La voce di Megaride

don Giuseppe Rassello


Su di lui è stato scritto tutto e il contrario di tutto e, sempre, per insana "prouderie". Cerchiamo di conoscerlo, invece, nella sua veste di "prete in trincea" da queste che, drammaticamente presaghe, sembrerebbero essere le sue ultime volontà, meditate in quel caos sociale, sospeso tra il sacro e profano, ch'è da sempre, a Napoli, il famigerato quartiere Sanità con tutte le sue perfide, diaboliche contraddizioni e colpevoli omertà... più letali della menzogna manifesta."In-ludere, ovvero giocare contro. Opporre all’Inevitabile l’Imprevedibile, e credervi, e sperarvi con tutta l’anima. Farsi gioco dei fatalismi, come dei realismi, e formulare questo Simbolo: Dio è la Libertà assoluta. Egli è l’Imprevedibile. Perché lì dove cessa la tua potenza d’in-ludere, dove l’Altro ti lascia giocare solo per pietà, o per ridere, lì non esiste Dio. Dalla Sanità ho imparato ad in-ludere. Ho appreso la Parola ed il Gesto che, deus ex
machina, sbroglia le più angosciose situazioni, crea nuovi spazi d’intesa, smitizza gli dei fatti di cartone e di paura, distrugge con la forza del Silenzio, la fatale trappola dei sillogismi borghesi, apre i deserti della formalità ipocrita e dell’opportunismo malvagio alla dirompente invasione dell’Amore. La Fantasia e la Drammaturgia sono l’ispirazione genuina e la vera arte di questo popolo. Qui puoi sognare senza perdere il Reale, e recitare, senza fingere; nel riso, non scordare il pianto, né tra le lacrime, il riso. Districarli col bisturi asettico della filologia del folclore è opera tanto assurda quanto vana. L’Accademia di questa gente è la Strada, teatro e cantiere d’esperienze e sensazioni. Maschere vive di sovrumana bellezza, dove, ad ogni battito del tuo cuore, risponde un’eco dell’altro. E se ti sfugge lo sguardo, è solo per condurti dentro i meandri dell’anima, che scoprirai colta, e sapiente, e viva. Occhi capaci di dirti, con tutta sincerità, che quanto vai costruendo può repentinamente cadere, e quanto sta cadendo può rinascere tra le tue mani; menti capaci di custodire una storia inaudita, felici d’offrirtela nel sublime dettaglio del Quotidiano, capaci d’interessarsi al non-interessante, d’utilizzare l’inutile (il celeberrimo po’ s(e)rvì), di banalizzare il finto poetico e di cantare, in vera poesia, il prosaico reale. Illusione, dolce chimera sei tu! Chi sa che da queste mura off-limits della "civiltà" non nasca la Rivoluzione e la Storia: Con i tuoi schemi, oltre i tuoi schemi. Ma, soprattutto, con i tuoi occhi, col tuo sguardo, con la mente e con l’anima tua. Utopia. Dicono tutti: ciò che succede qui, non succede in nessun posto. In breve, Sanità è utopia. Noi della Sanità ci rifiuteremo sempre di essere analizzati, "capiti", spiegati, "aiutati", colonizzati. Rifiuteremo la miserabile elemosina dei "colti", rifiuteremo i commoventi entusiasmi dei nostri ammiratori populisti che, per i loro safari elettorali o per le loro accademiche performances, scendono a catturare e, se potessero, uccidere ed imbalsamare specie culturali in estinzione. Non omnis moriar. Non siamo finiti. Sappiamo anche perdonare ed amare, accogliere e nutrire: Da Giacomo il Persiano, a Gaudioso l’Africano, a Simmaco il Romano, ai Cinesi che nel ‘700 abbiamo visto scendere a centinaia. Si, ci si droga (ma anche al Vomero). Si, si ruba (ma non meno a Montecitorio). Ma qui possono crescere anche i fiori, si può ancora sentire il caldo profumo del pane, i colombi volano ancora a stormi, delizia dei nostri ragazzi… Ci fidiamo. Ma, attenti, ci fidiamo di fare cose grandi. Il successore del vescovo Severo ( Corrado Ursi), è convinto che un giorno cambieremo nome: da Sanità a Santità. Illusione, ovvero la Sanità come volontà e rappresentazione. Questo che scrivo è dedicato a tutti. Ai bambini, innanzitutto. Offendetevi ancora bambini, dignitosamente, se vi chiamano scugnizzi, casomai spettinandovi mellifluamente il capo. Restituite sempre, malgrado affettuose insistenze, tutto il resto delle sigarette al signore di buone creanze. Voi sapete ancora abbracciare e piangere, sapete già lavorare e morire. Ai ragazzi e ai giovani. Ai più imprevedibili, cioè ai più liberi. A voi che siete capaci delle più esaltanti gazzarre e dei più sublimi silenzi. A voi che siete atti alla fatica ed all’Amore, allo sport ed alla contemplazione. A voi che amate il canto ed i profumi, le feste e l’eleganza, l’arte e la liturgia… A voi, ragazzi, affido l’Illusione. Giocate, e giocate contro: non morirete. A voi adulti, lavoratori e lavoratrici, papà e mamme. Adulti disillusi, abbiate la Fede di illudervi ancora. Per i figli. Perché l’Illusione è una speranza senza meta, ma è la Fede senza la quale non si raggiunge nessuna meta. A voi anziani, Sacerdoti della Cultura, Principi della Saggezza. Non perdete la vostra nobiltà. Voi soltanto siete gli eredi. E’ questo che amo in voi. Giocate con i bambini, discutete con i giovani, pacificate gli adulti. ….solo la Vita e l’Illusione sono sacre. Il resto appartiene alla morte." (don Giuseppe Rassello)