La Voce del Cuore

Figlio del mare


 Io che fui tuo figlio, nei tuoi profondi ed oscuri abissi concepito, dai tuoi eterni flussi e riflussi nato. Culla primordiale di vita tu fosti moto perpetuo del mondo, sua linfa, suo sangue. Per madre ebbi l'infinito turchino del cielo che con te ancora si sposa, in rinnovato amore, là dove lo sguardo si perde e si confonde in sognante incanto. Di fronte a te, o padre, ora mi ergo, dopo anni d'assenza e in rispettoso silenzio contemplo la tua maestosa ed eterna bellezza, che ancora una volta mi ricorda quanto vana sia la mia fugace ed incerta esistenza.Xavier Wheel La poesia che ho postato qui sopra, l'ho scritta appena ho rivisto, dopo molti anni, il mare, ed è stato come rincontrare un vecchio amore mai dimenticato e spesso rimpianto, è stato come l'incontro d'un figlio con un padre che non vedeva da tempo e che riscopre in tutta la sua magnificenza, con autentico affetto, ma anche con una sorta di timoroso rispetto. Tanto che paragonandosi ad esso, si riscopre piccolo ed insignificante nelle sue misere vicissitudini.Questo era quello che la poesia, o come meglio la si voglia chiamare, doveva esprimere, ma non so quanto di tutto questo si riesca a percepire leggendola …