La prima volta lo percorsi per caso.Mio nonno mi aveva portato con sé per andare a "far l'erba per i conigli" e il bosco non era certo il luogo ideale per raccogliere foraggio, erano certamente migliori i prati, ricchi di trifoglio ed erba medica.Invece prese il sentiero che portava nei castagni, scendemmo fino al torrentello che scorreva a poche decine di metri dalla nostra vigna, lo guadammo e passammo attraverso un intrico di felci, canne e piante acquatiche dalle grandi foglie rotondeggianti. Vedevo per la prima volta meraviglie sconosciute: il corso d'acqua che scorreva lento formando laghetti e paludi dove crescevano erbe più alte di me e mi muovevo con passo insicuro, attento a seguire le orme dell'adulto che mi faceva strada. Poi c'erano gli insetti: le eleganti libellule, le farfalle variopinte e i buffi gerridi che corrono veloci sull'acqua con le loro lunghe zampette. Le rane gracchiavano nelle pozze e il continuo gorgoglio dell'acqua permeava l'aria. La curiosità aveva coinvolto tutti i miei sensi, immersi completamente nella natura ancora sconosciuta di quelle colline.Ritrovammo presto la strada che s'inerpicava sul versante opposto della collina, all'ombra della pineta.Uscito da quell'abbraccio verde, nonostante la protezione degli alberi, il caldo si faceva sentire e cambiavano anche i profumi che arrivavano alle mie narici: ora era molto forte l'odore resinoso delle conifere e quello di humus del sottobosco che presagiva il profumo di funghi che sarebbero cresciuti mesi più tardi. Ero in grado di percepire anche l'essenza di finocchio, menta e rucola o acidulo di altre erbe selvatiche che reagivano al nostro passaggio.
IL SENTIERO
La prima volta lo percorsi per caso.Mio nonno mi aveva portato con sé per andare a "far l'erba per i conigli" e il bosco non era certo il luogo ideale per raccogliere foraggio, erano certamente migliori i prati, ricchi di trifoglio ed erba medica.Invece prese il sentiero che portava nei castagni, scendemmo fino al torrentello che scorreva a poche decine di metri dalla nostra vigna, lo guadammo e passammo attraverso un intrico di felci, canne e piante acquatiche dalle grandi foglie rotondeggianti. Vedevo per la prima volta meraviglie sconosciute: il corso d'acqua che scorreva lento formando laghetti e paludi dove crescevano erbe più alte di me e mi muovevo con passo insicuro, attento a seguire le orme dell'adulto che mi faceva strada. Poi c'erano gli insetti: le eleganti libellule, le farfalle variopinte e i buffi gerridi che corrono veloci sull'acqua con le loro lunghe zampette. Le rane gracchiavano nelle pozze e il continuo gorgoglio dell'acqua permeava l'aria. La curiosità aveva coinvolto tutti i miei sensi, immersi completamente nella natura ancora sconosciuta di quelle colline.Ritrovammo presto la strada che s'inerpicava sul versante opposto della collina, all'ombra della pineta.Uscito da quell'abbraccio verde, nonostante la protezione degli alberi, il caldo si faceva sentire e cambiavano anche i profumi che arrivavano alle mie narici: ora era molto forte l'odore resinoso delle conifere e quello di humus del sottobosco che presagiva il profumo di funghi che sarebbero cresciuti mesi più tardi. Ero in grado di percepire anche l'essenza di finocchio, menta e rucola o acidulo di altre erbe selvatiche che reagivano al nostro passaggio.