Messaggi del 14/01/2012

Non si sevizia così un povero gatto

Post n°1634 pubblicato il 14 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Terribile episodio di maltrattamento di animale a S.Tobia,lettori miei!
La vittima dell'aggressione èCagliostro,adorato gatto del nostro beneamato pretone.
L'incubo della povera bestia è cominciato con l'arrivo in canonica della signora Bernardina Schiacciamaroni,cugina del Cornacchioni,e del di lei figlio Piergiovanni di anni 5.
Alla vista del frugolo,Belva,la gatta,i micini e la pantegana se la sono dati prudentemente a zampe.
Non così Cagliostro,che dormiva beato sulla poltrona del salotto,ignaro,ahilui,di quanto stava per succedere.
Mentre Ireneo intratteneva amabilmente (per quanto glielo consente il suo caratteraccio infame)la parente,il dolce frugoletto ha pensato bene di esplorare la canonica,imbattendosi in Cagliostro.
Di lì a poco urla disumane hanno interrotto la conversazione della Bernardina e Ireneo (per conversazione intendesi scambio di pettegolezzi sul parentado tutto).
Pensando a cissà quale disgrazia i due si sono scapicollati in cucina,da dove provenivano le urla.Piergiovanni,armato di accendi piezoelettrico,stava dando la caccia a Cagliostro,col dichiarato intento di trasformarlo in torcia felina.
A madre e prete c'è voluto del bello e del buono per convincerlo che i gatti non si bruciano vivi,sennò muoiono e vanno in Paradiso,posto che a loro non piace punto.
Alla fine Piergiovanni,molto riluttante,ha consegnato l'ordigno alla mamma,che è potuta tornare ai suoi ameni conversari.
Ma questo era solo l'inizio!
Visto che ai gatti il Paradiso non piace,Piergiovanni ci ha pensato su e ha concluso che,dato che i gatti amano il caldo,il posto migliore per Cagliostro fosse l'inferno.E quale modo migliore per spedircelo,se non buttarlo dal balcone?
Ancora una volta Ireneo e la Bernardina sono dovuti correre al salvataggio del felino che, tenuto per la coda,
stava per finire dritto in cortile.
A questo punto qualsiasi persona con un po' di gnegnero avrebbe capito che il gatto andava lasciato perdere.
Piergiovanni ha invece deciso di dedicarsi alla ricerca scientifica,mettendosi in mente di dimostrare al mondo che un gatto sano di mente può diventare cretino.Dopo aver avvolto Cagliostro in un asciugamano,ha verificato la sua teoria dando in testa al disgraziato felino scarpate terrificanti.
Sarebbe finita molto male se Belva, accortosi del pericolo,non si fosse messo ad abbaiare,attirando l'attenzione del Cornacchioni,arrivato giusto in tempo per salvare Cagliostro dal rimbambimento perpetuo.
A questo punto il pretone ha dimenticato i doveri dell'ospitalità:mentre Belva,la gatta,i micini e la pantegana tenevano a bada la Bernardina,il Cornacchioni,calati i pantaloni a Piergiovanni, gli ha impartito una sonora lezione di galateo a colpi di spegnimoccoli.
Eseguito il suo compito,ha poi accompagnato alla porta i molesti parenti armato di kalashnikov.
Questo accadeva tre giorni orsono.
Cagliostro è ricoverato in una clinica veterinaria.ulula,ha perso tutto il pelo e ha il singhiozzo isterico.
Il caso è così raro che pare che il celebre veterinario americano Barry O'Myhaoo voglia scriverci un libro.
Ireneo quando non lo assiste si allena col lanciafiamme,incenerendo sagome molto somiglianti a Piergiovanni.
La Bernardina e l'adorabile frugolo sono spariti nel nulla.
Augurandomi che Cagliostro torni presto a essere il gattaccio infamerrimo che tutti conosciamo e amiamo,passo e chiudo.

 
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Scrittori dimenticati:Hervè Bazin

Post n°1633 pubblicato il 14 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Pseudonimo del romanziere francese Jean-Pierre Hervé-Bazin (Angers 1911 - ivi 1996), pronipote di René Bazin (v.), nei suoi romanzi (Vipère au poing, 1948; La tête contre les murs, 1949; La mort du petit cheval, 1950; Lève-toi et marche, 1952; L'huile sur le feu, 1954; Qui j'ose aimer, 1956, il più notevole di tutti; Au nom du fils, 1960; Le matrimoine, 1967; Les bienheureux de la désolation, 1970; Madame Ex, 1975), analizzò con particolare attenzione i rapporti familiari, rivelandone spietatamente i più amari retroscena spirituali e indicando le segrete ragioni di certe angosciose solitudini di adolescenti. Benché B. rifiutasse ogni rapporto col romanzo francese cattolico, sono ben evidenti nei suoi scritti la suggestione e l'influenza di certe pagine di F. Mauriac e di quelle del suo prozio René. Ricordiamo le opere poetiche: Jour (1947), À la poursuite d'Iris (1948), CEuvre poétique (1992); i saggi: La fine des asiles (1959), Plumons l'oiseau (1966), Ce que je crois (1977) dove ha enunciato le sue opinioni politiche; il volume di racconti Le grand méchant doux (1992) e i romanzi più recenti Le démon de minuit (1988), L'école des pères (1991), Le neuvième jour (1994).

 
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scrittrici dimenticate:Edith Wharton

Post n°1632 pubblicato il 14 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Discendente di un'antica e ricca famiglia newyorchese, i Newbold-Jones, non frequentò alcuna scuola pubblica, studiando privatamente e concentrandosi sui grandi autori del passato.

Nel 1885 sposò il banchiere Edward Wharton, il quale già dopo pochi anni iniziò a presentare i segni di gravi disturbi mentali. Il rapporto tra i due si allentò sino a divenire una separazione di fatto; nel 1907 abbandonò gli Stati Uniti, trasferendosi definitivamente in Francia, dove resterà fino alla morte. Divorziò formalmente nel 1913, mantenendo però il cognome del marito.

In quegli anni conobbe lo scrittore Henry James, del quale divenne ottima amica e confidente, e che la spronò a seguire la carriera letteraria. La maggior parte della sua copiosa produzione tematizza il problema del rapporto tra il singolo ed il suo gruppo sociale di appartenenza, ed in particolare il problema della "rottura delle convenzioni sociali". Cresciuta in un ambiente altamente elitario e rigidamente conservatore, come quello della cosiddetta "aristocrazia del denaro" dell'altissima società di New York (detta anche "l'aristocrazia dei Quattrocento"), la Wharton cercò di rielaborare i temi legati alla forte chiusura sociale di tale ambiente in molte delle sue opere più importanti.

Nel 1902 venne pubblicato il suo primo romanzo (The Valley of Decision, ambientato nell'Italia del XVIII secolo), a cui fecero seguito molti altri romanzi e racconti. Nel 1911 pubblica Ethan Frome, un romanzo breve considerato da molta parte della critica come la sua opera più riuscita. Nel 1914 la Germania dichiara guerra alla Francia, Edith Wharton crea dei laboratori per le lavoratrici disoccupate e prive di assistenza. In Inghilterra nel momento della battaglia della Marna riesce a rientrare in Francia solo in settembre. Qui promuove gli "ostelli americani per rifugiati" una iniziativa che le varrà la Legion d'Onore del governo francese (1916) La sua opera più nota è invece L'età dell'innocenza (1920), ambientato nell'alta società New Yorkese del primo Novecento, di cui ben tratteggia caratteristiche, limiti e contraddizioni. Con questo romanzo vinse, nel 1921, il premio Pulitzer, prima donna a riceverlo dalla sua istituzione.

Nel corso degli anni venti e trenta pubblica altri romanzi e raccolte di racconti (tra cui la Tetralogia di New York, 1924). Nel 1937 pubblica Ghosts, una celebre raccolta di racconti sui fantasmi, in parte ispirata agli scritti di narrativa fantastica del suo amico e maestro Henry James.

Muore nel 1937, lasciando incompiuto il suo ultimo romanzo (Bucanieri).

Opere [modifica]
 
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Scrttrici dimenticate:Paola Masino

Post n°1631 pubblicato il 14 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

a a Pisa il 20 maggio del 1908, da Enrico Alfredo e Luisa Sforza, toscani trasferiti a Roma dopo il matrimonio, Paola Masino visse poi la sua infanzia nel quartiere Caprera, luogo che le fornì spunto e ambientazione per il secondo romanzo, Periferia, edito nel '33.

