Messaggi del 11/01/2012

Chi di profumo ferisce...

Post n°1605 pubblicato il 11 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Nuovi arrivi a S.Tobia,lettori miei!
Il nostro farmacista Otello Mangiapaperi ha deciso di emigrare a Firenze ed ha ceduto la farmacia al dott.Callisto Saponacci,che si è stabilito nel nostro ameno paesino con la moglie Mariaeufemia e il figlio Wolfango.
Tutto bene,lettori miei?Mica tanto!
Il fatto è che la signora Saponacci ha un vizio che può sembrare banale,ma tanto banale non lo è:quello di inondarsi di profumo.Marito e figlio non ci fanno più caso,ma per i nostri paesani ques'innocente mania è diventato un martirio.
Ma è meglio che vi esponga i fatti,così capite meglio.
LUNEDI'- Berengario è andato a casa Saponacci per riparare la lavatrice.
Investito da una zaffata micidiale di "Rosa di maggio marcia"il poveraccio è stato colpito da un'allergia fulminante che lo ha tramortito.
MARTEDI'- Lo Sgozzaloca ha offerto un passaggio alla Mariaeufemia che era appena scesa dal treno.
Dieci minuti dopo,stordito dal penetrante profumo della signora,ha perso il controllo dell'auto che è finita nella concimaia di Teobaldo.
La Saponacci lo ha quasi ammazzato a scarpate e quando è tornato a casa la Strascicotti,pensando fosse stato con un'altra,lo ha inseguito armata della mazza ferrata di Spaccamontone Sgozzaloca.
Anatolio ha chiesto aiuto al cane,ma quello gli si è rivoltato contro,riducendogli gli abiti a brandelli.
MERCOLEDI'-All'ufficio postale la Saponacci si è messa in coda.
L'Anarchico che l'aveva davanti è svenuto;Assuera Lepracchioni ha vomitato anche l'anima;l'impiegata Belinda Puzzettoni ha cominciato a grattarsi furiosamente.
La Saponacci ancora non capisce come mai l'hanno cacciata fuori a furor di popolo
GIOVEDI'- La Mariaeufemia passeggiando è finita vicino ak pascolo dei Trogoloni.
Rimbecillito dal profumo,Cesarone si è dato alla fuga seminando il panico in tutto il paese e ha tentato di suicidarsi prendendo a testate il monumento ai caduti.
VENERDI'-La Saponacci è andata al ricevimento dei professori di Wolfango.
La Patacon l'ha ricevuta con una molletta da bucato sul naso,il Pienapancia con la maschera antigas di suo nonno veterano di Caporetto.
La Mariaeufemia ha concluso di aver sbagliato posto e di essere finita alla clinica Luminaris.
SABATO- La Saponacci è andata a confessarsi.
Ireneo stava per asfissiare dentro al confessionale.
Belva,Cagliostro,la gatta,i sei micini e la pantegana hanno chiesto asilo a Geppo.
DOMENICA-Esasperato dalle continue lamentele, il Saponacci ,armato di doppietta,ha requisito tutte le boccette di profumo della moglie e,con gran gioia dei paesani,le ha buttate nel cassonetto (per la cronaca erano 253)
E' passata una settimana.
Il Capricorni resterà allergico per tutta la vita e ha citato la Saponacci a Forum.
L'Anatolio ha deciso di vivere da eremita nei boschi finchè in paese ci starà la Saponacci.
L'Anarchico,l'Assuera e la Puzzettoni si stanno lentamente riprendendo.
Cesarone è ricoverato in una clinica veterinaria specializzata in nevrosi.
Ireneo sta tentando di convincere gli animalucci suoi a tornare in canonica,ma per ora non ci sta riuscendo.
La Saponacci è ricoverata nella clinica Luminaris in stato catatonico.
S.Tobia è libera dal flagello e io passo e chiudo

 
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Scrittori dimenticati:Aleksandr Kuprin

Post n°1604 pubblicato il 11 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

iglio di Liubov' Alekseevna Kuprina, una principessa tatara e di Ivan Ivanovich Kuprin, inizialmente seguiva la carriera militare per poi abbandonarla nel 1894.

