La voce di Megaride

dal quotidiano "Il Giornale"


Bassolino fa pagare i suoi debiti ai posteri di Nicola Porro - giovedì 28 giugno 2007Milano - Nella nostra storia di debiti locali, di grandi banche e del duo Bassolino (padre politico e figlio
banchiere) occorre spiegare per quale motivo, in piena emergenza politica per lo scandalo rifiuti, la giunta campana trovi impellente deliberare l’emissione di un’obbligazione da 1,2 miliardi. Lo scopo è quello di recuperare, si legge nella delibera, 750 milioni per nuovi investimenti e soprattutto 442 milioni per estinguere un mutuo del 2005. E in questi dettagli che si nasconde il senso di tutta l’operazione campana. Il prestito che si vuole cancellare costa lo 0,25% in più di quanto il superdebitore Stato Italiano riesca a fare sui mercato internazionali: insomma non stiamo parlando di un prestito con tassi da usura. Eppure questo mutuo, come quelli estinti negli anni precedenti dalla Regione Campania, è una buona occasione per dare lavoro al terzetto collaudato delle due banche internazionali e dei loro consulenti napoletani: Maurizio e GianPaolo Pavesi. Le banche con tutta probabilità riusciranno a garantire alla Regione un tasso di interesse leggermente migliore e ad allungare nel contempo la scadenza del debito. Per i politici si tratta di una vera e propria manna. Non tanto per il risparmio sui tassi di interesse che è davvero poca cosa. Ma per il fatto di liberare un bel po’ di risorse di cassa: la rata del nuovo prestito più lungo è ovviamente inferiore di un bel po’ rispetto alla rata esistente che è di un prestito più breve. Il vantaggio per Bassolino (ovviamente è un escamotage che va di gran moda in tutta Italia) è quello di spostare il pagamento di un debito fatto oggi, sulle generazioni che verranno.Ma anche le banche hanno un loro interessante tornaconto, che non è certamente la sola commissione per il prestito obbligazionario. La legge infatti prevede che a fronte di un prestito che un ente locale raccoglie sul mercato, l’ente stesso debba accantonare ogni anno una quota di capitale per poter far fronte alla restituzione del capitale a scadenza. Cerchiamo di essere più chiari con un esempio. Se il comune di Napoli si facesse prestare 100 euro al 5% per 10 anni e ogni anno restituisse 5 euro di interesse, alla scadenza del prestito dovrebbe ridare i cento euro che inizialmente gli sono stati concessi. Sarebbe un onere per le prossime amministrazioni ovviamente non sopportabile. Ecco perché gli enti locali, una volta che si indebitano, oltre a pagare gli interessi anno per anno, debbono accantonare una fetta di capitale per non trovarsi impreparati alla scadenza. Questo capitale viene conferito in un apposito fondo (sinking fund) gestito dalle stesse banche che erogano il prestito. È qui che si fanno gli affari.....(continua)nota della ns.redazione: E' proprio vero che la capitale della STAMPA è Milano; infatti, solo la stampa milanese conosce e diffonde notizie che ci riguardano, considerato che i "giornalai" locali pare caschino dal pero ogni volta che si sfiora la "santità" dei nostri amministratori pubblici, padroni della "cartiera" dove si produce in regime di monopolio dalla carta igienica, alle carte di credito; dalle tessere di partito alle pagine dei giornali..... dalle maschere di cartapesta, ai cartoni per i soliti "pacchi" che ci rifilano!!!