Messaggi del 28/01/2012

Scrittori dimenticati:Matthew Gregory Lewis

Post n°1747 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Matthew Gregory Lewis (Londra, 9 luglio 1775Oceano Atlantico, 14 maggio 1818) è stato un romanziere e drammaturgo britannico, famoso per il suo romanzo gotico Il monaco.

Nacque a Londra e venne avviato dalla famiglia alla carriera diplomatica presso la Westminster School e la Christ Church di Oxford, dove si dedicò più che altro allo studio delle lingue. Nel 1794 si trasferì a L'Aia con l'ambasciata britannica. Durante la sua breve permanenza, scrisse il suo romanzo Ambrosio o Il monaco, che venne pubblicato nell'estate dell'anno successivo. Lewis raggiunse immediatamente la notorietà, ma il romanzo venne ritirato l'anno successivo a causa dei suoi contenuti ritenuti scandalosi. Lewis pubblicò una seconda edizione in cui eliminò alcuni di quelli che riteneva essere i passaggi più problematici, pur senza eliminare alcuni tra i personaggi più terrificanti.

Nonostante i presunti problemi etici, il romanzo non impedì a Lewis di essere introdotto in società e a corte, e presto ottenne un posto alla Casa dei Comuni per il Wiltshire. Dopo il suo ingresso in parlamento, pubblicò:

  • The Castle Spectre (1796), un'opera teatrale in musica che ottenne una durevole notorietà
  • The Minister, traduzione dal tedesco Kabale und Liebe di Friedrich Schiller
  • Rolla (1797), una traduzione da Kotzebue
  • The Bravo of Venice (1804), un romanzo tradotto dal tedesco considerato la sua opera migliore dopo Il monaco.

Si dedicò inoltre al teatro d'opera e alla tragedia: la morte del padre lo lasciò con una consistente fortuna e nel 1815 partì per le Indie Orientali a visitare i propri possedimenti; durante questo viaggio, scrisse il Journal of a West Indian Proprietor, pubblicato postumo nel 1833. Fece un secondo viaggio in Giamaica nel 1817 per ottenere maggiori informazioni sulla condizione degli schiavi, riguardo alla quale aveva intenzione di scrivere un pamphlet in difesa. Il clima tropicale, tuttavia, gli fu fatale: morì di febbre gialla durante il viaggio di ritorno e il suo corpo fu gettato in mare in quanto la costa era ancora lontana.

Nel 1839 venne pubblicato, in due volumi, The Life and Correspondence of M. G. Lewis.

Il monaco
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La storia riguarda Ambrosio, un pio e rispettato monaco spagnolo, e la sua caduta in disgrazia. Il monaco si innamora infatti della sua pupilla Matilda e, dopo aver soddisfatto con lei i propri desideri carnali, rivolge la propria attenzione ad Antonia, che violenta e uccide. La trama è spesso interrotta da digressioni e parentesi, utili a ravvivare l'atmosfera gotica del romanzo ed ai quali si ipotizza possa aver guardato Alessandro Manzoni per la sua prima stesura del Fermo e Lucia. Alcune tra queste parentesi riguardano una monaca sanguinaria, la storia di Lorenzo e Antonia e quella della sorella di lui, sepolta viva da monache gelose. Al termine del romanzo, Ambrosio viene consegnato all'Inquisizione ed il monaco vende l'anima a Satana per sfuggire alla sentenza che lo attende. La storia si conclude con Satana che impedisce ad Ambrosio di pentirsi in punto di morte ed il suo doloroso trapasso.

Il monaco è considerato uno tra i più "trasgressivi" romanzi gotici, a causa di alcuni dei suoi elementi tra cui la presenza demoniaca, lo stupro, l'incesto e presenze come l'Ebreo errante, castelli in rovina e l'Inquisizione spagnola. Il romanzo presenta inoltre un'interessante ritratto del pensiero britannico dell'epoca circa la Chiesa di Roma; ne è un altro esempio The Awful Disclosures of Maria Monk.

 
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Scrittrici dimenticate:Ann Radcliffe

Post n°1746 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Ann Radcliffe (Holborn, 9 luglio 1764Holborn, 7 febbraio 1823) è stata una popolare scrittrice inglese, vera e propria pioniera della letteratura horror e in particolare del romanzo gotico.

Nata ad Holborn[1] (Londra, Inghilterra) come Ann Ward, si sposò a 23 anni (nel 1787[2]) con William Radcliffe, un giornalista dell'English Chronicle.
Iniziò a scrivere racconti per divertimento e dietro incoraggiamento del marito.

