La voce di Megaride

La Cappella Sansevero


di Clara Negri
La Cappella Sansevero, ubicata nel cuore dell’antica Napoli dietro la Chiesa di S. Domenico Maggiore, esprime l’ambiguo aspetto della natura di Raimondo de Sangro,  rimasta incomprensibile nella sua totalità. Questa Cappella di famiglia, che rispecchia il Barocco del ‘700 napoletano, dal nostro principe fu fatta ristrutturare e decorare tra il 1749 e il 1766 dai più grandi artisti dell’epoca i quali, ovviamente, operarono tutti sotto la sua specifica direzione. L’aspetto più insolito e interessante di questa Cappella è rappresentato dai numerosi gruppi scultorei, veri e propri capolavori sia per la bellezza che per il simbolismo iniziatico di origine egizia e massonica che può venir dipanato solo dopo un’attenta e progressiva osservazione.Nella cripta della Cappella vi sono poi le famigerate “macchine anatomiche”, tuttora oggetto di dispute e controversie da parte degli studiosi perché sono in molti a sostenere che, ben lungi dall’essere macchine create dalla fervida fantasia e abilità di don Raimondo, esse siano i resti di due schiavi negri, un uomo e una donna, a cui egli avrebbe iniettato da vivi una sostanza atta a metallizzarne il sistema venoso e arterioso. Macabre fantasie popolari. La morte di Raimondo de Sangro fu misteriosa quanto la sua vita. Ufficialmente avvenne a causa di un’infezione a una mano contratta nel corso di esperimenti alchemici, ma dal popolino la storia viene raccontata in altro modo. Poiché il suo cadavere non fu mai ritrovato, la leggenda asserisce che nei sotterranei del suo palazzo avesse scoperto il segreto dell’immortalità. Come Osiride, il dio egizio, si dice che il Principe chiedesse a un servo fidato di essere tagliato in quaranta pezzi e rinchiuso in una cassa posta in un luogo nascosto del suo laboratorio col patto di non aprirla prima di quaranta giorni. Ma la sua sparizione destò sospetti per cui i suoi familiari, dopo aver cercato per ogni dove, si imbatterono nella cassa  e dettero ordine di aprirla, prima che scadesse il tempo previsto, lasciando incompleta la saldatura del corpo. Raimondo allora tentò invano di sollevarsi ma con un orribile urlo cadde all’indietro e morì dannato. Realtà o fantasia? A voi la risposta.la foto de "Il Disinganno" e il documentario "La Cappella Sansevero" sono  di Mauro Caiano/V.I.P.Edizioni-Napoli