La Voce del Cuore

La donna e il mare


 "Maledetto mare", urla restando in silenzio una donna. La sua figura tacita e immobile contrasta con il gioioso vociare della gente all'intorno, sulla spiaggia assolata d'agosto. Sul suo volto bruciato dal sole, vi è scolpito un dolore che mai ha trovato conforto. I suoi occhi velati di pianto, febbrilmente scrutano il mare quasi i suoi profondi abissi volessero sondare. Sulle sue labbra appena dischiuse è rimasta impigliata un'invocazione, un misto di rabbia e dolore: "Ridammi quel figlio che m'hai tolto, ridammi almeno il suo corpo che io possa vederlo degnamente sepolto, ed ogni qual volta il suo ricordo mi assalga io possa almeno poggiare una rosa, là dove egli giace e riposa. Mi permetto di postare una nota in calce a questa mia poesia, per raccontarvi il modo bizzarro in cui essa è nata in me:Mentre me ne stavo in spiaggia ad ammirare il mare, con il mio inseparabile blocchetto per gli appunti a portata di mano, vidi una donna, tutto in lei contrastava con la gente che gli stava intorno, il suo passo era lento, il suo volto era l'espressione stessa del dolore, ma ciò che più mi colpì furono i suoi occhi, il modo in cui fermandosi osservò il mare, il suo sguardo era indecifrabile, in esso albergavano sentimenti diversi e contrapposti, rabbia, timore, dolore e odio e qualcos'altro che non riuscì a decifrare. Stette lì immobile per un po', poi così lentamente come era arrivata se ne andò pian piano scomparendo fra la gente. Un'altro particolare che mi colpì molto fu il fatto che nessuno su quella spiaggia sembrò accorgersi della sua presenza, quasi come se si trattasse di un fantasma, eppure vi giuro era impossibile non notarla. Ho ancora impresso in mente il suo volto, il suo sguardo, non saprò mai quale sia stato il motivo del suo immenso dolore, non ebbi il coraggio di avvicinarmi e chiederglielo, so solo che mi ispirò di getto questa "poesia".  Lo so, a pochi importa come nascono le poesie, quello che conta sono le emozioni che riescono a trasmettere a chi le legge.