L'Archetipo

Lo specchio


- E' lei?- domandò incredulo.- E' lei - rispose la figura, più densa dell'ombra, seduta accanto.Rimasero a fissare la giovane donna barcollante, alle prese con l'effetto dell'alcol e con dei tacchi troppo alti.L'acconciatura le era scivolata di traverso, nascondendole parte del volto arrossato ed il trucco spesso e pastoso le contornava gli occhi acquosi, di un azzurro scialbo, che irrequieti danzavano da una parte all'altra della stanza alla ricerca di qualcuno, o di qualcosa.All'improvviso sembrarono aver stabilito la meta e, cercando di dissimulare il dondolio incerto delle gambe, la donna avanzò fino ad un vassoio colmo di bicchieri di Champagne. Ne afferrò il primo, ci ripensò, si guardò attorno, lo trangugiò e ne prese un altro.- Ne sei veramente sicuro?- domandò l'uomo icredulo, fissando la superficie liscia dello specchio su cui si rifletteva l'immagine della donna.- Ho mai sbagliato?- fremette d'impazienza la voce d'ombra.- No, mio Signore, no...- s'affrettò ad aggiungere l'uomo con un rapido inchino.- E' meglio che tu vada- tagliò corto la figura nascosta nel buio indicando il grande specchio incastonato nel marmo.La sottile cornice intarsiata scivolava liscia tutt'attorno alla lastra di vetro. Sopra, in un intreccio di code e artigli, dei draghi maestosi s'avviluppavano l'uno sull'altro, forgiati dalla maestria degli Artigiani dei Tempi Perduti.L'uomo gli si avvicinò e mormorando l'incantesimo toccò la superficie dello specchio che s'infranse in mille onde concentriche, come se un sasso fosse stato scagliato in mezzo alle immobili acque di un lago.- Riportamela viva - sibilò la sagoma scura prima che l'altro scomparisse.Poi, rimasto solo, si avvicinò alla parete marmorea di nuovo liscia e morta e, allungata la sottile mano guantata accarezzò la superficie, senza che questa mutasse.- Schiavi - sussurrò con livore.Nei suoi occhi privi di pupille vorticò, intensa, l'invidia.Lui non poteva varcare la soglia.Almeno, non ancora.