Messaggi del 15/02/2012

Scrittori dimenticati:John Dickson Carr

Post n°1912 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

John Dickson Carr (Uniontown, 30 novembre 1906Greenville, 27 febbraio 1977) è stato uno scrittore statunitense.

Autore di numerosi romanzi polizieschi, è considerato uno dei grandi autori dell'epoca d'oro del giallo classico ed è uno dei maggiori esponenti del cosiddetto enigma della camera chiusa. Moltissimi dei libri di John Dickson Carr sono stati pubblicati a firma Carter Dickson, mentre altri pseudonimi usati dallo scrittore sono stati Carr Dickson e Roger Fairbairn.

Biografia 

Carr nasce a Uniontown, in Pennsylvania, da famiglia benestante; il padre, Wooda Carr, era un avvocato e un politico di successo.

Negli anni Venti visse a Parigi (che sarà il teatro delle sue prime storie, protagonista Henri Bencolin, Prefet de Police e Juge d'Instruction), dove si era ufficialmente recato per frequentare l'università, che però non terminò mai, scegliendo di dedicarsi alla letteratura. Lontano dal mondo bohemien e, già da allora, di posizioni fermamente conservatrici, fu sempre così affascinato dall'aplomb "britannico" da trasferirsi, per tutti gli anni Trenta e sino alla metà degli anni Quaranta, in Inghilterra: dapprima a Bristol (di dove era originaria la moglie Clarice) e poi a Londra, dove lavorò anche come autore per la radio (famoso il suo radiodramma "Cabina B13").

Dopo aver passato in Gran Bretagna anche i cupi anni della guerra (la sua casa di Maida Vale andò distrutta in un bombardamento della Luftwaffe), la lasciò nel 1946 a seguito della vittoria elettorale dei laburisti, per farvi ritorno nei tardi anni Cinquanta. Nel frattempo la sua irrequietezza l'aveva spinto a soggiornare in svariate parti del mondo, soprattutto a Tangeri. Nei primi anni Sessanta decise comunque di tornare negli Stati Uniti e, dopo numerosi cambi di residenza dovuti anche alla sua salute malferma, rovinata purtroppo da una lunga passione per l'alcol e il tabacco, si stabilì in Carolina del Sud, a Greenville, dove fu ucciso da un tumore al polmone.

Fece parte del Detection Club, di cui fu per lungo tempo l'unico socio non britannico, e divenne uno dei massimi esperti della vita e dell'opera di Arthur Conan Doyle, di cui scrisse una biografia insieme al figlio Adrian, suo buon amico (la biografia vinse nel 1950 lo "Speciale Edgar").

Nel 1963 gli fu conferito il Grand Master Award dei Mystery Writers of America e nel 1970 un Edgar Award in onore dei 40 anni di carriera.

Scrittore prolifico, oltre a numerosi romanzi senza personaggio fisso (in particolare i romanzi "storici", che spesso riprendono in chiave poliziesca un enigma storico reale, come "The Murder of Sir Edmund Godfrey") creò tre investigatori notevoli per le proprie idiosincrasie: il già citato Henri Bencolin, "diabolico" Prefetto di Polizia della Senna, il dottor Gideon Fell, gargantuesco investigatore che si dice ispirato dai modi e dall'eloquio di Gilbert Keith Chesterton, e infine Sir Henry Merrivale, capo del controspionaggio militare, medico e avvocato, modellato in parte su Winston Churchill ma il cui nome fu ispirato da quello del figlio del celebre romanziere Anthony Trollope, Henry Merivale Trollope.

La creazione di Sir Henry Merrivale e dello pseudonimo Carter Dickson è avvenuta per ragioni strettamente commerciali. Infatti Carr scriveva ben più romanzi di quanti il suo editore potesse pubblicarne e di conseguenza, sotto uno pseudonimo assai trasparente, i romanzi con Henry Merrivale (che peraltro si caratterizzano per un umorismo decisamente più accentuato, che giunge talvolta quasi al vaudeville) vennero pubblicati da un altro editore (che in maniera del tutto autonoma scelse Carr Dickson, poi Carter Dickson, anche se Carr avrebbe voluto Cartwright Dixon [1]).

Altri personaggi ricorrenti nelle opere di Carr sono Patrick Butler, avvocato, che dopo un ruolo di comprimario nel romanzo “Una croce era il segnale” avrà un caso tutto suo (Patrick Butler for the Defence) e il colonnello March di Scotland Yard, protagonista di una serie di racconti su casi “impossibili”.

