Rosario

ANNIVERSARIO


12 ottobre 1973 - 12 ottobre 2016 
EMOZIONE   L'immagine dapprima sfocata si era fatta più chiara, pennellate di colore lasciavano strie di rumori, di voci incomprensibili. Da quei  vaghi contorni, poco a poco emergesti tu. Quanti anni erano passati dall'ultima volta che avevo sperato, che avevo pregato di vederti tornare da quella barriera invisibile eretta fra i nostri mondi, anche solo in un sogno. E invece nulla. Per altri il conforto onirico arrivava puntualmente, ma non per me e il tempo passava.   Mio padre diceva sempre "Mi è rimasto un solo desiderio nella vita: vorrei andare a Vercelli e vedere il luogo dov'è morto mio figlio"   E mia madre ribadiva sempre "I carabinieri mi hanno detto che hanno eretto un monumento con la sua foto proprio lì"    Seguo le indicazioni del navigatore e di un vecchio giornale ingiallito, inutilmente; la strada sembra ingoiata da una tangenziale. Giro a vuoto, trovo il paese ma non il luogo che cerco. Chiedo a qualcuno, nessuno sa, nessuno ricorda. Il tempo passa e aumenta l'ansia e la frustrazione di non riuscire.Forse ho atteso troppo e le tue tracce sono sparite inghiottite dal tempo.Ma non posso, non voglio darmi per vinto.Spengo il navigatore e decido di seguire il mio istinto: i luoghi ricordano le emozioni e sopravvivono per portarle a chi le sa riconoscere.Riparto dall'inizio, dalla caserma da dov'eri partito tu quella sera e da lì, seguo i nomi riportati dal giornale e quando non li trovo più ascolto dove mi guida il battito del cuore. E così ritrovo la vecchia provinciale ormai abbandonata e soffocata dalla vegetazione, l'asfalto sbriciolato e pieno di buche mi porta a quell'incrocio a quel muro di cemento dove in un capitello di marmo, consumato dagli anni è incastrata una foto.   Vederti da lontano e capire che sei tu, l'espressione severa, forse per la lunga attesa, mi avvicino con le gambe molli mi rendo conto che il cuore si è fermato, solo un attimo, ma non c'è più l'ansia: sono arrivato finalmente.Accarezzo la foto, facendo finta di pulirla, il magone sale su piano piano e per nasconderlo prendo la macchina fotografica, pochi scatti per esaudire mamma e papà... forse ora mi hai perdonato e ti ritroverò nei miei sogni. Rosario, giugno 2016