Nel 1789 pubblicò The Castles of Athlin and Dunbayne, in cui è già presente l'atmosfera alla base della maggior parte dei suoi lavori, in particolare la tendenza a coinvolgere innocenti e giovani eroine nelle vicende descritte, che solitamente si svolgono in tenebrosi castelli governati da nobili dal passato misterioso.

Il romanzo della foresta 

Le sue opere divennero estremamente popolari, specialmente tra le giovani lettrici che cercavano nei suoi libri qualcosa di più eccitante del ricamo. Tra le sue opere più conosciute ricordiamo Romanzo siciliano (1790), Il romanzo della foresta (1791), I misteri di Udolpho (1794) e L'italiano (1797[2]).

Il successo de Il romanzo della foresta consacrò la Radcliffe come l'esponente più significativa del romanzo storico in chiave gotica. I suoi romanzi successivi furono accolti con grande entusiasmo e produssero un nutrito gruppo di imitatori. Alcuni grandi scrittori, inoltre, presero spunto dall'atmosfera in essi presente per ricrearla nei loro lavori. Questo successe a Jane Austen, estimatrice del filone gotico e delle opere della Radcliffe, in Northanger Abbey nel quale ritroviamo una parodia dell'opera I misteri di Udolpho ma non per disprezzarla quanto per ricordare l'importanza delle prime autrici di romanzi femminili di fine Settecento.

I misteri di Udolpho

I misteri di Udolpho, forse il miglior romanzo della Radcliffe, fu pubblicato per la prima volta nel 1794 dalla casa editrice G.G. & J. Robinson di Londra. Il romanzo, originariamente pubblicato in quattro volumi, è ambientato nel 1584 e narra la storia di Emily St. Aubert, un'orfana che va a vivere con la zia Madame Cheron. La zia si sposa presto con l'italiano Montoni, che porta la moglie e Emily a Udolpho, separando Emily dal suo innamorato Valancourt. Montoni rinchiude la zia nel castello per costringerla a firmare una carta in cui cede le sue proprietà. Dopo una serie di eventi terribili, Emily riesce a fuggire dal castello, a prendere il controllo delle sue proprietà e a ritrovare Valancourt, con cui si sposa.

La grande importanza del romanzo sta nella capacità dell'autrice di mantenere coerente la trama e di fornire una spiegazione razionale per ogni straordinario avvenimento che accade nel castello. Oltre alla parodia di Jane Austen (L'abbazia di Northanger), il romanzo è stato ripreso anche da Sir Walter Scott.

Ann Radcliffe morì il 7 febbraio 1823 a causa di problemi respiratori, probabilmente dovuti a una polmonite.

 
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Scrittrici dimenitcate:Caterina Percoto

Post n°1745 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Caterina Percoto (San Lorenzo di Soleschiano, 1812Udine, 15 agosto 1887) è stata una scrittrice italiana.

La vita 

Nata a San Lorenzo di Soleschiano (Comune di Manzano, in provincia di Udine) in Friuli, da una nobile famiglia di avvocati, artisti e uomini di lettere, fu l'unica bambina di sette figli.
Alla morte del padre, nel 1821, la sua famiglia si spostò ad Udine, e lei fu mandata nell'Educandato di Santa Chiara (oggi Educandato Uccellis), a scuola dalle suore. Da questo periodo, nacque nella scrittrice la forte avversione per l'educazione monacale delle donne, tema che Caterina Percoto difese per tutta la vita.
Nel 1828 incontrò il primo amore, un giovane di origine ebrea. Proprio per questo, la relazione fu duramente osteggiata sia dalla famiglia che dalle suore.
Nel 1829, lasciò il convento per ragioni di carattere economico. Dopo il suo ritorno a casa, cominciò a dedicarsi all'azienda di famiglia e all'educazione dei fratelli minori coadiuvata da don Pietro Comelli, già "fattore" dei conti Percoto e pievano del luogo. Comelli le diventerà presto guida spirituale e amico sincero.

Carriera letteraria 

La carriera letteraria di Caterina Percoto ha inizio nel 1839, grazie a Don Comelli che inviò segretamente alla Favilla di Trieste il primo scritto di Caterina: un commento alla traduzione del Maffei di alcuni brani della Messiade di Klopstock. Iniziò così il rapporto di Caterina con l'editore Francesco Dall'Ongaro, che ben presto diventò suo mentore.

