di Giuseppe Serroni - segr.naz. agenzie fiscali U.G.L. -NAPOLI: REVISIONE DEL CLASSAMENTO DEGLI IMMOBILI. PROVE GENERALI DI SPEREQUAZIONE FISCALE.
Dalla ferrea cortina del silenzio che è stata fatta cadere sulla questione del decentramento catastale, emergono le prime conferme a tutte le preoccupazioni che, ormai, solo l’UGL e gli amici di Intesa continuano a manifestare. Infatti, nonostante i comunicati “rassicuranti” e grondanti di soddisfazione per la “vittoria” ottenuta, la verità, quella vera, viene a galla dagli ultimi eventi di Napoli. Questi i fatti: il Comune di Napoli, in virtù di apposite delibere, ha incaricato una società privata, il Consorzio ANCI- Cnc di fare da consulente e da “intermediario” con l’organismo tecnico rappresentato dall’Agenzia del Territorio, per procedere alla revisione del classamento di circa 80.000 unità immobiliari presenti in alcune zone cittadine in via di presunta “riqualificazione”. Per tale attività, finalizzata all’incremento della pressione fiscale relativa all’ICI, è stata, infine, stipulata una convenzione fra tutti e tre i soggetti. In virtù di questa convenzione, l’Agenzia del territorio, su esplicita indicazione del Comune di Napoli, ha proceduto a riclassare (e non vogliamo entrare del merito delle procedure rispettate)decine di migliaia di immobili, tutti insistenti in una indefinita area urbana intorno alla linea metropolitana cittadina; non importa se la stessa area “riqualificata” sia sommersa dall’immondizia, che le strade siano dissestate e che i pali della luce cadono al primo soffio di vento causando anche tragedie incomprensibili per chi vive in una città normale! La normativa presa a riferimento è, stranamente, non la Finanziaria del 2005 così come correttamente suggerito dall’Agenzia del Territorio a tutti i Comuni, bensì la legge n. 662/96 e cioè la finanziaria del 1° governo Prodi! Ulteriori richiami normativi afferiscono alla legge istitutiva del Nuovo catasto Edilizio Urbano del 1939! Perché il Comune di Napoli ha “preteso” il riferimento a queste norme così datate? Perché furbescamente e non erroneamente, si apre la strada al riclassamento di tutte le microzone contigue agli immobili riclassati così che, in maniera silenziosa, in poco tempo, sarà rideterminato il valore di tutti gli immobili della Città in “virtù” di un progressivo e consequenziale bilanciamento del riclassamento! E’ ovvio che proprio questi richiami “strani” alla vecchia normativa, frammisti ad elementi che invece afferiscono alle successive disposizioni di legge, anche se non richiamate nell’avviso prodotto dall’Agenzia del territorio, forniscono numerosi e qualificanti elementi per le migliaia di ricorsi che a breve ricadranno sull’Agenzia del territorio. Ma, aldilà degli sviluppi giudiziari che la vicenda napoletana lascia intravedere; aldilà dell’attacco alla casa ed alle conseguenze negative per gli inquilini ed i consumatori che si sobbarcheranno, ovviamente al termine del processo gli aumenti prodotti, quello che più ci interessa è la conferma di quanto da sempre l’UGL va sostenendo: la discrezionalità conferita ai comuni sulla revisione del classamento e conseguentemente sulla determinazione del valore estimativo degli immobili, rappresenta un elemento pericoloso per il mantenimento costituzionale dell’equità fiscale su tutto il territorio nazionale. Il comune di Napoli, passando per una società terza, impone scelte tecniche all’organismo tecnico che dovrebbe essere l’Agenzia del territorio, non tenendo conto di quanto la stessa agenzia ritiene più equo e giusto prendere a riferimento e contraddice la presunta “vittoria” sbandierata dai sindacati amici dell’attuale governo sulla partecipazione “paritetica” dei comuni e dell’Agenzia sulla determinazione degli estimi! Questa è la vittoria ancora oggi proclamata; ma se questo è l’aspetto “equità fiscale”, facciamo ancora male a preoccuparci dell’aspetto “occupazione”?