Nel '24 il padre la sostenne nell'incontro con Luigi Pirandello, durante il quale la giovane Masino presentò allo scrittore il dramma Le tre Marie. Nel frattempo, dal '22, la famiglia si era trasferita a Viale Liegi, dove la scrittrice tornò a vivere dal dopoguerra fino alla morte. Nel marzo del '27 avvenne l'incontro con Massimo Bontempelli, dal quale nacque, a partire dall'agosto del '28, la collaborazione alla rivista «900» oltre a un grande amore che durò per il resto delle loro esistenze.

Nel '29 Paola venne inviata dalla famiglia a Firenze, in attesa di compiere la maggiore età e per sfuggire al clima di scandalo che la sua relazione con Bontempelli aveva provocato, e qui frequentò il gruppo di «Solaria». Nel luglio dello stesso anno si trasferì a Parigi, poiché anche se oramai la loro relazione non era più illegale, tuttavia rimanevano le disapprovazione morale, il rifiuto da parte del proprio gruppo e l'incomprensione della famiglia. A Parigi lavorò come segretaria di redazione presso «L'Europe Nouvelle», poi al Bureau International de Coopèration Intellectuelle, e frequentò l'intellettualità più vivace dell'epoca, tra cui molti artisti italiani (particolarmente intensa fu l'amicizia con Pirandello). Nel '31 fece definitivamente ritorno in Italia al fianco di Bontempelli (divenuto l'anno precedente Accademico d'Italia). In questo anno si ebbe l'esordio letterario della Masino con la pubblicazione della raccolta di racconti Decadenza della morte e il romanzo Monte Ignoso. Dal '35 al '36 compose i racconti poi raccolti in Racconto grosso e altri, volume edito da Bompiani nel '41. Nel '36 avvenne la morte di Pirandello, dolore che colpì profondamente Paola.

All'inizio del '38 cominciò a lavorare a Nascita e morte della massaia. Nel novembre Bontempelli, in seguito alle sue dichiarazioni troppo libere e irriverenti, venne espulso dal partito fascista e costretto ad un esilio ufficioso a Venezia. La vita veneziana rappresentò per la scrittrice un periodo d'angosce, d'obblighi sociali, e d'ansie domestiche; fu proprio questa esperienza a fornire la materia creativa e l'ispirazione per la Massaia. Nel gennaio del '40 l'opera era già terminata e apparve a puntate sulla rivista «Tempo»; tuttavia il romanzo fu sgradito al regime e immediatamente colpito dalla censura fascista. Per la pubblicazione in volume si dovette aspettare il '45, ma la tendenza neorealista allora dominante e il mutato clima politico furono poco adatti per apprezzare e valutare nella giusta portata la carica innovativa e dirompente della Massaia.

Nel '43 dopo la cattura di Mussolini, Paola Masino si trovava a Roma. Pavolini aveva emanato l'ordine di condanna a morte per Bontempelli e d'esilio per la Masino, essi riuscirono fortunatamente a fuggire grazie all'intervento di Enrico Falqui, il quale fu in grado di informarli prima dell'arresto. Trovarono rifugio in case d'amici, vivendo un periodo di clandestinità e d'estrema povertà, patendo addirittura la fame. Nel '44 Masino fondò con Bontempelli, Bellonci, Moravia, Savinio, Maselli e Piovene il settimanale «Città».

Finita la guerra, Masino e Bontempelli, si trasferirono a Milano, dove dominava un forte desiderio di ricostruire, incontrarsi, discutere e confrontarsi. Intraprese, intanto, l'attività di pubblicista collaborando con «Spazio», «Epoca», «1945», «Crimen», «Foemina», «Mercurio», «Noi donne» e, dall'anno successivo, al settimanale del Pci «Vie Nuove». A partire dal '46 venne inviata da vari giornali al Festival del cinema di Venezia; nel '49 fu chiamata a far parte della giuria. Contemporaneamente continuò a pubblicare nuovi racconti su riviste. Dal '47 aveva dato vita insieme ad altri intellettuali al premio letterario Strega.

Nel '50 si trasferì definitivamente a Roma nella casa di Viale Liegi e iniziò una serie d'interventi radiofonici su RadioRai. Dal '51 al '56 compose libretti d'opera e si occupò di traduzioni. Le condizioni di Bontempelli peggiorano sempre più fino alla morte, avvenuta nel luglio del '60. Dal '58 al '60 Masino abbozzò riflessioni per l'Album di vestiti, progetto di libro autobiografico interrotto nel '63. Dopo la morte di Bontempelli, Paola sospese l'attività giornalistica e la scrittura, per dedicarsi al riordino dell'archivio del compagno, e in seguito curandone l'edizione dei Racconti e romanzi.

Dall'agosto '71 al giugno '72 aveva scritto un diario giornaliero. Sommersa dalle preoccupazioni pratiche e dalla vita concreta, sempre più si era allontanata dallo stato d'astrazione mentale, da lei considerato necessario per dedicarsi alle creazioni dello spirito. Paola Masino morì il 27 luglio 1989, ormai decisa al silenzio.

 

 
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Guerre dei tre regni

Post n°1630 pubblicato il 14 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

e guerre dei tre regni (a volte conosciute come le guerre delle tre nazioni) sono una serie di conflitti verificatisi in Scozia, Irlanda e Inghilterra tra il 1639 e il 1651, quale seguito del periodo del Governo Personale di Carlo I. La guerra civile inglese è il più conosciuto tra questi conflitti. Le guerre furono causate dalle tensioni tra il monarca ed i sudditi in materia di diritti civili e religiosi. Le dispute religiose vertevano sul fatto che la religione dovesse essere imposta dal monarca oppure potesse essere una scelta personale. Le questioni civili invece vertevano sui diritti del parlamento e sulla possibilità del re di imporre tasse e imposte senza il consenso del medesimo. In più vi erano anche elementi nazionalistici, come le ribellioni in Irlanda e Scozia contro la supremazia inglese nei tre regni. La vittoria del parlamento inglese - sotto Oliver Cromwell — sul re, sugli irlandesi e sugli scozzesi contribuì a determinare il futuro della Gran Bretagna come una monarchia costituzionale con un potere centrale a Londra.

Le guerre dei tre regni ebbero un parallelismo sul continente europeo — come la Fronda in Francia e la ribellione nei Paesi Bassi, Catalogna e Portogallo contro il dominio spagnolo. Alcuni storici descrivono questo come un periodo di crisi generale in Europa, caratterizzato dalla ribellione delle società conservatrici contro il potere assoluto delle monarchie.

Le guerre comprendono le quelle dei vescovi del 1639 e del 1640, quella civile scozzese del 1644–1645, la ribellione irlandese del 1641, la confederazione irlandese (1642–1649) e la conquista Cromwelliana d'Irlanda nel 1649; la prima, seconda e terza guerra civile inglese del 1642–1646, 1648–1649 e 1650–1651.

La denominazione di questi conflitti come guerre dei tre regni rappresenta una tendenza recente tra gli storici per unificare gli eventi aventi come causa di fondo la guerra civile inglese. Alcuni, come Gaunt o Plant, hanno usato il termine guerre civili britanniche, ma ciò porta confusione, in quanto il regno non divenne una singola entità politica sino all'Atto di Unione (1800).




Antefatti


L'unione personale dei tre regni sotto un unico monarca avvenne come uno sviluppo relativamente recente nel XVII secolo. Fin dal 1541, i monarchi inglesi avevano definito il loro territorio irlandese come regno (governato cioè con la partecipazione di un parlamento separato), mentre il Galles divenne più integrato nel Regno d'Inghilterra sotto Enrico VIII.
Giacomo I d'Inghilterra ovvero Giacomo VI di Scozia, Ritratto di Paul van Somer I

La Scozia, il terzo regno autonomo, passò sotto la sovranità di Inghilterra ed Irlanda quando re Giacomo VI di Scozia divenne anche Giacomo I d'Inghilterra nel 1603. Governare questi tre diversi regni si dimostrò difficile per Giacomo e per il suo successore Carlo I, specialmente quando quest'ultimo tentò di imporre l'uniformità della fede religiosa

In effetti, riguardo ai problemi religiosi, le situazioni di ciascuna delle tre giurisdizioni erano diverse. Con la Riforma anglicana, il re Enrico VIII fece di sé stesso il capo protestante della Chiesa d'Inghilterra e mise al bando il cattolicesimo romano in Inghilterra ed in Galles. Nel corso del XVI secolo il protestantesimo divenne intimamente associato all'identità nazionale in Inghilterra: il popolo inglese in generale vedeva il cattolicesimo come un nemico della nazione, specialmente come espressione della Francia e della Spagna.