Immersa nei paesaggi friulani, supervisionando al lavoro nei campi e alla coltura dei bachi da seta, ritrasse nelle sue opere lo stagnante mondo di povertà del Friuli, sotto il dominio austriaco.

Nel 1841 apparirono sulla Favilla i primi racconti della Percoto. Il Dall'Ongaro la fa conoscere nel mondo letterario italiano.

Nel 1847, dopo un viaggio a Vienna, iniziò il lungo contatto epistolare con Carlo Tenca.Ma con la prima guerra di indipendenza, del 1848, i suoi scritti divennero politicamente più impegnati, e racconti come La donna di Osoppo e La coltrice nuziale, riscossero un grande successo negli ambienti patriottici. Nell'ottobre 1852 morì il fratello Costantino, lasciandole il gravoso compito dell'educazione dei giovanissimi figli.

Negli anni cinquanta, inoltre, iniziò a scrivere in lingua friulana, e dopo due anni di trattative, con l'editore Le Monnier, il quale temeva che i titoli in friulano avrebbero infastidito gli Austriaci, nel 1863 uscirono due volumi di racconti.

Gli ultimi anni 

Gli ultimi anni di vita della scrittrice furono piuttosto sofferti, a causa delle sue precarie condizioni di salute, ma allo stesso tempo densi di avvenimenti ed incontri di particolare rilievo. Nel 1867, ad esempio, incontrò a Udine, Giuseppe Garibaldi in persona.

L'anno successivo rifiutò la nomina a direttrice dell'Educandato di Santa Chiara (oggi Educandato Uccellis) e nel 1871 il ministro Cesare Correnti la nominò ispettrice degli educandati veneti.

Nel 1878 e nel 1883 vengono pubblicate due raccolte di suoi racconti.

Caterina Percoto morì il 15 agosto 1887 a Soleschiano ed è sepolta a Udine accanto al poeta Pietro Zorutti.

 
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Catherine Parr

Post n°1744 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Katherine Parr was the eldest daughter of Sir Thomas Parr and his wife Maud Green, both of whom were at the court of Henry VIII in his early reign. Maud was a lady-in-waiting to Queen Catherine of Aragon and named her daughter, born in 1512, after her. So, Henry VIII’s last wife was named after his first. Thomas Parr died in November 1517, leaving his three children, William, Katherine and Anne in the care of their mother. Maud managed the children’s education and the family estates and must have left an impression on her daughter of the greater role an independent woman could have in society. The education that Maud arranged for the children was similar to that of other noble figures of the time and at least in the case of Katherine, it ignited a life-long passion for learning. She was fluent in French, Latin and Italian and began learning Spanish when she was Queen.

Katherine Parr’s first marriage was to Edward Borough, the son of Thomas, third Baron Borough of Gainsborough in 1529 when she was 17 years old. Edward died only a few years later, probably in early 1533. It was during this marriage that Katherine’s mother Maud died, in December 1531. Katherine’s second marriage was to John Neville, third Baron Latimer of Snape Castle in Yorkshire, whom she married in the summer of 1534 when he was 41 and she was 22. Latimer had two children from his previous marriages so Katherine also became a stepmother for the first time. During the Pilgrimage of Grace a rebel mob forced Latimer to join them and later took Katherine and her stepchildren hostage at the castle. Latimer was able to eventually secure their freedom and managed to escape arrest for his associations with the rebellion after it was finally put down.

Katherine’s ailing husband died in March 1543, leaving her a widow for the second time, now at the age of 31. It was around this time that Katherine was noticed by not only the King, but also Thomas Seymour, brother of the late Queen Jane Seymour. Katherine expressed her desire to marry Thomas Seymour after Latimer’s death, but the King’s request for her hand was one that Katherine felt it was her duty to accept. Katherine and Henry VIII were married on July 12th in the Queen’s closet at Hampton Court Palace in a small ceremony attended by about 20 people.