John Dickson Carr rimane uno dei massimi virtuosi del tema poliziesco noto come enigma della camera chiusa in tutte le sue varianti, ivi inclusa quella del "delitto impossibile" (un esempio particolarmente significativo è il romanzo "Le tre bare", del 1935, in cui si trova anche la più famosa trattazione teorica dell'argomento,una lezione definitiva sul romanzo poliziesco centrato sul motivo della stanza ermeticamente chiusa,studio tuttora insuperato e ripreso poi da altri giallisti come Clayton Rawson e Derek Smith).

L'autore aveva particolare abilità nel creare atmosfere e situazioni gotiche e impressionanti; degna di nota anche la sua passione per l'epoca e l'epopea Stuart. Negli anni del regno di Carlo II d'Inghilterra sono ambientati alcuni romanzi storico-polizieschi, tra cui Il diavolo vestito di velluto (The Devil in Velvet, 1951).

La biografia definitiva su Carr, The Man Who Explained Miracles, è stata scritta nel 1995 da Douglas G. Greene. Tra gli altri studiosi che hanno spesso affrontato le tematiche carriane ricordiamo S.T. Joshi, Tony Medawar, il francese Roland Lacourbe e l'italiano Mauro Boncompagni.

 
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Scrittori dimenitcati:Gaston Leroux

Post n°1911 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

Gaston Louis Alfred Leroux (Parigi, 6 maggio 1868Nizza, 15 aprile 1927) è stato un poeta, giornalista e scrittore francese.

Indice [mostra
Biografia [modifica]

Nato a Parigi, da famiglia molto facoltosa, suo padre era un appaltatore di lavori pubblici. Formatosi nella cittadina di Eu, in Alta Normandia, nel 1886 si trasferì a Parigi per studiare giurisprudenza. Leroux rimase orfano a soli vent'anni ed ereditati un milione di franchi li sperperò con noncuranza al gioco d'azzardo. Laureatosi in giurisprudenza, prestò giuramento come avvocato il 22 gennaio 1890 ed esercitò la professione legale per un periodo di circa tre anni, fino al 1893, per poi dedicarsi all'attività di giornalista, scrivendo inizialmente dei resoconti giudiziari per il quotidiano L'Écho de Paris. Grazie alla sua brillante cronaca del celebre processo contro l'anarchico Auguste Vaillant, attirò l'attenzione di Maurice Bunau-Varilla, direttore del quotidiano Le Matin (giornale francese fondato nel 1884 e chiuso nel 1944), che lo volle assumere come cronista giudiziario. Compiì numerosi viaggi in qualità di reporter in Francia e all'estero, e scrisse la cronaca della spedizione antartica Nordenskjöld-Larsen. Inviato come cronista in Russia, tra il 1904 ed il 1906, ed ebbe l'occasione di seguire in qualità di testimone oculare dei moti del 1905. Si interessò inoltre di critica teatrale, di cronaca giudiziaria, di cronaca nera, e durante la Prima Guerra Mondiale fu corrispondente di guerra e inviato.

Fu indubbiamente, come scrive Giorgio Ghidetti, [1] "un abile giornalista, in possesso di una reale cultura e di un profondo senso dell'osservazione... continuatore di Gaboriau non tanto per l'affinità dei temi letterari, quanto per il medesimo gusto dell'imprevisto, dei travestimenti, delle doppie personalità e delle coincidenze condotte fino al limite del credibile. Le leggi della probabilità non esistono, siamo di fronte a dei veri e propri rompicapo che sollecitano l'intelligenza del lettore e a tutto questo contribuiscono senza dubbio lo stile fin troppo conciso e l'estrema schematizzazione dei personaggi".

Scrittore non solo di romanzi polizieschi, ma anche di avventura sulla scia di Verne, fu inoltre scrittore di libri dell'orrore, come Il fantasma dell'Opera, che venne più volte rappresentato sugli schermi.

Inventore del personaggio Joseph Josephin, giornalista-detective, noto come Rouletabille, scrisse nel 1907 un fortunato romanzo poliziesco, Il mistero della camera gialla, che venne giudicato da John Dickson Carr, come scrive Franco Fossati,[2], "uno dei più bei romanzi polizieschi mai pubblicati". Al ciclo investigativo di Rouletabille, Leroux affiancherà, a partire dagli anni '20, una seconda serie di romanzi (cinque in tutto) incentrata sulle peripezie del personaggio dell'evaso Chéri-Bibi, perseguitato dalla legge perché accusato ingiustamente di omicidio.

 
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Scrittrici dimenticate:Rosina Salvo

Post n°1910 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

Nasce il 23 dicembre 1815, da don Giuseppe Salvo, dei Marchesi di Pietraganzili, regio colonnello della Val di Mazara, e muore a Palermo il 20 febbraio 1866, dove è sepolta nel cimitero di S. Maria di Gesù.

