Messaggi del 05/08/2012

Scrittori dimenticati:Frederick Rolfe (Baron Corvo)

Post n°3374 pubblicato il 05 Agosto 2012 da odette.teresa1958

Frederick William Serafino August Lewis Mary Rolfe, meglio noto come Baron Corvo (22 luglio 1860 - 25 ottobre 1913), è stato un romanziere ed un eccentrico inglese.

Rolfe fu omosessuale e numerosi dei suoi testi possono essere letti come velate descrizioni dell'omosessualità.

Rolfe si convertì al cattolicesimo nel 1886 e fu battezzato dal cardinale Edward Manning. Ebbe l'ambizione di diventare sacerdote, e a questo scopo soggiornò per un certo periodo as Roma al Collegio scozzese, ma fallì per la sua incapacità di concentrarsi sugli studi teologici.

Spese l'ultima parte della sua esistenza a Venezia, dove morì, senza denaro.

Fu soprannominato "Baron Corvo" da una contessa italiana ed è più conosciuto con tale pseudonimo.
Si faceva chiamare anche "Frank English," "Frederick Austin," "A. Crab Maid," e con numerosi altri pseudonimi. Spesso abbreviava il suo nome in "Fr. Rolfe", che può essere letto anche come abbreviazione di "fra' Rolfe".

Come "Baron Corvo" o con altri nomi collaborò alla celebre rivista Yellow Book, publicata da John Lane.

Rolfe fu anche pittore e fotografo, ed ha lasciato alcune pitture devozionali e varie foto di nudo maschile.

 
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Scrittori dimenticati:Sean O'Casey

Post n°3373 pubblicato il 05 Agosto 2012 da odette.teresa1958

ean O'Casey (Dublino30 marzo 1880 – Torquay18 settembre 1964) è stato uno scrittore irlandese.

Nella giovinezza lavorò come operaio e partecipò attivamente al movimento di rinascita irlandese e alla guerra civile del 1922. Furono proprio queste esperienze a conferire ai suoi primi lavori teatrali, nel periodo dal 1923 al 1926, uno stile molto vivo con l'uso di uno slang dei bassifondi di Dublino.

Ha messo in scena vari drammi caratterizzati dalla contrapposizione fra eroiche e coraggiose eroine femminili e personaggi maschili di infimo carattere, come ad esempio The Shadow of a Gunman (Il falso repubblicano, del 1923); Juno and the Paycock, (La spia, del 1924) e The Plough and the Stars (L'aratro e le stelle, del 1926).

Visse sulla propria pelle il detto Nemo propheta in patria, con una blanda accoglienza delle proprie opere nel suo paese a tal punto da andarsene a vivere inInghilterra nella metà degli anni '30. Qui iniziò la stesura dell'autobiografia I Knock at the Door (Busso alla porta), che completò solo nel 1939, in ben sei volumi. La sua produzione successiva, The Star Turns Red (La stella diventa rossa, del 1940); Red Roses for Me (Rose rosse per me, del 1942); si sviluppò soprattutto su tematiche sociali antifascista e anticapitalista.

Nel 1955 produsse inoltre The Bishop's Bonfire, il falò del vescovo, una satira pungente sulla condizione dell'Irlanda contemporanea.

 
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Scrittrici dimenticate:Katherine Ann Porter

Post n°3372 pubblicato il 05 Agosto 2012 da odette.teresa1958

Nationally acclaimed writer Callie Russell Porter was born in Indian Creek, Texas, on May 15, 1890. Known by her penname Katherine Ann Porter, she died in a College Park, Maryland nursing home on September 18, 1980. She was one of five children of Harrison Boone and Mary Alice (Jones) Porter. When Mary died in 1892, Harrison's mother, Catherine Anne Porter took care of her grandchildren in her home in Kyle until her death in 1901.

Living in a rented room in Victoria, Katherine supported her father and herself by teaching dramatic arts, singing, elocution, and dance, all of which she learned at the Thomas School in San Antonio.

Katherine was first married in June 1906 to John Henry Koontz of Inez, Texas. They divorced in 1915. She would marry three more times but remain childless.

