La voce di Megaride

I fatti di Vicenza visti da vicino


dal ns. corrispondente dalla Serenissima, Gigio Zanon
I fatti imbastiti attorno all'ampliamento della caserma americana Ederle sono solo un palliativo per far vedere quanto conta la sinistra radicale, altrimenti emarginata. Infatti, nella stessa caserma fino a qualche anno fa si trovava anche l'esercito italiano con gli Alpini ed ora quella parte è stata dimessa.
A parer mio la faccenda va ridimensionata alquanto e posta sotto due aspetti: quello politico e quello della convenienza. Partiamo subito da quest'ultimo. Vicenza è una città di circa 110mila abitanti e la sua principale attività è interstiziale e composta da un' industria di media, piccola e piccolissima dimensione. Le sue attività principali vertono sul tessile, abbigliamento, legno-mobilia, pelletteria, meccanica minore; ha un artigianato artistico molto elevato (oro e ceramica) ed è un grosso mercato agricolo. Inoltre, ha anche delle pregevoli opere artistiche che la rendono una delle città più visitate in Italia. Purtroppo è handicappata dal nodo scorsoio delle strade! Infatti sono quasi tutte risalenti al XIX secolo e così mantenute in attività. Ma questo è un difetto di TUTTO il Veneto!  Ora sappiamo che questa caserma, la Ederle, oltre che ospitare i militari americani da lavoro anche a oltre 1500  persone di Vicenza adibite ai vari servizi: amministrazione, riparazioni, manutenzioni, ecc. ecc. Inoltre da lavoro anche all'indotto esterno della caserma: rifornimenti per il personale, attrezzature varie, alberghi e ristoranti, negozi, (è ovvio che sia i militari che il personale esterno quando escono vadano da qualche
parte.). Ora le possibilità che ci sono, sono due: se la caserma viene ampliata viene raddoppiato, ovviamente, anche il personale esterno e tutto il resto. Se non viene raddoppiata, quella che c'è adesso viene chiusa perché agli americani una caserma dimezzata non interessa.... e portano il tutto in un'altra nazione più ospitale.  Pertanto i pochi vicentini che reclamano e che non vogliono l'allargamento sono ben individuati: gente che ha le abitazioni vicino e che ha paura di veder sminuito il valore delle proprie abitazioni o terreni ( i soliti che vogliono sì - per esempio - l'inceneritore, ma a casa altrui!) oppure i soliti ambientalisti, ai  quali se si dovesse dar retta non potremmo nemmeno respirare.  Ed è attorno a queste poche decine di persone che si è imperniata tutta la faccenda, soprattutto a livello politico. Ed ecco il secondo aspetto: quello politico. La falsità e la faccia tosta che hanno questi sinistri è davvero impressionante! Per far vedere che loro combattevano contro l'ampliamento in discussione con giuste rivendicazioni ideologiche , avevano fatto intendere che ciò fosse stata una concessione decretata dal passato governo Berlusconi e che il "buon" Prodi (che noi, qui,  chiamiamo "Prodelia" per abbinarlo alla Crudelia della carica dei 101; lui, invece, ha organizzato la carica dei "102".. tra ministri e  sottosegretari.) è stato solo obbligato ad accettare, a subire! Invece è vero il contrario: al precedente governo era solo stato chiesto - dagli USA - il permesso di poter "periziare in loco" per il previsto ampliamento stabilendo che avrebberopresentato al governo italiano i piani definitivi in seguito. Quando questi piani sono stati perfezionati e presentati, a dare il consenso è stato Prodi-Prodelia! Non Berlusconi!  E per far mostrare il suo potenziale, la sinistra radicale ha avuto gioco facile nell'andare a dar manforte ai quei quattro poveracci che per il loro interesse non volevano questo ampliamento! Così come agli sparuti reazionari locali non parve vero di poter avere al loro fianco cotanti personaggi! Ed ora comanda la sinistra radicale.  La disfida di Vicenza, tutta interna alla sinistra, ha visto prevalere ancora una volta  il movimentismo estremista il quale si riconosce in Bertinotti, non esita a sfilare con chi inneggia alle Brigate rosse e condiziona sempre più pesantemente l'azione del governo in senso massimalista e antiamericano. Lo dimostrano le dure critiche e le richieste di scuse subito partite nei confronti di Rutelli e di Amato. Si è aperta così una nuova, convulsa pagina della guerriglia dentro una maggioranza che è sempre più di lotta e sempre meno di governo. Tutto ciò a spese dell'Italia e della sua credibilità. La linea movimentista di Rifondazione Comunista e del variegato arcipelago della sinistra radicale ha inneggiato al successo della manifestazione e ha subito imposto delle  condizioni al governo, non solo sulla base di Vicenza ma addirittura, come ha sostenuto Giordano, sulla presenza delle basi americane in Italia e più in generale nella politica estera. La discussione al Senato sulla missione in Afghanistan acquista così una nuova valenza politica e D'Alema dovrà tenere conto nella sua relazione del peso che la sinistra radicale rivendica sulle scelte di politica estera.  Non c'è da dubitare che D'Alema e Prodi metteranno l'accento sulla discontinuità della politica estera rispetto al governo Berlusconi (ritiro dall'Iraq, ruolo dell'Onu, missione in Libano, conferenza di pace in Afghanistan), allontanandosi così sempre di più dai principali ancoraggi della nostra politica estera. Ancoraggi che avevano permesso all'Italia di sedere - con pari dignità - al tavolo delle decisioni internazionali.  Ad ogni scontro che si apre nella maggioranza, il compromesso che viene raggiunto è sempre più tinto di rosso e avviene immancabilmente sul terreno scelto dalla sinistra estrema. E i loro "capoccia" sono quelli che ancor oggi si richiamano al comunismo!  Ecco cosa ha detto il loro capo, anzi: "il migliore", come lo chiamavano:
E quelli che attualmente ci governano sono i suoi degni eredi!Pertanto, come è dimostrato, i fatti in questione vanno ampiamente ridimensionati come una lotta intestina nell'attuale governo. Cioè la sinistra che vuole imporre a suo vantaggio i suoi principi. Non interessa se l'Italia tornerà ad essere la solita "voltagabbana" come ci hanno descritto dopo l'ultimo conflitto, interessa solo che sia contro l'America! E le altre nazioni  Europee ringraziano, e stanno in attesa.