Messaggi del 26/08/2012

Wung-Su e il mercante

Post n°3562 pubblicato il 26 Agosto 2012 da odette.teresa1958

Un ricco mercante in viaggio d’affari si recò dall’illuminato Wung-Su:
"Dimmi che cosa devo fare per ottenere la liberazione" gli domandò offrendogli un vaso d'argento.
Il monaco gli rispose: "Lascialo cadere".
L'uomo lasciò cadere a terra il vaso.
Poiché il maestro restava silenzioso, il visitatore gli ripeté la domanda e, questa volta, gli offrì un piatto d'oro. "Che cosa devo fare per raggiungere la salvezza?"
"Lascialo cadere"
gli rispose l'Illuminato.
Il mercante lasciò cadere a terra il piatto.
Poi, visto che non gli veniva data altra indicazione, si decise a ripetere la richiesta, porgendo un dono fra i più preziosi che aveva: un diamante.
Il saggio gli rispose: "Lascialo cadere”.
La cosa andò avanti per molte ore, fin quando in ultimo il mercante sconsolato e ormai povero, lasciò cadere il suo sguardo a terra. Così raggiunse l’illuminazione. Più tardi Wung-Su si levò in piedi, guardò il cielo, e decise di concedersi una croc

 
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Storielle Zen:Gratitudine

Post n°3561 pubblicato il 26 Agosto 2012 da odette.teresa1958

Un ricco mercante fece dono ad un maestro di un'ingente quantità di monete d'oro per la costruzione di un nuovo monastero. Il maestro accettò senza dimostrare né entusiasmo né gratitudine. Seccato, il mercante gli disse: "Potresti almeno ringraziarmi!".

"E perché dovrei?", gli rispose il maestro, "è chi dona che dovrebbe essere grato".

 

 
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Storielle Zen:Vedremo...

Post n°3560 pubblicato il 26 Agosto 2012 da odette.teresa1958

 

E' una vecchia storia taoista su di un contadino che aveva sempre lavorato sodo nella sua fattoria. Un giorno il suo più bel cavallo scappò dal recinto. I vicini, venuti a sapere la notizia, si recarono da lui con parole di cordoglio dicendogli "Che sfortuna!". "Vedremo..." rispose il contadino. Il giorno dopo il cavallo tornò alla fattoria, portando con sè ben tre altri cavalli selvaggi. "Fantastico" esclamarono i vicini. "Vedremo..." replicò il contadino. Nei giorni successivi il figlio del contadino cercò di montare uno dei tre nuovi cavalli, ma venne disarcionato, e cadendo si ruppe una gamba. "Che sfortuna" dissero i vicini. "Vedremo..." rispose il contadino. Il giorno dopo alcuni ufficiali dell'esercito arrivarono in paese per reclutere giovani soldati, il figlio del contadino a causa della gamba rotta non venne reclutato. I vicini andarono allora dal contadino a complimentarsi per il fatto che le cose si stessero mettendo finalmente per il meglio. "Vedremo..." rispose il contadino.

 
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Scrittori dimenticati:Georges Duhamel

Post n°3559 pubblicato il 26 Agosto 2012 da odette.teresa1958

Georges Duhamel (Parigi30 giugno 1884 – Valmondois13 aprile 1966) è stato uno scrittore e medico francese.

Biografia

Proveniente da una famiglia di modesta condizione, Georges Duhamel riesce comunque a diplomarsi nel 1902 e decide di proseguire gli studi per laurearsi in medicina, nonostante la grande passione per gli studi letterari. Ciò gli consentirà di potersi dedicare alle lettere, avendo una fonte di sostentamento.

Nel 1906 fonda, con l'amico Charles Vildrac, il "gruppo dell'Abbaye" di Créteil, un cenacolo di artisti che raggruppa poeti, scrittori, musicisti e pittori.

Allo scoppio della prima guerra mondiale si arruola in qualità di medico chirurgo; un'esperienza particolarmente dolorosa e fonte di ispirazione per le opere "Vie des martyrs" et "Civilisation" che gli varranno una notorietà immediata ed il "Premio Goncourt" del 1918.

Tornato alla vita civile, abbandona definitivamente la professione medica per dedicarsi alla scrittura. Nel 1935 viene eletto tra gli "immortali" dell'Académie française e ne diviene segretario provvisorio dal 1940, dopo l'occupazione tedesca.

Manterrà la carica fino al 1945, riuscendo ad opporsi con grande fermezza alle pressioni degli occupanti ed a quelle della fazione dei collaborazionisti diVichy. Questo suo coraggioso atteggiamento sarà oggetto di pubblico ringraziamento da parte del generale de Gaulle.

