi del 07/01/2012

Uno stilista a S.Tobia

Post n°1564 pubblicato il 07 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Ci speravate eh? Invece no,Isaia è tornato anche se aveva giurato e spergiurato che l'ingrata patria non avrebbe avuto le sue ossa!
Stavolta il nostro si è scoperto stilista e,diplomatosi per corrispondenza a un corso per stilisti in Burundi,ha aperto un atelier a S.Tobia, con risultati catastrofici che più catastrofici non si poteva.
Ne volete la prova?Leggete un po'!
LUNEDI'- La Fidalma adora i jeans ma il caldo estivo le rende un po' difficile indossarli.Da bravo fratello Isaia ha risolto il suo problema creando i jeans trasparenti che,come sostiene l'orgoglioso inventore,"svelano TUTTO ma proprio TUTTO di te!"
Per azzeccarci ci ha azzeccato ,nulla da dire.Il problema è che le grazie della Fidalma,valorizzate all'estremo,hanno provocato incidenti stradali a ripetizione,mandando in tilt il traffico
Quando Geremia ha visto la moglie è stato vittima di uno sturbo.
MARTEDI'- Isaia ha inventato l'abito da sera in carta igienica stampata.
Pandora Strombazzoni-Bon ne ha acquistato uno giallo canarino con una scollatura vertiginosa da sfoggiare al gran gala dei giallisti che ogni anno si tiene a Forlimpopoli.
La manifestazione si teneva all'aperto e disgrazia ha voluto che improvvisamente si sia scatenato un furioso nubifragio estivo.In due secondi due la Pandora si è ritrovata nuda bruca e tutta colorata di giallo.
Per lo choc ha perso la favella
MERCOLEDI'- Per Isaia il must è il collo di pelliccia di gallinaccio rampino,
L'unico problema è che un po' difficile avvolgersi al collo un uccellaccio vivo e per nulla disposto a collaborare.
Ne sa qualcosa la Strascicotti,semiscotennata a beccate.
GIOVEDI'- Per le adolescenti Isaia ha creato un economico ed originale costume da bagno fatto di sacchi della spazzatura riciclati.
La Giuditta è stata denunciata per inquinamento ambientale.
VENERDI'- Isaia ha inventato la cravatta commestibile al sapore di zucchero filato.
Teobaldo se l'è messa per andare al funerale dello zio e senza sapere chi ringraziare si è ritrovato oggetto del desiderio di tutte le pantegane del circondario,che hanno invaso il cimitero.
Solo un bagno collettivo nella fontana ha salvato i presenti,che hanno tentato in massa di affogare l'incolpevole Teobaldo.
SABATO- Pensa che ti ripenso,Isaia ha concluso che se restava a S.Tobia non avrebbe mai potuto diventare uno stlista di grido,quindi è partito alla volta di Parigi
I paesani hanno festeggiato con uno spettacolo pirotecnico.
Sono passate due settimane.
La Fidalma prima che il marito rinvenisse ha lasciato S.Tobia.Geremia armato di fiamma ossidrica la sta cercando in lungo e in largo.
La Strombazzoni-Bon è ancora tutta gialla.E' ricoverata nella clinica Luminaris e quando vede lo Sperandio grida:"Mi è semblato di vedele un gatto!E' velo,è velo è un blutto gattaccio nelo!"
Dipendenti e pazienti si mandano a male dal ridere e lo Sperandio è sull'orlo dell'esaurimento.
La Strascicotti passa il tempo a trapassare con lunghissimi spilloni una bambolina di cera somigliante a Isaia.
Teobaldo e la Giuditta stanno ancora discutendo il modo migliore per levar dal mondo il rispettivo figlio e zio.
L'artefice di tanto scompiglio è stato cacciato a furor di popolo da Pargi,Sarkozy ha firmato un decreto d'urgenza che gli impedisce di rimettere piede in Francia per i prossimi 250 anni.
Tornato in Burundi,pare che abbia detto (per centomillesima volta) che l'ingrata patria non avrà le sue ossa.
Noi francamente ce ne infischiamo e aspettiamo il prossimo cataclisma

 
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Scrittrici dimenticate:Colette Rosselli

Post n°1563 pubblicato il 07 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Colette Cacciapuoti Rosselli (Losanna, 25 maggio 1911Roma, 9 marzo 1996) è stata una scrittrice, illustratrice e pittrice italiana.

Biografia 

Di madre inglese e di padre italiano, Colette Rosselli è stata una delle poche illustratrici italiane ad occuparsi di libri per l'infanzia.

