La voce di Megaride

Riina è "meglio" di Priebke?


 Apprendiamo nelle ultime ore che il povero Totò Riina sta poco bene e che presto lascerà il carcere usurante. Riina è forse meno mostruoso del quasi centenario Priebke? Conta qualcosa il fatto che abbia le mani lorde di sangue tanto quanto Priebke? Conta qualcosa che ha assassinato, ridotto in schiavitù intere generazioni, paesi, di meridionali per sua esclusiva sovranità e non, come Priebke perché esecutore di ordini militari? Perché le buoniste Leggi italiane sono applicabili a Riina e non a Priebke, anch’egli detenuto a duro
regime? Perché l'innocente Bruno Contrada, a 77 anni, è stato recluso nel carcere militare di S.Maria Capua Vetere e il mafioso Totò Riina nell’”Ostello della Gioventù” di una casa circondariale nella quale, si sa, è tacitamente autorizzata  la pronta iscrizione della sede "fiscale" di un nuovo ufficio di segreteria, con tanto di collaboratori? Troppe domande, una sola risposta: a prescindere dal fatto che anche  ai vertici delle istituzioni siedono illustri cariatidi, mummie e fossili le cui mani grondano sangue, versato in sacrificio di qualche astruso pseudo-ideale totalitario travestito di “democrazia popolare”, a prescindere da certe connivenze eclatanti tra politica e mafia… se la GIUSTIZIA è UNA e se è scevra da emotività , sentimentalismi, “umanità”, ergendosi fredda e imparziale sul solo edificio  burocratico asfissiato da carte processuali, codici, regolamenti, decreti, sentenze, procedure, immune alla Pietas ed all’Uomo, perché dovrebbe personalizzare i reati, i processi e gli assassini, legittimando differenze sociali, politiche, ideologiche e storiche? Perché Riina sarebbe migliore di Priebke? (M.S. - redazione)da www.abruzzopress.infoAp –Giustizia surrettizia(N.d.D.) - È plausibile il sospetto che il manifestarsi di un nuovo antisemitismo trovi la causa nell’arroganza e la prepotenza (tra l’altro) di un gruppo di violenti giudei romani che impongono
la loro legge piazzaiola persino alla magistratura italiana? E non è viltà quella dei giudici che cedono alle prepotenze e si rimangiano le sentenze emesse nelle more delle Leggi Italiane?, o dei sindaci che oscurano monumenti, o degli uomini politici che per entrare al governo vanno persino a prostrarsi al “muro del pianto” a Gerusalemme, rinnegando le idee in cui hanno sempre creduto? Si ha la sensazione che lo Stato italiano sia a regime di libertà limitata, che non solo l’intera economia globale è dominata da talune lobby  – i veri padroni della moneta, avendo usurpato agli Stati il potere di stampare cartamoneta, senza limiti e senza costi, lucrando il valore nominale – ma che magistrature e governi sono dominati non già dai chiassosi ragazzotti romani che vietano conferenze e vanificano provvedimenti giudiziari, ma dai poteri (quasi) occulti che li dominano e fanno di magistrati e governanti i loro camerieri. Il popolo italiano si inchina reverente all’Olocausto – anche se dei tanti altri Olocausti nessuno parla – ma sono legittimi i dubbi che si manifestano quando si promulgano leggi che condannano gli storici che vorrebbero approfondire la materia, magari contestando talune “verità” acquisite. Le ricerche andrebbero sostenute e incoraggiate quando le “verità” sono inconfutabili. Allora, perché si ha paura di ricerche storiche che vengono bollate come “revisionismi”? Chi ha paura della verità? La vicenda umana e giudiziaria di Priebke e scandita dalle leggi italiane, che tutti devono rispettare. Tutti… Riprendiamo dal periodico “Europa informazioni” diretto da Antonino AmatoQuale scandalo?Nulla da dire in riferimento alle doglianze degli “intoccabili” olocaustici. Fanno il loro dovere di arroganti con licenza come lo hanno fatto recentemente a Teramo e a inizio agosto del 1996 quando imposero che Erich Priebke venisse “riarrestato”.  E nulla da aggiungere a quanto notoriamente riguarda la vicenda giudiziaria che ha interessato l’ex capitano delle SS. Cosa volete che sia un sequestro/estradizione dall’Argentina di un “rapendo” (per dirla con Kossiga) o l’incriminazione per reati non commessi stando al Codice Militare di Guerra ed alle tante Convenzioni internazionali che regolano il diritto alla rappresaglia? Legge vuole che i vinti debbano essere incriminati, processati e condannati. Possibilmente giustiziati. Come è avvenuto a Norimberga e a Bagdad. Naturalmente gli esportatori americani, inglesi ed israeliani di libertà sono quelli che si arrogano il diritto di trasformarsi in giustizieri. E lo fanno contro i “popoli canaglia” in Iraq, in Afganistan, in Palestina, in Libano. Come ieri lo fecero in Kossovo, nella Terra dei Merli sacra al popolo serbo. E come vorrebbero fare in Iran...Uranio impoverito e bombe a deframmentazione, fosforo bianco ed eliminazioni mirate. Ed interminabili scie di “danni collaterali” con centinaia di migliaia di vittime civili sacrificate sull’altare della Democrazia. Erich Priebke, dunque. Un vinto cui non si perdona perché non ha chiesto perdono. E perché la sua naturale fierezza viene scambiata per alterigia e disprezzo. Certo, oggi la dignità anche estetica non è consentita dai camerieri. E dài, allora, a ribellarsi contro l’ordinanza del Tribunale militare di Roma che ha concesso al vecchio soldato il “lavoro esterno”, quello che i Tribunali civili assegnano regolarmente, per buona condotta, anche agli ergastolani. E poi tutto secondo copione. Veltroni fa oscurare il Colosseo, proprio come lo fece Rutelli nel ’96 alla notizia della scarcerazione, poi notoriamente annullata, del “criminale”. E gli “intoccabili” occupano la piazza e impongono al giudice militare di revocare l’ordinanza. E costui vilmente lo fa prendendo a pretesto un risibile cavillo. Tacciano i sinistri e destri camerieri di statunitensi e di sionisti. Taccia l’improponibile, mancato militare Parisi. Ma Taccia, soprattutto, l’impresentabile trasmigratore ceppalonico Clemente Mastella: ma che cosa mai può sostenere costui parlando di Giustizia? Lo scandalo non è rappresentato dal lavoro esterno di un uomo di 94 anni sradicato da troppo tempo e per vendetta alla sua Comunità. Lo scandalo sono loro che cercano da buoni servi di superare in sdegno quelli del pianto che paga.