Il suo primo lavoro di successo fu il racconto Moloch (1896) che ebbe risalto fra la critica. Le sue prime opere, come anche Il duello del 1905, narrano della vita militare dove giovani ufficiali diventano vittime dei superiori o della realtà che li circonda. Per tali temi la critica interpretò Il duello come "una dura arringa antimilitaristica".

Nei suoi scritti prendeva spunto da Rudyard Kipling e Jack London. In seguito alla rivoluzione decise di emigrare in Francia, a Parigi per rimanerci sino alla primavera del 1937, quando le sue condizioni di salute si erano fatte preoccupanti, per poi morire poco dopo nella sua patria.

Opere [modifica]
  • Moloch (1896) - racconto
  • Il duello (1905) - romanzo
  • Il tenente-capitano Rybnikov (1906) - racconto
  • Sulamita (1908) - racconto
  • La fossa (1910) - romanzo
  • Il braccialetto di granati (1911) - racconto
  • Parigi casalinga (1927)
  • Racconti per bambini (1927)
  • Miss Gouron (1929)
  • La ruota del tempo (1930)
  • Il giallo d'oro (1932)
  • Jeanette (1932-1933)
  • Gli Junkers (1933)
 
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Scrittori dimenticati:Gerolamo Rovetta

Post n°1603 pubblicato il 11 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Fu autore di romanzi e racconti, nei quali si rivela acuto psicologo, nonché di opere teatrali. Il suo primo romanzo fu Mater dolorosa, scritto nel 1882, ambientato nel mondo dei nobili.

Gerolamo Rovetta si può definire uno scrittore verista, perché le sue opere descrivono i sentimenti delle persone, talvolta con pessimismo, talvolta con ironia. Egli apprezzò i libri dei francesi Émile Zola e Alphonse Daudet, dai quali trasse l'ispirazione per i suoi drammi, rappresentanti la politica e la borghesia lombarda fra l'Ottocento e il Novecento, lontane dagli ideali del Risorgimento.

 
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Scrittrici dimenticate:Pearl S.Buck

Post n°1602 pubblicato il 11 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Da bambina segue i genitori, missionari della Chiesa Presbiteriana in Cina, dove trascorre la sua giovinezza prima a Ching Kiang sul fiume Yangtze e poi dal 1900 a Shangai.Visse in Cina fino al 1933. All'età di 18 anni ritorna negli Stati Uniti per motivi di studio e nel 1917 si sposa con John Lossing Buck. Si trasferisce con il marito in Cina, dove insegna letteratura all'Università di Nanchino fino al 1934, quando è costretta ad abbandonare il paese a causa delle ritorsioni verso gli stranieri. Rientrata negli Stati Uniti, continua a scrivere e si dedica alla salvaguardia dei diritti umani, dando vita a una fondazione per l'assistenza ai bambini asiatici. Muore nel 1973.

Nel 1931 pubblica La buona terra (The Good Earth), il suo romanzo più famoso, che le valse il Premio Pulitzer nel 1931 e la medaglia di riconoscimento dall'American Academy of Arts and Letters. Dal romanzo venne tratto l'omonimo film del 1937 diretto da Sidney Franklin.

Nel 1938 viene insignita del Premio Nobel per la letteratura.

Tra romanzi, saggi, biografie e racconti ha lasciato più di 80 opere. Pubblicò anche opere teatrali, sceneggiature, letteratura per l'infanzia.

