La voce di Megaride

Per Natale sotto l'albero un pitale


di Marina Salvadore
Potrebbe essere il titolo di un’irriverente filastrocca… un proverbio popolare… o uno slogan commerciale post-moderno. Non lo è!E’, infatti, solo quanto ci aspettiamo da Babbo Natale anche per quest’anno. C’è chi trova sotto l’albero, ogni Natale, la stessa sciarpa o la stessa cravatta regimental o il solito portachiavi col ciondolo similargento… il medesimo pigiama felpato. Noi napoletani, parimenti, sotto l’albero troviamo sempre tanti bei pitali che ci rovesciano addosso la stampa, il governo, il folklore, la nostra classe dirigente, Giorgio Bocca, Aldo Cazzullo e il “settentrione”; una folla di filantropi e benefattori che non la smettono di volerci bene. Quasi ci opprimono con il loro morboso attaccamento.  A volte, la sorpresa aumenta, per il gran numero di pitali autoctoni svuotatici addosso dai nostri stessi compatrioti. In verità, per tutto l’anno è manifesta nei nostri riguardi questa generosa attenzione… solo che… a Natale, secondo antico adagio, ci tocca pure incassare l’overdose di “bontà” e pelosa carità. Comunque, ogni Natale è gran festa, per noi, travolti da una montagna di regali, anche se siamo stati un po’ monelli e capricciosi. Tutte le marachelle ci sono perdonate perché abbiamo le faccette innocenti da bambini cretini e qualche handicap psicofisico che concorrono a stimolare all’indulgenza verso di noi gli autorevoli Adulti d’Italia. Di positivo c’è che… non invecchieremo mai… ovvero ci hanno bloccato la crescita, ma che bello trullallà!
Sotto l’albero di Napoli, che non è il solito abete che hanno tutti ma un folto salice piangente; quello che ha sostituito addirittura il tradizionale pino marittimo nella classica cartolina di Posillipo, si stanno già accumulando pitali su pitali, tutti belli infiocchettati e incartati d’oro e d’argento, secondo tradizione. La curiosità è tale che non riusciamo ad aspettare il dì di festa senza scartare un po’ di pitali, per sapere chi ce li manda. Su tre o quattro pitali violati- naturalmente quelli più grandi – il messaggio augurale reca firme diverse e insospettabili, a noi nuove, di autentiche personalità: il ministro Amato, che ha unito al pitale un altro gigantesco “pacco” (… per la sicurezza di Napoli…) con il kit completo per costruire a mano, con la tecnica cara ai bambini del “Meccano”, macchinine e blindati della Polizia, per l’eventuale fabbisogno cittadino. Il sottosegretario Minniti ha riempito il suo pitale oltrechè del relativo tipico contenuto organico anche di leccornie incartate una ad una in lamine d’oro puro da consumarsi a breve scadenza, prima che cada il governo nazionale, per le gare d’appalto per riempirci di telecamere, poiché oltre ad essere simpatici monelli noi siamo pure belli, come fotomodelli e dobbiamo farci il “book” e gli “showrill”, visto che il Teatro e il Cinema sono pazzi di noi.  Zio Prodi e zio Schioppa al loro enorme pitale hanno aggiunto insaccati grassi tipici di Bologna e casse di gallette, residuate del Piano Marshall. Zio Berlusconi ci ha mandato un pitalone pieno di tessere del Servizio Sanitario Nazionale, che a lui non servono… perché non si fida di tutto quanto è italiano quindi, visto che siamo tanto malati, trapassa a noi l’”approfitto” della patria sanità.  Zio Visco, poverino, tirchio e acido com’è ci ha mandato un pitale carico di pitali; tutti pieni fino all’orlo, però!... La Rai-TV che pure ci ama tanto, perché le passiamo un sacco di
