La voce di Megaride

NEWS CHE NON LEGGERETE SULLA STAMPA DI REGIME


Milano, 14 dicembre. Forza nuova contesta Caselli.
Ieri, alle 21:00 presso lo spazio melampo (via c.tenca 7 - Milano)  il procuratore Gian Carlo Caselli, mentre presentava il suo ultimo libro "assalto alla giustizia", è stato educatamente interrotto, da una militante di forza nuova Milano, la quale ha letto davanti all'autore e agli ospiti della sala, una interrogazione dell'eroe anti-mafia Gioacchino Basile. Basile, già sindacalista della cgil, denunciò a più riprese i loschi affari che, all'interno dei cantieri navali di Palermo, la mafia portava avanti indisturbata. Denunce che il più delle volte rimasero inascoltate, anche dall'allora, procuratore capo Caselli. Da quei lontani anni novanta, Basile cerca ripetutamente l'attenzione del magistrato senza successo. Ironia della sorte, la casa editrice melampo invita Basile alla presentazione di questa sera. Impossibilitato a partecipare fisicamente, Basile, chiede supporto ai forzanovisti milanesi affinché consegnassero una lettera contenente alcune domande al procuratore.Gioacchino Basile continua la sua lotta alla mafia a Palermo non più come sindacalista della cgil ma come candidato sindaco di una lista appoggiata da forza nuova. Ufficio Stampa Forza Nuova Milano340-6448991 Di seguito il testo integrale della lettera.
TITOLO: ALCUNE DOMANDE DEL COMBATTENTE ANTIMAFIA GIOACCHINO BASILE A GIANCARLO CASELLIDottor Caselli,avendo ricevuto l’invito alla presentazione della tua ultima grande fatica civile e letteraria e non potendo essere presente fisicamente come avrei desiderato, ho pregato i militanti di Forza Nuova di farmi da portavoce per porgerti queste semplici domande a cui spero, finalmente, tu voglia degnarti di rispondere.1) E’ vero o no, che, alla fine del mese di agosto del 1993, ben 168 studenti Universitari di Padova -  che partecipavano ad uno stage organizzato dal movimento “ La Rete ” - ti scrissero un’accorata lettera con la quale denunciavano l’anomalo isolamento di Gioacchino Basile, l’operaio e sindacalista della Fincantieri di Palermo, che già dal 1983, insieme ai suoi compagni di lavoro, aveva denunciato il controllo del Porto e del cantiere navale di Palermo da parte di quella famiglia criminale – i Galatolo – che aveva attuato, 4 anni prima, nel giugno 1989 il fallito attentato contro Giovanni Falcone all’Addaura?2) E’vero o no, che lo scandalo si evidenziava indecentemente anche perché Fincantieri mantenendo salde le coperture ambientali ( politici, avvocati, magistrati, prefetti, questori, criminali e sindacalisti) pur avendo ricevuto l’ordine del mio reintegro, per sentenza del Giudice del lavoro, mi  pagava- in quel tempo già da circa 3 anni - gli emolumenti, impedendomi però di entrare nello stabilimento per lavorare e svolgere la mia patriottica attività politica contro “cosa nostra”?3) E’ vero o no, che solo dopo circa 3 mesi dalla lettera-denuncia, spedita al tuo indirizzo presso la Procura di Palermo da parte di quegli  studenti, fui convocato in Procura dalla Dottoressa Nicoletta Bolelli, che, così come tu gli avevi perentoriamente ordinato, non volle mettere a verbale le mie  limpide ed inoppugnabili dichiarazioni sulle commistioni presenti all’interno del Cantiere, tra politica, sindacato e mafia, e sulle omissioni della magistratura? E che, se quelle mie dichiarazioni fossero state assunte con dignitosa trasparenza ed obbiettività istituzionale, avremmo già allora – pensa 18 anni fa - squarciato l’infame scenario che determinò la strage di via D’Amelio?4 ) E’vero o no, che quelle indegne omissioni (che in buona sostanza seguivano il copione consolidato dei precedenti dieci anni) unitamente a quelle della Prefettura e del Questore di Palermo ed al vile tradimento del mio avvocato, determinarono “l’agevole corretto agire” di quell’infernale gioco delle parti che solo la mafia che ha il volto delle Istituzioni può mandare in scena?5) E’ vero o no, che mentre andava in scena il triste teatrino dell’antimafia, di cui tu eri il solista, i Galatolo continuavano a praticare indisturbati e coperti la loro attività di dominio criminoso e militare a favore di Fincantieri e del circuito socio-economico ed imprenditoriale di Palermo?6) E’ vero o no,  che subito dopo essermi reso conto che Paolo Borsellino era stato massacrato, insieme ai 5 poliziotti che lo scortavano, per coprire le infami omissioni della Procura di Palermo, dopo previo appuntamento telefonico, venni a Torino ad esporti i fatti? E’ vero che quella volta ti chiesi fraternamente di attivarti per la verità, qualunque verità: anche quella che avrebbe potuto vedermi nelle indegne vesti di calunniatore dei tuoi colleghi di Palermo?7) E’ vero o no, che hai mantenuto un assordante silenzio per tutti questi anni, anche in presenza della polemica e dura lettera aperta che t’inviai anni fa a mezzo raccomandata ed alla pubblicazione online della stessa?8) Mi potresti spiegare come mai non provi vergogna e continui ancora oggi a professarti paladino della Costituzione?  Con ormai perduta stimaGioacchino BasileP.S.: CREDEVO VI POTESSE ESSERE UNA DECENZA CHE PONESSE DEI LIMITI
ALL'IPOCRISIA VILE DI CHI, PER CALCOLO POLITICO O ROZZO ED IMPERDONABILE ERRORE MAI RIPARATO CON LA DIGNITA' DEGLI ONESTI, HA MOLTO DI CUI VERGOGNARSI, NEI CONFRONTI DEL PATRIOTA GIOACCHINO BASILE, DEI VALORI DELLA GIUSTIZIA, DELLA LIBERTA' E DELLA COSTITUZIONE ROZZAMENTE TRADITA CON LA SANGUINARIA STRAGE DI VIA D'AMELIO, CHE, IL 19 LUGLIO 1992, FECE LARGO ALLE INFAMI OMISSIONI DELL'ATTUALE PROCURATORE AGGIUNTO DI PALERMO VITTORIO TERESI E DEI SUOI COMPARI,... MA TU, GIANCARLO CASELLI, PER CELEBRARE IL TUO FALSO D'AUTORE, HAI SUPERATO OGNI LIMITE...