Opere Letterarie [modifica]
  • Altri dei
  • Angelo guerriero, 1936
  • Cielo cinese (ambientato in Cina)
  • Donna imperiale (ambientato in Cina)
  • Famiglia dispersa, 1935 (ambientato in Cina)
  • Figli (ambientato in Cina)
  • I parenti
  • Il dono d'un giorno
  • Il fiore oscuro, 1952
  • Il frutto mancato (ambientato in India)
  • Il segreto di Natale
  • Il Sigillo (Death in the castle, 1965)
  • La buona terra, 1930 (ambientato in Cina)
  • La casa dei fiori, 1968
  • La dea fedele, 1972
  • La gran dama
  • La madre, 1934 (ambientato in Cina)
  • La prima moglie, 1933
  • La promessa, 1943
  • La saggezza di madama Wu
  • L'amore di Ai-Uan, 1939 (ambientato in Giappone)
  • L'arcobaleno
  • Le cinesine della casa accanto
  • Le mie patrie
  • Le ragazze di madame Liang, 1969 (ambientato in Cina)
  • L'esilio, 1936 (ambientato in Cina. In una forma originalissima che sta fra il romanzo e l'autobiografia,Pearl Buck rievoca qui la vita di sua madre, una donna che seguendo il marito missionario in Cina, passa sorridente, energica, serena, attraverso le più incredibili vicende. Pagine pittoresche, tragiche, gaie a volte terribili si alternano in questo bellissimo libro che per il commosso ardore che lo anima alcuni ritengono il più vivo ed elevato della scrittrice)
  • Lettera da Pechino, 1957
  • Malvern
  • Mamma e cinque bambini
  • Mandala, 1970 (ambientato in India)
  • Miniatura di Natale
  • Questo indomito cuore (ambientato in USA)
  • Ritratto nuziale
  • Stirpe di drago, 1942
  • Tre ragazzi e un bufalo
  • Tutti sotto il cielo, 1973
  • Un ponte per l'altra riva
  • Uomini di Dio
  • Vento dell'est: vento dell'ovest, 1929 (ambientato in Cina)
 
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scrittrici dimenticate:Maria Bellonci

Post n°1601 pubblicato il 11 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Maria Villavecchia Bellonci (Roma, 30 novembre 1902 – 13 maggio 1986) è stata una scrittrice italiana, ideatrice insieme a Guido Alberti, (proprietario dell'omonima casa produttrice di liquori) del Premio Strega.

Il suo esordio di scrittrice avvenne nel 1939 con la nota biografia di Lucrezia Borgia, edita in lingua italiana da Mondadori ed in lingua inglese da Phoenix.

I suoi libri di argomento storico sono innanzitutto basati su una ricca e minuziosa ricerca storica, attraverso la consultazione dei documenti originali esistenti, a partire dai quali la Bellonci era abilissima nel ricostruire un ritratto vivido e credibile dei personaggi storici descritti. La sua opera acquistò così un preziosissimo valore divulgativo, portando al grande pubblico una versione umana e storicamente documentata, scevra delle numerose leggende accumulatesi nei secoli, di personaggi lontani nel tempo ma molto affascinanti, come i Borgia, gli Este, i Gonzaga, i Della Rovere, oppure Marco Polo, che fu anche oggetto di uno sceneggiato televisivo Rai curato da lei stessa.

Fu all'interno del suo salotto letterario, denominato gli "Amici della domenica", che nacque il Premio Strega, che nel 1986, anno della sua scomparsa, lei stessa ottenne, con Rinascimento privato (Mondadori), sulla vita di Isabella d'Este, scritto in forma di romanzo autobiografico e che rappresenta il suo capolavoro.

 
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Adelina Patti

Post n°1600 pubblicato il 11 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Adela Juana María Patti[1], nome con il quale venne battezzata l'8 aprile 1843, nacque a Madrid, città dove all'epoca lavoravano entrambi i genitori.

Il padre era il tenore di forza siciliano Salvatore Patti (1800-1869), la madre il soprano Caterina Chiesa Barilli (deceduta nel 1870) al secondo matrimonio (dal primo, con l'organista, compositore e insegnante di canto romano Francesco Barilli, Caterina aveva avuto quattro figli: l'acclamato soprano Clotilde Barilli, il baritono Ettore, il basso profondo Antonio e il basso cantante Nicolò).

Adelina, ultimogenita, non fu l'unica dei figli della coppia a seguire la carriera artistica: le sorelle maggiori Carlotta (1835-1889) e Amalia (1831-1915, che divenne moglie del pianista Maurice Strakosch) furono stimate cantanti, mentre il fratello Carlo (1842-1873) fu violinista e direttore d'orchestra.

Patti in un'immagine giovanile

Nel 1844 la famiglia si trasferì a New York, dove il padre lavorò dapprima alla Palmo's Opera House (demolita nel 1876) e in seguito (dal 1849 al 1852) come secondo tenore nella compagnia dell'Astor Place Opera House, guidata all'epoca dal compositore e impresario austriaco Max Maretzek.

La cantante ritratta assieme alla sorella Carlotta in un dipinto caricaturale di André Gill (1840-1885)

Le famiglie Maretzek e Patti, oltre ad essere vicine di casa, erano legate da rapporti di amicizia e la piccola Adelina, che si contraddistinse fin da piccola per capacità canore e memoria musicale, era spesso incentivata a cantare (in cambio di spiccioli o dolciumi) in occasioni dei raduni delle due famiglie.