In ogni caso il cattolicesimo rimase la religione della maggior parte del popolo irlandese e per molti di loro fu il simbolo della resistenza alla riconquista Tudor dell'Irlanda nel XVI secolo.
Nel Regno di Scozia la Riforma protestante fu un movimento popolare guidato da John Knox. Il parlamento scozzese legiferò in favore di una chiesa nazionale presbiteriana, la Chiesa di Scozia, o "Kirk", e la cattolica Maria, regina di Scozia fu obbligata ad abdicare in favore del figlio Giacomo VI di Scozia. Egli crebbe sotto una reggenza contesa tra fazioni cattoliche e protestanti, quindi salì al potere aspirando ad essere un "re universale", favorendo il sistema episcopale inglese nel quale i vescovi venivano nominati dal re. Nel 1584 egli nominò alcuni vescovi incontrando una opposizione energica e dovette concedere all'Assemblea generale della Chiesa scozzese di continuare a dirigere gli affari di religione come prima. I calvinisti reagirono contro la liturgia formale del Book of Common Order aumentando la tendenza verso l'improvvisazione delle preghiere, benché ciò trovasse l'opposizione della Chiesa episcopale scozzese.
Il confronto religioso in Scozia

Giacomo rimase protestante, avendo cura di mantenere le speranze di successione al trono inglese. Egli divenne Giacomo I d'Inghilterra nel 1603 e si trasferì a Londra. Le sue capacità diplomatiche e politiche si concentrarono quindi nel trattare con la corte inglese e con il parlamento inglese ed allo stesso tempo a guidare la Scozia scrivendo al Consiglio Segreto di Scozia ed a controllare il Parlamento di Scozia. Egli mise il blocco alle riunioni dell'Assemblea generale Scozzese e fece passare i Cinque Articoli delle pratiche episcopali che furono largamente boicottate. Nel 1625 gli successe il figlio Carlo I che fu incoronato nella Cattedrale di St Giles ad Edimburgo nel 1633 con rito totalmente anglicano. L'opposizione ai suoi tentativi di imporre le pratiche religiose anglicane raggiunse il punto di accensione quando fu introdotto il Libro della preghiera comune. Il confronto di Carlo I con gli scozzesi giunse al culmine nel 1639, allorché Carlo tentò, e fallì, l'imposizione coatta con mezzi militari. In un certo senso questa rivolta rappresenta anche il risentimento degli scozzesi per essere stati messi da parte nella monarchia degli Stuart dall'ascesa al trono d'Inghilterra da parte di Giacomo I.
Inghilterra


Carlo condivideva la convinzione del padre nel diritto divino dei re, e tale convinzione condusse ad una seria frattura fra la Corona ed il Parlamento inglese. Mentre la Chiesa d'Inghilterra rimaneva dominante, una potente minoranza puritana, rappresentata da circa un terzo dei membri del Parlamento, aveva parecchio in comune con i presbiteriani scozzesi. Il Parlamento inglese ebbe inoltre numerosi contrasti con il re a proposito di tasse, di spese militari e del ruolo del Parlamento stesso nella guida della nazione. Mentre Giacomo I aveva le stesse opinioni di suo figlio riguardo alle prerogative reali, aveva tuttavia anche abbastanza carisma per convincere il Parlamento ad accettare la sua politica. Carlo non aveva le stesse capacità nella gestione delle persone e così, di fronte alla crisi 1639 – 42 mancò nel prevenire la guerra civile nel paese. Quando Carlo chiese al Parlamento di finanziare una guerra contro gli scozzesi, esso rifiutò, si dichiarò in sessione permanente e presentò tutta una serie di lagnanze di carattere civile e religioso cui Carlo avrebbe dovuto porre rimedio prima che il parlamento approvasse qualsiasi nuova legge.
Irlanda

Nel frattempo, nel Regno d'Irlanda (proclamato tale nel 1541 ma pienamente acquisito alla corona nel 1603), la tensione aveva incominciato a salire. Il locale Lord Deputato di Carlo I, Thomas Wentworth si inimicò la popolazione cattolica locale con ripetute iniziative di confisca delle loro terre, che venivano assegnate a coloni inglesi. Egli si era anche attirato l'ira dei cattolici imponendo loro nuove tasse ma negando loro al contempo i pieni diritti soggettivi (Leggi penali irlandesi) Questa situazione divenne esplosiva nel 1639, quando egli offrì ai cattolici irlandesi le riforme che desideravano in cambio del pagamento di maggiori imposte destinate a finanziare un esercito irlandese da utilizzare per soffocare la rivolta degli scozzesi. Benché i piani prevedessero un esercito cattolico con ufficiali protestanti, l'idea di creare un esercito cattolico irlandese, che molti videro come una misura tirannica, scandalizzò sia il parlamento scozzese che quello inglese, i quali in risposta, minacciarono di invadere l'Irlanda.
La guerra


Gli storici moderni hanno posto l'accento sulla «non inevitabilità» delle guerre civili, facendo notare che tutte le parti ricorsero alla violenza in una situazione di reciproca sfiducia e di paranoia. Il fallimento iniziale di Carlo nel far cessare rapidamente le guerre dei Vescovi fece anche percepire ad altri gruppi di scontenti, che per ottenere ciò che desideravano conveniva il ricorso alla forza.

Alienati dalla dominazione anglo-protestante e spaventati dalla retorica dei Parlamenti inglese e scozzese, un piccolo gruppo di cospiratori irlandesi lanciò la rivolta irlandese del 1641, apertamente a sostegno dei diritti del re. Si diffuse un crescente numero di assalti a comunità protestanti in Irlanda, che talvolta culminarono in massacri.

In Inghilterra ed in Scozia si diffusero voci che le uccisioni avevano l'avallo del re e che tutto ciò presagiva il loro destino se le truppe irlandesi del re fossero sbarcate in Inghilterra. Come risultato, il Parlamento inglese si rifiutò di finanziare un esercito del re per sedare la rivolta in Irlanda ed invece decise di crearne uno proprio. Il re fece altrettanto, radunando quei realisti (alcuni dei quali sedevano in parlamento) che credevano che la lealtà al legittimo sovrano fosse prevalente rispetto ad altri importanti principi politici.

La prima fase della guerra civile inglese scoppiò nel 1642. I covenanti scozzesi, come i presbiteriani si definivano, schierati con il parlamento inglese, entrarono in guerra nel 1643, e giocarono un ruolo determinante nella vittoria del parlamento inglese.

Le forze armate del re si trovavano a terra, quanto ad efficienza, rispetto al nuovo modello di esercito del Parlamento, sostenuto finanziariamente dalla City of London. Nel 1646 Carlo I si arrese. Non avendo egli accettato un compromesso con il Parlamento, il partito del Parlamento lo fece arrestare e Carlo I fu giustiziato nel 1649.
In Irlanda i cattolici ribelli avevano intanto formato un loro governo, l'Irlanda confederata, con l'intenzione di aiutare i realisti in cambio di tolleranza religiosa ed autonomia politica. Truppe inglesi e scozzesi combatterono in Irlanda e l'Irlanda confederata organizzò una spedizione in Scozia nel 1644, scatenando la guerra civile scozzese. In Scozia i realisti conseguirono una serie di vittorie fra il 1644 ed il 1645, ma furono schiacciati con la fine della prima guerra civile inglese e con il rientro delle principali armate dei covenanti scozzesi.

Dopo la seconda fase della guerra civile inglese le forze del Parlamento vincitrici, ora al comando di Oliver Cromwell, invasero l'Irlanda ed annientarono le truppe dell'alleanza fra confederati e realisti con la conquista dell'Irlanda stessa nel 1649.
L'alleanza fra Parlamento inglese e covenanti scozzesi si ruppe e gli scozzesi elessero re Carlo II. Cromwell in persona si impegnò nella conquista della Scozia dal 1650 al 1651. Al termine delle guerre, i tre regni emersero come uno stato unitario chiamato English Commonwealth, palesemente una repubblica, ma con molte caratteristiche della dittatura militare.
Cronologia degli eventi principali