I primi libri, Il primo libro di Susanna e Il secondo libro di Susanna pubblicati sotto lo pseudonimo Nicoletta durante la seconda guerra mondiale, vengono scritti e illustrati per la figlia. Per Mondadori pubblica in seguito altri volumi, tra i quali ricordiamo Prime rime, Collolungo, Questa è Margherita e Il Cavaliere Dodipetto. Illustra inoltre alcune edizioni dei primi anni cinquanta di libri di fiabe e narrativa. Nel 1951 collabora in questa veste con Franca Valeri, illustrando Il diario della signorina Snob, stampato originalmente per Mondadori e recentemente riedito da Lindau.

Nello stesso periodo collabora quale illustratrice a vari quotidiani e riviste internazionali, tra cui Vogue, Harper's Bazaar, New Yorker e altri.

Stanca di essere l'illustratrice più sottopagata[1], negli anni sessanta cessa l'attività di illustratrice per l'infanzia abbandonando la Mondadori in favore di altri editori per i quali scriverà soprattutto libri di galateo e di memorie.

Libri di memorie autobiografiche sono così Ma non troppo (1986), una serie di "ritratti" letterari di personaggi più o meno celebri; Case di randagia (1989), in cui traccia la propria esistenza ricordando le case in cui è vissuta, e l'ultimo C'era una volta il galateo (1996), che parte ricordando i libri di galateo posseduti per poi ricordare comportamenti tenuti in varie occasioni da persone da lei conosciute e frequentate.

A partire dagli anni settanta, all'attività di scrittrice e illustratrice affianca così quella di pittrice partecipando a numerose mostre.

Dopo una lunga relazione iniziata negli anni cinquanta, nel 1974 sposa Indro Montanelli in seconde nozze. Il cognome Rosselli infatti le rimase dalle prime nozze con Raffaello Rosselli, cugino dei perseguitati Carlo e Nello, dal quale si era separata nel 1940.

Nel gennaio 1996 viene colpita da un ictus, in seguito al quale muore il 9 marzo successivo nella sua casa romana a piazza Navona[2].

Donna Letizia [modifica]

A metà anni cinquanta erano divenute di moda le rubriche di galateo tenute da redattrici con nomi altisonanti. Arnoldo Mondadori propone così a Colette Rosselli di tenere a sua volta una rubrica di bon ton sul settimanale Grazia, ma lei di nomi contenenti titoli nobiliari non ne vuole sapere e inventa così lo pseudonimo di Donna Letizia[3]. Con questo pseudonimo tenne a lungo una popolare rubrica intitolata Il saper vivere prima su Grazia e in seguito, a partire dal 1978[4], sul settimanale Gente.

Qui Colette rispondeva alle domande riguardanti questioni di galateo e buone maniere, con humour e pungente ironia, per dispensare quelle buone maniere che l'Italia del boom economico le chiedeva attraverso lettere indirizzate alla sua rubrica, trovandosi improvvisamente a dover fare i conti con l'etichetta, avendo ospiti blasonati e figli da istruire.

Nel 1960 esce il primo libro ispirato alla rubrica Il saper vivere di Donna Letizia (Arnoldo Mondadori Editore), di cui disegnò anche le spiritose illustrazioni. Un vero e proprio Manuale di galateo che raccoglie una vasta gamma di consigli, dall'educazione dei figli a come comportarsi in società. Il libro viene ristampato per tutti gli anni successivi e una nuova versione, aggiornata e riveduta, Il nuovo saper vivere di Donna Letizia (Arnoldo Mondadori Editore), venne dato alle stampe trent'anni dopo la prima edizione, nel 1990.

Nel 1981 Colette Rosselli raccoglie il meglio di venticinque anni di lettere indirizzate a Donna Letizia nel libro, pubblicato da Rusconi Editore, Cara Donna Letizia... Venticinque anni in confidenza, dove mette a confronto epistole che trattano temi similari nel corso degli anni, evidenziando così il contrasto tra il "prima" e il "dopo" rivoluzione sessuale.

Nel 1984, Colette Rosselli decide di "far morire" il personaggio di Donna Letizia, soprattutto perché i tempi erano troppo cambiati e non c'era più spazio per il suo personaggio nella società degli anni ottanta

 
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Scrittrici dimenticate:Wanda Bontà

Post n°1562 pubblicato il 07 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Wanda Bontà (Milano, 25 giugno 1902Milano, 1986) è stata una scrittrice e giornalista italiana.

