Messaggi del 17/02/2012

Dashiell e Lillian

Post n°1930 pubblicato il 17 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

Lillian Hellman was a 25-year-old aspiring screenwriter when she met Dashiell Hammett, 36 and already gray-haired, in a Hollywood restaurant in 1930, the year he published his greatest mystery, The Maltese Falcon. They embarked on what would turn out to be three tumultuous decades together, living high, writing intensely and experiencing, as she put it, "the pleasure of each other." They eventually got rid of their respective spouses.

"Dash" and Lillian were quick-witted, sharp-tongued and, in the early years, excessively fond of martinis. There are traces of them in Nick and Nora Charles, the sleuths in Hammett's 1932 classic The Thin Man, but with none of the Art Deco decorum. Hellman once smashed up the bar of a house where Hammett had assignations. And when Hellman asked for advice on her 1951 play The Autumn Garden, he read it and flung it in her face. "If you want to write like a hack," he snarled, "go live with someone else!"

"It was heavy going for them," says author and Hellman biographer Peter Feibleman, who became her lover after Hammett's death in 1961, "slugging it out and understanding what the rules were." Neither was interested in marriage or monogamy. "But there's a difference between infidelity and betrayal," says Feibleman, "and they knew it." They stood by each other, most courageously during the Communist witch-hunts of the '50s. Hammett, a former Party member, was proud to serve six months in federal prison in Ashland, Ky. Hellman, who supported leftist causes but never enlisted, "asked Hammett if he wanted her to go too," says Feibleman. "He told her, 'No. You'll die there. You have strength, not stamina. I have stamina.' "

When he lost his stamina in a battle with lung cancer beginning in 1956, she installed a bed on the library floor of her Manhattan brownstone and nursed him until his death five years later.

Hellman, who died at age 79 in 1984, remained single. In the '40s, when one of her flings was threatening to turn permanent, she went to Hammett with her decision. "Well," she informed the writer, "I decided not to marry him." Hammett answered, "You needn't have bothered. I never would have let you."

 
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Scrittori dimenticati:Irvin Shaw

Post n°1929 pubblicato il 17 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

rwin Shaw (Bronx , New York, 27 febbraio 1913Davos, 16 maggio 1984) è stato un drammaturgo, sceneggiatore e scrittore statunitense.

Sia nelle opere teatrali, fra cui la commedia Seppellire i morti (Bury the dead, 1936), sia nei romanzi (I giovani leoni, The young lions, 1948) condannò la guerra e la società borghese americana con toni efficaci e vigorosi, benché non privi di retori­ca. Con il successo, il suo talento di costruttore di tra­me ingegnose decadde a mestiere, come dimostra Po­vero ricco (Poor man, rich man, 1970), popolare nella versione televisiva.

Opere
 
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Scrittori dimenticati:Dashiell Hammett

Post n°1928 pubblicato il 17 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

amuel Dashiell Hammett (St. Mary's County, 27 maggio 1894New York, 10 gennaio 1961) è stato uno scrittore statunitense, autore di racconti e romanzi giallo-polizieschi.

« Hammett ha restituito il delitto alla gente che lo commette per un motivo, e non semplicemente per fornire un cadavere ai lettori; e con mezzi accessibili, non con pistole da duello intarsiate, curaro e pesci tropicali. »
(Raymond Chandler, La semplice arte del delitto)
Biografia 

Dashiell Hammett nacque a St. Mary's County, sulla costa orientale del Maryland. A causa delle precarie condizioni finanziare della famiglia, dovette lasciare la scuola all'età di 13 anni e fece i lavori più disparati prima di diventare, all'età di vent'anni, un investigatore per l'Agenzia Pinkerton, attività che diventerà l'ispirazione per le sue opere.

Durante la prima guerra mondiale si arruolò nel servizio di ambulanze dell'esercito statunitense, ma si ammalò di tubercolosi e passò la guerra in ospedale.

Il suo primo racconto, "The Road Home" ("La strada di casa") fu pubblicato dalla rivista Black Mask nel 1922. Nel 1923 scrisse il primo racconto con il personaggio Continental Op, che comparirà in 28 racconti e due romanzi. Dal 1929 si dedicò soprattutto a un altro investigatore privato, Sam Spade, che diventerà uno dei personaggi più celebri del romanzo giallo statunitense.