In 1918, Porter went to work for the Rocky Mountain News in Denver, where she nearly died in the great influenza epidemic of that year. Finding success as a journalist, she moved to New York in 1919. She traveled between there and Mexico City during the 1920s, working as a journalist, publicist for a film company, and ghostwriter for the book, My Chinese Marriage, published in 1921. Three children's stories she wrote were published in the magazine, Everyland. She also wrote articles about Mexico during four visits there from 1920 to 1931. From 1933 to 1936, she lived in Berlin, Basel, and Paris on a Guggenheim fellowship. In 1939, Porter received national acclaim for her book Pale Horse, Pale Rider, for which she was nominated for the first award given by the Texas Institute of Letters. The medal was awarded, however, to J. Frank Dobie for Apache Gold and Yaqui Silver.

Following her stay in Europe, Porter returned to the United States and lived in Doylestown, Pennsylvania, New York, New Orleans, Houston, and Baton Rouge, while writing such important works of short fiction as Noon Wine, "Old Mortality," and "The Grave." All of these stories were set in Central Texas. She was settled in Saratoga Springs, New York by 1944, when she published The Leaning Tower and Other Stories. In 1945, she did some screenwriting in Hollywood, and began work on her novel, Ship of Fools.

From 1948 to 1958, Porter taught at Stanford, the University of Michigan, the University of Liège, Belgium, Washington and Lee University, and the University of Texas. She moved to Washington D.C. in 1959 to finish Ship of Fools. It was completed in Boston in 1961, and published on April 1, 1962. The best-selling novel made her famous and financially secure.

The Collected Stories of Katherine Anne Porter was published in 1965. The book won the Gold Medal for Fiction awarded by the National Institute of Arts and Letters, the Pulitzer Prize, and the National Book Award. In 1966, Porter was appointed to the American Academy of Arts and Letters.

Porter finally settled in College Park, Maryland. She died in 1980 after several strokes, and was buried beside her mother's grave in the Indian Creek Cemetery at Indian Creek. A Texas historical marker was erected in her honor at Indian Creek Cemetery in Brown County in 1990 and another in Kyle in 1991.

She donated her papers to the University of Maryland, which had housed her library and other belongings since 1968 in a library named for her. Had the University of Texas named a library for her instead, it would now house her works as she had originally hoped.  In late August 1999, it was announced that the house at 508 W. Center Street in Kyle, where Porter was raised, would be renovated and operated as writers center by Southwest Texas State University. The renovation was made possible by a donation of $600,000 from Curt Engelhorn, the son and nephew of Porter's childhood playmates Anita and Erna Schlemer.

 
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Scrittrici dimenticate:Silvina Ocampo

Post n°3371 pubblicato il 05 Agosto 2012 da odette.teresa1958

Silvina Ocampo nasce a Buenos Aires nel 1906. Era la figlia minore di sei figlie, di Manuel Ocampo e Ramona Aguirre. Facevano parte di una famiglia aristocratica, come del resto buona parte della generazione di giovani scrittori contemporanei di Silvina Ocampo: Borges, Bioy Casares, ecc. La cosa che accomunava questo tipo di famiglie era la loro formazione culturale tutta europea. Sivina Ocampo studiò musica e disegno a Parigi, con Giorgio De Chirico come insegnante (“Studiai sei mesi con lui. Non era un buon maestro, nonostante il suo talento, perché voleva che dipingessi come lui”).

