La voce di Megaride

Natale? Guardiamoci dentro e tiriamolo fuori!


di Marina Salvadore
Inutile negarlo, come ogni Natale anche questo in corso ci rode l'anima, ci sprofonda nella mestizia del ricordo di giorni migliori della nostra vita, ormai inafferrabile e svanito, perchè da noi stessi tradito con l'assassinio della nostra innocenza. Silenziosi singhiozzi adolescenziali rompono il logorroico blaterare da "vecchi noiosi", delusi e amari, che copre come un sudario le nostre colpevoli mancanze, le ipocrisie le vigliaccherie della "maturità". Sono i sensi di colpa a prevalere sul nostro orgoglio; quell'orgoglio che non ci permette di telefonare a quel lontano amico, quel familiare, quel conoscente con cui cademmo in diverbio, per ricomporre e sanare gli stupidi screzi, infinitamente meschini riguardo al senso della Vita. Molti, non avendo danaro per acquistare costosi regali da "far bella figura", si inventano nuovi screzi, nuove idiosincrasie, logori "valori" umani e questioni di principio, perchè ignari che donare se stessi, con la propria viva presenza, sia il dono più ricco da offrire soprattutto agli affetti e finiscono con l'ampliare smisuratamente il vuoto che già li accerchia e l'incomunicabilità che ormai, implacabile, li definisce... e... tutto questo solo per non dover ammettere che i falliti valori del successo, del potere, della fortuna, li hanno torbidamente scalzati dal piedistallo dal quale credevano di esercitare il fascino del Gran Maestro, esempio di virtù, immune da fragilità umane ed errori esistenziali, autonomi ed autosufficienti. E questo Natale fa più male di quello passato, perchè ci si ritrova più soli, più incrostati di stupido orgoglio, più impotenti di prima.Se il Natale, come dovrebbe essere interpretato nel suo senso più autentico, è Mistero della Vita, manifestazione della Misericordia di Dio che si fece Uomo per sottolineare le fragilità di questi ma anche le immense sue potenzialità, perchè mai l'uomo che è mondo, continente, arcipelago... violenta la sua natura, trasformandosi in isola?Guardiamoci dentro. Tiriamo fuori il fiele e il miele di cui siamo imbibiti, separiamo le tossine e le pietose bugie raccontate al prossimo ed a noi stessi dai nostri desideri più semplici e dai sogni più sereni che l'intimità custodisce nelle segrete inaccessibili del cuore, vergognosamente occultate come fossero da noi stessi ritenute oscenità, termometro della fragilità che come un virus ci infetta e che, alla stregua di una malattia "vergognosa", abbiamo persino ritegno di nominare... come il cancro e l'aids...Lasciamoci andare, facciamola quella carezza stretta da tempo in un pugno, quel sorriso occultato dietro labbra strette, quella telefonata di auguri a chi da tempo l'aspetta. Facciamo gli uomini!... E che sia veramente Natale... e Pasqua di Resurrezione!Buon Natale anche a te, Welby, che ora leggero, danzi nudo nel vento!