La voce di Megaride

Alchimie partenopee


di Clara Negri
Napoli, e il suo incantevole golfo che idealmente inizia dalla Punta della Campanella per finire a Capo Misero, da quasi tremila anni propone all’uomo, con le sue bellezze naturali, la perfetta fusione dei quattro magici elementi: Acqua, Aria, Terra e Fuoco, amalgama ideale per le innumerevoli alchimie mentali dei grandi uomini passati e recenti  che si sono trovati a soggiornare nei suoi luoghi. Città magica per antonomasia ma soprattutto città che ha sempre esaltato la simbologia del femminile, essa nasce circa nove secoli prima di Cristo e, nel corso del tempo ospita razze e popoli i più svariati, assorbendo senza alcuna difficoltà culti e tradizioni  diverse, mescolandole armoniosamente con quelle locali. Collegata in modo inscindibile con i più elevati simboli dell’uomo, simile a una madre generosa, essa fa sì che ognuno di tali simboli si fonda armoniosamente col suo contrario, individuabile dal sempre demonizzato “femminile” abilmente proposto dal culto delle sirene che, senz’alcun dubbio, si ricollega a un antico matriarcato della cui memoria si è persa traccia. Questa città, infatti, ha
sempre promulgato l’unità del Tutto – antico principio ermetico oggi riconosciuto esattissimo proprio dalla scienza più avanzata – ed è dotata di quella prerogativa tutta femminile di far accettare quel che essa vuole grazie all’abilità di saper fingere di essere d’accordo con gli altri…Così, proprio con l’ausilio del suo mare,  del fuoco dei vulcani, della bellezza del suo cielo e dell’ubertosità delle sue terre, Napoli trasmette le più alte e complesse cosmogonie dietro l’apparenza del fatterello e del racconto folkloristico. In tal modo sirene alate o sotto forma di pesci col corpo di donna, acque, lave, mostri marini, ciclopi iracondi o sagge sibille sono la semplice veste con cui  essa ricopre le verità più profonde, ben comprensibili però da coloro che hanno già iniziato a fare i primi passi… Non è follia sostenere che tutta la storia dell’uomo, e del golfo di Napoli in oggetto, non sia solo quella riportata dai testi ufficiali o dalle cronache correnti bensì una storia nascosta e
indissolubilmente legata ai più segreti contatti col mondo invisibile, occulto, che da sempre fa parte della natura umana. Questo mondo, legato all’emisfero destro del cervello, ossia al lato intuitivo, medianico, lunare, femminile,  contrapposto al lato sinistro, solare, maschile, pragmatico e razionale, ha trasmesso per secoli e millenni le sue conoscenze e i suoi segreti a una catena di iniziati, sconosciuti e no, mediante un vero e proprio argot  affidato appunto ai simboli e al mito. Ma cos’è il simbolo? Esso è una figura, un disegno, una forma universalmente adottata per rappresentare un’idea e presuppone “un’omogeneità tra significante e significato”. La sua funzione è quella di dilatare sempre più il senso espresso su svariati piani , divenendo un vero e proprio amplificatore cosmico. Ogni simbolo contiene in sé la legge della coesistenza degli opposti esprimendo, per chi lo sa capire, le polarità di ogni cosa.  L’uomo è un creatore di simboli, ed anche il naturale fruitore poiché potremmo dire che essi sussistono indipendentemente da lui. E’ la loro decifrazione  che ci
permette di risalire alle origini e alle modalità della creazione e, contemporaneamente, d’intravedere il tempo della sua fine. La comprensione dei simboli, però, non dipende dalla cultura dell’individuo quanto piuttosto dalla capacità d’illuminazione interiore. Il simbolo vive, ed ha un significato che non può essere identico per tutti. E’ un elemento dinamico del sapere e si propone alle menti analogiche con “la simultaneità dei significati che esso rivela”. Con questa diversa chiave di lettura la tradizione storico-culturale di Napoli e dei suoi dintorni appare sotto un’altra luce, più provocatoria e stimolante, che investe il mito, la religione, la magia di questa terra bruciata dal sole. E gli uomini o gli dèi che costellano la sua storia sono protagonisti o vittime involontarie d’un copione a loro riservato, talvolta apparentemente folle o senza significato ma sempre inserito in un tessuto più vasto, in una trama il cui disegno appare solo a tessitura ultimata. Questa via iniziatica rivede fatti, cronache, miti e li ripropone sotto una nuova veste e una dimensione diversa e meno comune.Immagini di Mauro Caiano/VIP-Napoliil sito della nostra Clara Negri è www.astrarmonia.it