La voce di Megaride

come Mosé... di Contrada in Contrada al monte Nebo


di Marina Salvadore..."... Giunto nei pressi della terra promessa, dopo quarant'anni di dura marcia, Mosè morì sul monte Nebo prima di entrarvi. "... Immersa nel mio microcosmo, mi rimbomba nella testa questo tragico epilogo e quantomai mi sento partecipe
 dell'ultimo terreno dolore del Patriarca; uno "scherzetto" giocatogli dall'Infinitamente Buono, prima di accoglierlo nella Grazia del Regno Celeste, perchè umilmente si purificasse dell'argilla della "eventuale" autocelebrazione dell'eroe di carne ed ossa... Perchè penso agli ultimi istanti di vita terrena di Mosé... e che c'entro, io, fastidiosissima, microscopica, zanzara di pantano impegnata in "imprese" insulse e volgari, rispetto a Mosè... che neppure sono degna di nominare?... Se ve lo racconto, so che riderete a crepapelle di me... ma voglio umiliarmi fin sotto i tacchi dei vostri stivali con gli speroni acuminati, per purgarmi di tutte le umane passioni ed aspirare, dopo il cilicio, alla più vasta e celeste visione dello Spirito... Sapete - perchè sono anni ed anni che non vi do tregua, adorati residui estimatori di "Megaride" - della strenua battaglia intrapresa per il "caso Contrada" (foto1) quando il Prefetto non se lo filava alcuno, dimenticato nelle galere di Stato... "A palla" le casse acustiche di "Megaride" dal deserto suonavano "a manetta" lo stesso disco "Riabilitiamo Contrada!"... il resto è inconfutabile cronaca, debitamente archiviata e tuttora reperibile in rete in corposi gigabytes. Rispettosamente, ben edotta sulle misure detentive imposte al "nostro" eroe, MAI forzai il portone dello "scoop", per non mettere in difficoltà il già troppo vessato Contrada; MAI cercai un filo diretto con il detenuto, per non metterlo in impaccio, limitandomi alle cronache dei suoi congiunti... Sapete, vero, che la "difesa" Contrada, in persona del suo ultimo avvocato si propose generosamente alla famiglia "a mezzo nostro"... così come illustri giornalisti di testate famose, contattavano il nostro COMITATO per BRUNO CONTRADA, per poterlo intervistare in carcere? A "Megaride" (cioè, io ed il regista documentarista Mauro Caiano) ed agli altri fondatori il Comitato (Ida, Anna e Vittorio Contrada) ai quali, in breve tempo, si aggiunsero numerosi sostenitori (alcuni illustri e determinanti per "i domiciliari", come la dottoressa Agnesina Pozzi) non pareva vero d'essere riusciti a riproporre all'opinione pubblica ed alle dormienti istituzioni il vergognoso caso... Anni ed anni di passione pura, pagata - spesso - a duro prezzo, per vessazioni subite da molti!... A quei tempi, in veste di pioniera della "controinformazione di Grazia & Giustizia" (caso Contrada, caso Parlanti, caso Fontana) ero ipocritamente indicata quale - booom! - "la più brava giornalista d'Italia" Non voglio dilungarmi sull'Epopea, l'Epica, l'Odissea ed altri polpettoni: vengo al dunque e libererete l'angoscia in una risata; quella sotto la quale - com'è d'uopo - mi seppellirete, residui lettori... Orbene, "Megaride" aveva annotato da tempo in agenda la data del fine-pena di Contrada; meditava persino di fiondarsi a Palermo, per abbracciarlo.... ma il diavolo ci mette lo zampino. Accade che - in procinto di lasciare Milano,
dov'ero per lavoro, per rientrare in Terronia adorata - cado e mi sfracasso "sul campo". Da qui, due mesi di ottimo ospedale meneghino, per intervento operatorio su coscia cruentemente "spezzata" e lungo postoperatorio riabilitativo... Addio Contrada, addio Palermo, addio "scoop", addio Comitato (già, ma a dirla tutta, del famoso infaticabile Comitato eravamo rimaste a farne parte la Pozzi, la Attisani, il Caiano ed io: gli altri erano diventati tutti più celebri di noi, povere "pazze"!) In rete ed in tv, dalla carrozzella al deambulatore quindi in stampelle, lungo l'odissea ortopedica in terra straniera, assisto alla grande kermesse