lavoro per i telegiornali e gli “special” che sennò sarebbero noiosissimi e senza nemmeno uno scoop ci ha mandato un pitale più una montagna di rinnovi del canone con l’aumento. I cinesi ci hanno regalato pitali e pitali di decori natalizi che San Gregorio Armeno può pure chiudere e finalmente riposarsi un po’, dopo secoli di lavoro. Alcuni (ora celebri) compatrioti emigrati a Roma e al Nord ed altri che hanno solo cambiato di quartiere in città ma che hanno “fatto fortuna” (non al bancolotto) hanno devoluto a noialtri i loro pitali di ieri e la prolifica serie delle loro “opere del genio”: libri, film, pieces teatrali, quadri a pittura sul tema unico del malcostume napoletano! I pitali della Provincia di Napoli, ridondanti di feste, eventi, sagre e patrocini… goduti da altri. Il governatore Bassolino e la sua sacra sindone Jervolino, in maniera molto originale e di gran classe, ci hanno donato una fornitura incredibile di mobili a scaffalatura dell’IKEA, da montare a mano, necessari a riporre in sfarzosa esposizione permanente in piazza del (falso) Plebiscito tutti i pitali svuotatici addosso da chiunque al mondo, così da erigere un mastodontico monumento di stampo futurista alle generazioni napoletane passate, presenti e future che sia di monito al mondo intero, perché – Calderoli insegna – Napoli non è solo banalissimo e polveroso patrimonio dell’UNESCO ma è di più; è il NOBEL della FOGNA! Apposta, tutti ‘sti pitali!Ah! Come sono lontani i tempi di quando Babbo Natale ci portava in dono il trenino che avevamo sempre desiderato; quello con la sbuffante locomotiva Bayard di Pietrarsa ed i vagoncini verdi col tettuccio smerlato… Che nostalgia abbiamo di quei semplici giocattoli che ci riempivano di meraviglia e che tutti i bambini del mondo ci invidiavano: il telescopio, per guardare le stelle dal nostro primo osservatorio astronomico, l’illuminazione a gas di tutta la città mentre tutta l’Italia era ancora al buio… il primo battello a vapore… ed un mucchio di tanti giocattoli nuovi che nessun altro al mondo possedeva… Pazienza! La globalizzazione incombe, la miseria con il ladrocinio pure… ringraziamo il cielo per tutti questi pitali di ieri e di oggi, basterà lavorare di gomito e pala, per riemergere con la testa dalla fossa biologica e insegnare al mondo, visto che siamo eclettici e geniali, ad usare lo sterco che ci danno gratis come fertilizzante naturale. Batteremo, probabilmente un altro primato Campania Felix e così sarà ogni giorno Natale di libagioni d.o.p. e non ci manderanno più in dono i soliti pitali, gli invidiosi Adulti nel frattempo avvelenati dalla chimica.
Ma rientrando dalle fantasticherie dei sogni, oggi non riusciamo ad essere ingrati e pensiamo ai “bambini” più poveri di noi ai quali Babbo Natale non porta neppure un vasino da notte sotto l’albero dei pitali, forse perché non sono simpatici e belli, innocenti e… fessi come noi, anche se stanno inguaiati come e peggio di noialtri ma che il telegiornale ignora e non gli fa gli special e gli scoop. Pensiamo a coloro che non hanno avuto la “ciòrta” di nascere a Napoli; a quelli di Genova dove d’intorno Via Pre’ ed in tutta la kasba storica c’è più che “Scampìa” e “Barra” e tremano ogni notte di paura… a quelli di Milano e Torino con i loro “bronx”, città piene di stupratori, di folli omicidi per questioni di cattivo vicinato, per una sniffata in più, per questioni di gelosia professionale e mobbing, “perché io ho il BMW e tu il Grand Cherokee che io non posso avere?”… per i massacri ad opera degli adolescenti nelle famiglie-bene, … per il bullismo video-porno e sado-maso dei giovani promettenti liceali, … per le bande sataniche assassine di coetanei e di suore… per le mamme depresse che uccidono gli infanti in culla, … per turbamenti schizofrenici dovuti all’amletico dubbio: “una borsa di Gucci o di Prada?”… Non è giusto che solo noi napoletani dobbiamo godere di tante
preziose cure e di tanti pitali che non sappiamo più dove mettere, quando altrove i bambini di Genova, Torino, Milano e loro hinterland sono completamente ignorati dal mondo e nessuno gli vuole un po’ bene. Mai un’attenzione, un “pacco” o un “pitale” a loro che meriterebbero ben più di noi!