Intontita e dolorante, Hanna cercò di mettere a fuoco il mondo circostante."Dobbiamo comperare un altro materasso" pensò ancora mezza addormentata.- Forse mi sono addormentata in bagno, come l'ultimo giorno del liceo... Che sbronza! - biascicò ricordando di essersi risvegliata abbracciando la tazza del water - Avevo giurato mai più così... Invece... -E poi quella puzza.C'era un odore stantio, che rendeva l'aria difficile da respirare, un odore di terra umida, di uova marce e sterco.- Ahi! - protestò quando il letto sussultò ondeggiando - Che diavolo... -La sensibilità alle dita era quasi del tutto scomparsa, la guancia grattava su di una superficie rugosa e le gambe erano talmente intorpidite che, non appena si mosse, le sfuggì un lamento.Fece per alzarsi, ma una scarica acuta le risalì il braccio, facendole rizzare i capelli sulla nuca. - No, no, no, no...- singhiozzò in preda al panico.D'improvviso ricordava tutto.Spalancò gli occhi terrorizzata.Le bastò un attimo e scoppiò a piangere.- Non è possibile... non può essere... Dio ti prego non può essere vero... -Le schegge del pavimento le penetrarono nella carne, attraverso i vestiti putridi e bagnati, mentre i suoi pensieri, scossi dai singhiozzi, volarono a Carlo e Matteo addormentati in quella realtà lontana, perduti per sempre, spazzata via da una verità impossibile da credersi, catapultata in un mondo d'inferno, senza neppure sapere il perchè, o per quale strano motivo fosse stata possibile una simile diavoleria.Sempre singhiozzando si guardò intorno.Grosse canne la circondavano su tutti i lati.Era in gabbia.- Ecco... è la fine - sospirò con disperata rassegnazione - Morirò prigioniera o magari, chissà, mi tortureranno, o mi uccideranno in qualche modo atroce e disumano -Mentre immagini di sangue e budella le affollavano la mente, cercò di rizzarsi a sedere scivolando sulla spalla buona.Il mondo cominciò ad oscillare ma, se in un primo momento, pensò fosse l'effetto collaterale del veleno contenuto nel dardo, dopo poco dovette ricredersi.Sbirciando attraverso le canne, s'accorse di trovarsi sospesa nel vuoto."E' la gabbia che dondola!" constatò terrorizzata.- Bene, e adesso, come in tutti i film, dovrebbe pure cominciare a piovere, visto che non potrebbe andarmi peggio!-Un cigolio inquietante le rispose da sopra la sua testa.Intrecciate attorno ad un grosso ramo, lunghe liane tenevano sospesa la prigione, scricchiolando sinistre.- Non mangio da due giorni - piagnucolò Hanna imbronciata - reggeranno anche se non sono proprio un peso piuma, no?! -Ponderando bene i movimenti, sbirciò di nuovo tra le canne, cercando di capire a che altezza poteva trovarsi dal suolo.- Possibile?! -Stupita e sollevata, constatò di trovarsi ad un paio di metri da una grossa pozza di fango. Il paesaggio sembrava deserto. Non un suono, nessuno nelle vicinanze.Si sentava soltanto il ronzare degli insetti.Rinculando verso la parte opposta della gabbia, Hanna notò delle scale malconce intagliate nella corteccia dell'albero sulla quale era appesa, a qualche metro di distanza. Correndo tutt'attorno al tronco, scendevano fin sul sentiero "Verso la libertà!" pensò Hanna risollevata.Dopo un secondo era tutto finito.Lacrime amare le pizzicavano gli occhi arrossati - Libertà per dove?! - si domandò irritata - Non so dove sono, non so chi sono, non so dove andare, ho fame, sete... Voglio solo tornare a casa! - singhiozzò.Con riluttanza tornò a fissare la sua unica via di fuga e per alcuni interminabili silenzi rimuginò sul da farsi.- Tanto, peggio di così - borbottò - Al massimo andrò incontro ad una morte più rapida di quella che mi spetterebbe qui, imprigionata a morire di sete e fame! -Senza smettere di farfugliare parole cariche di sconforto, infilò le dita attraverso le fessure fra le canne e, dopo svariati tentativi, toccò un chiavistello.Ammutolendosi all'istante, si mise ad armeggiare, finchè non riuscì a disincastrarlo e la porta si socchiuse silenziosa.Hanna si affacciò aspettandosi l'arrivo di un esercito di orchi malvagi, invece tutto tacque e rimase perfettamente immobile.- Oh, beh...- boffonchiò quasi soddisfatta - ora non mi resta che raggiungere le scalette, o magari... - soppesò guardando la pozza di fango ai suoi piedi - Non è un salto così alto! - Mentre fissava il terreno, qualcosa si mosse tra la melma ed un tozzo tentacolo si alzò molle nell'aria, per poi ripiombare scomparire nel fango.