La sua formazione canora si deve al fratellastro, Ettore, e al cognato Maurice Strakosch.[2] Si racconta che nel 1850, dopo aver assistito ad un concerto di Jenny Lind, al ritorno a casa fu in grado di ripetere alla perfezione i brani cantati dal soprano svedese.

La prima apparizione pubblica risale al 1852, in occasione di un concerto del violinista Michael Hauser, a cui seguirono numerose tournée negli Stati Uniti e Cuba (dove accompagnò il pianista e compositore Louis Moreau Gottschalk). Il suo debutto operistico risale al 24 novembre 1859 alla New York's Academy of Music, quando la sua interpretazione di Lucia di Lammermoor di Donizetti, assieme al tenore Pasquale Brignoli, incontrò il favore della critica.[3]

Conclusa la stagione a New York, si recò a Londra, accompagnata dal padre, dove fu ingaggiata dal manager del Covent Garden Theatre e debuttò il 14 maggio 1861 nel ruolo di Amina ne La sonnambula di Vincenzo Bellini, riscuotendo notevole successo. Si esibì quindi in Germania, nei Paesi Bassi, in Belgio e, nell'autunno dello stesso anno, al Théâtre Italien di Parigi, nuovamente nel ruolo di Amina (16 novembre 1861). In Italia debuttò nella stagione 1865-66.

Nel 1862 si esibì alla Casa Bianca cantando Home! Sweet Home!, un brano composto da John Howard Payne per l'opera Clari-The Maid of Milan, commuovendo Abramo Lincoln e la moglie (in lutto per la recente perdita del figlio Willie).[4] Adelina rimase legata al brano che divenne uno dei bis più frequenti ai suoi concerti, accanto alla canzone popolare Comin' Thro' the Rye, riveduta nel XVIII secolo da Robert Burns.

Adelina Patti nei panni di Margherita nel Faust di Charles Gounod

La sua carriera proseguì di successo in successo. Cantò negli Stati Uniti, in Europa, in Russia e in Sud America, suscitando ovunque l'entusiasmo del pubblico e della critica; il suo aspetto fanciullesco le conferiva un'ottima presenza scenica. Nella sua giovinezza, secondo le testimonianze, la voce straordinariamente limpida le consentì di eccellere nei ruoli di Zerlina nel Don Giovanni, Rosina ne Il barbiere di Siviglia (versione per soprano), nonché soprattutto nei ruoli di coloratura di Lucia di Lammermoor e La sonnambula, che saranno sempre i suoi cavalli di battaglia, cimentandosi anche in ruoli più lirici quali Margherita del Faust e Giulietta di Romeo e Giulietta, entrambe di Charles Gounod. Sua celeberrima antagonista fu il soprano ungherese Etelka Gerster.


La Patti era considerata una cantante poco incline alla sperimentazione, il programma dei suoi concerti includeva invariabilmente le stesse arie. D'altro canto fu un'attrice convincente in ruoli patetici come Gilda nel Rigoletto, Leonora nel Trovatore e Violetta nella Traviata. Quando la sua voce maturò, si cimentò in ruoli di maggior peso, in opere come L'Africaine, Les Huguenots e Aida. Nel 1885 giunse a interpretare Carmen al Covent Garden, raccogliendo uno dei rari insuccessi della sua carriera. Si sposò tre volte: nel 1868 con il marchese di Caux, da cui divorziò nel 1885; nel 1886 con il tenore Ernest Nicolini, che fu suo compagno anche sulla scena e che morì nel 1898; nel 1899 con il barone svedese Rolf Caderström, di 27 anni più giovane di lei.

Le è stato dedicato un cratere di 47 km di diametro sul pianeta Venere[5].

Vocalità e personalità interpretativa [modifica]

Dotata di una voce non potente ma limpida e di splendido timbro nonché di straordinaria estensione e agilità, fu una delle più autentiche dive teatrali del suo tempo e come tale si concesse ogni genere di libertà nell'adattare gli spartiti ai suoi mezzi vocali. Si narra che un giorno, esibendosi nell'aria del Barbiere di Siviglia "Una voce poco fa" accompagnata al pianoforte dall'anziano Rossini, aggiunse una tale quantità di abbellimenti che il compositore, dopo essersi congratulato, le chiese con perfidia chi avesse scritto l'aria.