Nel 1960, colpito da una grave malattia che gli impone di ridurre drasticamente la sua attività, si ritira a Valmondois, dove muore il 13 aprile 1966.

 
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Scrittori dimenticati:Robert Wilder

Post n°3558 pubblicato il 26 Agosto 2012 da odette.teresa1958

Robert Ingersoll Wilder (January 25, 1901 in Richmond, Virginia – August 22, 1974) was an American novelistplaywright and screenwriter. The son of a minister-turned-lawyer-turned-doctor-turned-dentist who was still going to college when his son was born, Wilder's childhood was spent at Daytona Beach, Florida. Following a stint in the U.S. Army during World War I, he was educated at Stetson University and Columbia University. At various times in his life, Mr. Wilder was a soda jerk, a ship fitter, a theater usher, a shipping clerk, a newspaper copyboy, a publicity agent (Claudette Colbert was among his clients), a radio executive, and a journalist (for The New York Sun).

Mr. Wilder traveled widely and contributed stories to The New Yorker, among other magazines. He was author of two plays, Sweet Chariot, based on the life and career of African-American activistMarcus Garvey, and Stardust, both produced on Broadway. He also wrote the screenplay for the epic WesternThe Big Country, in 1958.

Wind from the Carolinas is his only book currently in print.

 
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Scrittrici dimenticate:Helen Hooven Santmyer

Post n°3557 pubblicato il 26 Agosto 2012 da odette.teresa1958

Helen Hooven Santmyer was born on November 25, 1895, in Cincinnati, Ohio, but spent much of her life in Xenia, a small city in the southwestern part of the state, where both sides of her family had deep roots. Santmyer never stopped calling Xenia home, in spite of occasional forays elsewhere in the United States and abroad. She led a happy and rather conventional childhood, with plenty of time to develop her love of reading. In 1914 she entered Wellesley College in Massachusetts, where she was encouraged to pursue a writing career. After a brief stint working for a suffragette organization in New York City, she became secretary to an editor of Scribner's magazine, where she was exposed to a number of famous writers such as Sinclair Lewis and F. Scott Fitzgerald. In 1921 she returned home to Xenia to care for her ailing mother. Her father's largesse allowed her to spend three years at Oxford University in England, where she received a degree in literature in 1927. During this period she also produced her first novel, continuing her literary efforts when she returned to Ohio. After a brief time in California with her family, she began to teach at Cedarville College near Xenia, becoming dean of women and chair of the English department. In the mid-1950s she left teaching to become a reference librarian at the Dayton and Montgomery County Library until her retirement in 1959, living and travelling with her longtime friend Mildred Sandoe. In the mid-1960s, using notes she had accumulated over the years, she began work on what was to become “… And Ladies of the Club,” not completing the manuscript until 1975. Santmyer professed to be as shocked as anyone else when the 1984 reissue of the book provoked such a worldwide literary reaction. At the time in poor health and in a nursing home, she was able to enjoy her newfound success only until 1986, when she died on February 21, from complications of emphysema.

 
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Scrittrici:Simone de Beauvoir

Post n°3556 pubblicato il 26 Agosto 2012 da odette.teresa1958

Nata in una famiglia bene cattolica, Simone de Beauvoir intraprende, a diciassette anni, studi superiori di lettere e di matematica. Nel 1926, aderisce al   movimento socialista e, mentre prepara gli studi di ammissione all’università, segue corsi di filosofia alla Sorbona. Ammessa all’Università, compie un tirocinio all’Istituto universitario Janson-de-Sailly. Fa la conoscenza di Jean-Paul Sartre nel 1929 al quale si lega. Sarà l’incontro determinante con l’uomo col quale condividerà, da allora in avanti, tutta la vita  eccetto qualche breve separazione dovuta agli incarichi d’insegnamento in provincia. Ritorna a Parigi come  professore di filosofia al liceo Molière   nel 1936. Il suo primo libro,  L’invitata, esce nel 1943, anno in cui lascia l’insegnamento. A partire dal 1947, i viaggi si succedono: gli Stati Uniti, dove soggiorna nel 1950, l’Africa e l’Europa. Riceve il premio Goncourt nel 1954 per I Mandarini. Partecipa alle attività politiche di Sartre, militante per le cause vietnamite ed algerine. Continua a viaggiare, in Cina (1955), a Cuba ed in Brasile (1960), in Unione sovietica (1962), pur proseguendo la redazione delle sue memorie e la sua azione per la liberazione della donna. Nel 1971  assume la direzione di una rivista di estrema sinistra. Una delle prime a avere sostenuto la legalizzazione dell’aborto, ribadisce questa convinzione durante la campagna cominciata nel 1972.