Nel 1931 iniziò una relazione trentennale con la scrittrice di teatro Lillian Hellman. Nel 1934 scrisse il suo quinto e ultimo romanzo, poi lavorò per il cinema e si dedicò all'attivismo politico di sinistra (nel 1937 si iscrisse al Partito comunista statunitense). Nel 1942 riuscì ad arruolarsi di nuovo, nonostante la tubercolosi, e fu inviato con il grado di sergente nelle Isole Aleutine, dove curò la redazione di un giornale dell'esercito.

Al suo ritorno dalla guerra, Hammett era affetto da enfisema e il suo alcolismo era peggiorato. Nel 1948 riuscì a liberarsi dal vizio dell'alcool, ma iniziò a pagare per le sue idee politiche. Per aver contribuito in qualità di tesoriere a un fondo per la cauzione di sospettati comunisti in attesa di processo, fu processato e intimato a testimoniare sui nomi dei contribuenti al fondo. Hammett rifiutò di testimoniare e fu condannato a sei mesi di carcere per oltraggio alla corte. Al suo ritorno in libertà scoprì che il suo nome era sulle "liste nere": Hollywood troncò ogni rapporto di lavoro con lui e le trasmissioni radiofoniche basate su materiale dello scrittore furono sospese. Fu di nuovo citato in tribunale contro lo stato, per una causa di tasse arretrate che si chiuse con la confisca di ogni suo bene. Hammett si ritirò in solitudine, in stato di povertà, vivendo da solo fino al 1956, quando il continuo aggravarsi della sua salute lo costrinse, malgrado il proprio orgoglio, a trasferirsi in casa della Hellman. Nel 1960 la tubercolosi si trasformò in cancro e diede inizio un'agonia destinata a protrarsi fino al 10 gennaio 1961 quando Hammett morì in un ospedale di New York. Come veterano di due guerre mondiali, fu sepolto al cimitero nazionale di Arlington.

Molti dei suoi romanzi diventarono film, a partire da Il falcone maltese. La prima riduzione cinematografica fu diretta nel 1931 da Roy Del Ruth, ma quella che rimase nella storia fu la versione di John Huston del 1941, Il mistero del falco, con Mary Astor, Peter Lorre e un Humphrey Bogart che divenne l'archetipo dell'investigatore privato cinico e disilluso.

La vita di Hammett ha anche ispirato un libro: Hammett appunto, di Joe Gores. L'opera è un romanzo ispirato alla sua vita. Dal romanzo è stato tratto l'omonimo film Hammett (1982) di Wim Wenders, prodotto da Francis Ford Coppola ed interpretato da Frederic Forrest nel ruolo di Hammett.

 
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Scrittrici dimenticate:Lillian Hellmann

Post n°1927 pubblicato il 17 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

Lillian Florence Hellman (New Orleans, 20 giugno 1905Tisbury, 30 giugno 1984) è stata una scrittrice e drammaturga statunitense.

Indice [mostra
Biografia [modifica]

Lillian Florence Hellman ha forse rappresentato meglio di chiunque altro l'utilizzo di un testo letterario o teatrale come atto di denuncia sociale e politica. Cresciuta a New York, dove si sposta con la famiglia quando ha solo cinque anni, si interessa sin da piccola di scrittura e si laurea alla "Columbia University".

Nel 1925 sposa lo sceneggiatore Arthur Kober, e lo segue a Los Angeles, quando questi trova lavoro nel mondo del cinema. Ma il matrimonio non funzionerà, e quando nel 1932 la Hellman si innamora del celebre scrittore Dashiell Hammett, lo lascia. La relazione tra la Hellman e Hammett sarà passionale quanto tormentata e durerà fino alla morte di quest'ultimo.

Nel 1934 Lillian Hellman scrive la sua prima piece teatrale di successo, The Children's Hour, in cui condanna il perbenismo borghese affrontando un tema per l'epoca scabroso, l'omosessualità femminile. Comincia così a dimostrare le sue idee politiche liberali ed apertamente di sinistra.

Nel 1939 la scrittrice realizza il dramma teatrale The Little Foxes, uno spaccato di vita borghese ambientato negli Stati Uniti del Sud nei primi del Novecento, in cui condanna la cupidigia e l'arrivismo di una certa fascia sociale. La piece viene rappresentata a Broadway con grande successo, non mancando però di suscitare polemiche per i suoi contenuti scottanti e provocatori.

Negli anni '40 continua a lavorare intensamente per il teatro, ma la persecuzione politica da parte del Governo degli Stati Uniti, ne mina la libertà di pubblicare i suoi capolavori. Nel 1959 realizza un'altra piece di successo, dal titolo Toys in the Attic, per cui viene nominata ad un Tony Award.

