La voce di Megaride

Pulcinella


di Clara Negri 
Pulcinella, la famosa maschera napoletana, secondo alcuni avrebbe per patria Acerra, paese cui si attribuisce anche la nascita del suo inventore, il sarto Andrea Calcese, che l’avrebbe creata nel 1600. In effetti però Pulcinella risale alla Commedia dell’Arte che ebbe la sua fioritura nel secolo precedente e, quasi certamente, alla fantasia creativa dell’attore Silvio Fiorillo. Probabilmente fu proprio costui a trasformare in maschera comica un tipo precedente che apparteneva alla tradizione napoletana popolare. Lo studioso Maiuri ci ricorda che un tempo vi era, in provincia di Caserta, la città di Atella, a cui “il destino riserbò una fama burlesca”, essendo considerata la culla del teatro comico del nostro paese.Maschere e personaggi burleschi avevano infatti incontrato un grande favore presso i romani, fin quando le .trame troppo licenziose furono proibite alle autorità della Capitale. Buccus, Pappus, Maccus erano i nomi di alcune maschere e proprio l’ultimo si sarebbe più tardi trasformato in Pulcinella. Il suo nome si fa derivare dal diminutivo pulcino, e ricalcherebbe le origini contadine del personaggio, così come ricorda il suo naso a punta, che sembra proprio il becco d’un pulcino, mentre il camicione bianco imita
le vesti dei villani del tempo. L’abito candido, la maglietta rossa e la maschera nera sul viso hanno fatto definire Pulcinella La maschera del mondo. Nei significati esoterici dei colori non è superfluo ricordare che il bianco e il nero sono proprio i colori del giorno e della notte, del sole e della luna, mentre il rosso è il colore del fuoco e del sangue, quindi del principio di vita. Se col tempo la maschera ha subito infinite variazioni, divenendo a volte grassa a volte magra, a volte panciuta a volte gobba, a volte ridente a volte piangente, la sua continua ambivalenza ha letteralmente affascinato il mondo intero, ispirando sia la Commedia dell’Arte che gli artisti delle varie epoche. Perché Pulcinella non rappresenta solo la comicità napoletana verace ma, anzitutto, l’uomo eternamente tartassato dai marosi della vita che, per non venirne travolto, deve usare ogni astuzia e ogni sistema per mantenersi a galla. Così Pulcinella è il furbo, l’indolente, l’opportunista, l’avido, il chiacchierone, il ladruncolo, il disonesto per necessità di adattamento e non per vocazione. Egli è l’eterna marionetta manovrata dall’invisibile burattinaio ma rassegnato e in fondo indifferente al bene quanto al male, filosofo distaccato pronto a ridere degli altri come a ridere di se stesso. Non ci meraviglieremo quindi di sapere che questa maschera ha avuto una larga diffusione anche all’estero, divenendo Polichinelle in Francia, Punch in Inghilterra, Petruska in Russia, Kasperle in Austria e così via. O che essa abbia ispirato artisti famosi come Ludovico Carracci, Antoine Watteau, Gian Domenico Tiepolo (vedi immagine), Alessandro Magnasco, Pablo Ricasso  e Gino Severini, tanto per fare qualche nome.nota della redazione: per approfondimenti storici e culturali si consiglia una "visita" al Museo di Pulcinella  www.pulcinellamuseo.it