 
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Chi sono? (Palazzeschi)

Post n°3555 pubblicato il 26 Agosto 2012 da odette.teresa1958

Son forse un poeta?
No, certo.
Non scrive che una parola, ben strana, 
la penna dell'anima mia:
"follia".
Son dunque un pittore?
Neanche.
Non ha che un colore la tavolozza dell'anima mia:
"malinconia".
Un musico, allora?
Nemmeno.
Non c'è che una nota
Nella tastiera dell'anima mia:
"nostalgia".
Son dunque... che cosa?
Io metto una lente
davanti al mio cuore
per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell'anima mia.

 

 
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Ritratti di donna:Giulia Monteferario

Post n°3554 pubblicato il 26 Agosto 2012 da odette.teresa1958

Questa non è una donna famosa,ma una donna che io ho conoscosciuto personalmente e che per la sua eccezionalità voglio ricordare qui e far conoscere.

Il padre di Giulia,giovane capitano dei carabinieri di orgini aristocratiche,aveva fatto,per i tempi,un grandissimo sbaglio:aveva sposato una donna di ocndizioni molto inferiori alle sue,una popolana semianalfabeta.

Questo matrimonio era stato uno scandalo e il giovane capitano e la sua scomoda sposa erano stati "esiliati" a Tai di Cadore,dove il 13 gennaio 1892 nacque la loro primogenita Giulia,seguita ben presto da altre tre sorelle.

Il capitano Monteferario veniva trasferito spesso e l'infanzia della piccola Giulia fu costellata di posti nuovi,soprattutto nel'Italia meridionale.

Con gli anni fra lei e il padre si sviluppò un rapprto quasi simbiotico.Fu il padre,contro l'uso prevalente del tempo,a volere per la figlia un'istruzione completa,a incoraggiarne le inclinazioni.

Purtroppo nel 1906 il capitano Monteferaio moriva prematuramente,lasciando una vedova e quattro figlie fra i 14 e i 4 anni.

La situazione economica della famiglia peggiorò drasticamente,perchè la misera pensione di vedova non bastava.

La famiglia si trasferì quindi,per l'interessamento di alcuni parenti a Firenze e lì Giulia a 16 anni iniziò a lavorare alla compagnia Valdarno come centralinista.

Grazie al suo stipendio due sorelle poterono continuare gli studi:una divenne una cantante lirica di piccola fama,l'altra una maestra,ma ben presto si sposò.

La sorella più piccola,alla quale Giulia era legatissima,morì a 18 anni di tubercolosi.

Intanto Giulia aveva fatto carriera all'interno della Valdarno e avrebbe continuato a farla,diventando,cosa inaudita per quei tempi,direttrice,carica che mantenne fino al pensionamento,guadagnandosi stima e riconoscimenti.

Per sua scelta,Giulia non si sposò mai,preferendo vivere sola nella sua grande casa che guardava i tetti di Firenze,circondata dagli amatissimi libri (quais 500).

Intanto erano nati i nipoti:Mario,Clemente e la piccola Annalisa,destinata a morire a otto mesi di difterite.

Mario divenne il grande amore di Giulia,che con lui fu quasi una madre.

Il giovane divenne un promettente ufficiale di marina,ma il tifo lo stroncò a 24 anni.

Fu un dolore straziante,che Giulia si portò dietro per il resto della vita.

Durante la guerra,questa coraggiosa donna nascose per ben 5 anni un giovane ebreo in casa sua,a rischio della vita.

Quando io,ragazzina,la conobbi,era una donna di oltre 80 anni,dagli stupendi occhi verdi e con ancora delle ciocche bionde,grande fumatrice e bevitrice di caffè (vizi che mi attaccò).

Con me fu una maestra di vita,dolce,paziente;mi indirizzò alla vera lettura,facendomi conoscere Guareschi e Cronin,scrittori che ancora amo.

Se sono la donna che sono lo devo a lei,al suo esempio.

Questa donna unica morì a 85 anni in una casa di riposo,lasciando in me un grandissimo vuoto.

Giulia Monteferario non sarà una statista,una scienziata,un'artista famosa,ma è stata una donna coraggiosa e indipendente in un mondo di uomini,e per questo va ricordata!

 
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Libri dimenticati:La contessa nera

Post n°3553 pubblicato il 26 Agosto 2012 da odette.teresa1958

Da secoli Erzbet Bathory è nota per la sua crudeltà .In questo libro Rebecca Johns prova ad andare oltre il mito ed analizzare Erzbet donna.

 
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Frase delgiorno

Post n°3552 pubblicato il 26 Agosto 2012 da odette.teresa1958

Nulla c'è di più pericoloso di un'idea,quando è l'unica che abbiamo (Alain)

 
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