Biografia 

Wanda Bontà, rimasta orfana in giovane età, fu ospite di pensionati religiosi e laici per ragazze che lavoravano. Conseguita la licenza magistrale, diede dapprima lezioni private nel ruolo di assistente presso alcune colonie milanesi di periferia. Ebbe poi diversi impieghi (in particolare, aveva studiato da sé la stenografia), mentre la sera si dilettava a scrivere novelle e romanzi. Benché avesse iniziato tale attività ancora diciassettenne, non le fu facile trovare un editore, fino a quando nel 1927 la Libreria Editrice Milanese pubblicò il suo primo romanzo, La fatica di vivere, che per la sua delicata sensibilità riscosse un ampio successo di pubblico e di critica. L'autrice vi seppe fondere una ricca fantasia letteraria con le proprie esperienze di vita e di lavoro, dolorose e sofferte. Grazie alla popolarità così acquisita, poté dedicarsi in seguito esclusivamente alla narrativa, soprattutto rosa, e al giornalismo, collaborando con numerose riviste femminili. La sua iscrizione all'ordine dei giornalisti risulta datata 28 aprile 1937, ma già dal marzo di quell'anno figura come direttrice della nota rivista per ragazzi Intrepido. Nel 1938 esce il suo romanzo più noto, Signorinette, che conobbe anche una trasposizione cinematografica nel 1942, con la regia di Luigi Zampa (un film divenuto oggi ormai introvabile). Signorinette, considerato una sorta di Piccole donne italiano, vendette 50.000 copie in un solo anno. Dopo la guerra, Wanda Bontà cominciò a lavorare per i settimanali a grande tiratura Grand Hotel e Intimità, della Casa editrice Cino Del Duca. Sul primo tenne anche una fitta rubrica di piccola posta, intitolata Filo d'oro, che fu molto seguita dalle lettrici.

Wanda Bontà rimane tra le più prolifiche autrici di opere principalmente rivolte al pubblico femminile, ma non trascurò il mondo dei ragazzi. Pubblicò per esempio racconti a puntate e novelle su Il Monello e su Intrepido (prima Casa Editrice Moderna, poi Universo, Milano). Nei suoi scritti, sempre caldi e pieni di sentimento, un intreccio vario e interessante si trova unito ad un'analisi psicologica penetrante, ad un intuito profondo dell'animo umano. Vi è facile reperire un'impronta di vita reale vissuta, insieme ad una conoscenza profonda della personalità femminile, dall'adolescenza alla maturità.

 
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Scrittrici dimenticate:Neera