Katherine was interested in the reformed faith, making her enemies with the conservatives of Henry’s court. It was Katherine’s influence with the King and the Henry’s failing health that led to a plot against her in 1546 by the conservative faction. Katherine and her ladies were known to have had banned books which was grounds for arrest and execution on charges of heresy. To gain evidence against the Queen, Anne Askew, a well-known and active Protestant, was questioned and tortured, but refused to recant her faith or give evidence against Katherine and her ladies. However, there was enough other evidence against the Queen to issue a warrant for her arrest. The warrant was accidentally dropped and someone loyal to the Queen saw it and then quickly told her about it. This is a well-documented incident that has made its way into many historical fiction accounts. Sometimes the history itself is the best drama! After learning of the arrest warrant, Katherine was said to be very ill, either as a ruse to stall or from a genuine panic attack. Henry went to see her and chastised her for her outspokenness about the reformed religion and his feeling that she was forgetting her place by instructing him on such matters. Katherine’s response in her defense was that she was only arguing with him on these issues so she could be instructed by him, and to take his mind off other troubles. Playing to Henry’s ego no doubt helped and Katherine was forgiven.

Katherine was close with all three of her stepchildren as Henry’s wife and was personally involved in the educational program of the younger two, Elizabeth and Edward. She was also a patron of the arts and music. Katherine’s own learning and academic achievements, as alluded to previously, were impressive, and in 1545, her book “Prayers or Meditations” became the first work published by an English Queen under her own name. Another book, “The Lamentation of a Sinner”, was published after Henry VIII’s death.

Henry VIII died in January 1547 and Katherine had probably expected to play some role in the regency for the new nine-year-old king, Edward VI, but this was not to be. Only a few months after Henry’s death, Katherine secretly married Thomas Seymour, but the quickness and secret nature of the union caused a scandal. Katherine was still able to take guardianship of Princess Elizabeth and Seymour purchased the wardship of the king’s cousin, Lady Jane Grey. It was during this time that the rumors of a relationship between Elizabeth and Seymour  arose and Elizabeth was sent to another household in the spring of 1548.

After three previous marriages and at the age of 37, Katherine was pregnant for the first time and in June 1548, she moved to Sudeley Castle in Gloucestershire to await the birth of her child. On August 30th she gave birth to a daughter named Mary. Katherine soon fell ill with puerperal fever, which was to claim her life in the morning hours of September 5th. Katherine was buried, with Lady Jane Grey as the chief mourner, in the chapel at Sudeley Castle, where the tomb can still be visited today.

 
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Katherine Howard

Post n°1743 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Kathryn Howard was the daughter of Lord Edmund Howard, a younger brother of Thomas Howard, Duke of Norfolk. She was also first cousin to Anne Boleyn, Henry's ill-fated second Queen. She was brought up in the household of the Dowager Duchess of Norfolk. As part of the Duchess' household, she would have spent most of her time at Lambeth and Horsham.

Kathryn came to court at about the age of 19 as a lady in waiting to Anne of Cleves and there is no doubt that the spirited young girl caught Henry's attentions. Kathryn's uncle probably encouraged the girl to respond to the King's attentions and saw it as a way to increase his own influence over the monarch. The Duke of Norfolk also took advantage of the debacle of the Anne of Cleves marriage as a chance to discredit his enemy, Thomas Cromwell. In fact, Cromwell was executed shortly after the marriage was nullified.

Sixteen days after he was free of Anne, Henry took his fifth wife, Kathryn Howard, on July 28, 1540. Henry was 49 and his bride was no older than 19.

For all that can be said against this match, Kathryn did manage to lift the King's spirits. Henry had gained a lot of weight and was dealing with the ulcerated leg that was to pain him until his death. The vivacious young girl brought back some of Henry's zest for life. The King lavished gifts on his young wife and called her his 'rose without a thorn' and the 'very jewel of womanhood'.

Less than a year into Kathryn's marriage, the rumors of her infidelity began. In a way, one couldn't blame her for seeking the company of handsome young men closer to her own age. But to do so, even if only in courtly flirtations, was dangerous for a Queen, especially one who came from a powerful family with many enemies. Kathryn didn't help matters much by appointing one of her admirers as her personal secretary.

By November 1541, there was enough evidence against the Queen that Archbishop Cranmer informed the King of Kathryn's misconduct. At first Henry did not believe the accusations, but he agreed to allow further investigations into the matter. Enough evidence was gathered that the Queen had been promiscuous before her marriage and may have had liaisons after becoming Henry's wife. She was executed on the Tower Green on February 13, 1542 and laid to rest near her cousin Anne Boleyn in the Chapel of St. Peter ad Vincula at the Tower of London.

 
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Anna di Cleves

Post n°1742 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Dopo due anni di lutto per la morte prematura della terza moglie, Enrico VIII decise di risposarsi. Mandò in giro per l'Europa i suoi ambasciatori in cerca di una moglie che avrebbe scelto secondo il suo ritratto. Fu così che la sua corte cercò pace con la Germania e trovò opportuno che Enrico VIII sposasse Anna di Clèves.