1637: Carlo I tenta di imporre il servizio religioso anglicano alla presbiteriana Chiesa di Scozia, Jenny Geddes da inizio ai tumulti
1638: firma del National Covenant in Scozia
1639: conflitto fra covenanti e realisti in Scozia, iniziato in febbraio con l'occupazione della città di Aberdeen da parte dei primi
1639: Guerra dei vescovi: Carlo porta le truppe in Scozia ma invece di combattere decide di negoziare. Firma del trattato di Berwick (18 giugno)
1640: Carlo convoca il parlamento per ottenere denaro con cui finanziare la sua campagna militare in Scozia. Il parlamento si dichiara d'accordo a condizione che Carlo accolga le loro lamentele relative agli 11 anni della sua gestione personale del regno (o tirannia): carlo rifiuta e scioglie il parlamento dopo tre solo settimane.
1640: la seconda guerra dei vescovi (o "Seconda Guerra dei covenanti") scoppia in agosto. In risposta al tentativo di Carlo di armare un esercito contro di loro, un'armata di covenanti (20.000 uomini) attraversa il fiume Tweed e sconfigge un esercito inglese (4.000 uomini) a Newburn (28 agosto) e marcia sulla città di Newcastle
1640: il Trattato di Ripon (26 ottobre) lascia Newcastle in mani scozzesi, che ricevono anche un generoso tributo da Carlo. Questi non ha alcuna alternativa alla riconvocazione del Parlamento inglese per ottenere i fondi necessari. Il Parlamento si riunisce in novembre e rimane riunito, in una forma o nell'altra, fino al 1660
1641: 23 ottobre, scoppia la rivolta irlandese del 1641 nell'Ulster, con violenza segnata da massacri di protestanti da parte di cattolici. I rivoltosi vincono una battaglia contro le forze della Corona a Julianstown Bridge presso Drogheda in dicembre
1641: 1º dicembre, il parlamento presenta la Grande Rimostranza a Carlo, che viene vista una sfida all'autorità del re. Carlo si rifiuta di rispondere alle lagnanze che essa ha sollevato
1642: i covenanti inviano un esercito protestante scozzese in Ulster per difendere gli insediamenti protestanti
1642: Carlo entra alla Camera dei Comuni per arrestare cinque "traditori". La notizia del suo "assalto" al parlamento è causa di tumulti a Londra e il re lascia la città temendo per la propria vita. In sua assenza il parlamento approva la Legge sulla milizia che, in effetti, assume il controllo dell'arsenale di Londra e pone le compagnie della milizia (trainbands) sotto il proprio controllo e Carlo risponde nominando emissari incaricati di assumere il controllo delle altre milizie regionali in nome del re. Da questo momento entrambe le parti arruolano truppe e fanno incetta di munizioni.
1642-1646: Guerra civile inglese
1642: un'alleanza di cattolici irlandesi, irlandesi gaelici e Old English formano la Confederazione Cattolica, con sede a Kilkenny, che si riunì per la prima volta nel marzo dei quell'anno
1642: 23 ottobre: Battaglia di Edgehill, primo scontro militare della Guerra civile, conclusosi con un nulla di fatto
1643: armistizio dichiarato fra realisti inglesi e irlandesi confederati
1643: 25 settembre: dichiarazione di alleanza fra il Parlamento inglese e i covenanti scozzesi, la Solemn League and Covenant. Truppe scozzesi marciano in Inghilterra per sostenere i parlamentari inglesi

La battaglia di Marston Moor

1644: 2 luglio: Battaglia di Marston Moor, una grossa disfatta dei realisti inglesi contro parlamentaristi e scozzesi
1644: Guerra civile scozzese iniziata dal realista scozzese Montrose, con l'aiuto delle truppe confederate irlandesi al comando di Alasdair MacColla, che comprendono anche le forze miste di scozzesi ed irlandesi del reggimento di Manus O'Cahan
1645: il Parlamento crea il Nuovo modello di esercito

Nuovo modello di esercito - Il catechismo dei soldati: norme, regolamenti e procedure di esercitazione

1645: 14 giugno: nella battaglia di Naseby il nuovo modello di esercito annienta quello realista, ponendo di fatto fine alla prima Guerra civile inglese
1645: il 15 agosto, James Graham, 1° marchese di Montrose, ottiene il controllo realista della Scozia con la battaglia di Kilsyth ma successivamente le armate dei convenanti, tornate dall'Inghilterra, lo sconfiggono nella battaglia di Philiphaugh (13 settembre 1645)
1646: in maggio Carlo I si arrende ai covenanti scozzesi, che lo consegnano al parlamento inglese
1646: in giugno, nella battaglia di Benburb, un esercito di confederati irlandesi al comando di Owen Roe O'Neill sconfigge i convenanti scozzesi in Ulster
1647: nelle battaglie di Dungans Hill (agosto) e di Knocknanauss (novembre) le forze armate del parlamento schiacciano quelle confederate irlandesi rispettivamente di Leinster e Munster
1648-1649: seconda Guerra civile inglese
1648-1649: Pace di Ormonde, dichiarata formalmente l'alleanza fra Confederati irlandesi e realisti inglesi
1648: con la battaglia di Preston (agosto), l'armata di una fazione di covenanti scozzesi (gli Engagers) invade l'Inghilterra per riportare sul trono Carlo I, ma viene sconfitta da quella dei parlamentari
1649: 30 gennaio, esecuzione capitale di Carlo I disposta dal parlamento inglese
1649: 2 agosto, nella battaglia di Rathmines le truppe dei parlamentari cacciano una forza irlandese-realista fuori da Dublino; 15 agosto, il nuovo modello di esercito sbarca in Irlanda ed ha inizio la conquista dell'Irlanda da parte di Cromwell
1649: 11 settembre, Cromwell assedia Drogheda, seguito da Wexford l'11 ottobre
1650: Montrose tenta di lanciare una rinascita realista in Scozia ma i covenanti lo sconfiggono, lo arrestano e lo giustiziano
1650: Carlo II giura in favore della Solemn League and Covenant e ripudia la sua alleanza con i confederati irlandesi (in conseguenza di ciò gli scozzesi lo incoronano a Scone a Capodanno del 1651)
1650: La terza Guerra civile inglese scoppia fra gli scozzesi ed il Parlamento inglese. Cromwell invade la Scozia e batte l'esercito scozzese nella battaglia di Dunbar (3 settembre)
1651: Henry Ireton assedia Limerick

Robert Blake nel dipinto General at Sea di Henry Perronet Briggs, 1829

1651: giugno, conquista delle Isole Scilly da parte dell'ammiraglio Robert Blake

1651: 3 settembre, la sconfitta di Carlo II e degli scozzesi a Worcester chiude la terza guerra civile inglese. Carlo II va in esilio in Francia
1652: resa dell'ultima roccaforte irlandese a Galway (ma la guerriglia continua)
1653: resa delle ultime truppe organizzate a Cavan.
1654: fine della insurrezione realista 1651-1654 in Scozia

Conseguenze

Mentre le guerre dei tre regni prefiguravano molte delle occasioni che avrebbero dato forma alla moderna Gran Bretagna, nel breve termine esse risolsero ben poco. Il Commonwealth of England raggiunse un compromesso (per altro piuttosto instabile) fra la monarchia e la repubblica. In pratica Oliver Cromwell esercitava poteri politici grazie al controllo delle forze militari del parlamento inglese, ma la sua posizione politica rimase poco chiare, anche quando era divenuto Lord Protettore. Nessuna delle molte costituzioni proposte entrò mai in vigore. Perciò sia il Commonwealth che il protettorato stabiliti dal Parlamento vittorioso lasciarono dietro di sé ben poco nella via che porterà a nuove forme di governo.

Di quel periodo rimasero due importanti retaggi:

dopo l'esecuzione del re Carlo I per alto tradimento, nessun re britannico potrà aspettarsi che i suoi sudditi tollerino un dispotismo palese
gli eccessi del nuovo modello di esercito, particolarmente quello del Regime dei Maggior Generali, lasciò una duratura sfiducia nel governo dei militari in Inghilterra

I protestanti inglesi sperimentarono la libertà religiosa durante l'Interregno inglese ma non riuscì a trovarne una valida alternativa. Inoltre né Cromwell ed i suoi sostenitori si mossero nella direzione di una democrazia di popolo, come avrebbero volute le frange più radicali dei parlamentari.

Il nuovo modello di esercito occupò Irlanda e Scozia durante l'interregno. In Irlanda il nuovo governo confiscò quasi tutte le terre appartenenti ai cattolici irlandesi come punizione per la ribellione del 1641 e dure leggi penali limitarono fortemente la comunità. Migliaia di soldati del Parlamento si stabilirono in Irlanda sulle terre confiscate ed il Commonwealth abolì i parlamenti di Irlanda e Scozia. In teoria questi paesi erano rappresentati nel Parlamento inglese ma poiché questo insieme non ebbe mai un potere effettivo la rappresentanza rimase inefficace. Quando Cromwell morì, nel 1658, il Commonwealth si dissolse senza grandi violenze e Carlo II ridivenne re d'Inghilterra, Scozia ed Irlanda nel 1660.

Sotto la Restaurazione inglese il sistema politico ritornò nella situazione costituzionale di prima delle guerra. Il nuovo regime giustiziò o condannò a vita i responsabili del regicidio di Carlo I. I neo-realisti fecero dissotterrare il corpo di Cromwell e gli comminarono una esecuzione postuma. I politici ed i religiosi radicali, ritenuti responsabili delle guerre, subirono una dura repressione. Scozia ed Irlanda riebbero i loro parlamenti ed alcuni irlandesi anche le loro terre, prima confiscate, ed il nuovo modello di esercito andò allo sbando. In ogni caso la questioni che avevano causato le guerre – religione, poteri del parlamento e relazioni fra i tre regni – risultarono solo apparentemente risolte, ma erano solo posposte, riemergendo nuovamente come materia di contesa durante la Gloriosa Rivoluzione del 1668.

