di Marina Salvadore
Questo brav'uomo nella foto è un napoletano illustre, perchè dall'altro ieri ha una faccia di bronzo eternata nel pantheon della napoletanità. Di lui si dice che fu un grande giurista e che fu pure presidente della Repubblica Italiana, dopo essere stato senatore a vita ed eletto dietro estenuante serie di scrutini, poichè non amato dai "sinistri" e non protetto dai "suoi" democristiani del compromesso storico. Durante la sua presidenza, poco prima di compiere il "settennato", un bel dì, un manipolo di Bravi del PCI e dei Radicali senza don Rodrigo ma capitanati da una novella Pimentel Fonseca (al secolo Camilla Cederna) lo intrappolarono in uno scandalo terribile, costringendolo alla resa del "trono". Erano convinti che il capo dell'intrigo Lockeed fosse lui, sotto le mentite spoglie di tal Antelope Cobbler. Insomma, gli confezionarono addosso un tal pacco di miserande menzogne, ch'egli fu costretto - innocente - a dimettersi. Ma fu uomo onesto... perchè se avesse avuto il pelo sullo stomaco, le giuste complicità di parrocchia, da grande giurista qual era avrebbe saputo senz'altro rivoltare l'incresciosa situazione, magari facendo arrestare i traditori ed i mafiosi che sedevano al Governo. Era il 1978, da allora e fino alla sua morte, 5 anni fa, quest'uomo, pur essendo stato scagionato da ogni accusa ma privo dell'opportuno strombazzamento pubblico di innocenza, ha vissuto molto male il resto della sua vita: depresso, deluso, distante. Nessuno mai gli ha chiesto pubblicamente scusa. Non è che qui si voglia assurgerlo ad eroe o a martire ma dopo aver visto, ieri l'altro, il nuovo inquilino del Quirinale, napolitano di nome e di fatto, scoprirgli penosamente il busto nuovo di pacca, tronfio di bieca ipocrisia, la rabbia e lo schifo ci hanno prodotto una montata lattea... e pur non avendo mai conosciuto Giovanni Leone detto Cobbler d'istinto siamo pronti a difenderne la dignità. Il presidente Napolitano, nella ridicola occasione avrebbe fatto bene a dissipare seriamente le turbolenze diffamatoriamente lesive del passato, aggiungendo a quelle sue tiepide parole di circostanza, che il Partito al quale anche all'epoca apparteneva si era macchiato di terribile infamità; se avesse chiesto scusa, per questo, in quel contesto, avrebbe fatto davvero la figura della persona perbene; quella rassicurante, degna di rappresentare i nostri italici destini. Invece, niente... non un commento... non una parola... non un sentimento di vergogna. Si è limitato solo a dire del "gran giurista" e del fatto che Leone fosse amico di suo padre... peggiorando lo stato di malessere che ci ha colti assistendo alla disgustosa performance di Stato.... Tiepido e formale, come quando portò i fiorellini sulle tombe dei martiri ungheresi del Soviet, suo nume tutelare in gioventù, del quale aveva approvato e appoggiato ogni invasione in Europa. Che dire? Purtroppo il Soviet non c'è più... altrimenti ce li avremmo spediti tutti, a prendere la cittadinanza come fece Togliatti schifando l'Italia che... ahimè... conduceva. Corre il pericolo, essendosi estinta Madre Russia, che questi "profughi" vogliano mellifluamente invadere, occupare, governare Madre Europa. Magari con cortei, fiaccolate e bandiere arcobaleno, come è d'uso per dissimulare, secondo la nouvelle vague!