La voce di Megaride

TELECRONISTI DI NERA


di Marina Salvadore
Giorni fa: svolta nelle indagini sul triplice omicidio di Caselle. Arrestato un pregiudicato 56enne, Giorgio Palmieri, compagno di una domestica di casa Allione licenziata per il furto di una collana. Dal 3 gennaio, giorno dell’efferata strage, i media si sono scatenati col solito impeto giustizialista nella caccia al  possibile autore del delitto, il più banalmente utile: il povero Maurizio Allione, colpevole di essere il figlio ed il nipote delle tre vittime, senza minimamente curarsi del fatto che questo povero ragazzo, privato in un colpo di tutta la famiglia, potesse essere affranto e sotto shock e magari bisognevole non solo di protezione vera e propria ma soprattutto di un po’ di calore umano o di una spalla forte sulla quale piangere. Avendo, la stampa, seminato il sospetto sul giovane, si ha motivo di credere che questi non abbia nemmeno ricevuto il minimo cenno di cordoglio e di aiuto nell’ambito della sua comunità civica. Buona parte dei “giornalai” italioti semina orrore alla stregua di vampiresca schiatta, dimenticando che al centro della notizia c’è sempre un essere umano che una volta bollato, o meglio addentato alla giugulare dal “pappagallo-vampiro”,  in ogni caso ed in eterno porterà impressa in fronte la “lettera scarlatta”. La pruriginosa morbosità in tema di delitti di sangue e per sangue sfiora dello squallore umano il gradino più basso, la volgarità di più lercio istinto e la necrofilia sadomaso di una TV che sulla via delle lacrime indotte, risale la scala dell’abiezione per scoop strumentali all’arte del fare spettacolo. Sesso, Sangue e Famiglia i soliti ingredienti della magica pozione allucinogena per stupire. Sesso, Sangue e Famiglia per stupire con questi “effetti speciali” i telespettatori ormai completamente decerebrati. Il telegiornale, spesso, è l’unico neurone a corrente alterna a disposizione di chi ha esaurito i propri. Ciò che, poi, maggiormente irrita è il baldanzoso ingresso a gamba tesa nei fatti prettamente amministrativo-giudiziari di certe starnazzanti oche e pigolanti gallinacei che stringono un radiomicrofono in mano come se impugnassero il martelletto del parruccone togato, la lancia del carabiniere a cavallo o l’ombrello di Sherlock Olmes, suggerendo tecniche investigative, millantando indizi, gestendo processi ed emettendo sentenze inappellabili; il tutto come in un gioco di ruolo, come se le vittime, gli indagati ed anche i più trasparenti “informati sui fatti” , fossero personaggi dei cartoni animati. Onestamente, non se ne può più di cotanta “intellighenzia” catodica! Si arriva persino a riflettere sul terribile fatto che qualche delitto lo si sarebbe, forse, evitato se l’accorata insipienza e l’agguerrito protagonismo di certi cronisti non avesse tartassato la più debole schiatta di depressi cognitivi, coatti nel bacino dell’anomia sociale, inducendoli all’emulazione! Ah!... se tornasse tra noi, anche solo in spirito, Giovanni Papini, avrebbe tanta carne di tante bestie rare di nuova evoluzione da mettere al fuoco dei suoi lucidi aforismari! Nel caso dell’orribile crimine di Caselle, poi, anche gli esperti investigatori delle forze dell’ordine non ci fanno una brillantissima figura. Hanno setacciato scientificamente il luogo del delitto e limitrofi ma la prova schiacciante l’ha scovata proprio il  super“bollato” Maurizio Allione con l’ausilio dei suoi due pastori tedeschi il cui fiuto, non si sa perché, non è stato minimamente preso  in considerazione dagli inquirenti che, pure, annoverano in tutte le forze di polizia i reparti cinofili. Mah! Come non ricordare, amaramente oggi, come in un flash, l’immagine che sfuggì a tutti, all’epoca del  barbaro assassinio della piccola Sara di Avetrana, ovvero del  meticcio randagio che la ragazzina curava e sosteneva, sdraiato per qualche giorno intero, sulla soglia del garage del famoso “zi’ Miche’”? Forse, quel cane (pare fosse una femmina) avrebbe immediatamente “annusato” l’assassino, rivelandolo mediante una istintiva reazione… Chissà? Nel crimine di Caselle, poi, non si sa se per asineria dei “tele-ripetitori” umanoidi di cui sopra o per imperizia alquanto strana se non improbabile dei rilevatori della “scientifica”, per due giorni s’è sparsa la notizia che nonostante i molteplici fendenti ed il relativo copioso sanguinamento non vi fosse segno di tracce ematiche attorno ai corpi, insinuando una serie di dubbi nel telespettatore, con le ipotesi più banali e quelle più balzane, del tipo “l’assassino ha ripulito il luogo del crimine”; assassino cretino, quindi che si sarebbe sobbarcato un inutile e faticoso lavoro per “depistare”… ma per depistare da chi, da cosa... se i fendenti la dicevano tutta sulle modalità dell’assassinio?... “Il rapinatore avrebbe infierito sulle vittime eppoi pulito per non lasciare tracce” ergo superidiota di un criminale entra per rapinare, lo riconoscono ed è costretto a perdere tempo per ammazzare tre persone e dopo ciò, invece di darsela a gambe, sta lì a perdere un’infinità di tempo per raccogliere incomprensibilmente il sangue versato…. Ipotesi finale: “le vittime erano già morte, poi, risorte come zombies erano esangui di per se’ “…. Due giorni di inutili stronzate,spese  tra queste fantasie necrofile e gialliste e l’additare il primo utile colpevole, per fare la figura degli imbecilli che sono, non avendo cognizione per ricognizione del luogo del crimine con i pavimenti tappezzati di moquette, assorbente più del cotone idrofilo! Mio Dio, liberaci da queste immonde sanguisughe catodiche! Amen!