Ducato di Jülich-Kleve-Berg
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Giovanni III
Guglielmo
Giovanni Guglielmo
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Le origini 

Il ducato di Cleves, il cui nome si conserva oggi nella città di Kleve, nella Vestfalia settentrionale, a pochi chilometri dalla frontiera olandese, era costituito da un labirinto di elettorati e vescovati a prima vista lontani dal grande scenario dominato dalle grandi potenze europee: solo nel 1512 il duca Giovanni III, tramite il matrimonio con Maria di Jülich-Berg, era riuscito a riunire sotto un'unica signoria tutti i territori, con capitale a Düsseldorf. La coppia aveva avuto quattro figli: Sibilla nata nel 1512, Anna, nata il 22 settembre 1515, Guglielmo nato nel luglio dell'anno successivo e Amelia nel 1517.

Guglielmo di Cleves negoziò con il re Enrico le condizioni del contratto del matrimonio senza neppure chiedere alla sorella l'assenso per le nozze. D'altra parte la giovane era stata educata sin dall'infanzia ad obbedire. Nella corte di Clèves non vigevano le innovative idee rinascimentali sull'educazione delle donne e Anna, che non conosceva né il francese, né il latino, né l'inglese si preparava alla grande avventura matrimoniale con Enrico VIII, completamente ignara delle raffinatezze di corte e senza potersi esprimere in altro che la propria lingua, il dutch, il dialetto germanico parlato nei Paesi Bassi.

Come se non bastasse, un altro particolare deponeva a sfavore della povera Anna: sopra ogni cosa Enrico apprezzava la musica e dava per scontato che le sue consorti sapessero suonare o cantare; la ragazza invece non aveva alcuna abilità canora e non suonava nessuno strumento. Timida, ignorante, umile e senza arti per sedurre il corpulento ed irascibile marito, Anna partì dunque per l'Inghilterra. Il primo incontro con il re, il 1 gennaio 1540 non fu davvero dei più felici. Quando Enrico entrò nella stanza dove era alloggiata Anna, a Rochester, nel palazzo del vescovo, lei neppure lo riconobbe, intenta com'era ad osservare i tradizionali spettacoli di Capodanno, non si inchinò e poi, di persona, neanche al re piacque minimamente.

Le nozze con Enrico VIII 

Le nozze ebbero luogo cinque giorni dopo. Nonostante l'elegante abito ed i capelli sciolti, Anna continuava a non attrarre il difficile sovrano e così nei giorni successivi il matrimonio non venne mai consumato. Il 24 giugno, Anna, che per quanto sprovveduta non era stupida, acconsentì all'annullamento delle nozze e quindi al divorzio, che fu ufficializzato il 13 luglio. Il re, che aveva già messo gli occhi su Caterina Howard, le fu riconoscente per la sua comprensione e perciò le diede il bizzarro titolo di "Sorella del Re".

Il divorzio

Dopo il divorzio, il rapporto fra i due rimase curiosamente molto cordiale. Anna non si risposò mai più, e trascorse serenamente il resto della sua vita in campagna, facendo ogni tanto visita a corte, dove fu sempre accolta con riguardo. Morì nel 1557 nella sua residenza di Chelsea.

 
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Il vero amore non lascia tracce (Cohen)

Post n°1741 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Come la bruma non lascia sfregi
Sul verde cupo della collina
Così il mio corpo non lascia sfregi
Su di te e non lo farà mai

Oltre le finestre nel buio
I bambini vengono, i bambini vanno
Come frecce senza bersaglio
Come manette fatte di neve

Il vero amore non lascia tracce
Se tu e io siamo una cosa sola
Si perde nei nostri abbracci
Come stelle contro il sole
Come una foglia cadente può restare
Un momento nell'aria
Così come la tua testa sul mio petto
Così la mia mano sui tuoi capelli

E molte notti resistono
Senza una luna, senza una stella
Così resisteremo noi
Quando uno dei due sarà via, lontano

 
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Libri dimenticati:La donna in bianco

Post n°1740 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

Libro molto bello di Jacqueline Boissard,che narra la vita e le lotte private e professionali di Margaux,medico e madre single

 
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Frase del giorno

Post n°1739 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da odette.teresa1958

La vita è come una scatola di cioccolatini:non sai mai che sapore ti capita

 
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