La voce di Megaride

IN VINO VERITAS


da redazione "La Voce di Megaride"
Il Consorzio Tutela Vini dei Campi Flegrei, fondato il 20 febbraio 2004 dal comparto vitivinicolo dei Campi Flegrei, è nato dalla volontà di garantire e tutelare la tradizione vinicola dell'area e di consolidare ed ampliare la notorietà dei vini autoctoni ed attualmente rappresenta circa il 90% della produzione. E' stato ufficialmente riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole, con decreto del 26/04/2005 e pubblicato su G.U. 12/05/2005, n. 109. Con il supporto della Camera di Commercio di Napoli e la proficua collaborazione con il mondo scientifico ed universitario, sono continuamente approfonditi gli argomenti sulle tecniche di vinificazione e di coltivazione del vitigno. La produzione Campi Flegrei DOC, riconosciuta con decreto ministeriale del 3 ottobre 1994 è diffusa nell'intero territorio dei comuni di Procida, Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto e in parte di quelli di Marano e Napoli.I vini Campi Flegrei Doc, prodotti su terreno vulcanico ricco di ceneri, lapilli, pomici, tufi e microelementi, determinano nelle uve e nei suoi vini aromi e sapori assolutamente prelibati. Una delle caratteristiche che rende unica la Doc dei Campi Flegrei è la pianta di vite da cui deriva, detta a piede franco. Si tratta di una vigna originaria, la "Vitis vinifera", non innestata su ceppi di vite americana, rimanendo inalterata all'attacco della fillossera (Philossera vastatrix) che devastò i vigneti europei nella seconda metà del diciannovesimo secolo, comportando un'alterazione dell'assetto ampelografico della viticoltura europea. La vite è coltivata ancora oggi su piede franco, senza porta innesto.Ciò accade proprio nei Campi Flegrei; dove, per la particolare struttura del terreno vulcanico gli insetti non riescono a sopravvivere, poiché i grani, sciolti e grossolani, impediscono alle larve di poter scavare percorsi e gallerie. Tuttora, l'attuale metodo di coltivazione, avviene per propaggine, piantando nel terreno la nuova vite, successivamente separata dalla pianta madre, consentendo di mantenere inalterata, per una sorta di donazione naturale, il bagaglio genetico, delle viti originarie. 
. I Campi Flegrei (dal greco phlegraios = ardente; per l'evidente attività vulcanica), situati a nord di Napoli, rivelano tutta la spettacolare natura di un territorio tra i più ricchi di storia del nostro paese: una sconfinata depressione vulcanica, generata dallo svuotamento della camera magmatica, a seguito di una violentissima eruzione che ne provocò il conseguente collasso e l'ingressione del mare all'interno dell'area.Proprio questa particolare caratteristica è alla base dell'antichissima viticoltura di questi luoghi, già descritta da importanti scrittori dell'antichità, quali Catone, Varrone, Plinio e Columella. In un graffito del primo secolo d.C., ritrovato in una taberna puteolana, Tibullo fa espresso riferimento a tecniche viticole autoctone. La storia della viticoltura è proseguita nei secoli senza interruzione di sorta. Con la nascita del Regno di Napoli, anche le campagne della zona trovarono un miglior assetto, e la vite portò la sua fama fin nel Medio Evo, quando il vino de Putheolo era tra i vini prescelti dalla regia mensa al tempo di Carlo II D'Angiò. Con l'avvento dei Borbone, a Napoli e nelle campagne flegrée, si affrontarono importanti lavori di bonifica e di convogliamento delle acque; furono aperti gli emissari del lago di Patria e del lago Fusaro e fu costruito l'alveo dei Camaldoli. Lo splendore di queste terre richiamò artisti da tutto il mondo e il suo incanto fu immortalato in gouache e poesie. Nella seconda metà dell'800 fu istituito il "Comizio Agrario Puteolano" e successivamente fu impiantata in zona, una cantina sperimentale la cui attività contribuì molto al miglioramento della produzione, e allo sviluppo del commercio.
FALANGHINA: È un vitigno che venne annoverato tra i “finissimi fautori di piaceri sublimi della gola”.E’ un’uva a bacca bianca fra le più diffuse ed apprezzate.Generalmente dà vini bianchi giallo paglierini, di ottima consistenza, con un bouquet floreale e fruttato molto ampio e fine, al palato è morbido, secco e delicato. Il nome falanghina deriva da “falange”, il grande palo di castagno a sostegno dell’alta vite, ancora oggi utilizzati nella sua coltura. È coltivato a piede franco. E’ un vino giovane da pasto che accompagna egregiamente piatti tipici della cucina marinara,quali i frutti di mare anche crudi, pesce nobile e crostacei sia alla griglia sia in frittura.
PIEDIROSSO: Antichissimo vitigno campano, già apprezzato ai tempi della Baia Imperiale e citato anche da Plinio il Vecchio.La tradizione vuole che prenda i nome dal colore del suo graspo, uguale a quello della zampa del colombo e quindi conosciuto localmente come Per'e Palummo. Viene coltivato su piede franco.E' un vino da pasto che si presenta di colore rosso rubino intenso, al naso si avvertono odori di ciliegia, lampone, rosa ed al palato giunge morbido e corposo. Si accompagna eccellentemente a piatti dal sapore deciso della tradizione campana. E' ottimo con arrosti e paste al sugo, bolliti e formaggi stagionati.CONSORZIO TUTELA VINI DEI CAMPI FLEGREIVia S. Aspreno, 2 80133 Napoli - Italyc/o Camera di Commercio di Napolitel. +39 081 4288445                081 8545555 (presidenza)fax  +39 081 8545489            (le immagini sono tutte di Mauro Caiano/V.I.P.edizioni-Napoli)