Solo a partire da quel momento prese forma la Gran Bretagna intravista durante le guerre civili: una monarchia costituzionale protestante con l'Inghilterra in posizione prevalente ed un forte esercito permanente

 
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Guerra civile inglese o rivoluzione inglese

Post n°1629 pubblicato il 14 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

a guerra civile inglese (conosciuta anche come rivoluzione inglese o prima rivoluzione inglese) fu una guerra civile svoltasi in Gran Bretagna tra il 1642 e il 1660. Essa rientra fra le cosiddette Guerre dei tre regni

Il Breve Parlamento

Nel 1628 Carlo I per sostenere le spese necessarie all'appoggio militare francese in soccorso degli ugonotti, convocò il Parlamento. I parlamentari però, invece di concedere sussidi al re, gli chiesero conto di tutte le illegalità commesse, chiedendogli di firmare la cosiddetta Petizione dei Diritti (Petition of Rights) con la quale si decretava che ogni imposizione fiscale dovesse essere approvata dal Parlamento stesso, mentre altre pratiche - quali i prestiti forzosi, l'arruolamento obbligato, gli arresti immotivati (contro l'Habeas Corpus della Magna Charta Libertatum) - venivano dichiarate illegali. Per questo motivo il re sciolse il Parlamento appena un mese dopo la riconvocazione. Durante i dieci anni d'assenza del Parlamento, Carlo I, sostenuto dall'arcivescovo di Canterbury William Laud e dal Consiglio della Corona, tentò di racimolare denaro attraverso l'imposizione di nuovi tributi, come ad esempio lo ship money - esteso non più soltanto alle città portuali - e combatté strenuamente il puritanesimo, applicando una pesante censura ai testi religiosi allora in circolazione. Tentò inoltre di diffondere l'Anglicanesimo in Scozia, regione di antica tradizione calvinista, provocando una rivolta. Carlo I si trovò costretto a convocare il Parlamento per chiedere l'approvazione di ulteriori tasse necessarie a formare un esercito da inviare contro gli insorti. Ciò avvenne il 13 aprile 1640, ma il 5 maggio dello stesso anno, a causa delle proteste dei parlamentari, il monarca sciolse l'assemblea.
Il Lungo Parlamento

I successi dei rivoltosi scozzesi e lo scoppio della rivolta in Irlanda costrinsero però il re a riconvocare il parlamento e ad accettare, pur di farsi concedere sussidi, una limitazione (almeno formale) del proprio potere in favore di quello del parlamento stesso; quest'ultimo non si sciolse fino al 1653, ed è perciò denominato "Parlamento Lungo".
La guerra civile

Il re cercò di liberarsi dei parlamentari che gli erano più ostili ma questi, avvertiti in tempo, riuscirono a salvarsi (anche con l'appoggio della popolazione di Londra, sempre più insofferente all'atteggiamento di Carlo I). Scoppiò così una guerra civile tra monarchici e parlamentari (soprannominati Roundheads - teste rotonde - dai loro avversari perché portavano capelli piuttosto corti paragonati a quelli delle truppe del re). La guerra all'inizio vide prevalere i monarchici, ma dopo breve tempo la situazione si capovolse. Il re, disperato, tentò di negoziare con gli scozzesi, i quali lo arrestarono e lo vendettero ai parlamentari. Il re riuscì però a fuggire e la guerra continuò ancora per un anno. Alla fine vinsero i parlamentari. Il leader di questi ultimi, Oliver Cromwell, espulse dal parlamento i seguaci del re. Il parlamento condannò a morte il sovrano e fu proclamata la repubblica inglese o Commonwealth , di cui Cromwell assunse la guida con il titolo di Lord Protettore del Regno.
Il periodo storico



Dopo la morte di Elisabetta I Tudor (1603), che non lasciò eredi diretti, il trono di Inghilterra e di Irlanda passò al parente più prossimo, Giacomo Stuart, già re di Scozia col nome di Giacomo VI, il quale assunse anche la corona inglese con il nome di Giacomo I d'Inghilterra. Per la prima volta si trovavano riunite sotto lo stesso sovrano l'Inghilterra anglicana, l'Irlanda cattolica e la Scozia calvinista. Il regno di Giacomo (durato fino al 1625) fu un’età di forti contrasti e lacerazioni che investirono tutti gli ambiti, ma in particolare quello religioso.

Il re infatti si impegnò nel diffondere l'Anglicanesimo, sempre più vicino a posizioni quasi cattoliche, in un paese che invece richiedeva una riforma pericolosamente (dal punto di vista della Corona) vicina a posizioni protestanti. Il movimento puritano, diffuso soprattutto nelle classi più abbienti, teorizzava il ripristino del più ortodosso calvinismo e si ispirava a un modello di società fondata sul primato dell’individuo, della sua religiosità e delle sue scelte autonome. Da Giacomo il trono passò al figlio Carlo I Stuart; in questo periodo esplose il conflitto tra il re e il Parlamento, principalmente a causa di questioni fiscali.

Il Parlamento nel 1628 votò il Petition of Right con il quale chiese al re:

di non imporre tasse senza l'approvazione del parlamento;
di non imprigionare un uomo libero senza regolare processo;
di non sottoporre uomini liberi a tribunali speciali;
di non costringere uomini liberi ad alloggiare truppe nelle loro case.

Il re, contestando questi diritti, istituì tribunali monarchici negando a tutti gli uomini liberi di essere giudicati da altri loro pari, provocando così forti tensioni tra rappresentanti del popolo e monarchia.

Inoltre, Carlo I stava riscuotendo tributi con la consapevolezza di non poterlo fare: vi era infatti, tra le altre, una tassa che le città marinare dovevano pagare in tempo di guerra (ship money). Il re eluse la petizione dei diritti ed estese la tassa a tutti i suoi sudditi. Dal momento che tale pretesa avrebbe avuto senso solo se ci fosse stata una guerra, il re decise quindi di prendere parte al conflitto in atto in Scozia, suo paese di origine, con l'intento di conquistare e portare ordine in Irlanda; tuttavia per far ciò gli era necessario un esercito. La questione irlandese divenne un problema tale da creare le basi per la rivoluzione inglese.

Nel 1629 Carlo sciolse il Parlamento e diede vita ad un governo personale. In questo modo il malcontento si spostò verso la figura del sovrano. Una delle concause che portarono il re allo scioglimento del parlamento fu la questione religiosa: continuando ad appoggiare la chiesa anglicana, Carlo si dimostrò ostile alle tendenze riformate di molti dei suoi sudditi inglesi e scozzesi; un numero sempre maggiore di questi ultimi, ormai, auspicava lo smantellamento della chiesa anglicana. Nel 1628 sorse un movimento puritano che chiedeva una chiesa molto simile a quella scozzese, cosa che il re non poté concedere: ciò avrebbe richiesto nomine elettive, e la corona non poteva allora rinunciare ai vescovi e ai parroci, attraverso i quali esercitava il proprio potere. Davanti alla richiesta di un nuovo ordine sociale, oltre che economico, il parlamento fu nuovamente sciolto ed il re cominciò una politica decisamente assolutistica.

Per non apparire in contraddizione con le sue posizioni in materia religiosa, Carlo volle allora imporre il sistema di culto inglese anche alla Scozia calvinista; ma gli scozzesi respinsero questa pretesa: rifiutarono di abbandonare le proprie le terre e prepararono un’armata, dichiarando guerra a Carlo.

In quel periodo però l'esercito era di stanza in Irlanda, dove erano emersi conflitti di natura religiosa fra cattolici e calvinisti che provocavano non pochi problemi alla Corona inglese. Infatti nel 1641 era scoppiata in Irlanda una rivolta: proprietari, uomini liberi, contadini cattolici insorsero contro la nascente classe di coloni protestanti inglesi. Carlo, dunque, fu costretto a cedere e, ritornando sui suoi passi, tollerò la chiesa presbiteriana in Scozia.

Il re dovette riconvocare il parlamento, tra i cui membri vi era anche John Pym, una delle figure più importanti di questo periodo. Quest'ultimo, prontamente, approfittò della situazione per incitare il popolo a puntare i fucili contro il re, di origine scozzese. L'esercito reale, tornato dall'Irlanda, passa di fatto sotto il comando di John Pym (che divenne "l'altro re"). Il parlamento, con la Grande Rimostranza, approva 200 articoli della Magna Charta; ogni articolo era diretto contro la famiglia Stuart, soprattutto contro il re.