Nel 1966 realizza la caustica sceneggiatura del film La caccia (The Chase) di Arthur Penn, con Marlon Brando. Nel 1977 il suo romanzo Pentimento, in cui racconta la sua amicizia con una donna anti-fascista, viene portato con successo sullo schermo nel film premio Oscar, Giulia (Julia) di Fred Zinnemann, in cui la Hellman viene interpretata da Jane Fonda.

Lillian Hellman si spegne dieci giorni dopo il suo settantanovesimo compleanno a Martha's Vineyard

 
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Scrittrici dimenticate:M.Teresa Di Lascia

Post n°1926 pubblicato il 17 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

Mariateresa è nata a Rocchetta Sant’Antonio, in provincia di Foggia, nel 1954, da Ida Ricciutelli, un’ostetrica originaria di Fiuminata, in provincia di Macerata, e da Leonardo di Lascia. Seconda di tre fratelli, ha sofferto molto della relazione instabile dei genitori, che non si sono mai sposati.
La sua intelligenza e il suo anticonformismo erano malvisti in paese; la Di Lascia ha chiuso presto un conflittuale rapporto con Rocchetta fatto di amore e odio.
Ha frequentato per tre anni la facoltà di medicina a Napoli, spinta dalla sua vocazione di aiutare gli altri. Proprio a Napoli è avvenuto il suo primo contatto con il partito Radicale, durante la campagna per la legalizzazione dell’aborto.
Dal 1975 in poi la sua vita è stata anche quella del partito, di cui è stata anche vicesegretaria nel 1982, al fianco di Marco Pannella. Quella della Di Lascia era una politica concreta, fatta di battaglie sociali, di scioperi della fame e di manifestazioni eclatanti.
Nel 1986, ha incontrato a Rebibbia, durante una delle sue visite da parlamentare in carcere, Sergio D’Elia, ex leader di Prima Linea, condannato a venticinque anni per terrorismo, dodici dei quali effettivamente scontati. L’anno dopo D’Elia, ad un congresso del partito Radicale, ha ufficialmente voltato le spalle al suo passato e al terrorismo. Nel 1991, allo scadere del periodo di detenzione, è cominciata la loro vita insieme. Due anni dopo, da un’idea della Di Lascia, è nata l’associazione “Nessuno tocchi Caino”, che porta avanti la battaglia per l’abolizione della pena di morte.
Il 26 maggio 1994 Sergio D’Elia e Mariateresa Di Lascia si sono sposati a Roma. Il male, che di lì a pochi mesi l’avrebbe uccisa, la stava consumando. Quando è stata fatta la diagnosi, era già stata aggredita da metastasi alle ossa.
Mariateresa Di Lascia è morta il 10 settembre 1994. Riposa oggi nel cimitero di Fiuminata. Sulla sua lapide c’è scritto: “Grazie di tutto”, in nome di tutti quelli che Mariateresa ha tentato di aiutare.
Nella sua vita c’era un segreto, che pochi conoscevano. La parte migliore di sé la Di Lascia la spendeva nella scrittura. Durante la sua attività politica non si contano gli articoli che scrisse con il suo linguaggio poetico e visionario.
“Lo scrivere mi cresce dentro come una necessità”, si legge in un suo appunto.
Nel 1988 aveva scritto La coda della lucertola, un breve romanzo che la stessa autrice considerava un esercizio di stile e che non ha mai giudicato degno di pubblicazione.
È la storia, rubata ad alcuni amici, della folle passione di Matteo per Catterina, una ragazza del Nord, che prima rifiuta l’amore del ragazzo, privandolo di quel sentimento come si fa da bambini con la coda di una lucertola. Quando Matteo riesce a vincere la gelosia e l’ossessione che lo tenevano legato alla ragazza, guarisce dalla sofferenza e il suo amore declina in disamore. Finirà per allacciare un’altra relazione.
Il romanzo è costruito sui sentimenti dei personaggi e sui loro ricordi. Già in questa prima prova si nota l’interesse dell’autrice per i percorsi della memoria.
Successivamente, ha composto quattro racconti, due dei quali, Compleanno e Veglia, sono stati pubblicati mentre due, La casa nuova e Emilio (un amore divino), sono inediti.
Compleanno è un micro racconto in forma epistolare in cui Ninna, la protagonista, parla con il marito Alberto. Ninna ha compiuto cinquantatré anni, venti dei quali trascorsi accanto ad un marito assente e ad una madre, invece, troppo presente. Ha accumulato frustrazioni, umiliazioni, rimpianti, come quello per la mancanza di un figlio, e tradimenti. Oggi ha scoperto di essere gravemente malata. La malattia compie la parabola della sua vita scialba e colpisce al seno, simbolo della femminilità per eccellenza. Di fronte a questa crisi, Ninna chiama l’altro ad essere giudice e testimone della sua vita, con un’ultima raccomandazione: “Abbi cura di te”.
