La voce di Megaride

LA CITTA' DELLA incoSCIENZA


di Marina Salvadore
A prescindere dal fatto che da ben 11 mesi ad ALCUNO interessavano le sorti dei "lavoratori gratis" di Città della incoSCIENZA, la retorica delle "lacreme napulitane" è lesiva della dignità degli stessi lavoratori e di un'altra categoria innocente, abilmente strumentalizzata di questi giorni, i bambini cui, in verità, pochissimo spazio era riservato nello "Science Center" (adibito anche ad altre "mission" di stampo mercantile) e che di gran lunga preferiscono EDENLANDIA e lo ZOO, altri due storici fallimenti, per i quali ALCUNO si è dato da fare con tanta sollecita irruenza, così come alcuna iniziativa di solidarietà è partita per i senzatetto di Chiaia e per quella municipalità, limitando il terribile crollo agli effetti del cantiere della linea metropolitana... anche se sotto la splendida riviera è più probabile –ZTL docet - ci transitino i sommergibili piuttostoché i treni... Oltretutto, poi, c'è sempre il solito comodo ombrello della Camorra sotto il quale difendersi dalle grandinate di mistero; a Napoli, anche se piove è colpa della Camorra e questo, spesso, è un ottimo alibi per delinquenti più raffinati e dotti dell'"aristocrazia" locale ed internazionale. Qualora la volgare malavita autoctona avesse inteso mettere le mani su Bagnoli, probabilmente le aste dei terreni colà pignorati per remote insolvenze varie non sarebbero andate deserte. E' oltremodo improbabile questo venire allo scoperto in senso così eclatante e spettacolare da parte di una criminalità del suburbio che preferisce nascondersi nelle fogne con i suoi schifosissimi traffici ed affari. I soliti scrittori che hanno conseguito fama e denaro pontificando in tema di camorra, dovrebbero saperlo benissimo se davvero hanno cognizione reale del fenomeno! Del resto, l'"attentatuni" (come direbbero in Sicilia) nella sua progettazione e perfetta esecuzione è magari opera di esperti professionisti, organizzati quasi militarmente e, soprattutto, forniti di esperienza, scienza, strategia e strumentazioni difficili da reperire presso gli “artigiani” del crimine locale che, solitamente, usano il tritolo per gli attentati e le bottiglie incendiarie per le botteghe che non pagano il “pizzo”… e qui… ci sarebbe voluta un’intera cantina sociale cooperativa per far brillare all’unisono, senza dispersione di fumi e gas - per silenziare i sensori antincendio a centralina perfettamente funzionante - diecimila metri quadri di capannoni che si credevano essere ignifughi Ridicolo, poi, lasettimana scorsa, a ceneri ancora roventi, che la trasmissione CHI L'HA VISTO abbia lanciato l'appello per la ricerca di testimoni oculari. La tragedia s’è scatenata sul fronte del mare e Napoli se n’è accorta solo a fiamme alte. Se testimone dal mare c’è, é senz’altro ‘o piscatore ‘e pusilleco ma, anche lui, testimone del fuoco e… non dello “sbarco in Normandia” versione Bagnoli! Solo agli extraterrestri dal cielo o agli extraumani dal mare sarebbe stata possibile quest’impresa, in perfetto silenzio, in una città che non dorme mai… che è sempre all’erta! Piuttosto, sembra strano che lo stupidissimo appello di CHI L’HA VISTO non sia stato lanciato da SUBITO dalle autorità locali – Procura, Questura, VV.FF. Protezione Civile, Municipalità, Comune e Regione – alle istituzioni militari americane e giudiziarie italiane che occupano la dirimpettaia e BLINDATISSIMA Nisida, bandita ai napoletani e pure alla foca monaca che, un tempo, vi risiedeva. E’ molto strano, infatti, che in quest’era altamente tecnologica, laddove per scoprire gli assassini di bambine del nord e del sud, come Yara e Sara, ci si affida a telecamere, celle telefoniche, ndroni, fisica quantistica, biofisica e biochimica e mille altre impensabili diavolerie (che hanno messo in naftalina i gloriosi investigatori di un tempo)… dicevo… E’ MOLTO STRANO che alcuno abbia richiesto agli autorevolissimi presidi sull’isolotto consulenza o collaborazione, con quel popò di potenti mezzi di sicurezza e controllo che generalmente abbondano in siti militari! Qualcosa devono aver rilevato e registrato, quei potentissimi strumenti in uno specchio d’acqua che solo con poche bracciate si può attraversare a nuoto… insomma, a distanza di uno sputo! Fa venire i brividi addosso il solo riflettere – alla maniera complottista, com’è di moda, oggi, grazie a molti misteri del mundialismo e della politica internazionale – che il palazzo crollato alla riviera di Chiaia è dirimpettaio del Consolato americano e che Città della Scienza è dirimpettaia del Component Command Maritime Headquarters Naples. Ah! Ci vorrebbe Dan Brown, più che Roberto Saviano, per scrivere un gustosissimo romanzo… Aggiungiamoci, poi, la scenografia adatta e potremmo ricavarne un film hollywoodiano da stracciare i
 botteghini… Quale scenografia? ma – è ovvio! – l’ologramma dell’America’s Cup che sta tanto a cuore al nostro sindaco e che, probabilmente, avrebbe ben sfruttato tutti due i seni salati di Partenope: golfo e Bagnoli! Il mistero s’infittisce. Le due uniche misere consolazioni che i napoletani possono trarne da queste due tragedie cittadine sono: a) che – probabilmente – il nostro sindaco ciclista ha capito che deve riaprire al traffico la litoranea in quanto UNICA, AMPIA E RAPIDA VIA DI FUGA possibile agli abitanti della costa, prima che facciano la fine dei topi scamazzati dall’intera collina alle spalle, al prossimo “tremuoto”o “crollo”, “sommergibile” o “treno”… o “spugnatura di tufo”… o “bradisismo”…o “invidia degli Dei”… Stavolta, veramente, c’è da ringraziare San Gennaro se non c’è scappato il morto!... b) Città della Scienza non è un centro di Ricerca Scientifica ma solo il luna-park o l’archivio museale della Scienza! Per fortuna, il nostro CNR, le nostre ansimanti “Alenia” e Cantieri Navali di Castellammare, le nostre prestigiose Università degli Studi, la stazione Anton Dhorn,  il nostro Osservatorio Astronomico e quello Sismologico, il nostro Orto Botanico e cento altri gioielli dell’Ingegno e della Conoscenza… TUTTO QUESTO… è titolato a definirsi SCIENZA!Scienza e Ricerca, CONOSCENZA con SCIENZA e COSCIENZA, sono da sempre e per sempre patrimonio della nostra nobilissima città. Questi, i tesori da custodire e difendere... nonostante il pessimo esempio del saccheggio della Biblioteca dei Girolamini, degli splendidi cancelli in ferro battuto della villa comunale e dello stupro della Biblioteca dell’Istituto degli Studi Filosofici…  dei quali ad alcuno dei nostri sportivi amministratori frega più una mazza . Ricostruire una Città della Scienza, ovvero tutta NAPOLI,  benedetta da Diva Parthenia e non la solita Città dell’incoScienza, abitata dal vorace Pulcinella!