L’opposizione al re si faceva sempre più forte non solo nella società civile, ma anche nella rappresentanza parlamentare; tuttavia le forze parlamentari erano discordi: i 200 articoli vengono approvati con una maggioranza di soli 11 voti. John Pym deve rinunciare a proclamare la sua vittoria, e i 200 articoli, piuttosto che edificare un nuovo ordine, provocano la guerra civile.
La prima fase: 1642-1649

Si creano due partiti:

il partito del re (aristocrazia e Chiesa anglicana)
l'opposizione parlamentare (ceti in ascesa come gentry, professionisti, mercanti, artigiani).

Il parlamento, un tempo unito nella lotta contro la ship money, è ora spaccato a metà; per capire la storia inglese dobbiamo entrare nelle chiese, dove ci sono parroci arrabbiati, che si rivolgono dal pulpito alla popolazione:
« Contro il re e contro la religione stanno avidi mercanti, possidenti impoveriti e rozza plebaglia; dalla parte del re stanno tutti gli uomini privilegiati e tutti gli uomini istruiti, e cioè tutti i vescovi, tutti i lords (principi, duchi, marchesi, conti), tutti eccetto due. Dalla parte del re stanno ancora tutti i gentiluomini, eccetto una quarantina di atei. »

(...dal punto di vista di un parroco anglicano)
« I liberi possidenti e gli onesti commercianti che stanno dalla parte del parlamento sono la forza della civiltà; i cavalieri, i contadini asserviti e i mendicanti che stanno dalla parte del re sono la forza della iniquità. »

(... dal punto di vista di un parroco puritano)

Nel 1642 la cavalleria fedele al re Carlo, composta principalmente dall’aristocrazia e ricordo della società medioevale, si scontra con l’esercito del Parlamento, le Teste rotonde. Londra e il sud sono in mano alle teste rotonde, Nottingham ed il centro in mano al re. I cavalieri avanzano, senza giungere però a conquistare, in due anni di guerra, la città di Londra; questo perché le teste rotonde cominciano a conseguire alcune vittorie, grazie soprattutto ad un nuovo capo militare puritano ed esponente della gentry: Oliver Cromwell. Questi organizza un esercito di nuovo modello formato da volontari altamente specializzati e qualificati, con ferrea disciplina militare (New Model Army). Cromwell va all’attacco dell’esercito di Carlo e, nel giro di quattro anni, i cavalieri non esistono più; il re non può più avanzare la richiesta di guidare un esercito. Governano le teste rotonde (nient'affatto incolte, ma ben istruite) trovando la forza nella cultura: il contadino che si impegna guiderà prima il plotone, poi il battaglione e poi diventa generale; e prima di combattere l'esercito legge la Bibbia.
La guerra civile sembra concludersi nel 1646, con la Battaglia di Oxford; il parlamento si impegna a legiferare per lo smantellamento dei sistemi feudali, sancisce l'istituzione della proprietà privata e la legittimazione delle recinzioni. Vengono smantellate le figure dei vescovi, e con essi la chiesa anglicana, a favore di un modello presbiteriano. In compenso il re è rimasto solo un simbolo, non può più contare sulla vecchia aristocrazia. Alcune forze vorrebbero l'abolizione della monarchia, ma i presbiteriani la vogliono mantenere: temono infatti che il decadimento della casa reale prepari il terreno a riforme più radicali da parte del popolo. Il re però non accetta di restare al potere se non viene restaurato il vecchio ordine; Cromwell è costretto a riprendere l'esercito per garantire le conquiste rivoluzionarie: si creano 4 partiti: il partito degli indipendenti (coloro che volevano ancora il re), dei presbiteriani, degli zappatori (coloro che volevano assegnare la terra a chi la lavora) e dei livellatori (coloro che volevano assegnare la terra agli affittuari). I presbiteriani, attraverso accordi con la corona, vogliono la restaurazione, ed il re arriva a chiedere che la Scozia, con il suo esercito, invada l'Inghilterra; l'esercito di Cromwell, costituito da livellatori e zappatori, interviene, scacciando dal parlamento i presbiteriani e destituendo la monarchia. Il re viene processato e condannato per alto tradimento. Nel 1649 Carlo viene giustiziato: cade così il principio del diritto divino dei sovrani e nasce un nuovo principio di sovranità, quella popolare.
La seconda fase: 1649-1653

Cromwell e il Parlamento dichiarano decaduta la monarchia e fondano la Repubblica Unita di Inghilterra, Scozia e Irlanda (Commonwealth). Gli obiettivi di Cromwell sono: salvaguardia del diritto di proprietà, indipendenza della chiesa dallo stato, libertà religiosa, eliminazione di tutte le opposizioni estremistiche. Alla Scozia viene garantita una maggiore tolleranza, con l’Irlanda invece si usa il pugno di ferro. Una carta costituzionale nomina Cromwell "Lord protettore del Regno".
La terza fase: 1653-1658


Dal 1653 iniziò una vera e propria dittatura militare; il territorio viene diviso e sottoposto a fidati governatori militari. Nel 1658 il dittatore Cromwell muore. L'Irlanda aveva conosciuto la guerra continua dall'inizio della ribellione del 1641, con la maggior parte dell'isola controllata dai Confederati irlandesi. Sempre più minacciato dagli eserciti del Parlamento inglese, dopo l'arresto di Carlo I nel 1648, i Confederati firmarono un trattato di alleanza con i realisti inglesi. Il comune realista e le forze confederate sotto il Duca di Ormonde tentarono di eliminare l'esercito parlamentare di Dublino, ma i loro avversari li sconfissero nella battaglia di Rathmines (2 agosto 1649). Come ex membro del Parlamento l'ammiraglio Robert Blake bloccò la flotta del Principe Rupert a Kinsale, Oliver Cromwell avrebbe potuto attraccare a Dublino il 15 agosto 1649 con un esercito per sedare l'alleanza realista in Irlanda. Lo sterminio dei realisti in Irlanda nel 1649 da parte di Cromwell ha ancora una forte risonanza per molti irlandesi. Dopo l'assedio di Drogheda, il massacro di circa 3.500 persone, circa 2.700 soldati realisti e 700 altri, tra civili, prigionieri e sacerdoti cattolici (Cromwell ha sostenuto che tutti gli uomini trasportavano armi), divenne una delle memorie storiche che ha guidato Irlanda - Inghilterra e cattolici-protestanti nelle lotte nel corso degli ultimi tre secoli. Tuttavia, il massacro ha un significato simbolico della percezione irlandese della crudeltà di Cromwell, dato che morirono molte più persone nella guerriglia e nelle operazioni di terra bruciata nel paese che negli infami massacri di Drogheda e Wexford. La conquista parlamentare del territorio Irlandese continuò per altri quattro anni fino al 1653, fino a quando l'ultimo dei Confederati irlandesi e le truppe realiste si arresero. Gli storici hanno stimato che circa il 30% della popolazione irlandese sia morta o sia andata in esilio a causa delle guerre. I vincitori confiscarono a quasi tutti i cattolici irlandesi le proprietà dei terreni che furono assegnati ai creditori del Parlamento, ai soldati parlamentari che avevano prestato servizio in Irlanda, e agli inglesi che si erano stabiliti prima della guerra. L'esecuzione di Carlo I modificò la dinamica della guerra civile in Scozia, combattutasi tra realisti e Covenanter dal 1644. Dal 1649, la lotta aveva lasciato i realisti scozzesi disorganizzati e il loro leader, il marchese di Montrose, era andato in esilio. In un primo momento, Carlo II incoraggiò Montrose a sollevare un esercito di Highlanders a combattere dalla parte dei realisti. Quando i Covenanters scozzesi, che non erano d'accordo con l'esecuzione di Carlo I e che temevano per il futuro della Scozia e l'indipendenza del loro paese nel quadro del nuovo Commonwealth, offrirono la corona di Scozia al marchese Montrose, Carlo II abbandonò Montrose ai suoi nemici. Montrose, che aveva sollevato una forza mercenaria in Norvegia, era già sbarcato e non poteva abbandonare la lotta. Egli non riuscì a suscitare la ribellione di molti dei clan delle Highlands e i Covenanters sconfissero il suo esercito nella battaglia di Carbisdale a Ross-shire, il 27 aprile 1650. I vincitori catturarono Montrose poco dopo e lo portarono a Edimburgo. Il 20 maggio il Parlamento scozzese lo condannò a morte e lo fece impiccare il giorno dopo. Carlo II sbarcò in Scozia a Garmouth il 23 giugno 1650 e firmò nel 1638 il National covenant e nel 1643 la Solemn League and Covenant subito dopo essere sbarcato. Grazie all'aiuto dei realisti Scozzesi e dei Covenanter, King Carlo II divenne la più grande minaccia per la nuova repubblica inglese. In risposta alla minaccia, Cromwell lasciò alcuni dei suoi luogotenenti in Irlanda per continuare la soppressione dei realisti irlandesi e tornò in Inghilterra.

