La voce di Megaride

Attualità Cristiana


di Nunziante MinichielloI politici, i grandi, i potenti della Terra cammineranno davanti ai loro Popoli, di cui saranno i primi a sopportare i sacrifici e gli ultimi a godere i benefici.
Diceva Gesù: “non si può servire a Dio ed a satana” oppure: “un regno diviso in sé è destinato alla rovina”. Di  conseguenza, lo stato e le istituzioni non sono efficienti quando quelli che li rappresentano devono servire  grande sciagura per un popolo essere governato da governanti governati. stato ed istituzioni ed obbedire a forze a questi avversarie, ovvero: La divina saggezza diventa pratico e chiarissimo concetto politico: assumere degli impegni, suggeriti da valori e da esigenze, farne dei progetti, impegnare tutte le proprie energie alla loro realizzazione, sempre ricordando di essere creature umane, tutte  fratelli e sorelle, di pari importanza e di pari diritti. Concetto di servizio che Gesù  spiegò in modo che  capissero i più semplici ed i più umili e significasse programma per i potenti. “Io sono uno che serve”.  Non lo disse solamente, ma lo dimostrò, nella forma più pratica,  lavando i piedi a tutti gli Apostoli,  ossia facendo la cosa più umile per gli uomini, i quali, nonostante quell’insegnamento, ancora dividono terrenamente le attività in arti nobili e mestieri ignobili, ignorando che qualsiasi attività è vita e manifestazione di vita. Esempio simbolico quanto si vuole ma di eccezionale efficacia, quello di Cristo. La novità cristiana consiste nel prescrivere di giovare, ovunque e comunque, di migliorare, di elevare, di volere il bene dell’altro. Resta il messaggio cristiano, che agita il mondo da due millenni e più, a ricordare che il predominio è effimero perché crea differenze, contrasti e guerre e che   il servizio  armonizza, appiana differenze, concilia interessi, compone divergenze, insomma semina parità, giustizia e legalità e raccoglie concordia e pace. Quando i politici, i grandi, i potenti della  Terra intenderanno e vorranno praticare il messaggio cristiano  sacrifici e gli ultimi a godere i benefici.  Proprio come insegnò Gesù: “Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti”. Gesù continua ad avere seguito, ma più teoricamente che concretamente.  Il pensiero cristiano pur essendo eccelso è ben riferito al mondo reale, di cui Gesù conosceva le scie di sangue, le violenze, le ingiustizie a volte, ma non sempre, nascoste dai bagliori dell’oro, dallo sfavillio dei diamanti e dallo sfarzo della ricchezza. cammineranno davanti ai loro popoli, di cui saranno i primi a sopportare i Certo è che alla concretezza latina  Gesù diede quella spiritualità che le mancava. Il lungo elenco di martiri testimonia che quella spiritualità era attesa e perciò fu apprezzata ed amata al di sopra di ogni cosa, anche della vita, soprattutto della bella ed agiata vita. La buona novella di Gesù, pur essendo praticabile, fu bollata però come favola, come utopia, come religione di sognatori e comunque lontana dalla realtà, pur essendo di una saggezza politica che solo il genio latino poteva apprezzare. Il genio latino ha lasciato una eredità di cui l’umanità ha bisogno, come da secoli si va dicendo, e Gesù ha lasciato al mondo un messaggio, la cui divinità sta proprio nella sua estrema semplicità e chiarezza e  che gli uomini di buona volontà possono realizzare. Abbattere gli steccati che l’egoismo erige è lavoro impossibile, almeno finora, della umanità, che, se non sempre riesce a rispettare le sue leggi, tanto meno può recepire la spiritualità cristiana.  Questa umanità pur ammirando ed apprezzando la saggezza latina e la divinità cristiana ha sistemato nella storia quella saggezza ed affidato alla speranza quella divinità, cioè questa umanità rischia d’aver distrutto per sempre la pratica e la teoria  della pace universale. Infatti sono molti gli storici che approfondiscono la lezione romana, ma pochi non addetti ai lavori sono disponibili a leggere la storia di Roma ed a conoscerne la lezione, a capirla ed a ritenerla eredità ancora valida per una umanità che voglia ritenersi civile, come , pur affascinando, forse anche perché di sicuro successo, scrittori, letterati, storici, cinematografari ed altri ancora, la favola cristiana è poco letta ed approfondita nei vangeli. Così  la superba razza umana che insegue ogni genere di grandezza finisce per attaccarsi a grandezze transitorie  e tanto lontane dalla grandezza della pace universale, cui, si può ben dire, posero chiare ed eterne fondamenta e terra, Roma, e cielo, Cristo: Roma suggerì saggezza e giustizia terrena, che ogni civis deve praticare per sé e per gli altri, e Cristo, vi aggiunse l’amore che dovrebbe tenere uniti ed in pace gli uomini:ancora del genio latino la coincidenza di diritto e morale, uguali per tutti gli esseri umani, pareggiati tutti dalla stessa qualifica civis e distinti solo temporaneamente dalle qualifiche e dalle funzioni di breve durata perché possibili a tutti a rotazione e,comunque, qualifiche e funzioni, da non ritenere mai fonti di arricchimenti personali, motivo di prestigio ed occasioni di appannaggi particolari, perché in contrasto con la morale, con la parità civile e soprattutto con la lex, unica autorità quest’ultima sempre pronta ad intervenire per ristabilire qualsiasi equilibrio alterato.www.minichiello.it di Nunziante Minichiello