Veglia, pubblicato sulla rivista “Nessuno tocchi Caino”, in un contesto di generale condanna di qualsiasi tipo di violenza, parte da un punto di vista del tutto inedito. Per la prima volta la tragedia è indagata attraverso gli occhi non delle vittime, ma di chi è vicino ad un colpevole. È la storia di una madre senza nome, vedova, con due figli. Il minore, Salvatore, un giorno si macchia del delitto più orrendo, l’assassinio di un bimbo di due anni. La domanda chiave che la madre fa è: “Madonna del dolore, posso pregarti per il mio figlio assassino?”.
La casa nuova è la storia di Filomena, una donna semplice del Sud, che ha votato la sua vita alle figlie. Il suo mondo è fatto di valori fondamentali quali la famiglia, i figli e la casa di proprietà. Quando finalmente, dopo una vita di sacrifici, riesce ad avere un alloggio di proprietà, i pensieri e i dolori a lungo repressi prendono il sopravvento, portandola alla follia. Tutto il racconto è un viaggio nella sua mente e nel suo passato.
Emilio (un amore divino) è una storia piena di spiritualità. La Di Lascia si interessava di medicina alternativa, ha anche organizzato un congresso sulla medicina omeopatica. La protagonista di questo racconto è una donna di sessant’anni che gestisce proprio un centro di medicina alternativa, che cerca di curare i mali del corpo e dell’anima con l’amore. Al centro un giorno arriva Emilio, un medico di trentacinque anni con il “corpo irrigidito dal dolore e dalla paura”. Tra i due si realizza un tipo di amore che è una sorta di cupio dissolvi, dove l’io perde i propri confini per creare un noi. Emilio però si serve di Elsa per recuperare la propria autostima, per concentrarsi poi di nuovo solo su se stesso. Diventerà una sorta di predicatore, egoista e pieno di sé. L’ammonimento dell’autrice è contro la superbia, il nemico peggiore dell’amore.
Dal 1988 al 1992 ha scritto il romanzo della sua vita, Passaggio in ombra, pubblicato dalla Feltrinelli nel gennaio 1995, quando la sua autrice era già morta da quattro mesi. Il 6 luglio 1995 ha vinto il premio Strega.
Il romanzo prende avvio dalla fine, quando tutti sono morti o se ne sono andati. La protagonista, Chiara, è rimasta sola nell’attesa di un attacco dell’asma che la tormenta. Tutta la storia è come raccontata da un coro di voci defunte alla medianica relatrice. Chiara ripercorre le tappe del suo fallimento e tenta di riafferrare il senso della sua esistenza. L’ombra che incombeva sulla sua adolescenza si è impadronita di tutta la sua vita. Il romanzo, che pure è perfettamente omogeneo, può essere diviso in due parti. C’è il romanzo dell’ombra, delle riflessioni filosofiche, i cui temi principali sono la malattia, la follia, la morte, la perdita d’identità, il silenzio, la favola.
Ma c’è anche il racconto delle vicende della famiglia D’Auria, specie della linea femminile, troppo spesso umiliata e offesa degli uomini. C’è l’amore ossessione delle madri verso i figli, l’amore mai alla pari tra un padre ed una madre e l’amore osteggiato tra due cugini. Non manca la critica sociale, la condanna della giustizia ingiusta, il rifiuto dei conformismi, in un mondo rurale immobile da secoli e nemico di ogni cambiamento.
Il linguaggio della Di Lascia si fa a volte visivo e raffinato a volte umile, arrivando persino ad innalzare il dialetto a lingua letteraria. La sua scrittura può essere accostata a quella di altre grandi scrittrici del ‘900, da Anna Maria Ortese a Lalla Romano, a Natalia Ginzburg a Elsa Morante. Soprattutto quest'ultima può essere indicata come modello per la Di Lascia, che ha letto Menzogna e sortilegio almeno tre volte.
Il romanzo che avrebbe voluto scrivere ha avuto appena il tempo di cominciarlo. Il suo capolavoro sarebbe stato Le relazioni sentimentali, di cui è stata pubblicata la prima parte. Si pare con una citazione da La pesanteur et la grâce di Simone Weil. La Di Lascia deve aver sentito una profonda affinità con la scrittrice francese, militante di estrema sinistra, in prima linea contro le ingiustizie sociali.
Stavolta è una madre a scrivere una lettera alla propria “figlia negata”, le parla di sé e cerca di stabilire un contatto. Di nuovo parla seguendo il filo dei ricordi, ritrovando la propria adolescenza e la sua amicizia con le sorelle Tartaglia, Gemma, Gilda e Gabriella. La storia è ambientata a Napoli, la città che, insieme a Roma, la Di Lascia ha sentito più sua. Il punto di vista è, al solito, assolutamente femminile.
Impossibile prevedere gli esiti del romanzo di una scrittrice che era solita lavorare molto sui suoi scritti.
In conclusione si può affermare che ogni opera di Mariateresa Di Lascia porta il segno di una femminilità molto sentita, ogni testo indaga una sofferenza in atto, cerca di cogliere il centro del dolore. Possiamo dire, con Alberto Asor Rosa, che “a quel nodo di dolore profondo e nascosto la Di Lascia è giunta perché ha guardato il mondo con i suoi occhi dolci e disperati di donna”.