Arrivò in Scozia il 22 luglio 1650 e procedette ad assediare Edimburgo. Entro la fine della malattia di agosto e una carenza di forniture aveva ridotto il suo esercito, e lui ha dovuto ordinare la ritirata verso la sua base a Dunbar. Un esercito scozzese, riunite sotto il comando di David Leslie, ha cercato di bloccare la ritirata, ma Cromwell li sconfisse nella battaglia di Dunbar il 3 settembre. L'esercito di Cromwell poi prese Edimburgo, ed entro la fine dell'anno, il suo esercito ha occupato gran parte del sud della Scozia.

Nel luglio 1651, le forze di Cromwell attraversato il Firth of Forth Fife, e sconfisse gli scozzesi nella Battaglia di Inverkeithing (20 luglio 1651). La New Model Army avanzata verso Perth, che ha consentito di Carlo, alla testa dell'esercito scozzese, per spostarsi a sud, in Inghilterra. Carlo Cromwell seguita in Inghilterra, lasciando George Monck per completare la campagna in Scozia. Monck Stirling ha preso il 14 agosto e il 1 ° settembre Dundee. L'anno successivo, 1652, vide il rastrellamento dei resti di resistenza realista, e sotto i termini della "Gara di Unione", gli scozzesi hanno ricevuto 30 posti a sedere in un Parlamento unito a Londra, con il generale Monck nominato governatore militare di Scozia.
La quarta fase: 1658-1660

Con Cromwell viene a mancare il leader: suo figlio, che gli succede, non riesce a sostituire degnamente la figura paterna. Appare necessaria, perciò, la restaurazione di un ordine politico più solido. Un esercito guidato da George Monk, un uomo che fu fedele a Cromwell, marcia su Londra e restituisce i poteri al Parlamento. Carlo II Stuart, figlio di Carlo I, rientra in Inghilterra dall'esilio olandese: la monarchia, la Camera dei Lord e la Chiesa anglicana sono così restaurate. La ricostituzione dei tre pilastri del potere, tuttavia, non significa affatto un ritorno puro e semplice al passato: grazie al potere che il Parlamento aveva rivendicato, in reazione alla politica di accentramento posta in atto da Giacomo I e Carlo I, e dopo la condanna a morte di quest'ultimo, l'Inghilterra non vedrà mai più sovrani assolutisti sul proprio trono.
Battaglie principali

Battaglia di Edgehill 23 ottobre 1642
Battaglia di Stratton 16 maggio 1643
Battaglia di Lansdowne 5 luglio 1643
Battaglia di Roundway Down 13 luglio 1643
Battaglia di Chalgrove Field 18 giugno 1643
Battaglia di Marston Moor 1644
Battaglia di Preston 17 al 19 agosto 1648,
Battaglia di Naseby 14 giugno 1645
Battaglia di Dunbar (1650)
Battaglia di Worcester 3 settembre 1651

 
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Oliver Cromwell

Post n°1628 pubblicato il 14 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Oliver Cromwell può considerarsi una figura chiave della guerra civile inglese e uno dei personaggi più inusuali di tutta la storia dell'Inghilterra. Entrò nell’esercito a 43 anni (non pochi per l’epoca) e senza nozioni di tattica militare, ma solo con il coraggio e il  talento innato per il comando, riuscì a sconfiggere il re Carlo I e ad affermare il potere del Parlamento.

Nacque nell’aprile del 1599 a Huntingdon, fu educato alla grammar School della stessa città (oggi museo a lui dedicato) e fu studente universitario a Cambridge, pur non completando gli studi. Alla morte del padre ricevette un’eredità modesta, non sufficiente per mantenere la madre, la moglie e gli otto figli.

Eletto alla Camera dei Comuni come rappresentante della circoscrizione di Huntingdon nel 1628 fu sostenitore di una radicale trasformazione democratica e si adoperò per difendere gli abitanti della regione dei Fens, nell'est del paese, non lontano da Cambridge, che i ricchi proprietari terrieri volevano cacciare dalle loro terre. In quel periodo l’allora sovrano Carlo I, re dal 1625,  governava convocando saltuariamente il Parlamento, riconoscendo un potere ai parlamentari solo quando i problemi economici lo richiedevano.

Il re fu osteggiato più volte dai parlamentari, soprattutto quando tentava d’imporre nuove tasse e quando cercò d’imporre una versione "cattolicizzata" del Protestantesimo, più elaborata e “cerimoniale”. Non era passato molto tempo dalla riforma protestante di Enrico VIII e dalla repressione cattolica di Maria la Sangunaria. Le durissime lotte tra le fazioni pro e contro la chiesa di Roma non si erano ancora spente. Anche cambiamenti minori al cerimoniale da parte di un re potevano rimettere in discussione e fare sorgere sospetti nella nobiltà protestante.

Cromwell, fervente protestante, era convinto che la salvezza eterna fosse alla portata di tutti coloro che si conformavano agli insegnamenti della Bibbia ed ai dettami della propria coscienza. Era un tenace avversario della Chiesa Cattolica di Roma e della gerarchia ecclesiastica in generale, che riteneva essere causa delle persecuzioni contro i protestanti e si adoperò contro le riforme che Carlo I stava introducendo nella Chiesa d'Inghilterra tentando di renderla più simile a quella cattolica.

Gli errori e l’incompetenza di Carlo I , la sconfitta dell’esercito reale da parte della Scozia (che si opponeva alla sua politica in materia religiosa), obbligarono il Sovrano a riconvocare il Parlamento nel 1640. Fino a questo anno Cromwell aveva avuto solo un ruolo marginale nell’amministrazione locale e poteva dirsi un personaggio insignificante per l’Inghilterra.

Subito dopo riprese il ruolo di Parlamentare, e seppur inesperto, imparò rapidamente a muoversi dentro il parlamento, fino a diventare un vero animale politico.

Alcuni studiosi sostengono che l’attivismo politico di Cromwell fosse dettato dal suo ardore religioso, dalla convinzione di operare seguendo la volontà divina; altri affermano che si è sopravvalutata la sua attività parlamentare e sottovalutata la trama politica che aveva intessuto prima di entrare in Parlamento (conoscenze, alleanze politiche, pubbliche relazioni).

Nell’estate del 1642, alla vigilia dello scoppio della guerra, Cromwell si dimostrò uno dei più forti sostenitori della causa parlamentare anche con i fatti. Posizioni politiche e azioni coraggiose delinearono fin dall’inizio la sua posizione. La crisi politica perdurò e nel 1642 sia il Re che il Parlamento, armarono il loro esercito. Ben presto la crisi politica si trasformò in guerra civile.

Circa le cause della guerra civile inglese, ad oggi, non ci sono tesi prevalenti: alcuni studiosi sostengono che lo scontro fu causato dal concatenarsi di errori politici; altri lo riconducono ai cambiamenti sociali ed economici inespressi ma che si erano prodotti molto tempo prima, addirittura nel periodo Tudor o nel medioevo; altri ancora credono che la causa sia da rintracciarsi in problematiche socio-economiche, ma risalenti al breve periodo (20, 30 anni prima) prime fra tutte le difficoltà economiche causate dall’incremento della popolazione e dalle crisi sociali prodotte dalla Dissoluzione dei Monasteri operata da Enrico VIII (i monasteri sfamavano i poveri e offrivano l'unica scuola disponibile nel regno); ulteriori studi evidenziano le tensioni tra classe media in ascesa e aristocrazia in declino, e tra corona (desiderosa di consolidare ed espandere il proprio potere) e Parlamento (che rivendicava maggior potere e maggiori diritti e libertà per il popolo) .

Che si rintraccino le cause in problematiche di lungo termine o di breve termine, resta il fatto che Cromwell giocò con certezza un ruolo marginale fino allo scoppio della guerra. Da quel momento in poi Cromwell fu un ufficiale dell’esercito parlamentare attivo e impegnato. Nel 1643 fu promosso colonnello e guidò un suo reggimento di cavalleria. Era noto per scegliere gli ufficiali in base al merito e non al titolo nobiliare, come si era soliti fare a quei tempi, e con questa mentalità alimentò un nuovo concetto di esercito.

Divenne in seguito luogotenente generale e contribuì alla vittoria nella Battaglia di Marston Moor nel 1644, vittoria che gli fece guadagnare una grandissima reputazione.  Come secondo in comando dell'esercito parlamentare, il “New Model Army”, svolse un ruolo decisivo nella vittoria di Naseby nel giugno del 1645.  Le vittorie ottenute sul campo di battaglia gli valsero una sempre maggiore influenza politica, fino a farlo diventare il personaggio più potente ed autorevole dell'Inghilterra. Nel 1646, alla fine della guerra civile, il re Carlo I ormai delegittimato era il passato, Cromwell il futuro. Il potere assoluto della monarchia era stato spazzato via.