In trappola
Intontita e dolorante, Hanna cercò di mettere a fuoco il mondo circostante."Dobbiamo comperare un altro materasso" pensò ancora mezza addormentata.- Forse mi sono addormentata in bagno, come l'ultimo giorno del liceo... Che sbronza! - biascicò ricordando di essersi risvegliata abbracciando la tazza del water - Avevo giurato mai più così... Invece... -E poi quella puzza.C'era un odore stantio, che rendeva l'aria difficile da respirare, un odore di terra umida, di uova marce e sterco.- Ahi! - protestò quando il letto sussultò ondeggiando - Che diavolo... -La sensibilità alle dita era quasi del tutto scomparsa, la guancia grattava su di una superficie rugosa e le gambe erano talmente intorpidite che, non appena si mosse, le sfuggì un lamento.Fece per alzarsi, ma una scarica acuta le risalì il braccio, facendole rizzare i capelli sulla nuca. - No, no, no, no...- singhiozzò in preda al panico.D'improvviso ricordava tutto.Spalancò gli occhi terrorizzata.Le bastò un attimo e scoppiò a piangere.- Non è possibile... non può essere... Dio ti prego non può essere vero... -Le schegge del pavimento le penetrarono nella carne, attraverso i vestiti putridi e bagnati, mentre i suoi pensieri, scossi dai singhiozzi, volarono a Carlo e Matteo addormentati in quella realtà lontana, perduti per sempre, spazzata via da una verità impossibile da credersi, catapultata in un mondo d'inferno, senza neppure sapere il perchè, o per quale strano motivo fosse stata possibile una simile diavoleria.Sempre singhiozzando si guardò intorno.Grosse canne la circondavano su tutti i lati.Era in gabbia.- Ecco... è la fine - sospirò con disperata rassegnazione - Morirò prigioniera o magari, chissà, mi tortureranno, o mi uccideranno in qualche modo atroce e disumano -Mentre immagini di sangue e budella le affollavano la mente, cercò di rizzarsi a sedere scivolando sulla spalla buona.Il mondo cominciò ad oscillare ma, se in un primo momento, pensò fosse l'effetto collaterale del veleno contenuto nel dardo, dopo poco dovette ricredersi.Sbirciando attraverso le canne, s'accorse di trovarsi sospesa nel vuoto."E' la gabbia che dondola!" constatò terrorizzata.- Bene, e adesso, come in tutti i film, dovrebbe pure cominciare a piovere, visto che non potrebbe andarmi peggio!-Un cigolio inquietante le rispose da sopra la sua testa.Intrecciate attorno ad un grosso ramo, lunghe liane tenevano sospesa la prigione, scricchiolando sinistre.- Non mangio da due giorni - piagnucolò Hanna imbronciata - reggeranno anche se non sono proprio un peso piuma, no?! -Ponderando bene i movimenti, sbirciò di nuovo tra le canne, cercando di capire a che altezza poteva trovarsi dal suolo.- Possibile?! -Stupita e sollevata, constatò di trovarsi ad un paio di metri da una grossa pozza di fango. Il paesaggio sembrava deserto. Non un suono, nessuno nelle vicinanze.Si sentava soltanto il ronzare degli insetti.Rinculando verso la parte opposta della gabbia, Hanna notò delle scale malconce intagliate nella corteccia dell'albero sulla quale era appesa, a qualche metro di distanza. Correndo tutt'attorno al tronco, scendevano fin sul sentiero "Verso la libertà!" pensò Hanna risollevata.Dopo un secondo era tutto finito.Lacrime amare le pizzicavano gli occhi arrossati - Libertà per dove?! - si domandò irritata - Non so dove sono, non so chi sono, non so dove andare, ho fame, sete... Voglio solo tornare a casa! - singhiozzò.Con riluttanza tornò a fissare la sua unica via di fuga e per alcuni interminabili silenzi rimuginò sul da farsi.- Tanto, peggio di così - borbottò - Al massimo andrò incontro ad una morte più rapida di quella che mi spetterebbe qui, imprigionata a morire di sete e fame! -Senza smettere di farfugliare parole cariche di sconforto, infilò le dita attraverso le fessure fra le canne e, dopo svariati tentativi, toccò un chiavistello.Ammutolendosi all'istante, si mise ad armeggiare, finchè non riuscì a disincastrarlo e la porta si socchiuse silenziosa.Hanna si affacciò aspettandosi l'arrivo di un esercito di orchi malvagi, invece tutto tacque e rimase perfettamente immobile.- Oh, beh...- boffonchiò quasi soddisfatta - ora non mi resta che raggiungere le scalette, o magari... - soppesò guardando la pozza di fango ai suoi piedi - Non è un salto così alto! - Mentre fissava il terreno, qualcosa si mosse tra la melma ed un tozzo tentacolo si alzò molle nell'aria, per poi ripiombare scomparire nel fango.