L'Archetipo

L'incantesimo (continuazione)


L'acqua gelida la riportò alla realtà e con un sobbalzo si ritrovò seduta tra penne e fogli, sulla sua scrivania.- Bentornta ragazza, pensavo di averti uccisa, invece c'è ancora tempo... E poi ho promesso di portarti da lui viva. Intanto - disse l'uomo avvicinandosi al suo viso - potresti dirmi dov'è che lo nascondi -Per la prima volta Hanna potè contemplare il viso dello sconosciuto alla luce e rimase stupefatta dal senso di familiarità che le trasmisero quei capelli ricciuti, marroni come la barba ben curata sulle guancie e gli occhi color del miele. Tutto sommato, se non avesse tenatato di acciderla, avrebbe potuto giudicarlo un uomo discretamente bello.Aveva la netta sensazione di averlo già visto, ma il pensiero si confuso con lo sbalordimento, non appena notò l'ampio mantello blu notte, sotto il quale brillava una cotta di maglia sgargiante e un grande cinturone di cuoio, cui era appeso un sacco di pelle. "Da dove salta fuori questo?!" non potè fare a meno di meravigliarsi.- Dov'è?! - sibilò lui furente.- Do... dov'è cosa?! - riuscì a balbettare Hanna rannicchiandosi su se stessa e dimenticando il bizzarro travestimento all'istante - Vuoi... vuoi i soldi? La cassaforte? Non teniamo niente qui a casa, ma se vuoi ho qualche oggetto di antiquariato, ma ti prego non farci del male...-- Me ne frego dei tuoi orpelli! Io voglio l'Archetipo e so che tu puoi dirmi dove l'avete nascosto... tu e quella strega! - ribattè l'uomo. Hanna cadde dalla scrivania come una marionetta a cui vengono recisi i fili. Con orrore rivide nella mente episodi della sua vita passata, provò gioie e paure, sensazioni ormai sopite dallo scorrere del tempo, ricordi nascosti in meandri reconditi della memoria per non essere più rivissuti.Rivide la Signorina Rondini avvicinarsi per dirle della morte dei suoi genitori nell'incidente, ma lei non voleva, con tutto il cuore non avrebbe mai più voluto provare quegli attimi della sua vita passata. Il suo pensiero si rivolse allora a suo marito e al suo bambino, addormentati nei loro letti."Aiuto!"Non voleva sentire la sua maestra delle elementari darle la notizia che da quel momento sarebbe rimasta sola. Non voleva che il mondo esplodesse di nuovo in mille scheggie di infinita tristezza che solo con il tempo era riuscita a reincollare assieme per dare una parvenza di normalità alla sua vita.- Non ti preoccupare per tuo marito - la interruppe d'un tratto lo sconosciuto - E nemmeno per tuo figlio... diciamo che stanno dormendo un sonno incantato, da cui solo io potrei risvegliarli...-Il ricordo dei suoi genitori si dileguò all'istante.- Non provare a fare del male a mio figlio!- sibilò la donna. Gli occhi le si infiammarono di rabbia, pronta a morire pur di difendere il suo amore più grande.L'uomo la fissò con intensità, prima di rispondere con noncuranza - Non me ne importa niente del tuo bambino. L'unica cosa che mi interessa è dentro la tua preziosa testolina e se non riuscirò io a tirartela fuori, sta sicura che lui non si farà tanti scrupoli!-- Lui chi? E si può sapere che cosa cerchi? - domandò Hanna esasperata. Uno strano disegno andava prendendo forma nella sua testa dopo aver notato il vecchio bastone da passeggio di sua nonna.- Non lo raggiungerai mai... - la canzonò l'uomo prevenendola - o meglio, prima ancora che tu ti possa avvicinare anche solo di un altro centimentro a quel bastone, io ti avrei già polverizzata con uno schiocco delle dita, quindi - continuò mellifluo l'uomo con un ampio gesto della mano - mettiamoco comodi e cominciamo a conoscerci meglio.Hanna guardò la sedia attraversare la stanza, fermandosi a poca distanza dallo sconosciuto, che vi si sedette sopra.- Come... - balbettò incredula.- Oh, beh... un giochetto da ragazzi, ma dimentico sempre che in questa dimensione la magia non è consentita e quindi non esiste più -- Chi sei? - lo interruppe Hanna frastornata.- Ti basti sapere che mi chiamo Eèricon e che... beh, sono un mago, un fruitore di magia -Hanna soffocò la risata isterica che stava per sgorgarle dalla gola e riuscì a chiedere - Che vuoi da me? -- Oh, sai bene cosa vogliamo da te! - sorrise lui beffardo - L'Archetipo. E tu ci dirai dove l'hai nascosto! -Hanna scosse il capo confusa - Tu... tu sei pazzo! -- Bada bene a quel che dici, ragazza! - tuonò Eèricon furioso - Se non vorrai dircelo con le buone, passeremo alle cattive e allora rimpiangerai il giorno in cui sei nata! -Un brivido le corse lungo la schiena. Iniziò a tremare con violenza. Sentiva la carezza della morte scivolarle sul corpo."No! - pensò con rabbia - E' ancora troppo presto, non voglio morire, non voglio!"Presa dalla disperzione corse verso la porta della stanza, ma questa le si serrò davanti agli occhi. Senza pensarci si scagliò contro la finestra, ma proprio quando stava già per sentire le schegge di vetro infilarsi nella pelle, si ritrovò sospesa a mezz'aria, la mano dell'uomo serrata attorno alla gola.- Basta!- urlò - E' ora di tornare! -Eèricon cominciò a salmodiare una lenta litania e fu allora che Hanna lo notò: alle spalle dell'uomo, il grande specchio poggiato contro la parete si oscurò, diventando nero come la notte.La donna sentì la presa del pazzo allentarsi e, senza pensarci troppo, gli assestò un calcio allo stomaco, divincolandosi.Rimasto senza fiato, colto di sorpresa, l'uomo mollò la presa.Ripiegandosi su se stesso dal dolore, potè vedere la donna sfrecciargli accanto con le braccia alzate sopra il viso, come per proteggersi ed infine sparire attraverso lo specchio, ingoiata dall'ignoto.- Un incantesimo di protezione - sussurrò attonito.In preda al dolore e allo sconforto si specchiò sulla superficie liscia ed immobile.- Quella donna era protetta! - balbettò al suo riflesso, incredulo.Rimase lì, a fissarsi ancora qualche secondo, incapace di realizzare l'accaduto, poi preso dalla furia, afferrò il bastone da passeggio della nonna e lo calò con forza sullo specchio.- Stupida strega! - urlò mandandolo in frantumi.Coriandoli affilati esplosero nella stanza, riflettendo mille immagini di Eèricon e della sua furia. Poi, in un lampo di luce scomparve.