I parlamentari, compreso Cromwell, speravano di arrivare ad un compromesso col re Carlo I, anche se le convinzioni di quest’ultimo lasciavano pochi spazi di manovra. Che la strada del compromesso non fosse percorribile fu chiaro quando nel 1648 Carlo I riuscì ad evadere dalla prigione. Il re fu nuovamente imprigionato e processato. La condanna a morte fu emessa poco dopo e il re giustiziato. Sebbene personalmente responsabile della detronizzazione e dell'esecuzione del re, all'inizio della guerra civile Cromwell intendeva solo fare in modo che Carlo I accettasse di regnare di concerto con il parlamento, e con una linea politica in campo religioso più condivisa. Come tutti era nato monarchico.

Dopo l’esecuzione del re, negli anni successivi Cromwell guidò grandi e vittoriose campagne militari per il controllo dell’Irlanda e della Scozia.  Nel 1650 fu messo a capo di tutto l’esercito del Parlamento, un riconoscimento sorprendente per un uomo che solo otto anni prima non aveva probabilmente mai avuto un esperienza di tipo militare.

Cromwell attribuì i suoi successi militari alla volontà divina; gli storici li attribuiscono al suo coraggio personale ed alle sue abilità, alla cura e all’attenzione posta nell’allenamento e nell’equipaggiamento dei suoi uomini, alla logistica e alla disciplina da lui imposta dentro e fuori dal campo di battaglia.

Le imprese belliche di Cromwell lo resero molto impopolare in Irlanda e Scozia, due paesi  quasi indipendenti che, durante le guerre civili, caddero sotto il dominio inglese.  Brutale fu la repressione delle forze realiste in Irlanda nel 1649, tanto da lasciare un segno nella  memoria degli irlandesi, alimentando l'odio fra inglesi ed irlandesi e fra cattolici e protestanti. Ci furono massicci espropri di terre a favore dei soldati inglesi e diversi episodi brutali ingiustificati ma è certo che fu la propaganda dei sostenitori del re a dipingere Cromwell come un vero mostro sanguinario, responsabile di ogni assassinio di civili innocenti. Le peggiori atrocità, come le deportazioni e la riduzione in schiavitù nell'isola di Barbados, furono commesse in realtà da suoi subordinati solo dopo che Cromwell era rientrato in Inghilterra. La stragrande maggioranza degli irlandesi si rifiutò comunque di abbandonare la fede cattolica.

Cromwell invase la Scozia nel 1650, dopo il tentativo di restaurazione monarchica da parte degli scozzesi compiuto con l’incoronazione a Re d'Inghilterra di Carlo II, figlio di Carlo I. Cromwell sarebbe stato disposto a tollerare una Scozia indipendente, ma fu costretto a reagire quando gli scozzesi invasero l'Inghilterra. Gli scozzesi furono sconfitti nelle battaglie di Dunbar e di Worcester e la Scozia fu conquistata.

Intanto in patria, scomparso Carlo I il Parlamento vide contrapporsi diverse fazioni e Cromwell,  sciolse il parlamento repubblicano nel 1653 per assumere il controllo diretto del paese (non molto diversamente da come avevano agito Carlo I o come avrebbero poi agito altri dittatori futuri).

Forte dell’appoggio dell’esercito assunse i  pieni poteri, come un vero dittatore. Come Lord Protettore per almeno cinque anni, fino alla sua morte, nel 1658, Cromwell condusse una politica tollerante in patria ed espansiva a livello militare. Garantì in particolare la libertà religiosa, salvo che per i cattolici, e incoraggiò gli Ebrei a ritornare in Inghilterra dopo 350 anni.

Nel 1657 il parlamento, appositamente ricostituito, offrì a Cromwell la corona di re. Cromwell rispose di no (dopotutto era stato lui a sconfiggere la monarchia…) ma accettò di essere insignito ufficialmente e solennemente nell'Abbazia di Westminster con il titolo di Lord Protettore. Salvo che per la non ereditarietà, il titolo gli dava gli stessi poteri sostanziali di un re. Fu promulgata una nuova Costituzione scritta, che gli conferì tra l’altro il potere di attribuire titoli nobiliari.

Morì nel 1658, si dice per malaria, e due anni dopo il parlamento restaurò la monarchia incoronando Carlo II. Richard Cromwell, figlio di Oliver, fu ritenuto un successore non all'altezza del compito che avrebbe dovuto svolgere.

Con la Restaurazione di Carlo II i titoli nobiliari attribuiti da Cromwell avrebbero dovuto perdere validità ma alcuni di questi furono riconosciuti dal nuovo re e si estinsero solo perché non ereditari. Pensate che alcuni titoli di barone sono tutt'oggi validi. Il titolo di barone è piuttosto inusuale ed è ereditario. I titoli di barone conferiti da Cromwell e riconosciuti dal re Carlo II si sono pertanto tramandati (salvo estinzione della progenia maschile) e due di questi sono giunti fino ai nostri giorni: i discendenti di Thomas Beaumont e Griffith Williams, baronetti riconosciuti nel 1661, sono il dodicesimo e il quattordicesimo barone in  linea diretta creati da Cromwell.

Nel 1661, nell'anniversario dell'esecuzione di Carlo I, la salma di Cromwell venne riesumata dall'Abbazia di Westminster e sottoposta a una “esecuzione postuma” consistente nell’impiccagione e squartamento della salma. La testa fu esposta davanti all’Abbazia, su un palo, fino al 1685.

I resti di Cromwell non è certo dove siano seppelliti: forse a Londra vicino a  Tyburn (l’attuale zona di Marble Arch). La testa, divenuta un macabro pezzo da collezione, è stata sepolta nel 1960 nel cimitero del Sidney Sussex College.

Considerato un grande parlamentare da alcuni, discreditato durante la Restaurazione monarchica, odiato in Irlanda, resta una figura di spicco di un difficile periodo storico. La statua di Cromwell troneggia di fronte al Palazzo di Westminster e molti sono i luoghi legati a questo personaggio e alla guerra civile inglese in generale (castello di Goodrich Castle - Herefordshire;  Castello di Ashby de la Zouch - Leicestershire; Boscobel House - Shropshire; castello di Kenilworth - Warwickshire; castello di Sherborne e castello di Portland - Dorset; castello di Pendennis in Cornovaglia; castello di Carisbrooke - Isola di Wight; castello di Deal e castello di Dover – Kent e altri, dove in estate ci sono spesso eventi speciali che ricordano Cromwell.

Una curiosità, Oliver Cromwell era discendente dello stesso Owen Tudor che cominciò la dinastia Tudor che avrebbe dato cinque monarchi all'Inghilterra, tra i queli Enrico VII, Enrico VIII e Elisabetta I.

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Leggi tutto: http://www.londraweb.com/oliver_cromwell.htm#ixzz1jPtF8f1T

 
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Conosco delle barche (Brel)

Post n°1627 pubblicato il 14 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Conosco delle barche
che restano nel porto per paura
che le correnti le trascinino via con troppa violenza.

Conosco delle barche che arrugginiscono in porto
per non aver mai rischiato una vela fuori.

Conosco delle barche che si dimenticano di partire
hanno paura del mare a furia di invecchiare
e le onde non le hanno mai portate altrove,
il loro viaggio è finito ancora prima di iniziare.

Conosco delle barche talmente incatenate
che hanno disimparato come liberarsi.

Conosco delle barche che restano ad ondeggiare
per essere veramente sicure di non capovolgersi.

Conosco delle barche che vanno in gruppo
ad affrontare il vento forte al di là della paura.

Conosco delle barche che si graffiano un po'
sulle rotte dell'oceano ove le porta il loro gioco.

Conosco delle barche
che non hanno mai smesso di uscire una volta ancora,
ogni giorno della loro vita
e che non hanno paura a volte di lanciarsi
fianco a fianco in avanti a rischio di affondare.

Conosco delle barche
che tornano in porto lacerate dappertutto,
ma più coraggiose e più forti.

Conosco delle barche straboccanti di sole
perché hanno condiviso anni meravigliosi.

Conosco delle barche
che tornano sempre quando hanno navigato.
Fino al loro ultimo giorno,
e sono pronte a spiegare le loro ali di giganti
perché hanno un cuore a misura di oceano.

 
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Libri dimenticati:Broken

Post n°1626 pubblicato il 14 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

spirato al famoso libro "Il buio oltre la siepe" è un libro molto ben scritto,che ti prende dall'inizio alla fine

 
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Frase del giorno

Post n°1625 pubblicato il 14 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

La vita è una collana di paure (Bjork)

 
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