Eredità artistica 

Ritiratasi in un grandioso castello di sua proprietà presso Craig-y-Nos, in Galles, la Patti continuò ad esibirsi privatamente nel piccolo teatro del palazzo. Tra il 1903 e il 1906, ormai sessantenne, decise di incidere la propria voce grazie agli apparecchi della Gramophone Company, che proprio in quel periodo era alla ricerca di cantanti di fama per arricchire il proprio catalogo[6]. Con la Gramophone la Patti incide una ventina di pezzi, spaziando dalle arie d'opera (Casta diva da Norma, Ah non credea mirarti da La sonnambula, ecc.), ad alcune canzoni popolari inglesi in voga alla fine dell'Ottocento. Nonostante l'età la sua voce si mostrava ancora duttile ed armoniosa, il che unito all'antichità della tecnica vocale ha reso le sue registrazioni particolarmente apprezzate ancora oggi da parte degli appassionati del canto pre-verista.

 
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Maria Malibran

Post n°1599 pubblicato il 11 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Maria Malibran, nata Maria Felicia Anna García (Parigi, 24 marzo 1808 – Manchester, 23 settembre 1836), è stata un soprano e compositrice francese naturalizzata belga di origini spagnole.


È stata una delle più famose cantanti liriche del XIX secolo. Figlia del tenore Manuel García, sorella della cantante Pauline Viardot-García e dell'influente maestro di canto Manuel Patricio Rodríguez García, ebbe una voce di eccezionale estensione, che le consentì di cantare sia parti di contralto che parti di soprano. Soprano drammatico d'agilità ottocentesco all'epoca definito soprano di bravura, riusciva ad eseguire sia ruoli da soprano che da contralto e persino da tenore come quando si esibì nel ruolo di Gualtiero nel Pirata di Vincenzo Bellini. Emerse soprattutto nel ruolo di Amina della Sonnambula di Vincenzo Bellini. Il suo repertorio comprendeva Bellini (Norma, Amina, Romeo), Rossini (Rosina, Desdemona, Fiorilla, Semiramide, La gazza ladra). Giuseppe Persiani (Ines de Castro). Conosciuta per la sua personalità tempestosa e la sua intensità drammatica, divenne una figura leggendaria prima e dopo la sua morte, avvenuta a Londra all'età di 28 anni, a causa di una caduta da cavallo.

Fu sposata inizialmente con il banchiere francese Eugène Malibran, di 27 anni più vecchio di lei, conosciuto a New York nel 1825-26 nel corso di una tournée americana. Pochi mesi dopo il matrimonio il marito dichiarò bancarotta e la Malibran nel giro di un anno si separò da lui per tornare in Europa. Si legò quindi al celebre violinista e compositore belga Charles Auguste de Bériot, con il quale convisse per sei anni, dando anche alla luce un figlio nel 1833. Poté sposare il Bériot solo nel 1836, una volta ottenuto l'annullamento del precedente matrimonio.Nuovamente incinta,morì per i postumi di una violenta caduta da cavallo,probabilmente dovuta un attacco convulsivo

Si segnalò anche come pittrice ritrattista e fu ammirata dai contemporanei per la straordinaria potenza e flessibilità della sua voce, nonché per il suo eccezionale talento di interprete. A lei dedicò un canto in versi il poeta Emidio Cappelli.

Fu anche compositrice di musica vocale da camera.

 
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La rosa bianca (Bertolucci)

Post n°1598 pubblicato il 11 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Coglierò per te
l'ultima rosa del giardino,
la rosa bianca che fiorisce
nelle prime nebbie.
Le avide api l'hanno visitata
sino a ieri,
ma è ancora così dolce
che fa tremare.
È un ritratto di te a trent'anni.
Un po' smemorata, come tu sarai allora.

 
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Libri dimenticati:Un'isola

Post n°1597 pubblicato il 11 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

La storia di Giorgio Amendola,dall'uccisione del padre al confino.Indimenticabile la figura della moglie Germaine

 
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Frase del giorno

Post n°1596 pubblicato il 11 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Le mani che aiutano sono più serie delle bocche che pregano

 
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