La voce di Megaride

La Via Crucis è reato di gruppo


Riceviamo da Rafminimi13@libero.it  il seguente messaggio, opportunamente documentato:Non mi dite che le DISTOPIE, complici le manie di psedo-protagonismo di tante persone da poco, non stanno avanzando a passi da gigante! Può la tradizionale devozione della Via Crucis essere definita espressione di un «disegno criminoso»? Può un'innocua sequenza di «stazioni» che ricordano la passione di Cristo, composta da qualche piccola lapide, bassorilievo e lumino,
sistemata in privatissimi terreni agricoli dai loro legittimi proprietari, diventare «un pericolo per la salute e l'incolumità fisica» delle persone? In Italia si aprono discoteche che costringono interi quartieri a sorbirsi, loro malgrado, i decibel d'ordinanza; c'è chi alleva abusivamente tigri o serpenti nel giardino dietro casa, chi celebra messe nere. C'è chi prega Allah a cielo aperto, sul pubblico marciapiede. Ma realizzare sulla tua proprietà un'innocua Via Crucis, no, questo non puoi farlo. E se lo fai, si trova sempre un magistrato pronto a sentenziare che quella pratica devozionale rappresenta un «disegno criminoso»… da “IL GIORNALE”: “Quella di Ortensio Sassi, Maria Grazia Zaccaria, Roberto Albertelli e Dolores Coleschi è una storia paradossale. Dal 2003, le due coppie, abitanti nella campagna di Castrocaro Terme, hanno «installato» una Via Crucis, con le tradizionali quattordici stazioni, e una croce alta sette metri e illuminata al neon (ma che si spegne puntualmente a mezzanotte). Tutto ciò all'interno di un terreno agricolo di proprietà e con tanto di autorizzazioni dell' amministrazione comunale. E dopo aver avvertito il vescovo e il parroco, che nulla avevano, né potevano avere, in contrario. Ogni venerdì sera, ad esclusione del Venerdì Santo - quando le famiglie partecipano alla funzione in parrocchia - i Sassi e gli Albertelli radunano un gruppetto che varia da cinque a quindici persone, e dalle 21 alle 22.15 percorrono, pregando, i circa 550 metri di viottolo lungo cui si snodano le stazioni. Le auto dei presenti vengono parcheggiate in un'area predisposta a questo scopo nella proprietà degli Albertelli fin dal 1988. In occasione della prima Via Crucis, il 1° venerdì di settembre 2003, la signora Coleschi ha avvisato la polizia municipale di Castrocaro, informando che la preghiera ci sarebbe stata ogni venerdì. Quella prima sera, una pattuglia di vigili urbani aveva percorso lentamente la strada privata che attraversa le proprietà delle famiglie per osservare quanto stava accadendo. Che cosa può esserci di male, vi chiederete, in un gruppuscolo di fedeli che decide di ricordare ogni settimana la morte di Gesù, leggendo brani del Vangelo? A cinque vicini, la storia non è proprio andata giù. Per loro, quelle piccole lapidi e quel viottolo rappresentano una minaccia. Così hanno presentato un esposto, scrivendo che «la tranquilla amena località... subiva profondi, ma innaturali mutamenti, destinati ad incidere pesantemente sulla vita quotidiana dei residenti e con ripercussioni sulle proprietà di questi ultimi... Sembra che abbiano intrapreso il progetto di trasformare la zona in "zona di culto"». Nell'esposto, i cinque firmatari chiedono alla magistratura di «accertare l'avvenuta modifica dello stato morfologico dei luoghi, nonché il conseguente disagio ambientale», e pure i disagi derivanti dall'aver trasformato - affermano - «un paesaggio da agricolo a pubblico». Peccato che il terreno pubblico non sia, ma si tratti di proprietà privata. Infine, i firmatari chiedono alla Procura di Forlì di accertare «la ricorrenza di condizioni di pericolo per la salute e l'incolumità fisica e il patrimonio». Sembra incredibile, eppure il Tribunale ha condannato le famiglie Sassi e Albertelli, con decreto penale del 15 settembre 2006, per aver realizzato la Via Crucis in casa loro. Sarebbe come se un giudice condannasse qualcuno per aver installato un «percorso-vita» nel bosco di proprietà dietro casa, o per aver esposto variopinti nanetti o puffi nel viottolo che porta al garage. «In nome del popolo italiano», il giudice Giovanni Trere, ha
