La voce di Megaride

La rosa dei "20"


di Marina Salvadore
Dal 9 all'11 febbraio si svolgerà in Gaeta l'annuale Convegno Tradizionalista; quello VERO... che senz'altro sarà seguito - sempre, nella Fidelissima - dalle altre due solite "fotocopie" di convegno a cura delle ben note, sparute e sparse particelle meridionaliste in odore di individualismo e libera concorrenza, così come accade, in marzo, per l'altra location storica di Civitella del Tronto. Che strano mese è febbraio, ridondante di commemorazione di olocausti e carnevali regionali! Si apre con le celebrazioni del culto mondiale della Shoah a cavallo tra la Giornata della Memoria del 27 gennaio fino all'incirca a "San Biagio", procede con uno stitico Giorno del Ricordo per gli italiani e slavi delle Foibe d'Istria e Dalmazia, intreccia profane celebrazioni carnevalesche dei calendari diocesani romani e ambrosiani con le Memorie borboniche dei meridionali dall'Abruzzo alla Sicilia... Fatta eccezione per la Shoah che si afferma quale celebrazione mondiale, perchè strumentale alla politica-economica globalizzante, gli altri olocausti non godono di particolare importanza: sono solo tiepide e frettolose concessioni istituzionali, semi oscurate, al libero piagnisteo di chi potrebbe, invece - trovando forze a sostegno - rivendicare in maniera un po' più autoritaria e violenta; olocausti di serie B le cui nostalgiche rimembranze, più che altro pazientemente tollerate... sono comunque intimamente quasi ignorate. Le etnìe e gli olocausti di serie B
ovvero quelli dei meridionali dell'Unità d'Italia, dei morti e dei profughi di "druse Tito", degli armeni e dei curdi, degli abitanti dell'atollo di Bikini, dei tibetani, degli africani delle colonie europee, dei pellerossa americani, degli indiani di Ghandi... e di molti altri piccoli e grandi popoli... sarebbe stato esemplare celebrarli nell'unica Giornata della Memoria ch'è istituzionalmente divenuta un chiaro monito al razzismo ma che - proprio per la esclusività identitaria che la distingue - finisce col sublimare proprio quel bieco concetto di razzismo che fu tanto caro al fratello antropologo ebreo Cesare Lombroso e che ancora si celebra nel sacro tempio del Museo Criminologico dell'Urbe da ben prima dell'epoca nazista quando, come scrisse Alianello, gli italiani seppero "fare prima e meglio delle SS" stragi e lager di altri italiani; quelli del Sud. Tuttavia, fatta e diffusa un po' di revisione storica intorno ai fatti del Risorgimento del nord e della caduta degli stati italiani pre-unitari, alla luce delle cruente cronache attuali che avvelenano questa generazione e tutta la società, rendendola indifferente al nobile tema dell'Identità e dell'Orgoglio di appartenenza, mi chiedo che senso abbia continuare a vivere di dietrologie, di sante messe in gramaglie, di sterili e improduttive nostalgie, di aficionados in costume d'epoca a sventolare antichi vessilli e che vengono puntualmente scambiati per festaioli travestiti di Carnevale. I Convegni di Gaeta e di Civitella, che siano o meno tradizionalisti e dotti, prevedono e contano la partecipazione dei soliti noti, una ventina di studiosi e cultori del passato, rispettabili e sinceri, che se la suonano e se la cantano da soli, nella rosa degli addetti ai lavori, che si ascoltano, si scambiano libri, relazioni e memorie, applaudendosi l'un l'altro... mentre fuori dalle mura prestigiose del convegno coloro che dovrebbero essere i veri destinatari di questa "scienza" ovvero gli scolari delle scuole del nord e del sud, perfettamente omologati, continuano a fare i bulli, gli attori di pornovideo, gli assassini di poliziotti... e non aprono neppure uno dei libri di testo della scuola dell'obbligo; quelli scritti dai "vincitori" e dai pennivendoli di regime. Nemmeno sanno chi è Garibaldi, figuriamoci se riescono ad immaginare un brandello d'Italia che si chiamava regno delle Due Sicilie o Granducato di Toscana o Serenissima! Ma con tanta più amarezza si rileva che molti personaggi di questa esclusiva nobile rosa rivendicatrice dei "20" sono o sono stati rappresentanti politici, con incarichi prestigiosi nella pubblica amministrazione e negli enti, alla Camera o nei Partiti, dove avrebbero potuto - se avessero voluto tener fede a se stessi ed al meridionalismo che predicano - rivendicare istituzionalmente Identità e Dignità di Popolo, Verità Storica e Apostolato meridionale, alle vecchie e nuove generazioni. Non l'hanno mai fatto, per tenere il c*** al caldo nelle riservatissime schiere del potere politico centrale, per continuare ad intrattenere relazioni pubbliche di tutto vantaggio, per inchinarsi blasfemi in odor di apostasia ai tricolore di dubbia provenienza; gli stessi vessilli che in convegno o in libreria mettono frettolosamente a bagno nella varecchina per farli ritornare bianchi come il Giglio di borbonica memoria, mentre presentano in pubblico l'ennesimo difficile parto letterario-identitario in edizione di lusso, per la gioia delle tasche dei soliti editori-affaristi locali e per loro tronfia gloria e vanità. Commozione, applausi, giuramenti di fedeltà, re e regine di Borbone, foto di briganti come sulle figurine della Liebig, alzabandiera e brindisi, discorsi, ogni tanto una lapide a "memoria", eppoi ci si spoglia del costume di Carnevale, dei vessilli sbiancati, del polline dei fiori reduce come forfora dalle corone per i "cari estinti" di 150 anni fa e si torna a rifasciarsi di tricolore, dietro le scrivanie del potere, Viva l'Italia... ed a concepire un' altra opera letteraria sudista da presentare il prossimo anno all'uditorio della solita rosa dei "20", sempre più simile ad una loggia esclusiva... sempre più lontana dal volgo... mentre il Mezzogiorno, con i suoi martiri di ieri e di oggi, si eclissa all'orizzonte.