La voce di Megaride

Carissimi Totò e Rosetta


di Marina SalvadoreCarissimi amministratori della mia bella patria a mezzogiorno, da qualche tempo vi vedo molto in difficoltà... siete diventati persino aggressivi, come se aveste paura di essere aggrediti, dimentichi delle vostre belle doti diplomatiche nelle relazioni pubbliche e private. Non nascondo che nei vostri confronti quei sentimenti dichiarati... urlati... di costante violenta reazione ai vostri dictat, hanno lasciato il posto a emozioni diverse che non avrei mai voluto, per dignità ed onore, farmi pulsare nel petto: una ributtante pena!
Vi preferivo, infatti, assisi sul trono con lo scudiscio, il pallio ed il salvadanaio a forma di globo con quella bella croce della simbolica filantropia cristiana piantata sul polo nord, nobilmente racchiuso nelle vostre reciproche manine sinistre, come si regge, golosi, una mela annurca, prima di addentarla. La vostra corte era affollata di mirabili genti, tutta l'intellighentia del paese e maestranze e ambasciatori e... il popolo prostrato a 90 gradi fuori del tempio. La vostra fierezza era per me ciò che per don Chisciotte furono i mulini a vento... qualcosa di maestoso contro cui combattere... Ma... oggi vi vedo soli, abbandonati da tutti, anche dai più eccelsi alleati, dalle intelligenze più strepitose che questo "paese" abbia mai annoverato... i vostri stessi paladini, anfitrioni e servitù beneficata vi hanno voltato le spalle, come accadde a Cesare, a Napoleone, a Mussolini... a Bettino Craxi, subito prima della Tunisia... Sta venendo meno la mia voglia di reazione... perchè non me la sento di percuotere chi giace inginocchiato nella polvere, chi non può più difendersi offendendo.
Si sta chiudendo un'altra era napoletana, che non avrà l'onore delle "cronache di Narnia" se non per la fugace apparizione, di tanto in tanto, dei vostri fantasmi nelle meschine cronache nostrane, quando i vostri successori si metteranno a far di conto col pallottoliere per addurvi responsabilità e scomuniche... quando non avrete più voce per difendervi. Un sentore triste di decadenza frammisto al tanfo dell'inerzia già promana dai sepolcri imbiancati del Palazzo... dovete correre ai ripari, finchè siete in tempo... e tempo ve n'è davvero poco... adottare d'impronta, zelanti, una nuova strategia, come se foste dei veri condottieri in più nobile tenzone, riguadagnare la dignità e l'energia dei vostri esordi in politica... rispolverare quegli ormai sviliti, giovanili singulti di ideale, per trasformarli in più freschi gorgheggi.  Vi converrà anche fare atto di contrizione, chiedere umilmente scusa ai "villici", unici veri titolari del reame ch'eravate stati chiamati SOLO ad amministrare in nome e per conto loro,  per averli dimenticati nella accecante ascesa in volo al tronetto, ammettendo le vostre assenze, le vostre personalissime vanità. Fortuna per voi che il reame è quello di Napoli, dove la gente ama la sceneggiata e la lirica dei PENTIMENTI e del PERDONO, dell' "àddenòcchiate e vasame 'sti 'mmane!", dove tutto finisce "a tarallucci e vino" e dove la toponomastica, anche quella dei quartieri a rischio, non contempla alcun piazzale Loreto. Ma fate presto, finchè siete in tempo. Fatelo soprattutto per questa vostra onorevole nemica e per quelli che, come la sottoscritta, non sopportano la vista di così squallide "cadute degli dei".