Allieva di Baldassare Romano, fu da questi stimolata a dedicarsi alla poesia ed alle lettere in genere.

Amica di La Masa, nel 1852, già sposata con il barone Gioacchino Muzio Ferreri e trasferitasi a Palermo, fece parte di un comitato segreto antiborbonico il cui centro principale era la casa del duca di Graco. Viene anche a Termini e coinvolge Liborio Arrigo nella congiura, stimolandolo a promuovere in città analoga iniziativa. Quando poi i componenti del gruppo palermitano furono tratti in arresto ne custodì i documenti nella propria casa. Lottò per l'emancipazione della donna dalla soggezione, dall'ignoranza e dalla prostituzione.

Poetessa ammirata per la limpidezza dello stile e per i profondi sentimenti che riusciva ad esprimere, si dedicò anche al romanzo ed alla novella d'ambiente paesano, pubblicando due volumi di prose e poesie. Fra le sue opere si ricordano i racconti: Adelina, Giovanni, Le due contesse e Martina. Collaborò ai giornali "La Ruota", "La Favilla", "Museo di Famiglia" di Milano, "La Donna e la Famiglia" di Genova e "Ore d'Ozio" di Palermo. Alla sua morte il "Giornale di Sicilia" annunziandone la dipartita in prima pagina, la paragonò alla Turrisi-Colonna ed alla Li Greci.

Dei quattro figli, tre morirono in giovane età mentre la quarta andò sposa al noto giurista Luigi Sampolo.

 
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Scrittrici dimenticate:Anne Golon

Post n°1909 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

Anne Golon, pseudonimo di Simone Changeux (Tolone, 19 dicembre 1921), è una scrittrice francese.

Biografia 

Pubblicò il suo primo romanzo (The Country from behind my Eyes) all'età di 18 anni, sposò Serge Golon conosciuto tempo prima durante un viaggio nel Congo.

I due coniugi lavorarono insieme pubblicando la serie di romanzi di Angelica; decisero nel 1972 di stabilirsi nel Canada.

 
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Von Bulow- Wagner

Post n°1908 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

Cosima Francesca Gaetana Wagner (Como, 24 dicembre 1837Bayreuth, 1º aprile 1930) , figlia illegittima del pianista e compositore ungherese Franz Liszt, fu la seconda moglie del compositore tedesco Richard Wagner.

Nacque la vigilia di Natale del 1837 a Como (il luogo preciso della nascita fu l'Albergo dell'Angelo) dalla relazione adulterina fra Liszt e la contessa Marie d'Agoult. Dopo la separazione dei genitori, Cosima e i suoi due fratelli Blandine (1835-1862) e Daniel (1839-1859) vennero affidati alle cure della nonna paterna. Il padre si interessava poco a loro. Il primo breve incontro fra Cosima e Wagner avvenne il 10 ottobre 1853, quando lei aveva solo 16 anni.

Nel 1857, Cosima sposò Hans von Bülow, famoso pianista e direttore d'orchestra, allievo di Liszt e amico personale di Wagner. Il matrimonio, da cui nacquero due figlie, Daniela e Blandine, fu più dettato dal dovere dell'allievo verso il maestro che da vero amore. Ad accomunare i due sposi era la passione per l'arte di Wagner: Cosima ben presto comprese quale doveva essere il "genio" a cui era destinata.

La conoscenza con Wagner, di 24 anni più anziano di lei e già sposato anch'egli, si approfondì nel 1862, e infine i due divennero amanti nell'estate del 1864 a Monaco, mentre Wagner e i von Bülow erano ospiti del re Ludwig II di Baviera. Hans von Bülow, devoto a Wagner fino all'annullamento, accettò la situazione, riconoscendo che Cosima non sarebbe stata felice con nessun altro, ma lo scandalo per quella relazione fu una delle cause che portarono all'allontanamento di Wagner da Monaco nel 1865. In questo caso, Wagner si mostrò ingeneroso nei confronti di Ludwig, approfittando della fiducia del giovane sovrano e facendogli deliberatamente credere che tra lui e Cosima non intercorresse alcun rapporto. Nel frattempo, il 10 aprile 1865, era nata la prima figlia della coppia, Isolde (1865-1919), ufficialmente battezzata von Bülow. Wagner e Cosima ebbero altri due figli, entrambi nati prima delle loro nozze, Eva (1867-1942) e Siegfried (1869-1930).