giudicato i quattro promotori colpevoli di «reato continuato» (art. 81 del codice penale), «disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone» (art. 659), mancato «avviso al Questore». Avrebbero agito «operando in concorso tra di loro ed in esecuzione di un medesimo disegno criminoso» realizzando «strutture di carattere religioso». Gli interessati, ai quali è stata comminata un'ammenda di mille euro a testa ed è stata proposta l'estinzione della pena grazie all'indulto, hanno invece fatto ricorso. «La sentenza - spiega al Giornale Ortensio Sassi, di professione analista informatico - non ha tenuto conto che la croce e il terrapieno per il parcheggio sono stati realizzati nella proprietà privata e con autorizzazioni comunali; che non doveva essere avvisato il Questore perché la Via Crucis non si svolge in luogo pubblico ma in un terreno agricolo privato, che le "stazioni", cioè le lapidi sono un libero arredo in proprietà privata. Quanto al disturbo del riposo delle persone, beh, deve sapere che uno dei firmatari abita a Bologna, altri due a ben 100 metri dal luogo del nostro passaggio». C'è di più. Spesso e volentieri, proprio in concomitanza dell'inizio della Via Crucis, da una casa vicina c'è chi attacca a tutto volume uno stereo che ha le casse all'esterno, per disturbare il gruppetto di persone in preghiera e i loro «criminosi disegni», fatti di Paternoster e Avemarie.Nota della redazioneAbbiamo ritenuto utile diffondere questa ridicola quaestio di mal-vicinato poiché l’occasione ci offre un razionale aggancio con l’attualità politica di questi giorni, relativamente al ddl di Mastella, divenuto Legge dello Stato  contro il negazionismo della Shoah ebraica e per trovare spunto di riflessione sulla nostra confessione di Fede. E’, infatti, sempre più evidente – dentro e fuori il Paese - una sorta di negazionismo ad oltranza della Cristianità, che pure ha avuto il suo olocausto ed i suoi martiri (ne ha tutt’ora nel mondo) e che ci sembra, oggi, quanto mai isolata ed in difficoltà, senza paladini a rappresentarla ed a difenderla. Da parte del nostro governo, sarebbe stato più consono provvedere all’emanazione di una Legge contro il negazionismo di ogni etnocidio, di qualsiasi professione di fede, comprendendovi – e non vogliamo ripeterci – anche l’olocausto e la diaspora di altre popolazioni, dovuti alle solite mere questioni di economia politica, di espansionismo, di razzismo e di confessione di fede. Abbiamo notizia che in Francia, già nell’ottobre scorso, in via provvisoria è stata ammessa all’approvazione del Governo una Legge contro il negazionismo dell’olocausto e della diaspora armena, sempre negate dai Turchi che, a riguardo, hanno imposto un paradossale contro-negazionismo in patria, inteso quale grave reato penalmente sanzionabile (e…conosciamo i metodi ottomani!) di “attività anti-turca” nei confronti di chiunque abbia chiesto o fatto verità sul genocidio degli Armeni e  revisione storica di quell’orribile epoca che si è protratta  molto oltre la fine della prima guerra mondiale. Per ironia della sorte, essendo nel nostro Paese considerata un tabù la storia vera del risorgimento, fatta di protestantesimo, invasioni, vandee, stermini, stupri, saccheggi, occupazioni e falsi plebisciti, saremmo indotti a rivolgerci alla Francia della Rivoluzione e delle forche, per far riconoscere a livello europeo il negazionismo perpetrato contro il Mezzogiorno d’Italia ed anche il riconoscimento e la difesa della nostra confessione di fede, visto che – inspiegabilmente – anche il Vaticano non pare essere molto coinvolto, considerata l’evidente inerzia. Paradossale è stato anche l’intervento del nostro presidente Napolitano alla vigilia della Giornata della Memoria, laddove imponeva il riconoscimento del “sionismo” quale principio fondante dello Stato di Israele (fin qui, tutto bene), così come egli ritiene che il Risorgimento e la Resistenza sono i principi fondanti dell’Italia. Non so a voi…ma alla sottoscritta Risorgimento e Resistenza danno l’idea di fare a cazzotti tra loro! Comunque, evviva il paradosso, sale della “diplomazia” politica e dell’imperialismo occulto! Beati i martiri cristiani di ieri e di oggi….perchè loro vedranno il Paradiso… sempreché Mastella, Pannella, Ruben e Bush  non abbiamo mire espansioniste pure “lassù”!  - M.S.