La voce di Megaride

Un forte abbraccio ai nostri poliziotti e carabinieri


di Marina Salvadore
Oggi, il sito della Polizia di Stato apre con questo toccante messaggio: "Il 2 febbraio è stato un gran brutto giorno. Uno di noi non ce l'ha fatta a tornare a casa dal servizio. Morire è sempre ingiusto ma in quel modo è anche assurdo. E' vero, noi abbiamo l'obbligo giuridico di esporci al pericolo. Però era solo una partita. Ora il calcio si ferma ma la Polizia no. Non può e non deve, c'è del lavoro da fare. Lasciateci però salutare Filippo e poi torneremo come sempre su strada."Non c'è cosa più straziante di veder piangere un poliziotto, un carabiniere... un soldato. Noi comuni mortali e LORO, i nostri nuovi martiri, siamo persino stanchi di seguire dopo ogni tragedia gli inviti alla riflessione rivoltici dai sociologi di Stato. Oggi, riflettiamo sull'orribile crimine di ieri; domani saremo invitati a riflettere su di un nuovo crimine di oggi e...così via...riflettendo riflettendo...senza mai tutelare NOI cittadini i nostri angeli custodi in divisa. Qui, lo sport e le tifoserie non c'entrano nulla; il derby e lo stadio sono stati ottimi pretesti, succulenta occasione da sfruttare. E' ignobile, da parte delle istituzioni, giustificare in questi termini l'evento, per distrarre l'opinione pubblica, dirottarla altrimenti dalla vergognosa ed autentica logica criminale di destabilizzazione che ha, comunque, una connotazione politica e sociale, preordinata e costituita. C'è una guerra dichiarata dai delinquenti ai poliziotti e carabinieri; quasi sempre - gli uni e gli altri - partoriti dallo stesso Sud disagiato, dove c'è una trincea netta che divide la gente "perbene" da quella "permale". Fratelli contro fratelli. Caino e Abele. Il Sud è disagiato analogamente per la gente perbene e per quella permale ma i sociologi...e soprattutto i politici ed i magistrati... prestano cure ed attenzioni solo ai disagiati permale. L'abbiamo visto a Scampia ed a Forcella, quando le famiglie permale si sono scagliate con violenza contro le forze dell'ordine che stavano facendo il proprio dovere. Lo abbiamo visto anche a Milano ed a Roma, durante i cortei di protesta, sia del centro-destra quanto del centro-sinistra dove quei dannati zombies dei centri sociali bruciavano bandiere e fantocci raffiguranti i tutori dell'ordine, urlando la solita bestemmia Dieci, Cento, Mille Nassirya; in molti, tra quelli, non sapevano neanche dove fosse Nassirya e il senso di quello slogan strampalato... ma si sentivano forti del senso perverso d'appartenenza al gregge, alla mandria mefistofelica, dove - presi uno per uno - occultavano la loro ignoranza, la loro vigliaccheria, l'anomia sociale dilagante. La violenza di Catania, letta allo specchio, riflette coincidendovi nei contorni quella di Genova, laddove a perire fu, però, il no-global in procinto di colpire - con tanto di passamontagna calcato sulla testa - con un estintore il coetaneo in divisa stretto nella camionetta dei carabinieri accerchiata da un'orda di violenti. A Catania, la bomba carta ha sostituito l'estintore nell'uguale dinamica dei fatti. A Genova, lo scalmanato, proprio perchè non appartenente a quelli della schiera in divisa, fu celebrato quale martire ed eroe. A Catania non ci saranno eroi e martiri, perchè è morto uno "sbirro". Inorridiamo solo a pensare a cosa sarebbe successo se a morire fosse stato il delinquente. Ci sarebbero stati, oggi, imponenti sit-in di no-global, con tanto di onorevoli e senatori, sociologi e centri sociali, nello spiazzo antistante lo stadio. Non certo, com'è stato fatto stamattina, il mercato rionale avrebbe potuto riaprire chioschi e bancarelle al passeggio di casalinghe catanesi ormai avvezze alle cronache del presente... con le prefiche e gli ignavi - magari gli stessi delinquenti - che si sentono buoni solo ad andare a battersi il petto dietro la statua di sant'Agata in processione. Sant'Agata avrebbe dovuto rifiutarsi di uscire a benedire!  In fondo, è morto solo uno "sbirro"... che ha lasciato una moglie con due bambini...una madre ed un padre... amici e colleghi. Un UOMO. Giovane ma troppo diverso dalla gioventù à la page, non omologabile al deprimente trand sociale. Se la smettessimo di perorare la trita questione del giovanile disagio sociale, per chiarire le responsabilità di una classe politica connivente... che santifica e protegge i violenti, come a Genova, elevandoli ad emblemi della gioventù, solo perchè TEME questa gioventù e cerca di comprarsela con le caramelle ed il miele della concessione della libertà di espressione e di follia... usandola, spesso, come ariete e bacino di voti elettorali... se ripristinassimo le regole di uno Stato di diritto, dove il delinquente paga, cancellato anche a vita dalle liste elettorali del comune, e la vittima gode di GIUSTIZIA... se i magistrati facessero languire in una cella, buttandone via la chiave, o in un campo di lavoro... per decenni... questi delinquenti, noi oggi piangeremo meno vittime tra la nostra buona e banale gioventù perbene. Meno bimbi sarebbero orfani, meno donne sarebbero vedove, meno genitori piangerebbero un figlio... dall'una e dall'altra parte. Abbiamo tutti bisogno di rigore, disciplina, pulizia ed anche di progetti, di cultura per la "crescita sociale" che s'è miseramente bloccata, rendendoci "nani d'Europa"; NOI... che fummo culla della Civiltà! Abbandonati e mandati allo sbaraglio dal Governo di ogni stagione italiana, odiati dal popolo-Caino che non li riconosce quali fratelli, eppure entrambi figli del medesimo disagio sociale, forse dovremmo essere NOI, gente normale, la cui voce non fa rumore...il cui pensiero non smuove una foglia... il cui dolore è pudicamente impotente e muto... la cui rabbia implode nei nostri cuori fragili, poichè l'è proibito di esplodere... a dimostrare da che parte abbiamo scelto di stare, a fare le barricate in piazza, attorno ai nostri ragazzi buoni... in divisa. Non crediate sia inconsueto per una come me che, per culturali recriminazioni storiche, ogni tanto leva al cielo un Viva Bresci! immaginare le nostre città, regioni e provincie amministrate dalle forze dell'ordine e non dai politici. Ma è utopia! In virtù di questo sogno qualcuno, nella oscena necessità di dover per forza catalogare e tesserare ognuno ed ogni cosa, mi darà sicuramente della "fascista". Non mi offendo, poichè non ero nata a quei tempi...quindi ignoro tante cose ma se "fascista" vuol dire andare a cancellare dai muri di Livorno e di Roma i messaggi offensivi scritti nella nottata con gli spray neri come una minaccia di morte, che plaudono alla morte dello "sbirro" di Catania, se "fascista" vuol dire  ordine, legalità, radici, convivenza civile, Stato Sociale... allora dichiaro solennemente PERCHE' NO? VOGLIO ESSERE FASCISTA. Di certo NON SFASCISTA!...e Prodi, Amato, Berlusconi, Fini, Agnolin, Caruso e Mastella... mi fanno un baffo! W GLI "SBIRRI"! scriverò sulle italiche mura.