Nel 1934, tornata in Argentina, conosce Bioy Casares: conosceva, soprattutto, la famiglia perché era molto amica della madre. A quell’epoca Bioy Casares aveva iniziato i suoi studi di letteratura e poi passò a Giurisprudenza. Silvina Ocampo, invece, gli consigliò di dedicarsi alla letteratura e di lasciare gli studi. Nel 1940 si sposarono e Silvina Ocampo era più grande di lui di undici anni. Molti si meravigliarono di questo matrimonio, vista l’avversione di Silvina Ocampo alle convenzioni. Uno dei testimoni del matrimonio fu Borges e altri scrittori. Fu un matrimonio non di quelli fatti in chiesa, con le feste e cerimonie, ma una cosa molto intima, tra amici, con un gruppo ristretto di persone, tutti scrittori che loro conoscevano. Bioy Casares, in una delle poche volte che parlò di lei, disse: “Era la donna meno convenzionale che abbia conosciuto e grazie a lei sono diventato uno scrittore. Era una donna timida, molto riservata, si nascondeva dietro degli occhiali hollywoodiani, e difficilmente rilasciava interviste o si lasciava fotografare”. Quando chiesero a Silvina  perché non rilasciasse interviste, lei rispose che nelle interviste si affermava il trionfo del giornalismo e non della letteratura. Detestava le date, odiava catalogare ed essere, a sua volta, catalogata. C’è una frase che ci fa capire molto del suo pensiero: “Tutta la  vita è un solo istante”, come dire che lei aveva un’indifferenza verso il tempo reale e l’idea di un tempo metafisico, che è poi disseminato in tutta la sua opera e che poi corrisponde a tutto quello che lei affermava.

Silvina Ocampo raggiunge la fama sulla scia di sua sorella Victoria, che è stata la promotrice della cultura argentina dagli anni ’30 fino agli anni ’50 e ’60, nonché fondatrice della rivista “Sur” con la quale diffondeva in Europa e negli Stati Uniti la letteratura argentina: Borges, Josè Bianco, la stessa Silvina Ocampo ed altri vengono conosciuti all’estero proprio attraverso questa rivista. Non solo. Questa rivista faceva arrivare in Argentina moltissimi scrittori stranieri come Henry James, Faulkner e altri, assieme a critici, a tenere delle conferenze, che non erano delle conferenze come le nostre, ma erano un fulcro di creazione letteraria e di scambio culturale.

Pur avendo vissuto spesso a Parigi, Sivina Ocampo scrisse sempre in spagnolo. In una delle poche interviste che ha rilasciato, parlando della sua infanzia dice: “Non sono cresciuta con lo spagnolo ma con il francese e l’inglese. Da quando avevo quattro anni sono stata a Parigi ma l’inglese e il francese li sentivo come idiomi già fatti, costruiti, invece lo spagnolo lo sentivo come qualcosa che bisognava inventare, che bisognava fare come idioma”. Ed infatti, il linguaggio nelle sue opere riveste un’importanza particolare.

Un lavoro organico sull’opera di Silvina Ocampo è inesistente, nonstante l’interesse di numerosi scrittori che hanno scritto i prologhi  o che hanno recensito le sue opere. Lo stesso Borges ha recensito e scritto un prologo ad un dei suoi libri; Italo Calvino ha fatto conoscere Silvina Ocampo in Italia con il libro “Porfiria”, di cui ha scritto anche l’introduzione; Martinez Estrada, che è un critico molto importante, e Alejandra Pisarni, che è una scrittrice tra le maggiori in Argentina, le hanno dedicato degli interventi.

Per quanto riguarda i generi da lei intrapresi, ha scritto essenzialmente poesie e racconti, sia per bambini che per adulti. In collaborazione con Bioy Casares ha scritto un romanzo poliziesco, “Chi ama, odia”. Con Wilcox ha scritto un’opera teatrale, “I traditori”. Ha poi redatto, assieme a Borges e Bioy Casares, un’ “Antologia della letteratura fantastica” e un’ “Antologia della poesia argentina”.

Nel 1954 adottò la figlia naturale di Bioy Casares, Marta. Silvina trattava Marta come se fosse stata sua figlia, forse anche per il desiderio di avere una figlia.

Silvina Ocampo morì nel 1994 di Alzheimer. L’anno dopo è morta la figlia Marta, investita da una macchina. E Bioy Casares è rimasto improvvisamente solo, privato delle due figure femminili più importanti della sua vita.