Busto di Cosima Wagner nel Bayreuth Festspielpark

Richard e Cosima andarono a vivere insieme nel 1866 a Tribschen, in una villa sul Lago di Lucerna, in Svizzera. Soltanto nel 1870, però, Hans concesse a Cosima il divorzio, ed ella poté risposarsi con Wagner il 25 agosto 1870 (la prima moglie di Wagner, Minna, era morta nel 1866).

Il matrimonio fra Wagner e Cosima fu un'unione felice, ed ella si dedicò al Maestro con assoluta fedeltà. A lei, Richard dedicò "L'idillio di Sigfrido", un delizioso brano per piccola orchestra che venne eseguito per la prima volta all'interno della villa di Tribschen, una mattina di Natale, con grande sorpresa di Cosima. Dal 1869 al 1883, ella tenne un diario della loro vita privata la cui ultima registrazione è datata 12 febbraio 1883, a Venezia: il giorno seguente Wagner morì.

Cosima Wagner in una fotografia del 1905

Dopo la morte del marito, Cosima assunse la guida del Festival di Bayreuth, il festival musicale creato da Wagner appositamente per le rappresentazioni dei suoi drammi, in un nuovo teatro da lui personalmente progettato e fatto costruire a Bayreuth dove lui e la famiglia si erano trasferiti nel 1872. La sua linea di condotta si basò sullo stretto mantenimento delle tradizioni risalenti agli anni in cui il Maestro era in vita, mettendo al bando ogni possibile innovazione e continuando a riproporre le vecchie scenografie originali (gli allestimenti furono poi rinnovati per volere di Hitler in persona). Le va riconosciuto però il merito di aver permesso che il Festival, fortemente indebitato alla morte di Wagner, sopravvivesse e consolidasse la sua reputazione.

 

 
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D'Agoult- Liszt

Post n°1907 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

Marie met the Hungarian Franz Liszt in 1833 in Paris. He was an upcoming composer and musician, yet a man below her social standing. Their friendship developed based on books that they shared and discussed together beginning with the Bible, Shakespeare, Goethe, Chateaubriand, Balzac, Nerval and George Sand. Later works they discussed included Volupté, by Sainte-Beuve and Oberman, by Senancour.

Liszt believed that "The artist is the living expression of God, of nature, and of humanity." Through art, one could experience God, he said. Liszt was also an Utopian, who had read the Sainte-Simonian socialist thinkers, which he introduced to Marie. Having lived a sheltered life, she was unaware of the great physical misery experienced by the common people who lived outside of her aristocratic world. Liszt's egalitarian views fed Marie's romanticism, and they fell in love.

In the spring of 1833, Marie's family moved to Croissy and she could not see Liszt. Only their letters kept their relationship alive. She feared never seeing him again, and wrote, "I am alone, alone with one great thought, and that thought is you. I love you with all my heart." In the autumn of 1834 her family returned to Paris and they became lovers.

Marie struggled with keeping their affair secret. She was haunted by melancholy and even madness, with worry about the scandal their affair would cause to her family and society. Liszt, a free thinker, told her that up till now she had been keeping secret all the passions and ideas that were "pure" within herself and that it was a decision between herself and God as to eloping with him, staying with her husband, or even taking holy orders.

Their love relationship developed with greater intensity and in August, 1835 her husband granted her a divorce. Her family disowned her and she suffered from being separated from her children, as women had no custody rights after a divorce at this time. When Marie took the step of living openly with Liszt, she was shunned by her family and was the source of much gossip from the aristocratic circles she had been accustomed to.

They traveled Europe together as he composed and performed, and they had three children together. They also lived with female author George Sand and her lover Frédéric Chopin for a while. They gathered thinkers, writers, artists, musicians and eventually revolutionaries in their salon wherever they lived, encouraging the free expression of ideas.

Their creativity, passion, and love of ideas kept them together even though they differed in many of their attitudes and opinions. However, Liszt's protracted absences and well-publicized philandering brought an end to their tumultuous affair in 1839, with the final split taking place in 1844.

 
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Sand- Chopin

Post n°1906 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

The figure of George Sand looms large over Chopin's later life. She is as controversial a figure to Chopin lovers today as she was in his lifetime. Was she his vampire or his guardian angel?

