La voce di Megaride

Cellulari in classe a Napoli


di Gennaro CapodannoChi si aspettava chissà quali roboanti iniziative per impedire agli studenti della
Campania l’uso dei cellulari a scuola, dopo gli eclatanti episodi di immagini riprese all’interno dei plessi scolastici o nei loro dintorni, con scene di sesso e di violenza esplicita per lo più ai danni di studentesse e con l’apertura d’indagini da parte della Magistratura inquirente per la diffusione di video anche attraverso Internet, oggi deve prendere atto dell’ennesimo flop con una circolare diramata dal direttore generale dell’ufficio scolastico regionale della Campania, Bottino, sottoscritta il 2 gennaio scorso, prot. 132/P www.campania.istruzione.it/circolari/2007/prot132_07.shtml> immagine pervenuta in questi giorni sui tavoli dei dirigenti scolastici, nella quale, come peraltro in quella precedente, emanata sempre al riguardo, all’inizio del corrente anno scolastico, si spalmano quintali di buonismo, con qualche “consiglio” che sembra estratto dal calendario di frate Indovino. “ Mi preme suggerire alle SS. LL. – afferma infatti il direttore Bottino, rivolgendosi ai D.S. -, nel pieno rispetto delle Loro autonomie e in considerazione delle realtà territoriali nelle quali le SS. LL. operano, la possibilità di prevedere azioni formative di educazione sentimentale e di educazione sessuale, magari con l’aiuto di esperti che le SS. LL. vorranno individuare o che potranno richiedere a questa Direzione, che li indicherà su designazione delle Autorità sanitarie regionali “. Insomma, secondo Bottino, il problema dell’uso indiscriminato dei cellulari a scuola va risolto con non meglio precisate lezioni di educazione sessuale, non chiarendo neppure se dovranno essere solo “orali”, o anche pratiche. Invece di vietare sic et simpliciter l’uso dei cellulari in classe, così come fanno da tempo, per esempio, i magistrati nelle aule d’udienza o, come avviene normalmente, sugli aerei in volo, si tira fuori dal cappello a cilindro il vecchio e trito problema dell’educazione sentimentale dei ragazzi. Insomma con la collaudata tecnica di un colpo al cerchio ed una alla botte, nulla si dice sul divieto assoluto dell’uso del cellulare in classe. Ed infatti più avanti nella stessa circolare si legge l’ “invito”,
non altro, agli studenti. “ Nell’imminenza – dice al riguardo il direttore generale -, inoltre, sento la necessità di pregare le SS. LL. di voler invitare gli alunni a evitare l’uso dei cellulari durante le attività didattiche, fornendo ovviamente idonee alternative per garantire la comunicazione con l’esterno nei casi di effettiva urgenza e necessità. Ogni comunità educante troverà le regole che riterrà più opportune per porre un freno all’uso indiscriminato del cellulare in aula “. Insomma, con un comportamento di pilatesca memoria, il DG afferma che più di un invito non si sente di fare. Se poi i DS vogliono prendere una qualche iniziativa per impedire l’uso del cellulare in classe, se ne assumano in toto la responsabilità insieme al corpo docente. Ed è proprio ai docenti, ma non ai dirigenti, che è riservata l’ultima stoccata. Date il buono esempio! Come se i docenti invece di andare in classe a fare lezione, si mettessero dalla cattedra a conversare o ad utilizzare il cellulare per riprese pornografiche. “ Poiché i ragazzi conclude immagine infatti Bottino - sono molto sensibili ai comportamenti dei docenti, che tanto potere hanno di esercitare influssi indelebili nella coscienza in formazione dei loro alunni, prego le SS. LL. di fare appello alla sensibilità di tutti i docenti, affinché anch’essi evitino, per quanto possibile, l’uso del cellulare durante le ore di lezione “. Ogni ulteriore commento appare superfluo. A questo punto gli studenti stiano tranquilli, esternando la loro gratitudine al direttore generale della Campania. Potranno continuare a fare il loro comodo utilizzando il cellulare in classe e nei pressi della scuola, pure per i loro filmati osceni e violenti, mentre stiano attenti i docenti che se vengono beccati col cellulare in mano da qualche dirigente scolastico troppo zelante, possono incorrere nelle pesanti sanzioni, richiamate di recente anche nel vademecum rispolverato dal ministro Fioroni, rischiando “ per il cattivo esempio dato “ pure il licenziamento e una possibile denuncia alla Magistratura.