La voce di Megaride

sMemoria mastelliana


di Marina Salvadore
Il 27 gennaio p.v., “Giornata della Memoria”, Mastella presenterà al Consiglio dei ministri il ddl che trasforma in reato la negazione dell’Olocausto,  teso -  com’egli va cantilenando a bocca corrucciata a “culo di gallina” e vocali strette, da quando è diventato guardasigilli-style -  “a combattere una sorta di atteggiamento antisemita che ancora perdura”. Gli fa eco il catatonico Rutelli: ”E’ compito della politica fare sì che il delirio della negazione non abbia alcun percorso futuro percorribile”, con la benedizione urbi et orbi di papa Romano Prodi che se la smettesse una buona volta di fare l’europe-man emancipato  per pensare, un po’ più calato nella realtà nazionale, ai tanti “seri” problemi italiani, sarebbe coerente col suo ruolo. Per contro, circa duecento tra i più autorevoli storici, cattolici ed ebrei di qualsivoglia colore politico, firmatari di un coerente e saggio appello chiedono a Mastella di riporre nel cassetto delle sue
originali ed eclatanti pseudo- politiche il preannunciato “evento ddl”, poiché inopportuno e pericolosamente votato all’accrescersi dell’antisemitismo considerato che postula un divieto di libera  espressione, tipicamente dittatoriale, che potrebbe inasprire ancor più gli animi dei negazionisti ed attirare ulteriori antipatie agli ebrei. Il Mastella, abbonato all’eclatante, al barocco ed al piacere dell’eccesso, come ogni provinciale che approda nella city, spoliticherebbe pure sui torzi di scarola, se potesse, per apportare originalità e consensi a quell’insulso suo partitello di mercenari svenduti ora a destra, ora a sinistra nonostante perduri con le corna ben piantate al centro, ipocritamente  pseudo-DEMO e pseudo-CRISTIANO… Ampia dimostrazione del suo scarso rispetto del prossimo, strumentale solo” pro domo sua”, è stata esaltata da un Indulto partorito in fretta e furia, immune da approfondimenti sociali e di reintegrazione, giusto per svuotare le carceri, così come Prodi ha liquidato quale mera situazione urbanistica e non politica qual è  la faccenda della base Nato di Vicenza. Il politicante ceppalonese, scarpe grosse e cervello fine, senz’anima ne’ etica, ha mostrato di recente il meglio di se’ in TV, a Porta a Porta di Vespa, discutendo con il suo predecessore sulla ritrita quaestio della certezza della pena, alla luce dell’eccidio di Erba. Anche in quella sede ha stemperato nel buonismo la pochezza di pensiero e la mancanza di competenza, facendoci venire i capelli dritti, infine, quando riferendosi ad Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e papà del piccolo Youssef, per ben due volte l’ha appellato come “il papà del povero ragazzo morto”, non ricordandosi che Youssef era solo un bimbo di due anni…che mai diventerà un ragazzo. Ecco, queste sfumature dialettiche rendono più di una perizia psichiatrica la personalità di un soggetto anaffettivo quale il signor Mastella, patriarca e feudatario, guardasigilli e guardacavolisua. Ora, vorrebbe lanciarsi nella nobile tenzone, poeticamente
spolitizzando sull’acqua calda, a proposito di antisemitismo e di verità storica, di negazionisti e di Shoah, con chiara  tendenza espansionista europeista: Ceppaloni nel mondo! Fin troppo Clemente  è Mastella che cerca e pratica anche la giustizia storica ma, allora, perché non cura l’orticello di casa sua piuttosto che fare l’esterofilo…perché non fa il revisionista e il giustiziere italiano, lui che ben conosce le realtà limitrofe ceppalonesi di Pontelandolfo e Casalduni, dell’Olocausto e della Diaspora meridionale ai tempi dell’Unità d’Italia? Nell’ultima campagna elettorale, rastrellando impunemente qui e là aliti reazionari sudisti, mise a caposaldo della sua tornata elettorale il tema del riscatto del Mezzogiorno; una volta salito al soglio pontificio, ecco che fa di nuovo il  tricolorato risorgimentista, l’europeo laico. Il simbolo dell’UDEUR è un campanile e dovrebbe scampanare per chiamare a raccolta la plebe durante l’officio della santa messa ma soprattutto durante le emergenze, per difendere il paese,il campanile e la
plebe. Il campanile di “Ceppaloni nel Mondo” chiama a raccolta, invece, soltanto i luoghi comuni, la retorica e il conformismo, tradendo se stesso. Mastella pensa a combattere l’antisemitismo e dimentica di combattere l’antimeridionalismo ovvero quello strisciante razzismo che dai tempi della FIAT torinese furoreggiava sui cartelli appesi alle case di ringhiera “Non si affitta ai meridionali” e sulle porte dei locali pubblici di Marcinelle in Belgio “Ingresso proibito ai cani ed agli italiani”, dove per italiani si intendevano le mandrie
meridionali svendute dall’Italia al Belgio per 100 chili di carbone a testa necessari alla Patria-patrigna… Mastella si indigna per la negazione dell’Olocausto ch’è sotto gli occhi di tutti ma nel contempo occulta un olocausto del quale non si deve parlare, quello di circa un milione di meridionali compiuto per mano sabauda, con decine e decine di comuni del Sud rasi al suolo, esattamente come i Turchi occultano lo sterminio degli Armeni e pretendono un posto in prima fila in Europa. Mastella lacrimeggia per la diaspora ebrea, ch’è anche questa ben nota ed inconfutabile, ma non fa caso ai circa 60 milioni, dal risorgimento ad oggi, dell’eterna diaspora meridionale. Mastella non ha dignità, visto ch’è carente di identità... oltrechè di "memoria" e chi è meridionale smemorato è un traditore della sua patria; praticamente, il peggiore tra i negazionisti!