La voce di Megaride

Post-Family Day & Gay


di Rino Cammilleri
FamigliaI radicali, ai tempi dell’aborto, sparavano che in Italia almeno 20.000 donne l’anno morivano di aborto clandestino. L’Istat riportava, invece, che le donne dai quindici ai quarantacinque anni morte per qualsiasi causa erano in tutto 11.500. Ma i radicali continuarono imperterriti, in base all’assioma chea) la maggior parte della gente non va a controllare le cifre, b) per fare attecchire una panzana basta non cessare di ripeterla.  Tutto ciò mi è tornato in mente nel vedere, il giorno del Family Day (12 maggio 2007), una paginata a pagamento sui principali quotidiani; titolo cubitale: «Anche gay è famiglia». Esordio: «In Italia il 10% circa della popolazione è omosessuale». Asterisco con richiamo in fondo pagina: «Eurispes». E a me è tornata in mente un’altra cosa. Quando Clinton venne eletto alla presidenza degli Usa per la prima volta, prese voti anche dalla lobby gay, che subito si presentò all’incasso. Ma Clinton, ormai presidente di un Paese a larghissima maggioranza cristiano, non poteva pagare il conto.
Dai tempi del famigerato «Rapporto Kinsey» correva voce che il 10% circa degli americani fosse omosessuale, voce diventata uno slogan dei gay e addirittura titolo della loro rivista, «Ten percent» («Dieci per cento»). I consiglieri del presidente gli suggerirono di commissionare uno studio alle principali università per andare a vedere le carte della lobby. Risultò che a quel famoso 10% andava tolto lo zero. Infatti, gli esperti (veri) quantificarono in un 1-1,5% la percentuale effettiva di omosessuali tra gli americani. Clinton tirò un respiro di sollievo e passò ad altro.  Già: la lobby gay aveva, sì, una grande influenza (di visibilità e finanziaria), ma del tutto spropositata rispetto alla rappresentatività in termini di voti. Adesso tocca agli italiani ritrovarsi omosessuali al dieci per cento. Mah.