Post n°1561 pubblicato il 07 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Anna Radius Zuccari, scrittrice milanese che, con lo pseudonimo oraziano di Neera pubblicò saggi, novelle e romanzi, tradotti anche in francese, tedesco ed inglese dagli stessi traduttori di D’Annunzio e di Fogazzaro, in vita fu una scrittrice molto amata, annoverata, insieme a Matilde Serao e a Grazia Deledda, fra le più note dell’epoca, lodata persino da Benedetto Croce che, per la lucida analisi della condizione femminile, sorprendentemente moderna in molti aspetti, e per la sua carica di umanità, così si espresse: Quant’abbondanza di pensieri e di affetti nei libri di Neera: a lei bastava aprire le chiuse dell’anima perché ne prorompesse un’onda copiosa e calda…sentiva e meditava come respirava e scriveva allo stesso modo, senza sforzo.
Nata a Milano nel 1846, Neera trascorse lunghi periodi felici a Caravaggio (paese del bergamasco dove vivevano i nonni materni chiamato affettuosamente Caro-viaggio e sempre ricordato ed amorevolmente descritto nelle sue opere) poiché qui la madre, donna bellissima ritratta anche dal pittore Giovanni Moriggia, trovava il giovamento negato a Milano per la sua salute cagionevole.
Neera dimostrò fin da bambina poca propensione allo studio ed insofferenza alla scuola, il cui insegnamento da adulta poi mise in discussione in modo critico, ma profonda sensibilità e fervida immaginazione.
Ben presto, a causa della prematura morte della madre, e del tracollo finanziario della famiglia materna, fu impossibilitata a continuare gli studi, e ciò spiega certe sue imprecisioni formali. Costretta a vivere con due zie nubili, sorelle di suo padre, severe ed affatto espansive, zia Margherita e zia Nina, la seconda a lei fortemente ostile, che ebbero un ruolo decisivo nella formazione della sua personalità schiva ed appartata, maturò autonomamente (Non apparterrò mai a nessuna scuola, non seguirò mai nessun metodo), distaccandosi dalle figure di donna comuni al suo tempo e ripiegando in se stessa.
Diceva: Leggere, scrivere, pensare: ecco il riassunto della mia giovinezza. Erano le gioie che avevo alla mia portata e le prendevo avidamente.
E molto scrisse Neera, romanzi come: Un romanzo, 1876, Addio, 1877,   La Regaldina, nel 1884, Il marito dell’amica, 1885, Teresa, nel 1886, Lydia, nel 1887, L’indomani, 1890, Fotografie matrimoniali, 1898,   La vecchia casa, Nel 1900, Una passione, nel 1903, Duello d’anime, 1911”; novelle, pubblicate su riviste come Il Pungolo, Il Fanfulla della Domenica, L’Illustrazione italiana, Il Marzocco, Il Corriere della Sera; saggi, come L’amor platonico, nel 1897, L’indomani, 1890, Fotografie matrimoniali, 1898,   Battaglie per una idea, nel 1898, Le idee di una donna, nel 1903 e, in collaborazione col Mantegazza, un Dizionario d’igiene per le famiglie, nel 1881.
Notevoli anche gli epistolari, comprendenti le lettere scambiate con i personaggi più illustri del suo tempo, come Verga, Mantegazza, Marinetti, e il libro di memorie, eccezionale documento autobiografico, Una giovinezza del secolo XIX, iniziato a scrivere nel 1917, quando era costretta a letto inferma, e lasciato incompiuto, sospeso solo qualche giorno prima della morte, avvenuta a Milano nel 1918.
Teresa, Lydia, Marta, Myriam, Anna, le sue eroine letterarie, furono tutte donne profondamente radicate nello spirito del tempo, vittime degli uomini, della loro noncuranza e della loro indifferenza, spose e zitelle costrette sovente a vivere senz’amore, a nascondere la loro indifferenza, ma Nessuna vera donna sottoscrive a questa rinuncia senza soffrire; talvolta la sofferenza è spasimo e disperazione , tal altra è profonda mestizia o rassegnazione malinconica od anche fierezza di silenzio, eppure, attraverso questi personaggi, Neera seppe essere a tratti rivoluzionaria, esprimendo, anche se mai fu femminista, certe inquietudini di sorprendente modernità, come in Teresa, dove per prima affrontò il tema del desiderio femminile, asserendo:
L’amore, il vero, nasce da un complesso di circostanze, di affinità intime e continue. E’ un certo modo di guardare, di sentire, di esporre le idee; è una piega del labbro, la voce, il gesto, la forma della mano, l’odore della pelle. E’ l’attrazione prolungata dei corpi, per cui più si sta vicini e più si starebbe.
Lucidità di analisi, partecipazione emotiva, fine introspezione psicologica sono le qualità che caratterizzano le opere di Neera, autrice che, caduta per lungo tempo nell’oblio, recentemente è stata riscoperta, grazie anche alla ripubblicazione del suo romanzo più famoso ormai introvabile, Il castigo, ad opera proprio del comune del paese da lei tanto amato: Caravaggio.
Tacciata a lungo di antifemminismo, causa non estranea all’oblio in cui è scivolata, ad un’attenta rilettura dimostra invece intuizioni moderne ed eternamente valide, come quando, nel brano che segue, sottolinea il prepotente bisogno d’amore delle donne e il loro straordinario potere di perpetuare la specie, affermazione, quest’ultima, che molto somiglia a quella in voga negli anni di acceso femminismo e più che mai valida in questi tempi in cui continuano a soffiare venti di guerra, e cioè che, di contro agli uomini che sono quasi sempre portatori della morte, le donne sono sempre portatrici della cultura della vita.

 

 
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Scrittrici dimenticate:Carola Prosperi

Post n°1560 pubblicato il 07 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Carola Prosperi (Torino, 1883Torino, 1981) è stata una scrittrice e giornalista italiana.

Biografia 

Diplomata maestra, fu collaboratrice della rivista «La Donna», del quotidiano «La Stampa», dove conobbe e sposò il giornalista Gino Pestelli, e del «Corriere dei Piccoli». Fu una scrittrice fecondissima: esordì nel 1899 pubblicando fiabe sulla «Gazzetta del Popolo» di Torino, raccolte in volume con altri racconti nel 1905. Dopo le novelle de La profezia, il successo le arrise con La paura di amare del 1910, vincitore del Premio Rovetta, romanzo dell’infelicità femminile nei matrimoni senza amore.

Anche il successivo romanzo, La nemica dei sogni, del 1914, ebbe un notevole successo e, come la raccolta di novelle La felicità in gabbia, del 1922, s’incentra sul tema della vita coniugale.

In seguito, la Prosperi non riuscì a ripetere questi successi, ripiegando su situazioni sentimentali e continuando a coltivare il genere dei racconti per ragazzi. In tutta la sua vita, pubblicò circa 2.800 novelle e più di 35 romanzi

 
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Libri dimenticati:Gli anni del dolore

Post n°1559 pubblicato il 07 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

 


Secondo libro dedicato a Giuseppina Bonaparte,che ripercorre gli anni del declino
 
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Frase del giorno

Post n°1558 pubblicato il 07 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Se è vero che le bugie hanno le gambe corte,allora molte persone dobrebbero camminare col culo

 
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