mediatica dell'evento, al Contrada preda di tutti; anche di quegli "anonimi" che - pur di inserirsi nella pubblicistica - lo scoprono per la prima volta, essendosene sempre fregati del "soggetto" o avendo del tutto ignorato, per vent'anni, la Causa. Ridete, ridete... il peggio... o il meglio disneyano di me, novella sfigata e vesuvina congiunta (foto 2) di Paolino Paperino, deve ancora essere raccontato... Con ottimo "volo assistito" Alitalia, con l'allure del REDUCE dall'Afghanistan, dopo due mesi sbarco in stampelle - con alzawater e girello al seguito - a Capodichino, per sigillarmi nella casetta del Varcaturo, sul litorale domitio: luogo di residenza, tra l'altro, di buona parte della famiglia Contrada, in amichevole ambascia per me... Per pura circostanza, il mio rientro è stato concomitante alla meteoritica apparizione del nostro eroe, anch'egli al Varcaturo, a 150 metri di distanza da casa mia, ospite dei suoi familiari tra una presentazione e l'altra, nella capitale, del suo libro; evento che non mi ha vista partecipe - come avvenne mesi fa per la presentazione al Senato del libro del suo primo difensore, avv. Milio buonanima - perchè immobilizzata a Milano... Ringrazio per la riservatezza la famiglia Contrada, preoccupata per la mia salute e che non ha inteso turbarmi con la notizia della presenza qui, in terra di Scipione, del nostro "eroe"; informazione cautamente passatami durante la mia telefonata alla cara Ida, per annunciarle il mio ritorno! Sarei corsa in stampelle... anche imbrigliata nel girello... ad abbracciare Bruno Contrada, a "spararmi una posa" (uno scatto); finalmente, nello stesso "santino" io e lui... a fargli l'intervista intraprendente che dal 2008 sono in attesa di fargli.... a documentare tutta la gioia e le informazioni, il suo "GRAZIE!" tramite "la voce di Megaride" a tutti coloro che hanno sostenuto - vicini e lontani - la sua Causa.... Non è stato possibile! Sebbene a 150 metri da casa mia, il nostro eroe era all'antivigilia del rientro a Palermo ed oberato di impegni giustamente privati... ma anche qualcuno, finalmente, pubblico. Ho solo avuto il piacere e l'onore di una sua affettuosa telefonata... mentre mi mangiavo le stampelle, il girello e l'alzawater, pensando non 
so perché alle mie lontane amiche di Milano, Stoccolma e Monaco di Baviera che negli anni sono passate per casa mia, a miglia e miglia di distanza dalle case loro... Ora, vi consento di ridere a crepapelle, senza remore, su me tapina.... L'unica nota positiva del mio zoppicante rientro a casa è l'aver scoperto, con somma gioia, che la landa depressa ed anonima dove risiedo è in pochissimo tempo divenuta una fucina d'arte e cultura; addirittura un nuovo foglio mensile, con una neonata redazione di valide aspiranti, probabili prestigiose firme di domani (me lo auguro, per il territorio), fa la sua bella parte in questa provincia che pare addormentata. L'editore - che rigrazio di cuore per l'omaggio di due copie recapitatemi brevi manu del suo giardiniere - è l'artista multimediale Vittorio Contrada in persona, anfitrione dell'Athena Club che ha speso ogni sua risorsa, investendo in "quote rosa", nel progetto di rilancio culturale: da pittore a talent scout e pigmalione di nuove attrici di prosa, autrici, registe, scrittrici e giornaliste. Un'impresa ciclopica! Grazie alla nuova attività editoriale autoctona, le nuove leve della pubblicistica locale si sono finalmente interessate al caso Contrada, mirabilmente sottraendo il testimone all'obsoleto Comitato Bruno Contrada che - per grazia divina - non ha più motivo d'essere e che
 cessa qui (foto 4) le sue attività, ricordando ai posteri-pubblicisti di prestare attenzione e cure anche al dimenticato Ignazio D'Antone ("Carneade, chi era costui?")... Con i migliori auguri di "buona strada" all'editore e famiglia, al suo neonato giornale (foto 3), alle sue impareggiabili redattrici! Giocondamente vostra.