There is so much conjecture about who did what to whom in the dramatic story of their break-up that blame is almost impossible to apportion. Solange, Sand's daughter, undoubtedly stirred up a hornets' nest with her poisonous tongue. Winter in MajorcaBut she was a product of an overprotective mother who she felt never loved her. "She spoiled me without loving me. I didn't need a horse or fancy clothes, I needed affection," she claimed after Chopin's death. Indeed Chopin was one of the few people who always stood by George Sand's daughter, and be paid a terrible price for his loyalty. Maurice, the son, grew increasingly resentful of Chopin's influence on his mother and, now an adult himself, saw Chopin as a rival rather than a fatherly friend in these last years. And then there is poor Augustine Brault. Brought into the family by George as a 'sister' for Solange, she ended up as everyone's scapegoat, the catalyst for all those simmering family resentments that boiled over during the dramatic summer of 1847.

Sand's biographers often see Chopin as a millstone around the neck of an extraordinary and diversely-talented woman. The Last BalladeChopin's biographers are more likely to depict Sand as responsible, in some way at least, for the early death of the composer by relinquishing her care for him in his last years. This is also, of course, a tacit admission that we have her to thank for keeping him alive for so long and well enough to compose. As she had discovered early on in their relationship, on a trip to Majorca in 1838, Chopin was peculiarly vulnerable to illness, his constitution undermined by tuberculosis. He might well have been carried off before the 39 years allotted to him had George not taken him into her care at Nohant and in Paris. She gave him the right conditions in which to compose.

Like her or loathe her, George Sand was a remarkable woman - a prodigious novelist, dramatist and campaigner for all manner of political reform. 'The first modern liberated woman' to quote Noel Gerson, one of her biographers. She successfully divorced her husband and kept control of her children at a time when such a course of action by a woman was almost unheard of As any George Sand biography shows, Chopin was only one of many famous men in her life. But for Chopin, George Sand was the love of his life - lover, mother, nurse, companion and muse. After the relationship fell apart, in 1847, he scarcely put pen to manuscript paper again, before his death two years later.

George was conspicuous by her absence at Chopin's death in Paris on October 17th, 1849. Holding his hand instead was her estranged daughter Solange, she who had played, along with her husband - the sculptor Auguste Clesinger - such a pivotal part in ending her mother's relationship. In an ironic twist of fate the task of making Chopin's death mask and a cast of the composer's hand fell to Clesinger, thus ensuring the sculptor's place in history when his other work is little known today.

Chopin never stopped loving George Sand. Amongst his belongings, found after his death, was a small envelope inserted into the back of his diary. It was embroidered with the initials 'G.F' ('George/Frederick') and contained a lock of her hair.


 
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Quando il bambino era bambino (Handke)

Post n°1905 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

Quando il bambino era bambino,
se ne andava a braccia appese.
Voleva che il ruscello fosse un fiume,
il fiume un torrente;
e questa pozza, il mare.

Quando il bambino era bambino,
non sapeva d'essere un bambino.
Per lui tutto aveva un'anima, e tutte le anime erano tutt'uno.

Quando il bambino era bambino,
su niente aveva un'opinione.
Non aveva abitudini.
Sedeva spesso a gambe incrociate,
e di colpo sgusciava via.
Aveva un vortice tra i capelli,
e non faceva facce da fotografo.

Quando il bambino era bambino,
era l'epoca di queste domande.
Perché io sono io, e perché non sei tu?
Perché sono qui, e perché non sono lí?
Quando é cominciato il tempo, e dove finisce lo spazio?
La vita sotto il sole, é forse solo un sogno?
Non é solo l'apparenza di un mondo davanti a un mondo,
quello che vedo, sento e odoro?
C'é veramente il male e gente veramente cattiva?
Come puó essere che io, che sono io, non c'ero prima di diventare?
E che un giorno io, che sono io, non saró piú quello che sono?

Quando il bambino era bambino,
per nutrirsi gli bastavano pane e mela,
ed é ancora cosí.

Quando il bambino era bambino,
le bacche gli cadevano in mano,
come solo le bacche sanno cadere. ed é ancora cosí.
Le noci fresche gli raspavano la lingua, ed é ancora cosí.
A ogni monte, sentiva nostalgia di una montagna ancora piú alta,
e in ogni cittá, sentiva nostalgia di una cittá ancora piú grande.
E questo, é ancora cosí.
Sulla cima di un albero,
prendeva le ciliegie tutto euforico, com'é ancora oggi.
Aveva timore davanti ad ogni estraneo, e continua ad averne.
Aspettava la prima neve, e continua ad aspettarla.

Quando il bambino era bambino,
lanciava contro l'albero un bastone, come fosse una lancia.
E ancora continua a vibrare.

 
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Libri dimenticati:Tutte le mie sorelle

Post n°1904 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

Bellissimo libro di Judith Lennox,da leggere

 
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Frase del giorno

Post n°1903 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

Un funerale è pur sempre un incontro,anche se unilaterale (Loudon)

 
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