La voce di Megaride

e... "I Barboni di Napoli" ?


di Marina Salvadore
Un gruppo di senzatetto delle stazioni di Milano ha dato vita al primo sito internet dei clochard. Il gruppo, con l'aiuto di alcuni volontari, ha aperto il blog e ora posta messaggi e prende contatti con gli altri siti. L'obiettivo non e' solo quello di 'dare finalmente voce agli invisibili', come spiega Victor, uno di loro; www.stazionemilano.splinder.com  vuole collegare gli homeless delle varie citta' e creare la prima casa di accoglienza autogestita. L'iniziativa ci sembra oltrechè originale anche geniale e... rassicurante, in un certo senso; infatti, quanti di noi, in virtù dello sfascio sociale, politico ed economico, nutrono la paura di essere abbandonati o di dover abbandonare gli affetti, il lavoro, la casa e la dignità dell'identità  fornitaci  esclusivamente da un codice fiscale e, in ormai rari casi, da un qualificante numero di c.c. bancario?  Pensiamoci! Noi che  già facciamo la spesa al "super" con la carta di credito: mangi oggi e paghi al 15 del mese successivo... Pensateci, soprattutto numerosi voialtri, intabarrati in quei "gessati" doppiopetto di sintetica grisaglia e con la ventiquattrore di similpelle, con l'atteggiamento rampante di un amministratore delegato della Telecom; voi,  che quotidianamente sgusciate come  iperdinamici serpentelli dagli underground metropolitani, svicolando a palpebre socchiuse ed indifferenti gli atrii delle stazioni dove la minaccia del vostro "possibile" futuro bivacca pazientemente e serenamente in attesa di voi; di voi che a forza lo ignorate, come se sfuggiste ad un vampiro...o... alla "signora in nero" che fila il fuso, anche il vostro, a Samarcanda... Personalmente, da un po' di
tempo ho il brutto vizio di pensare spesso al mio possibile inglorioso ed anonimo futuro che potrebbe trovare compimento, nonostante la sbornia (ormai smaltita) dei lieti esordi in società ed anche alla luce spietata dei bilanci in perdita nel settore privato e pubblico, che di anno in anno sprofonda agli inferi ogni speranza, ogni certezza, ogni sogno di risalire la china e riguadagnare sicurezze. Egoisticamente, mi rincuora il pensiero di non essere sola in queste fasi sempre più ricorrenti di pessimismo cosmico ma, almeno, l'idea di poter tramontare in siffatta umiliante condizione non offende più la mia autostima, neppure è un incubo. Bisogna essere fatalisti e sapere che a volte, anche se raramente, il "fato" ha più senso e magia... e meno paure... del pessimismo e dell'ottimismo, che sono autentiche prigioni mentali e spicciola superstizione. I barboni in internet rappresentano senz'altro una rivoluzione culturale, un ritorno alle origini del pensiero greco, ai ritmi lenti che inducono alla contemplazione dell'esistenza, alle riflessioni universali, in un mondo che gira sempre più vorticosamente su se stesso, autodisintegrandosi e sputandoci nel vuoto. Sui binari della stazione di Milano che uniscono come nastri trasportatori i clochard di ogni stazione d'Europa in una grande mappa topografica di questa "prima casa di accoglienza" ch'è la strada, milioni di mani possono stringersi in una catena umana intorno all'Uomo; quello che Leonardo inscrisse in una stella. E' un invito a riconnettersi con se stessi e con l'Umanità. Ci si augura che anche Napoli, con la sua iconografica ed anarchica varia umanità da cartolina che purtroppo non corrisponde affatto alla fredda intolleranza verso i clochard della supermodernizzata, galattica, Stazione Garibaldi , possa aderire al progetto dei senzatetto in Milano e godere della perspicacia, dello spirito di iniziativa e dell'aiuto concreto di istituzioni e volontariato... di spiriti liberi che non confondano la beneficenza con la politica, per  lustro e tornaconto personale. Ai sindaci ed assessori di Milano e di Napoli ed anche delle altre metropoli italiane, considerata la scarsità delle politiche sociali attuate fino ad oggi, potremmo suggerire di "devolvere" ai clochard i cosiddetti centri sociali divenuti a-sociali "case di kultura" e  teatri per le rappresentazioni di guitti controcorrente  stipendiati dal Palazzo; siti abusivamente occupati da frotte di ignoranti  e crassi vandali, in maggior parte figli di papà, con casa e culo caldo e vizi prepagati, come nel caso emblematico dell'"arrabbiato" onorevole Caruso che, da solo, con il suo reddito annuo da capitalista potrebbe sostenere diverse comunità di clochard... pagandone le "spese proletarie", se davvero fosse il filantropo che vuol far credere.
I clochard di Napoli, inoltre, potrebbero essere la nuova saggia casta sociale della città, contrapposta alla casta camorrista e delinquenziale, ed in memoria dei fasti trascorsi della antica capitale del Sud e dei momumenti alla solidarietà innalzati e sostenuti dai tanto denigrati Borbone di Napoli, potrebbero idealmente fregiarsi di stemma e blasone sulla porta della Casa d'Accoglienza locale quali "Barbone di Napoli", con l'unico obbligo, cortesemente, nel rispetto dei napoletani veraci, di cambiare toponimo alla Stazione... "Garibaldi". Comunque, tra il serio e il faceto, ci si augura che qualche perspicace e volenteroso partenopeo, politico o semplice civile, religioso o laico, voglia sfiziarsi nell'adeguare, con quella fantasia che solo i napoletani hanno, l'attuazione dell'originale ed utile progetto dei clochard meneghini che, attraverso le parole del loro esponente filosofo Victor, divenuto ormai un personaggio positivo ambito da tv e giornali, così si presenta: "Vi abbiamo spiato a lungo x cercare di rubarvi il SEGRETO del vivere felice, nostra grande delusione capire che molti di voi nonostante abbiano un buon lavoro, una bella casa e magari anche la gnocca di turno, non sono... Come ultima analisi abbiamo capito che state messi peggio di noi e mi torna alla mente il titolo di un libro scritto da Erich Fromm: "Avere o Essere"... e per voi questo è il dilemma... noi siamo persone che per una botta di sfiga si trovano qui sulla strada, ma abbiamo la fortuna di essere, ed ora penso sia giusto che tocchi a voi spiarci. Noi, il problema dell'Avere lo abbiamo superato ed era lo scoglio più grande. Se purtroppo un domani toccherà anche a te noi ci saremo" le prime due foto sono tratte dal sito www.stazionemilano.splinder.com