 

 
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Ritratti di donna:Bertha Von Suttner

Post n°3370 pubblicato il 05 Agosto 2012 da odette.teresa1958

Bertha von Suttner (nome alla nascita: Bertha Wilhelmine Lisel von Suttner-Kinsky von Wchinitz und Tettau) nacque a Praga nel 1843. La sua famiglia apparteneva alle più antiche ed altolocate della Boemia e così Bertha crebbe in un ambiente aristocratico, in stretto contatto con la corte imperiale. Il padre morì poco dopo la sua nascita e quando l'eredità paterna con cui si manteneva si esaurì fu costretta a cercarsi una occupazione. Trovò un posto come governante e dama di compagnia nella casa del Barone Carl von Suttner, a Vienna.

Lì conobbe Arthur Gundaccar Freiherr von Suttner, il figlio del barone, e se ne innamorò. Per troncare il rapporto tra i due la madre di Arthur licenziò Bertha e, per allontanarla da Vienna, le procurò un posto di lavoro a Parigi dove lavorò come segretaria personale di Alfred Nobel, l'uomo che più tardi avrebbe ideato il Premio Nobel. Ma quando Nobel fu richiamato nel suo paese dal re di Svezia, Bertha ritornò in patria per sposare, nel giugno del 1876, segretamente Arthur, contro la volontà della famiglia di lui. Arthur Suttner fu diseredato e i due furono costretti a trasferirsi nella regione del Caucaso dove Bertha aveva degli amici che la aiutarono a trovare lavori occasionali, soprattutto nel campo dell'insegnamento privato e della collaborazione giornalistica con diverse pubblicazioni. Per mantenere la famiglia Bertha cominciò a fare delle traduzioni e a scrivere, con un discreto successo, dei romanzi di intrattenimento.

Nel 1885, dopo aver fatto pace con la famiglia di Arthur, i due tornarono a Vienna. Due anni dopo Bertha von Suttner entrò in contatto con l'organizzazione pacifista "International Arbitration and Peace Association" e, nel 1889, pubblicò il romanzo "Die Waffen nieder" (Giù le armi), il suo capolavoro che venne pubblicato e tradotto in più di 20 lingue. Fu uno dei libri più letti e venduti del XIX secolo. Dopo i suoi successi come scrittrice, Bertha von Suttner divenne una figura centrale del pacifismo internazionale. Nel 1891 fondò la Società Pacifista Austriaca di cui rimase presidente fino alla morte nel 1914 e fu oratrice molto richiesta nei congressi pacifisti in tutti i paesi d'Europa.

Nel 1905 ricevette, come prima donna, il Premio Nobel per la pace. Dopo il breve periodo a Parigi, quando Bertha aveva lavorato come segretaria per Alfred Nobel, i due erano sempre rimasti amici. Nobel, anche egli un convinto e radicale pacifista, la stimava moltissimo e finanziò molte delle sue attività. Bertha von Suttner morì il 21 giugno 1914, un mese prima dello scoppio della prima guerra mondiale, probabilmente per un cancro.

 
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Aprimi,fratello (Philombè)

Post n°3369 pubblicato il 05 Agosto 2012 da odette.teresa1958

Ho bussato alla tua porta
ho bussato al tuo cuore
per avere un letto
per avere del fuoco
perché mai respingermi ?
Aprimi fratello !

Perché domandarmi
se sono dell’Africa
se sono dell’America
se sono dell’Asia
se sono dell’Europa ?
Aprimi fratello !

Perché domandarmi 
quant’è lungo il mio naso
quant’è spessa la mia bocca
di che colore ho la pelle
che nome hanno i miei dèi ?
Aprimi fratello !

Io non sono nero
io non sono rosso
io non sono giallo
io non sono bianco
non sono altro che un uomo.
Aprimi fratello !

Aprimi la porta 
aprimi il tuo cuore
perché sono un uomo
l’uomo di tutti i tempi
l’uomo di tutti i cieli
l’uomo che ti somiglia !

 
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Libri dimenticati:Cielo aperto

Post n°3368 pubblicato il 05 Agosto 2012 da odette.teresa1958

La storia di Cassie,una donna coraggiosa che del volo ha fatto una ragione di vita.
Bellissimo romanzo di Danielle Steel

 
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Frase delgiorno

Post n°3367 pubblicato il 05 Agosto 2012 da odette.teresa1958

Santo:peccatore morto,riveduto e corretto (Bierce)

 
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