 
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New York 1863

Post n°1925 pubblicato il 17 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

isordini di New York occorsero dall'11 al 16 luglio 1863 per via della legge sulla coscrizione approvata dal Congresso degli Stati Uniti d'America in quei giorni. Gli scontri esplosero a causa della coscrizione ma furono mossi da un generale malcontento sociale che serpeggiava nella comunità statunitense per via della guerra civile in corso.

Fu la più grande insurrezione civile della storia degli Stati Uniti dell'epoca a parte la guerra civile stessa in atto.[1]

Per reprimere l'ondata di violenza dilagante, il presidente Abraham Lincoln inviò diverse truppe di volontari e reggimenti di milizie armate nella città. I numerosi arresti che seguirono portarono a scoprire, nonostante fosse scontato, che la maggior parte dei manifestanti era di origine irlandese e apparteneva a classi sociali basse, secondo quanto riportato da Adrian Cook nelle liste di nomi compilate per il suo Armies of the Streets.

Gli scontri inizialmente praticati come protesta alla coscrizione, si trasformarono velocemente in episodi di linciaggio e uccisione di immigrati, specialmente afroamericani. Le condizioni della metropoli arrivarono a essere tali, che John E. Lana, il generale incaricato di riportare l'ordine in città, arrivò ad affermare[2]:

(
« Martial law ought to be proclaimed, but I have not a sufficient force to enforce it. »
(
« Dovrebbe essere proclamata la legge marziale, ma non avrei forza a sufficienza per farla rispettare. »
Indice [mostra
Cause [modifica]

I motivi che spinsero le persone a manifestare in maniera violenta il loro scontento che il fatto che la legge sulla coscrizione consentiva alle classi agiate e benestanti di sottrarsi alla leva obbligatoria pagando un versamento di 300$, mentre i poveri dovevano obbligatoriamente prestare servizio all'esercito.

Scontri [modifica]

Vittime e danni 

Il numero esatto delle vittime dei disordini è sconosciuto, ma secondo lo storico James McPherson potrebbero esserci stati 120 morti e 2000 feriti tra i civili, aggiungendo più di un milione e mezzo di dollari di danni procurati agli immobili.[3][4] [5]

Conseguenze

Furono anche la dimostrazione dell'impraticibilità della leva di massa nel Nord degli Stati Uniti, e il fatto che secondo molti la differenza demografica tra Nord e Sud rendeva scontata la vittoria dei primi non era in realtà così semplicistica.

 
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Sii la mia notte (Pupacic)

Post n°1924 pubblicato il 17 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

Vieni, tu che sei mia
nella mia notte.
Crea, tu che sei mia
La mia notte:
quieta questa quiete.
Calma questa calma. Annega
Questa morte. Allarga
Questa stanza. Abbatti questo muro.
Alza questo cielo. Dona pace
A queste ombre. Falcia
Questa pioggia. Rendi musica
Queste lacrime. Fai fiorire
Queste mani.
Seppellisci queste parole. Guarisci
Questi occhi.
Diventa la mia notte.
Sii
La mia notte.

 
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Libri dimenticati:Il falco delle nevi

Post n°1923 pubblicato il 17 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

Bellissimo libro,commovente,da leggere

 
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Frase del giorno

Post n°1922 pubblicato il 17 Febbraio 2012 da odette.teresa1958

Ci sono cose nella vita che si risolvono solo con un vaffanculo (Littizzetto)

 
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